+É infatti possibile, qualunque sia il meccanismo di notifica scelto, che
+quest'ultima venga ricevuta dopo che il timer è scaduto più di una volta,
+specialmente se si imposta un timer con una ripetizione a frequenza
+elevata. Nel caso dell'uso di un segnale infatti il sistema mette in coda un
+solo segnale per timer,\footnote{questo indipendentemente che si tratti di un
+ segnale ordinario o \textit{real-time}, per questi ultimi sarebbe anche
+ possibile inviare un segnale per ogni scadenza, questo però non viene fatto
+ per evitare il rischio, tutt'altro che remoto, di riempire la coda.} e se il
+sistema è sotto carico o se il segnale è bloccato, prima della sua ricezione
+può passare un intervallo di tempo sufficientemente lungo ad avere scadenze
+multiple, e lo stesso può accadere anche se si usa un \textit{thread} di
+notifica.
+
+Per questo motivo il gestore del segnale o il \textit{thread} di notifica può
+ottenere una indicazione di quante volte il timer è scaduto dall'invio della
+notifica utilizzando la funzione di sistema \funcd{timer\_getoverrun}, il cui
+prototipo è:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{time.h}
+\fdecl{int timer\_getoverrun(timer\_t timerid)}
+\fdesc{Ottiene il numero di scadenze di un timer POSIX.}
+}
+
+{La funzione ritorna il numero di scadenze di un timer in caso di successo e
+ $-1$ per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EINVAL}] \param{timerid} non indica un timer valido.
+ \end{errlist}
+}
+\end{funcproto}
+
+La funzione ritorna il numero delle scadenze avvenute, che può anche essere
+nullo se non ve ne sono state. Come estensione specifica di Linux,\footnote{in
+ realtà lo standard POSIX.1-2001 prevede gli \textit{overrun} solo per i
+ segnali e non ne parla affatto in riferimento ai \textit{thread}.} quando
+si usa un segnale come meccanismo di notifica, si può ottenere direttamente
+questo valore nel campo \var{si\_overrun} della struttura \struct{siginfo\_t}
+(illustrata in fig.~\ref{fig:sig_siginfo_t}) restituita al gestore del segnale
+installato con \func{sigaction}; in questo modo non è più necessario eseguire
+successivamente una chiamata a questa funzione per ottenere il numero delle
+scadenze. Al gestore del segnale viene anche restituito, come ulteriore
+informazione, l'identificativo del timer, in questo caso nel campo
+\var{si\_timerid}.
+
+Qualora si voglia rileggere lo stato corrente di un timer, ed ottenere il
+tempo mancante ad una sua eventuale scadenza, si deve utilizzare la funzione
+di sistema \funcd{timer\_gettime}, il cui prototipo è:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{time.h}
+\fdecl{int timer\_gettime(timer\_t timerid, int flags, struct
+ itimerspec *curr\_value)}
+\fdesc{Legge lo stato di un timer POSIX.}
+}
+
+{La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
+ caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EFAULT}] si è specificato un indirizzo non valido
+ per \param{curr\_value}.
+ \item[\errcode{EINVAL}] \param{timerid} non indica un timer valido.
+ \end{errlist}
+}
+\end{funcproto}
+
+La funzione restituisce nella struttura \struct{itimerspec} puntata
+da \param{curr\_value} il tempo restante alla prossima scadenza nel campo
+\var{it\_value}. Questo tempo viene sempre indicato in forma relativa, anche
+nei casi in cui il timer era stato precedentemente impostato con
+\const{TIMER\_ABSTIME} indicando un tempo assoluto. Il ritorno di un valore
+nullo nel campo \var{it\_value} significa che il timer è disarmato o è
+definitivamente scaduto.
+
+Nel campo \var{it\_interval} di \param{curr\_value} viene invece restituito,
+se questo era stato impostato, il periodo di ripetizione del timer. Anche in
+questo caso il ritorno di un valore nullo significa che il timer non era stato
+impostato per una ripetizione e doveva operare, come suol dirsi, a colpo
+singolo (in gergo \textit{one shot}).
+
+Infine, quando un timer non viene più utilizzato, lo si può cancellare,
+rimuovendolo dal sistema e recuperando le relative risorse, effettuando in
+sostanza l'operazione inversa rispetto a \funcd{timer\_create}. Per questo
+compito lo standard prevede una apposita funzione di sistema,
+\funcd{timer\_delete}, il cui prototipo è:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{time.h}
+\fdecl{int timer\_delete(timer\_t timerid)}
+\fdesc{Cancella un timer POSIX.}
+}
+
+{La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
+ caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EINVAL}] \param{timerid} non indica un timer valido.
+ \end{errlist}
+}
+\end{funcproto}
+
+La funzione elimina il timer identificato da \param{timerid}, disarmandolo se
+questo era stato attivato. Nel caso, poco probabile ma comunque possibile, che
+un timer venga cancellato prima della ricezione del segnale pendente per la
+notifica di una scadenza, il comportamento del sistema è indefinito.
+
+Infine a partire dal kernel 2.6 e per le versioni della \acr{libc} superiori
+alla 2.1, si può utilizzare la nuova interfaccia dei timer POSIX anche per le
+funzioni di attesa, per questo è disponibile la funzione di sistema
+\funcd{clock\_nanosleep}, il cui prototipo è:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{time.h}
+\fdecl{int clock\_nanosleep(clockid\_t clock\_id, int flags, const struct
+ timespec *request,\\
+\phantom{int clock\_nanosleep(}struct timespec *remain)}
+\fdesc{Pone il processo in pausa per un tempo specificato.}
+}
+
+{La funzione ritorna $0$ in caso di successo ed un valore positivo per un
+ errore, espresso dai valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale.
+ \item[\errcode{EINVAL}] si è specificato un numero di secondi negativo o
+ un numero di nanosecondi maggiore di 999.999.999 o indicato un orologio
+ non valido.
+ \end{errlist}
+ ed inoltre \errval{EFAULT} nel suo significato generico.}
+\end{funcproto}
+
+I due argomenti \param{request} e \param{remain} sono identici agli analoghi di
+\func{nanosleep} che abbiamo visto in sez.~\ref{sec:sig_pause_sleep}, ed hanno
+lo stesso significato. L'argomento \param{clock\_id} consente di indicare
+quale orologio si intende utilizzare per l'attesa con uno dei valori della
+prima parte di tab.~\ref{tab:sig_timer_clockid_types} (eccetto
+\const{CLOCK\_THREAD\_CPUTIME\_ID}). L'argomento \param{flags} consente di
+modificare il comportamento della funzione, il suo unico valore valido al
+momento è \const{TIMER\_ABSTIME} che, come per \func{timer\_settime} indica di
+considerare il tempo indicato in \param{request} come assoluto anziché
+relativo.
+
+Il comportamento della funzione è analogo a \func{nanosleep}, se la chiamata
+viene interrotta il tempo rimanente viene restituito in \param{remain}.
+Utilizzata normalmente con attese relative può soffrire degli stessi problemi
+di deriva di cui si è parlato in sez.~\ref{sec:sig_pause_sleep} dovuti ad
+interruzioni ripetute per via degli arrotondamenti fatti a questo tempo. Ma
+grazie alla possibilità di specificare tempi assoluti con \param{flags} si può
+ovviare a questo problema ricavando il tempo corrente con
+\func{clock\_gettime}, aggiungendovi l'intervallo di attesa, ed impostando
+questa come tempo assoluto.
+
+Si tenga presente che se si è usato il valore \const{TIMER\_ABSTIME}
+per \param{flags} e si è indicato un tempo assoluto che è già passato la
+funzione ritorna immediatamente senza nessuna sospensione. In caso di
+interruzione da parte di un segnale il tempo rimanente viene restituito
+in \param{remain} soltanto se questo non è un puntatore \val{NULL} e non si è
+specificato \const{TIMER\_ABSTIME} per \param{flags} .
+
+% TODO manca clock_nanosleep, referenziata in sez.~\ref{sec:sig_gen_beha}
+
+\itindend{POSIX~Timer~API}
+
+
+
+\subsection{Ulteriori funzioni di gestione}
+\label{sec:sig_specific_features}
+
+In questo ultimo paragrafo esamineremo le rimanenti funzioni di gestione dei
+segnali non descritte finora, relative agli aspetti meno utilizzati e più
+``\textsl{esoterici}'' della interfaccia.
+
+La prima di queste funzioni è la funzione di sistema \funcd{sigpending},
+anch'essa introdotta dallo standard POSIX.1, il suo prototipo è:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{signal.h}
+\fdecl{int sigpending(sigset\_t *set)}
+\fdesc{Legge l'insieme dei segnali pendenti.}
+}
+
+{La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
+ caso \var{errno} assumerà solo il valore \errcode{EFAULT} nel suo
+ significato generico.}
+\end{funcproto}
+
+La funzione permette di ricavare quali sono i segnali pendenti per il processo
+in corso, cioè i segnali che sono stati inviati dal kernel ma non sono stati
+ancora ricevuti dal processo in quanto bloccati. Non esiste una funzione
+equivalente nella vecchia interfaccia, ma essa è tutto sommato poco utile,
+dato che essa può solo assicurare che un segnale è stato inviato, dato che
+escluderne l'avvenuto invio al momento della chiamata non significa nulla
+rispetto a quanto potrebbe essere in un qualunque momento successivo.
+
+Una delle caratteristiche di BSD, disponibile anche in Linux, è la possibilità
+di usare uno \itindex{stack} \textit{stack} alternativo per i segnali; è cioè
+possibile fare usare al sistema un altro \itindex{stack} \textit{stack}
+(invece di quello relativo al processo, vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_layout})
+solo durante l'esecuzione di un gestore. L'uso di uno \textit{stack}
+alternativo è del tutto trasparente ai gestori, occorre però seguire una certa
+procedura:
+\begin{enumerate*}
+\item allocare un'area di memoria di dimensione sufficiente da usare come
+ \textit{stack} alternativo;
+\item usare la funzione \func{sigaltstack} per rendere noto al sistema
+ l'esistenza e la locazione dello \textit{stack} alternativo;
+\item quando si installa un gestore occorre usare \func{sigaction}
+ specificando il flag \const{SA\_ONSTACK} (vedi tab.~\ref{tab:sig_sa_flag})
+ per dire al sistema di usare lo \textit{stack} alternativo durante
+ l'esecuzione del gestore.
+\end{enumerate*}
+
+In genere il primo passo viene effettuato allocando un'opportuna area di
+memoria con \code{malloc}; in \headfile{signal.h} sono definite due costanti,
+\const{SIGSTKSZ} e \const{MINSIGSTKSZ}, che possono essere utilizzate per
+allocare una quantità di spazio opportuna, in modo da evitare overflow. La
+prima delle due è la dimensione canonica per uno \itindex{stack}
+\textit{stack} di segnali e di norma è sufficiente per tutti gli usi normali.