+Come esempio dell'uso di queste funzioni proviamo a riscrivere un'altra volta
+l'esempio di implementazione di \code{sleep}. Abbiamo accennato in
+sez.~\ref{sec:sig_sigaction} come con \func{sigaction} sia possibile bloccare
+\const{SIGALRM} nell'installazione dei gestori degli altri segnali, per poter
+usare l'implementazione vista in fig.~\ref{fig:sig_sleep_incomplete} senza
+interferenze. Questo però comporta una precauzione ulteriore al semplice uso
+della funzione, vediamo allora come usando la nuova interfaccia è possibile
+ottenere un'implementazione, riportata in fig.~\ref{fig:sig_sleep_ok} che non
+presenta neanche questa necessità.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15.6cm}
+ \includecodesample{listati/sleep.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Una implementazione completa di \func{sleep}.}
+ \label{fig:sig_sleep_ok}
+\end{figure}
+
+Per evitare i problemi di interferenza con gli altri segnali in questo caso
+non si è usato l'approccio di fig.~\ref{fig:sig_sleep_incomplete} evitando
+l'uso di \func{longjmp}. Come in precedenza il gestore (\texttt{\small 27-30})
+non esegue nessuna operazione, limitandosi a ritornare per interrompere il
+programma messo in attesa.
+
+La prima parte della funzione (\texttt{\small 6-10}) provvede ad installare
+l'opportuno gestore per \const{SIGALRM}, salvando quello originario, che
+sarà ripristinato alla conclusione della stessa (\texttt{\small 23}); il passo
+successivo è quello di bloccare \const{SIGALRM} (\texttt{\small 11-14}) per
+evitare che esso possa essere ricevuto dal processo fra l'esecuzione di
+\func{alarm} (\texttt{\small 16}) e la sospensione dello stesso. Nel fare
+questo si salva la maschera corrente dei segnali, che sarà ripristinata alla
+fine (\texttt{\small 22}), e al contempo si prepara la maschera dei segnali
+\var{sleep\_mask} per riattivare \const{SIGALRM} all'esecuzione di
+\func{sigsuspend}.
+
+In questo modo non sono più possibili \itindex{race~condition} \textit{race
+ condition} dato che \const{SIGALRM} viene disabilitato con
+\func{sigprocmask} fino alla chiamata di \func{sigsuspend}. Questo metodo è
+assolutamente generale e può essere applicato a qualunque altra situazione in
+cui si deve attendere per un segnale, i passi sono sempre i seguenti:
+\begin{enumerate*}
+\item leggere la maschera dei segnali corrente e bloccare il segnale voluto
+ con \func{sigprocmask};
+\item mandare il processo in attesa con \func{sigsuspend} abilitando la
+ ricezione del segnale voluto;
+\item ripristinare la maschera dei segnali originaria.
+\end{enumerate*}
+Per quanto possa sembrare strano bloccare la ricezione di un segnale per poi
+riabilitarla immediatamente dopo, in questo modo si evita il
+\itindex{deadlock} deadlock dovuto all'arrivo del segnale prima
+dell'esecuzione di \func{sigsuspend}.
+
+\itindend{signal~mask}
+
+
+\subsection{Criteri di programmazione per i gestori dei segnali}
+\label{sec:sig_signal_handler}
+
+Abbiamo finora parlato dei gestori dei segnali come funzioni chiamate in
+corrispondenza della consegna di un segnale. In realtà un gestore non può
+essere una funzione qualunque, in quanto esso può essere eseguito in
+corrispondenza all'interruzione in un punto qualunque del programma
+principale, cosa che ad esempio può rendere problematico chiamare all'interno
+di un gestore di segnali la stessa funzione che dal segnale è stata
+interrotta.
+
+\index{funzioni!sicure|(}
+
+Il concetto è comunque più generale e porta ad una distinzione fra quelle che
+POSIX chiama \textsl{funzioni insicure} (\textit{signal unsafe function}) e
+\textsl{funzioni sicure} (o più precisamente \textit{signal safe function});
+quando un segnale interrompe una funzione insicura ed il gestore chiama al suo
+interno una funzione insicura il sistema può dare luogo ad un comportamento
+indefinito, la cosa non avviene invece per le funzioni sicure.
+
+Tutto questo significa che la funzione che si usa come gestore di segnale deve
+essere programmata con molta cura per evirare questa evenienza e che non è
+possibile utilizzare al suo interno una qualunque funzione di sistema, se si
+vogliono evitare questi problemi si può ricorrere soltanto all'uso delle
+funzioni considerate sicure.
+
+L'elenco delle funzioni considerate sicure varia a seconda della
+implementazione utilizzata e dello standard a cui si fa
+riferimento;\footnote{non è riportata una lista specifica delle funzioni
+ sicure per Linux, si suppone pertanto che siano quelle richieste dallo
+ standard.} secondo quanto riportato dallo standard POSIX 1003.1 nella
+revisione del 2003, le ``\textit{signal safe function}'' che possono essere
+chiamate anche all'interno di un gestore di segnali sono tutte quelle della
+lista riportata in fig.~\ref{fig:sig_safe_functions}.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{14cm}
+ \func{\_exit}, \func{abort}, \func{accept}, \func{access},
+ \func{aio\_error} \func{aio\_return}, \func{aio\_suspend}, \func{alarm},
+ \func{bind}, \func{cfgetispeed}, \func{cfgetospeed}, \func{cfsetispeed},
+ \func{cfsetospeed}, \func{chdir}, \func{chmod}, \func{chown},
+ \func{clock\_gettime}, \func{close}, \func{connect}, \func{creat},
+ \func{dup}, \func{dup2}, \func{execle}, \func{execve}, \func{fchmod},
+ \func{fchown}, \func{fcntl}, \func{fdatasync}, \func{fork},
+ \func{fpathconf}, \func{fstat}, \func{fsync}, \func{ftruncate},
+ \func{getegid}, \func{geteuid}, \func{getgid}, \func{getgroups},
+ \func{getpeername}, \func{getpgrp}, \func{getpid}, \func{getppid},
+ \func{getsockname}, \func{getsockopt}, \func{getuid}, \func{kill},
+ \func{link}, \func{listen}, \func{lseek}, \func{lstat}, \func{mkdir},
+ \func{mkfifo}, \func{open}, \func{pathconf}, \func{pause}, \func{pipe},
+ \func{poll}, \func{posix\_trace\_event}, \func{pselect}, \func{raise},
+ \func{read}, \func{readlink}, \func{recv}, \func{recvfrom},
+ \func{recvmsg}, \func{rename}, \func{rmdir}, \func{select},
+ \func{sem\_post}, \func{send}, \func{sendmsg}, \func{sendto},
+ \func{setgid}, \func{setpgid}, \func{setsid}, \func{setsockopt},
+ \func{setuid}, \func{shutdown}, \func{sigaction}, \func{sigaddset},
+ \func{sigdelset}, \func{sigemptyset}, \func{sigfillset},
+ \func{sigismember}, \func{signal}, \func{sigpause}, \func{sigpending},
+ \func{sigprocmask}, \func{sigqueue}, \func{sigset}, \func{sigsuspend},
+ \func{sleep}, \func{socket}, \func{socketpair}, \func{stat},
+ \func{symlink}, \func{sysconf}, \func{tcdrain}, \func{tcflow},
+ \func{tcflush}, \func{tcgetattr}, \func{tcgetgrp}, \func{tcsendbreak},
+ \func{tcsetattr}, \func{tcsetpgrp}, \func{time}, \func{timer\_getoverrun},
+ \func{timer\_gettime}, \func{timer\_settime}, \func{times}, \func{umask},
+ \func{uname}, \func{unlink}, \func{utime}, \func{wait}, \func{waitpid},
+ \func{write}.
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Elenco delle funzioni sicure secondo lo standard POSIX
+ 1003.1-2003.}
+ \label{fig:sig_safe_functions}
+\end{figure}
+
+\index{funzioni!sicure|)}
+
+Lo standard POSIX.1-2004 modifica la lista di
+fig.~\ref{fig:sig_safe_functions} aggiungendo le funzioni \func{\_Exit} e
+\func{sockatmark}, mentre lo standard POSIX.1-2008 rimuove della lista le tre
+funzioni \func{fpathconf}, \func{pathconf}, \func{sysconf} e vi aggiunge le
+ulteriori funzioni in fig.~\ref{fig:sig_safe_functions_posix_2008}.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{14cm}
+ \func{execl}, \func{execv}, \func{faccessat}, \func{fchmodat},
+ \func{fchownat}, \func{fexecve}, \func{fstatat}, \func{futimens},
+ \func{linkat}, \func{mkdirat}, \func{mkfifoat}, \func{mknod},
+ \func{mknodat}, \func{openat}, \func{readlinkat}, \func{renameat},
+ \func{symlinkat}, \func{unlinkat}, \func{utimensat}, \func{utimes}.
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Ulteriori funzioni sicure secondo lo standard POSIX.1-2008.}
+ \label{fig:sig_safe_functions_posix_2008}
+\end{figure}
+
+
+Per questo motivo è opportuno mantenere al minimo indispensabile le operazioni
+effettuate all'interno di un gestore di segnali, qualora si debbano compiere
+operazioni complesse è sempre preferibile utilizzare la tecnica in cui si usa
+il gestore per impostare il valore di una qualche variabile globale, e poi si
+eseguono le operazioni complesse nel programma verificando (con tutti gli
+accorgimenti visti in precedenza) il valore di questa variabile tutte le volte
+che si è rilevata una interruzione dovuta ad un segnale.
+
+
+\section{Funzionalità avanzate}
+\label{sec:sig_advanced_signal}
+
+
+Tratteremo in questa ultima sezione alcune funzionalità avanzate relativa ai
+segnali ed in generale ai meccanismi di notifica, a partire dalla funzioni
+introdotte per la gestione dei cosiddetti ``\textsl{segnali real-time}'', alla
+gestione avanzata delle temporizzazioni e le nuove interfacce per la gestione
+di segnali ed eventi attraverso l'uso di file descriptor.
+
+\subsection{I segnali \textit{real-time}}
+\label{sec:sig_real_time}
+
+Lo standard POSIX.1b, nel definire una serie di nuove interfacce per i servizi
+\textit{real-time}, ha introdotto una estensione del modello classico dei
+segnali che presenta dei significativi miglioramenti,\footnote{questa
+ estensione è stata introdotta in Linux a partire dal kernel 2.1.43, e dalle
+ \acr{glibc} 2.1.} in particolare sono stati superati tre limiti fondamentali
+dei segnali classici:
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+\item[I segnali non sono accumulati]
+ se più segnali vengono generati prima dell'esecuzione di un gestore
+ questo sarà eseguito una sola volta, ed il processo non sarà in grado di
+ accorgersi di quante volte l'evento che ha generato il segnale è accaduto;
+\item[I segnali non trasportano informazione]
+ i segnali classici non prevedono altra informazione sull'evento
+ che li ha generati se non il fatto che sono stati emessi (tutta
+ l'informazione che il kernel associa ad un segnale è il suo numero);
+\item[I segnali non hanno un ordine di consegna]
+ l'ordine in cui diversi segnali vengono consegnati è casuale e non
+ prevedibile. Non è possibile stabilire una priorità per cui la reazione a
+ certi segnali ha la precedenza rispetto ad altri.
+\end{basedescript}
+
+Per poter superare queste limitazioni lo standard POSIX.1b ha introdotto delle
+nuove caratteristiche, che sono state associate ad una nuova classe di
+segnali, che vengono chiamati \textsl{segnali real-time}, in particolare le
+funzionalità aggiunte sono:
+
+\begin{enumerate}
+\item i segnali sono inseriti in una coda che permette di consegnare istanze
+ multiple dello stesso segnale qualora esso venga inviato più volte prima
+ dell'esecuzione del gestore; si assicura così che il processo riceva un
+ segnale per ogni occorrenza dell'evento che lo genera.
+\item è stata introdotta una priorità nella consegna dei segnali: i segnali
+ vengono consegnati in ordine a seconda del loro valore, partendo da quelli
+ con un numero minore, che pertanto hanno una priorità maggiore.
+\item è stata introdotta la possibilità di restituire dei dati al gestore,
+ attraverso l'uso di un apposito campo \var{si\_value} nella struttura
+ \struct{siginfo\_t}, accessibile tramite gestori di tipo
+ \var{sa\_sigaction}.
+\end{enumerate}
+
+Tutte queste nuove funzionalità eccetto l'ultima, che, come illustrato in
+sez.~\ref{sec:sig_sigaction}, è disponibile anche con i segnali ordinari, si
+applicano solo ai nuovi segnali \textit{real-time}; questi ultimi sono
+accessibili in un intervallo di valori specificati dalle due costanti
+\const{SIGRTMIN} e \const{SIGRTMAX}, che specificano il numero minimo e
+massimo associato ad un segnale \textit{real-time}.
+
+Su Linux di solito il primo valore è 33, mentre il secondo è \code{\_NSIG-1},
+che di norma (vale a dire sulla piattaforma i386) è 64. Questo dà un totale di
+32 segnali disponibili, contro gli almeno 8 richiesti da POSIX.1b. Si tenga
+presente però che i primi segnali \textit{real-time} disponibili vendono usati
+dalle \acr{glibc} per l'implementazione dei \textit{thread} POSIX (vedi
+sez.~\ref{sec:thread_posix_intro}), ed il valore di \const{SIGRTMIN} viene
+modificato di conseguenza.\footnote{vengono usati i primi tre per la vecchia
+ implementazione dei \textit{LinuxThread} ed i primi due per la nuova NTPL
+ (\textit{New Thread Posix Library}), il che comporta che \const{SIGRTMIN} a
+ seconda dei casi può essere 34 o 35.}
+
+Per questo motivo nei programmi che usano i segnali \textit{real-time} non si
+deve mai usare un valore assoluto dato che si correrebbe il rischio di
+utilizzare un segnale in uso alle librerie, ed il numero del segnale deve
+invece essere sempre specificato in forma relativa a \const{SIGRTMIN} (come
+\code{SIGRTMIN + n}) avendo inoltre cura di controllare di non aver mai
+superato \const{SIGRTMAX}.
+
+I segnali con un numero più basso hanno una priorità maggiore e vengono
+consegnati per primi, inoltre i segnali \textit{real-time} non possono
+interrompere l'esecuzione di un gestore di un segnale a priorità più alta; la
+loro azione predefinita è quella di terminare il programma. I segnali
+ordinari hanno tutti la stessa priorità, che è più alta di quella di qualunque
+segnale \textit{real-time}.\footnote{lo standard non definisce niente al
+ riguardo ma Linux, come molte altre implementazioni, adotta questa
+ politica.}
+
+Si tenga presente che questi nuovi segnali non sono associati a nessun evento
+specifico, a meno di non richiedere specificamente il loro utilizzo in
+meccanismi di notifica come quelli per l'I/O asincrono (vedi
+sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io}) o per le code di messaggi POSIX (vedi
+sez.~\ref{sec:ipc_posix_mq}); pertanto devono essere inviati esplicitamente.
+
+Inoltre, per poter usufruire della capacità di restituire dei dati, i relativi
+gestori devono essere installati con \func{sigaction}, specificando per
+\var{sa\_flags} la modalità \const{SA\_SIGINFO} che permette di utilizzare la
+forma estesa \var{sa\_sigaction} (vedi sez.~\ref{sec:sig_sigaction}). In
+questo modo tutti i segnali \textit{real-time} possono restituire al gestore
+una serie di informazioni aggiuntive attraverso l'argomento
+\struct{siginfo\_t}, la cui definizione è stata già vista in
+fig.~\ref{fig:sig_siginfo_t}, nella trattazione dei gestori in forma estesa.
+
+In particolare i campi utilizzati dai segnali \textit{real-time} sono
+\var{si\_pid} e \var{si\_uid} in cui vengono memorizzati rispettivamente il
+\acr{pid} e l'user-ID effettivo del processo che ha inviato il segnale, mentre
+per la restituzione dei dati viene usato il campo \var{si\_value}.