+Dato che il numero di processori può variare a seconda delle architetture, per
+semplificare l'uso dell'argomento \param{mask} la \acr{glibc} ha introdotto un
+apposito dato di tipo, \type{cpu\_set\_t},\footnote{questa è una estensione
+ specifica della \acr{glibc}, da attivare definendo la macro
+ \macro{\_GNU\_SOURCE}, non esiste infatti una standardizzazione per questo
+ tipo di interfaccia e POSIX al momento non prevede nulla al riguardo.} che
+permette di identificare un insieme di processori. Il dato è normalmente una
+maschera binaria: nei casi più comuni potrebbe bastare un intero a 32 bit, in
+cui ogni bit corrisponde ad un processore, ma oggi esistono architetture in
+cui questo numero può non essere sufficiente, e per questo è stato creato
+questo \index{tipo!opaco} tipo opaco e una interfaccia di gestione che
+permette di usare a basso livello un tipo di dato qualunque rendendosi
+indipendenti dal numero di bit e dalla loro disposizione. Per questo le
+funzioni richiedono anche che oltre all'insieme di processori si indichi anche
+la dimensione dello stesso con l'argomento \param{setsize}, per il quale, se
+non si usa l'allocazione dinamica che vedremo a breve, ed è in genere
+sufficiente passare il valore \code{sizeof(cpu\_set\_t)}.
+
+L'interfaccia di gestione degli insiemi di processori, oltre alla definizione
+del tipo \type{cpu\_set\_t}, prevede una serie di macro di preprocessore per
+la manipolazione degli stessi. Quelle di base, che consentono rispettivamente
+di svuotare un insieme, di aggiungere o togliere un processore o di verificare
+se esso è già presente in un insieme, sono le seguenti:
+
+{\centering
+\vspace{3pt}
+\begin{funcbox}{
+\fhead{sched.h}
+\fdecl{void \macro{CPU\_ZERO}(cpu\_set\_t *set)}
+\fdesc{Inizializza un insieme di processori vuoto \param{set}.}
+\fdecl{void \macro{CPU\_SET}(int cpu, cpu\_set\_t *set)}
+\fdesc{Inserisce il processore \param{cpu} nell'insieme di processori \param{set}.}
+\fdecl{void \macro{CPU\_CLR}(int cpu, cpu\_set\_t *set)}
+\fdesc{Rimuove il processore \param{cpu} nell'insieme di processori \param{set}.}
+\fdecl{int \macro{CPU\_ISSET}(int cpu, cpu\_set\_t *set)}
+\fdesc{Controlla se il processore \param{cpu} è nell'insieme di processori \param{set}.}
+}
+\end{funcbox}}
+
+Queste macro che sono ispirate dalle analoghe usate per gli insiemi di
+\textit{file descriptor} (vedi sez.~\ref{sec:file_select}) e sono state
+introdotte con la versione 2.3.3 della \acr{glibc}. Tutte richiedono che si
+specifichi il numero di una CPU nell'argomento \param{cpu}, ed un insieme su
+cui operare. L'unica che ritorna un risultato è \macro{CPU\_ISSET}, che
+restituisce un intero da usare come valore logico (zero se la CPU non è
+presente, diverso da zero se è presente).
+
+Si tenga presente che trattandosi di macro l'argomento \param{cpu} può essere
+valutato più volte. Questo significa ad esempio che non si può usare al suo
+posto una funzione o un'altra macro, altrimenti queste verrebbero eseguite più
+volte, l'argomento cioè non deve avere \textsl{effetti collaterali} (in gergo
+\itindex{side~effects} \textit{side effects}).\footnote{nel linguaggio C si
+ parla appunto di \textit{side effects} quando si usano istruzioni la cui
+ valutazione comporta effetti al di fuori dell'istruzione stessa, come il
+ caso indicato in cui si passa una funzione ad una macro che usa l'argomento
+ al suo interno più volte, o si scrivono espressioni come \code{a=a++} in cui
+ non è chiaro se prima avvenga l'incremento e poi l'assegnazione, ed il cui
+ risultato dipende dall'implementazione del compilatore.}
+
+Le CPU sono numerate da zero (che indica la prima disponibile) fino ad
+un numero massimo che dipende dalla architettura hardware. La costante
+\const{CPU\_SETSIZE} indica il numero massimo di processori che possono far
+parte di un insieme (al momento vale sempre 1024), e costituisce un limite
+massimo al valore dell'argomento \param{cpu}.
+Dalla versione 2.6 della \acr{glibc} alle precedenti macro è stata aggiunta,
+per contare il numero di processori in un insieme, l'ulteriore:
+
+{\centering
+\vspace{3pt}
+\begin{funcbox}{
+\fhead{sched.h}
+\fdecl{int \macro{CPU\_COUNT}(cpu\_set\_t *set)}
+\fdesc{Conta il numero di processori presenti nell'insieme \param{set}.}
+}
+\end{funcbox}}
+
+A partire dalla versione 2.7 della \acr{glibc} sono state introdotte altre
+macro che consentono ulteriori manipolazioni, in particolare si possono
+compiere delle operazioni logiche sugli insiemi di processori con:
+
+{\centering
+\vspace{3pt}
+\begin{funcbox}{
+\fhead{sched.h}
+\fdecl{void \macro{CPU\_AND}(cpu\_set\_t *destset, cpu\_set\_t *srcset1, cpu\_set\_t *srcset2)}
+\fdesc{Esegue l'AND logico di due insiemi di processori.}
+\fdecl{void \macro{CPU\_OR}(cpu\_set\_t *destset, cpu\_set\_t *srcset1, cpu\_set\_t *srcset2)}
+\fdesc{Esegue l'OR logico di due insiemi di processori.}
+\fdecl{void \macro{CPU\_XOR}(cpu\_set\_t *destset, cpu\_set\_t *srcset1, cpu\_set\_t *srcset2)}
+\fdesc{Esegue lo XOR logico di due insiemi di processori.}
+\fdecl{int \macro{CPU\_EQUAL}(cpu\_set\_t *set1, cpu\_set\_t *set2)}
+\fdesc{Verifica se due insiemi di processori sono uguali.}
+}
+\end{funcbox}}
+
+Le prime tre macro richiedono due insiemi di partenza, \param{srcset1}
+e \param{srcset2} e forniscono in un terzo insieme \param{destset} (che può
+essere anche lo stesso di uno dei precedenti) il risultato della rispettiva
+operazione logica sui contenuti degli stessi. In sostanza con \macro{CPU\_AND}
+si otterrà come risultato l'insieme che contiene le CPU presenti in entrambi
+gli insiemi di partenza, con \macro{CPU\_OR} l'insieme che contiene le CPU
+presenti in uno qualunque dei due insiemi di partenza, e con \macro{CPU\_XOR}
+l'insieme che contiene le CPU presenti presenti in uno solo dei due insiemi di
+partenza. Infine \macro{CPU\_EQUAL} confronta due insiemi ed è l'unica che
+restituisce un intero, da usare come valore logico che indica se sono
+identici o meno.
+
+Inoltre, sempre a partire dalla versione 2.7 della \acr{glibc}, è stata
+introdotta la possibilità di una allocazione dinamica degli insiemi di
+processori, per poterli avere di dimensioni corrispondenti al numero di CPU
+effettivamente in gioco, senza dover fare riferimento necessariamente alla
+precedente dimensione preimpostata di 1024. Per questo motivo sono state
+definite tre ulteriori macro, che consentono rispettivamente di allocare,
+disallocare ed ottenere la dimensione in byte di un insieme di processori:
+
+{\centering
+\vspace{3pt}
+\begin{funcbox}{
+\fhead{sched.h}
+\fdecl{cpu\_set\_t * \macro{CPU\_ALLOC}(num\_cpus)}
+\fdesc{Alloca dinamicamente un insieme di processori di dimensione voluta.}
+\fdecl{void \macro{CPU\_FREE}(cpu\_set\_t *set)}
+\fdesc{Disalloca un insieme di processori allocato dinamicamente.}
+\fdecl{size\_t \macro{CPU\_ALLOC\_SIZE}(num\_cpus)}
+\fdesc{Ritorna la dimensione di un insieme di processori allocato dinamicamente.}
+}
+\end{funcbox}}
+
+La prima macro, \macro{CPU\_ALLOC}, restituisce il puntatore ad un insieme di
+processori in grado di contenere almeno \param{num\_cpus} che viene allocato
+dinamicamente. Ogni insieme così allocato dovrà essere disallocato con
+\macro{CPU\_FREE} passandogli un puntatore ottenuto da una precedente
+\macro{CPU\_ALLOC}. La terza macro, \macro{CPU\_ALLOC\_SIZE}, consente di
+ottenere la dimensione in byte di un insieme allocato dinamicamente che
+contenga \param{num\_cpus} processori.
+
+Dato che le dimensioni effettive possono essere diverse le macro di gestione e
+manipolazione che abbiamo trattato in precedenza non si applicano agli insiemi
+allocati dinamicamente, per i quali dovranno sono state definite altrettante
+macro equivalenti contraddistinte dal suffisso \texttt{\_S}, che effettuano le
+stesse operazioni, ma richiedono in più un argomento
+aggiuntivo \param{setsize} che deve essere assegnato al valore ottenuto con
+\macro{CPU\_ALLOC\_SIZE}. Questo stesso valore deve essere usato per l'omonimo
+argomento delle funzioni \func{sched\_setaffinity} o \func{sched\_getaffinity}
+quando si vuole usare per l'argomento che indica la maschera di affinità un
+insieme di processori allocato dinamicamente.
+
+\index{insieme~di~processori|)}
+
+A meno di non aver utilizzato \func{sched\_setaffinity}, in condizioni
+ordinarie la maschera di affinità di un processo è preimpostata dal sistema in
+modo che esso possa essere eseguito su qualunque processore. Se ne può
+comunque ottenere il valore corrente usando la funzione di sistema
+\funcd{sched\_getaffinity}, il cui prototipo è:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{sched.h}
+\fdecl{int sched\_getaffinity (pid\_t pid, size\_t setsize,
+ cpu\_set\_t *mask)}
+\fdesc{Legge la maschera di affinità di un processo.}
+}
+{La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
+caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+\begin{errlist}
+\item[\errcode{EINVAL}] \param{setsize} è più piccolo delle dimensioni
+ della maschera di affinità usata dal kernel.
+\item[\errcode{ESRCH}] il processo \param{pid} non esiste.
+\end{errlist}
+ed inoltre anche \errval{EFAULT} nel suo significato generico.}
+\end{funcproto}
+
+La funzione restituirà all'indirizzo specificato da \param{mask} il valore
+della maschera di affinità del processo indicato dall'argomento \param{pid}
+(al solito un valore nullo indica il processo corrente) così da poterla
+riutilizzare per una successiva reimpostazione.
+
+È chiaro che queste funzioni per la gestione dell'affinità hanno significato
+soltanto su un sistema multiprocessore, esse possono comunque essere
+utilizzate anche in un sistema con un processore singolo, nel qual caso però
+non avranno alcun risultato effettivo.
+
+
+\itindend{scheduler}
+\itindend{CPU~affinity}
+
+
+\subsection{Le priorità per le operazioni di I/O}
+\label{sec:io_priority}
+
+A lungo l'unica priorità usata per i processi è stata quella relativa
+all'assegnazione dell'uso del processore. Ma il processore non è l'unica
+risorsa che i processi devono contendersi, un'altra, altrettanto importante
+per le prestazioni, è quella dell'accesso a disco. Per questo motivo nello
+sviluppo del kernel sono stati introdotti diversi \textit{I/O scheduler} in
+grado di distribuire in maniera opportuna questa risorsa ai vari processi.
+
+Fino al kernel 2.6.17 era possibile soltanto differenziare le politiche
+generali di gestione, scegliendo di usare un diverso \textit{I/O scheduler}. A
+partire da questa versione, con l'introduzione dello \textit{scheduler} CFQ
+(\textit{Completely Fair Queuing}) è divenuto possibile, qualora si usi questo
+\textit{scheduler}, impostare anche delle diverse priorità di accesso per i
+singoli processi.\footnote{al momento (kernel 2.6.31), le priorità di I/O sono
+ disponibili soltanto per questo \textit{scheduler}.}
+
+La scelta di uno \textit{scheduler} di I/O si può fare in maniera generica per
+tutto il sistema all'avvio del kernel con il parametro di avvio
+\texttt{elevator},\footnote{per la trattazione dei parametri di avvio del
+ kernel si rimanda al solito alla sez.~5.3 di \cite{AGL}.} cui assegnare il
+nome dello \textit{scheduler}, ma se ne può anche indicare uno specifico per
+l'accesso al singolo disco scrivendo nel file
+\texttt{/sys/block/\textit{<dev>}/queue/scheduler} (dove
+\texttt{\textit{<dev>}} è il nome del dispositivo associato al disco).
+
+Gli \textit{scheduler} disponibili sono mostrati dal contenuto dello stesso
+file che riporta fra parentesi quadre quello attivo, il default in tutti i
+kernel recenti è proprio il \texttt{cfq},\footnote{nome con cui si indica
+ appunto lo \textit{scheduler} CFQ.} che supporta le priorità. Per i dettagli
+sulle caratteristiche specifiche degli altri \textit{scheduler}, la cui
+discussione attiene a problematiche di ambito sistemistico, si consulti la
+documentazione nella directory \texttt{Documentation/block/} dei sorgenti del
+kernel.
+
+Una volta che si sia impostato lo \textit{scheduler} CFQ ci sono due
+specifiche \textit{system call}, specifiche di Linux, che consentono di
+leggere ed impostare le priorità di I/O.\footnote{se usate in corrispondenza
+ ad uno \textit{scheduler} diverso il loro utilizzo non avrà alcun effetto.}
+Dato che non esiste una interfaccia diretta nella \acr{glibc} per queste due
+funzioni\footnote{almeno al momento della scrittura di questa sezione, con la
+ versione 2.11 della \acr{glibc}.} occorrerà invocarle tramite la funzione
+\func{syscall} (come illustrato in sez.~\ref{sec:proc_syscall}). Le due
+\textit{system call} sono \funcd{ioprio\_get} ed \funcd{ioprio\_set}; i
+rispettivi prototipi sono:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{linux/ioprio.h}
+\fdecl{int ioprio\_get(int which, int who)}
+\fdesc{Legge la priorità di I/O di un processo.}
+\fdecl{int ioprio\_set(int which, int who, int ioprio)}
+\fdesc{Imposta la priorità di I/O di un processo.}
+}
+{Le funzioni ritornano rispettivamente un intero positivo o 0 in caso di
+ successo e $-1$ per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei
+ valori:
+\begin{errlist}
+\item[\errcode{EINVAL}] i valori di \param{which} o di \param{ioprio} non
+ sono validi.
+\item[\errcode{EPERM}] non si hanno i privilegi per eseguire
+ l'impostazione (solo per \func{ioprio\_set}).
+\item[\errcode{ESRCH}] non esiste un processo corrispondente alle indicazioni.
+\end{errlist}}
+\end{funcproto}
+
+Le funzioni leggono o impostano la priorità di I/O sulla base dell'indicazione
+dei due argomenti \param{which} e \param{who} che hanno lo stesso significato
+già visto per gli omonimi argomenti di \func{getpriority} e
+\func{setpriority}. Anche in questo caso si deve specificare il valore
+di \param{which} tramite le opportune costanti riportate in
+tab.~\ref{tab:ioprio_args} che consentono di indicare un singolo processo, i
+processi di un \textit{process group} (tratteremo questo argomento in
+sez.~\ref{sec:sess_proc_group}) o tutti i processi di un utente.
+
+\begin{table}[htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}[c]{|c|c|l|}
+ \hline
+ \param{which} & \param{who} & \textbf{Significato} \\
+ \hline
+ \hline
+ \const{IPRIO\_WHO\_PROCESS} & \type{pid\_t} & processo\\
+ \const{IPRIO\_WHO\_PRGR} & \type{pid\_t} & \itindex{process~group}
+ \textit{process group}\\
+ \const{IPRIO\_WHO\_USER} & \type{uid\_t} & utente\\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Legenda del valore dell'argomento \param{which} e del tipo
+ dell'argomento \param{who} delle funzioni \func{ioprio\_get} e
+ \func{ioprio\_set} per le tre possibili scelte.}
+ \label{tab:ioprio_args}
+\end{table}
+
+In caso di successo \func{ioprio\_get} restituisce un intero positivo che
+esprime il valore della priorità di I/O, questo valore è una maschera binaria
+composta da due parti, una che esprime la \textsl{classe} di
+\textit{scheduling} di I/O del processo, l'altra che esprime, quando la classe
+di \textit{scheduling} lo prevede, la priorità del processo all'interno della
+classe stessa. Questo stesso formato viene utilizzato per indicare il valore
+della priorità da impostare con l'argomento \param{ioprio} di
+\func{ioprio\_set}.
+\begin{table}[htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}[c]{|l|p{8cm}|}
+ \hline
+ \textbf{Macro} & \textbf{Significato}\\
+ \hline
+ \hline
+ \macro{IOPRIO\_PRIO\_CLASS}\texttt{(\textit{value})}
+ & Dato il valore di una priorità come
+ restituito da \func{ioprio\_get} estrae il
+ valore della classe.\\
+ \macro{IOPRIO\_PRIO\_DATA}\texttt{(\textit{value})}
+ & Dato il valore di una priorità come
+ restituito da \func{ioprio\_get} estrae il
+ valore della priorità.\\
+ \macro{IOPRIO\_PRIO\_VALUE}\texttt{(\textit{class},\textit{prio})}
+ & Dato un valore di priorità ed una classe
+ ottiene il valore numerico da passare a
+ \func{ioprio\_set}.\\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Le macro per la gestione dei valori numerici .}
+ \label{tab:IOsched_class_macro}
+\end{table}
+
+
+Per la gestione dei valori che esprimono le priorità di I/O sono state
+definite delle opportune macro di preprocessore, riportate in
+tab.~\ref{tab:IOsched_class_macro}. I valori delle priorità si ottengono o si
+impostano usando queste macro. Le prime due si usano con il valore restituito
+da \func{ioprio\_get} e per ottenere rispettivamente la classe di
+\textit{scheduling}\footnote{restituita dalla macro con i valori di
+ tab.~\ref{tab:IOsched_class}.} e l'eventuale valore della priorità. La terza
+macro viene invece usata per creare un valore di priorità da usare come
+argomento di \func{ioprio\_set} per eseguire una impostazione.
+
+\begin{table}[htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}[c]{|l|l|}
+ \hline
+ \textbf{Classe} & \textbf{Significato} \\
+ \hline
+ \hline
+ \const{IOPRIO\_CLASS\_RT} & \textit{Scheduling} di I/O \textit{real-time}.\\
+ \const{IOPRIO\_CLASS\_BE} & \textit{Scheduling} di I/O ordinario.\\
+ \const{IOPRIO\_CLASS\_IDLE}& \textit{Scheduling} di I/O di priorità minima.\\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Costanti che identificano le classi di \textit{scheduling} di I/O.}
+ \label{tab:IOsched_class}
+\end{table}
+
+Le classi di \textit{scheduling} previste dallo \textit{scheduler} CFQ sono
+tre, e ricalcano tre diverse modalità di distribuzione delle risorse analoghe
+a quelle già adottate anche nel funzionamento dello \textit{scheduler} del
+processore. Ciascuna di esse è identificata tramite una opportuna costante,
+secondo quanto riportato in tab.~\ref{tab:IOsched_class}.
+
+La classe di priorità più bassa è \const{IOPRIO\_CLASS\_IDLE}; i processi in
+questa classe riescono ad accedere a disco soltanto quando nessun altro
+processo richiede l'accesso. Occorre pertanto usarla con molta attenzione,
+perché un processo in questa classe può venire completamente bloccato quando
+ci sono altri processi in una qualunque delle altre due classi che stanno
+accedendo al disco. Quando si usa questa classe non ha senso indicare un
+valore di priorità, dato che in questo caso non esiste nessuna gerarchia e la
+priorità è identica, la minima possibile, per tutti i processi.
+
+La seconda classe di priorità di I/O è \const{IOPRIO\_CLASS\_BE} (il nome sta
+per \textit{best-effort}) che è quella usata ordinariamente da tutti
+processi. In questo caso esistono priorità diverse che consentono di
+assegnazione di una maggiore banda passante nell'accesso a disco ad un
+processo rispetto agli altri, con meccanismo simile a quello dei valori di
+\textit{nice} in cui si evita che un processo a priorità più alta possa
+bloccare indefinitamente quelli a priorità più bassa. In questo caso però le
+diverse priorità sono soltanto otto, indicate da un valore numerico fra 0 e 7
+e come per \textit{nice} anche in questo caso un valore più basso indica una
+priorità maggiore.
+
+
+Infine la classe di priorità di I/O \textit{real-time}
+\const{IOPRIO\_CLASS\_RT} ricalca le omonime priorità di processore: un
+processo in questa classe ha sempre la precedenza nell'accesso a disco
+rispetto a tutti i processi delle altre classi e di un processo nella stessa
+classe ma con priorità inferiore, ed è pertanto in grado di bloccare
+completamente tutti gli altri. Anche in questo caso ci sono 8 priorità diverse
+con un valore numerico fra 0 e 7, con una priorità più elevata per valori più
+bassi.
+
+In generale nel funzionamento ordinario la priorità di I/O di un processo
+viene impostata in maniera automatica nella classe \const{IOPRIO\_CLASS\_BE}
+con un valore ottenuto a partire dal corrispondente valore di \textit{nice}
+tramite la formula: $\mathtt{\mathit{prio}}=(\mathtt{\mathit{nice}}+20)/5$. Un
+utente ordinario può modificare con \func{ioprio\_set} soltanto le priorità
+dei processi che gli appartengono,\footnote{per la modifica delle priorità di
+ altri processi occorrono privilegi amministrativi, ed in particolare la
+ capacità \const{CAP\_SYS\_NICE} (vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}).}
+cioè quelli il cui \ids{UID} reale corrisponde all'\ids{UID} reale o effettivo
+del chiamante. Data la possibilità di ottenere un blocco totale del sistema,
+solo l'amministratore\footnote{o un processo con la capacità
+ \const{CAP\_SYS\_ADMIN} (vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}).} può
+impostare un processo ad una priorità di I/O nella classe
+\const{IOPRIO\_CLASS\_RT}, lo stesso privilegio era richiesto anche per la
+classe \const{IOPRIO\_CLASS\_IDLE} fino al kernel 2.6.24, ma dato che in
+questo caso non ci sono effetti sugli altri processi questo limite è stato
+rimosso a partire dal kernel 2.6.25.
+
+%TODO verificare http://lwn.net/Articles/355987/
+\section{Funzioni di gestione avanzata}
+\label{sec:proc_advanced_control}
+
+Nelle precedenti sezioni si sono trattate la gran parte delle funzioni che
+attengono alla gestione ordinaria dei processi e delle loro proprietà più
+comuni. Tratteremo qui alcune \textit{system call} dedicate alla gestione di
+funzionalità dei processi molto specifiche ed avanzate, il cui uso è in genere
+piuttosto ridotto. Trattandosi di problematiche abbastanza complesse, che
+spesso presuppongono la conoscenza di altri argomenti trattati nel seguito
+della guida, si può saltare questa sezione in una prima lettura, tornando su
+di essa in un secondo tempo.
+
+
+\subsection{La funzione \func{prctl}}
+\label{sec:process_prctl}
+
+Benché la gestione ordinaria possa essere effettuata attraverso le funzioni
+che abbiamo già esaminato nelle sezioni precedenti, esistono una serie di
+proprietà e caratteristiche particolari dei processi non coperte da esse, per
+la cui gestione è stata predisposta una apposita \textit{system call} che
+fornisce una interfaccia generica per tutte le operazioni specialistiche. La
+funzione di sistema è \funcd{prctl} ed il suo prototipo è:\footnote{la
+ funzione non è standardizzata ed è specifica di Linux, anche se ne esiste
+ una analoga in IRIX; è stata introdotta con il kernel 2.1.57.}
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{sys/prctl.h}
+\fdecl{int prctl(int option, unsigned long arg2, unsigned long arg3, unsigned
+ long arg4, \\
+\phantom{int prctl(}unsigned long arg5)}
+\fdesc{Esegue una operazione speciale sul processo corrente.}
+}
+{La funzione ritorna $0$ o un valore positivo dipendente dall'operazione in
+ caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà
+ valori diversi a seconda del tipo di operazione richiesta (in genere
+ \errval{EINVAL} o \errval{EPERM}).}
+\end{funcproto}
+
+La funzione ritorna un valore nullo o positivo in caso di successo e $-1$ in
+caso di errore; il significato degli argomenti della funzione successivi al
+primo, il valore di ritorno in caso di successo, il tipo di errore restituito
+in \var{errno} dipendono dall'operazione eseguita, indicata tramite il primo
+argomento, \param{option}. Questo è un valore intero che identifica
+l'operazione, e deve essere specificato con l'uso di una delle costanti
+predefinite del seguente elenco, che illustra quelle disponibili al
+momento:\footnote{alla stesura di questa sezione, cioè con il kernel 3.2.}
+
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+\item[\const{PR\_CAPBSET\_READ}] Controlla la disponibilità di una delle
+ \itindex{capabilities} \textit{capabilities} (vedi
+ sez.~\ref{sec:proc_capabilities}). La funzione ritorna 1 se la capacità
+ specificata nell'argomento \param{arg2} (con una delle costanti di
+ tab.~\ref{tab:proc_capabilities}) è presente nel \textit{capabilities
+ bounding set} del processo e zero altrimenti, se \param{arg2} non è un
+ valore valido si avrà un errore di \errval{EINVAL}. Introdotta a partire
+ dal kernel 2.6.25.
+
+\item[\const{PR\_CAPBSET\_DROP}] Rimuove permanentemente una delle
+ \itindex{capabilities} \textit{capabilities} (vedi
+ sez.~\ref{sec:proc_capabilities}) dal processo e da tutti i suoi
+ discendenti. La funzione cancella la capacità specificata
+ nell'argomento \param{arg2} con una delle costanti di
+ tab.~\ref{tab:proc_capabilities} dal \textit{capabilities bounding set}
+ \itindex{capabilities~bounding~set} del processo. L'operazione richiede i
+ privilegi di amministratore (la capacità \const{CAP\_SETPCAP}), altrimenti
+ la chiamata fallirà con un errore di \errcode{EPERM}; se il valore
+ di \param{arg2} non è valido o se il supporto per le \textit{file
+ capabilities} non è stato compilato nel kernel la chiamata fallirà con un
+ errore di \errval{EINVAL}. Introdotta a partire dal kernel 2.6.25.
+
+\item[\const{PR\_SET\_DUMPABLE}] Imposta il flag che determina se la
+ terminazione di un processo a causa di un segnale per il quale è prevista la
+ generazione di un file di \itindex{core~dump} \textit{core dump} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sig_standard}) lo genera effettivamente. In genere questo flag
+ viene attivato automaticamente, ma per evitare problemi di sicurezza (la
+ generazione di un file da parte di processi privilegiati può essere usata
+ per sovrascriverne altri) viene cancellato quando si mette in esecuzione un
+ programma con i bit \acr{suid} e \acr{sgid} attivi (vedi
+ sez.~\ref{sec:file_special_perm}) o con l'uso delle funzioni per la modifica
+ degli \ids{UID} dei processi (vedi sez.~\ref{sec:proc_setuid}).
+
+ L'operazione è stata introdotta a partire dal kernel 2.3.20, fino al kernel
+ 2.6.12 e per i kernel successivi al 2.6.17 era possibile usare solo un
+ valore 0 di \param{arg2} per disattivare il flag ed un valore 1 per
+ attivarlo. Nei kernel dal 2.6.13 al 2.6.17 è stato supportato anche il
+ valore 2, che causava la generazione di un \itindex{core~dump} \textit{core
+ dump} leggibile solo dall'amministratore, ma questa funzionalità è stata
+ rimossa per motivi di sicurezza, in quanto consentiva ad un utente normale
+ di creare un file di \textit{core dump} appartenente all'amministratore in
+ directory dove l'utente avrebbe avuto permessi di accesso.
+
+\item[\const{PR\_GET\_DUMPABLE}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
+ lo stato corrente del flag che controlla la effettiva generazione dei
+ \itindex{core~dump} \textit{core dump}. Introdotta a partire dal kernel
+ 2.3.20.
+
+\item[\const{PR\_SET\_ENDIAN}] Imposta la \itindex{endianness}
+ \textit{endianness} del processo chiamante secondo il valore fornito
+ in \param{arg2}. I valori possibili sono sono: \const{PR\_ENDIAN\_BIG}
+ (\textit{big endian}), \const{PR\_ENDIAN\_LITTLE} (\textit{little endian}),
+ e \const{PR\_ENDIAN\_PPC\_LITTLE} (lo pseudo \textit{little endian} del
+ PowerPC). Introdotta a partire dal kernel 2.6.18, solo per architettura
+ PowerPC.
+
+\item[\const{PR\_GET\_ENDIAN}] Ottiene il valore della \itindex{endianness}
+ \textit{endianness} del processo chiamante, salvato sulla variabile puntata
+ da \param{arg2} che deve essere passata come di tipo ``\ctyp{int
+ *}''. Introdotta a partire dal kernel 2.6.18, solo su PowerPC.
+
+\item[\const{PR\_SET\_FPEMU}] Imposta i bit di controllo per l'emulazione
+ della virgola mobile su architettura ia64, secondo il valore
+ di \param{arg2}, si deve passare \const{PR\_FPEMU\_NOPRINT} per emulare in
+ maniera trasparente l'accesso alle operazioni in virgola mobile, o
+ \const{PR\_FPEMU\_SIGFPE} per non emularle ed inviare il segnale
+ \signal{SIGFPE} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}). Introdotta a partire
+ dal kernel 2.4.18, solo su architettura ia64.
+
+\item[\const{PR\_GET\_FPEMU}] Ottiene il valore dei flag di controllo
+ dell'emulazione della virgola mobile, salvato all'indirizzo puntato
+ da \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{int *}''. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.4.18, solo su architettura ia64.
+
+\item[\const{PR\_SET\_FPEXC}] Imposta la modalità delle eccezioni in virgola
+ mobile (\textit{floating-point exception mode}) al valore di \param{arg2}.
+ I valori possibili sono:
+ \begin{itemize*}
+ \item \const{PR\_FP\_EXC\_SW\_ENABLE} per usare FPEXC per le eccezioni,
+ \item \const{PR\_FP\_EXC\_DIV} per la divisione per zero in virgola mobile,
+ \item \const{PR\_FP\_EXC\_OVF} per gli overflow,
+ \item \const{PR\_FP\_EXC\_UND} per gli underflow,
+ \item \const{PR\_FP\_EXC\_RES} per risultati non esatti,
+ \item \const{PR\_FP\_EXC\_INV} per operazioni invalide,
+ \item \const{PR\_FP\_EXC\_DISABLED} per disabilitare le eccezioni,
+ \item \const{PR\_FP\_EXC\_NONRECOV} per usare la modalità di eccezione
+ asincrona non recuperabile,
+ \item \const{PR\_FP\_EXC\_ASYNC} per usare la modalità di eccezione
+ asincrona recuperabile,
+ \item \const{PR\_FP\_EXC\_PRECISE} per la modalità precisa di
+ eccezione.\footnote{trattasi di gestione specialistica della gestione
+ delle eccezioni dei calcoli in virgola mobile che, i cui dettagli al
+ momento vanno al di là dello scopo di questo testo.}
+ \end{itemize*}
+Introdotta a partire dal kernel 2.4.21, solo su PowerPC.
+
+\item[\const{PR\_GET\_FPEXC}] Ottiene il valore della modalità delle eccezioni
+ delle operazioni in virgola mobile, salvata all'indirizzo
+ puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{int *}''. Introdotta
+ a partire dal kernel 2.4.21, solo su PowerPC.
+
+\item[\const{PR\_SET\_KEEPCAPS}] Consente di controllare quali
+ \itindex{capabilities} \textit{capabilities} vengono cancellate quando si
+ esegue un cambiamento di \ids{UID} del processo (per i dettagli si veda
+ sez.~\ref{sec:proc_capabilities}, in particolare quanto illustrato a
+ pag.~\pageref{sec:capability-uid-transition}). Un valore nullo (il default)
+ per \param{arg2} comporta che vengano cancellate, il valore 1 che vengano
+ mantenute, questo valore viene sempre cancellato attraverso una \func{exec}.
+ L'uso di questo flag è stato sostituito, a partire dal kernel 2.6.26, dal
+ flag \const{SECURE\_KEEP\_CAPS} dei \itindex{securebits} \textit{securebits}
+ (vedi l'uso di \const{PR\_SET\_SECUREBITS} più avanti). Introdotta a partire
+ dal kernel 2.2.18.
+
+\item[\const{PR\_GET\_KEEPCAPS}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
+ il valore del flag di controllo delle \itindex{capabilities}
+ \textit{capabilities} impostato con \const{PR\_SET\_KEEPCAPS}. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.2.18.
+
+\item[\const{PR\_SET\_NAME}] Imposta il nome del processo chiamante alla
+ stringa puntata da \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{char *}''. Il
+ nome può essere lungo al massimo 16 caratteri, e la stringa deve essere
+ terminata da NUL se più corta. Introdotta a partire dal kernel 2.6.9.
+
+\item[\const{PR\_GET\_NAME}] Ottiene il nome del processo chiamante nella
+ stringa puntata da \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{char *}'';
+ si devono allocare per questo almeno 16 byte, e il nome sarà terminato da
+ NUL se più corto. Introdotta a partire dal kernel 2.6.9.
+
+\item[\const{PR\_SET\_PDEATHSIG}] Consente di richiedere l'emissione di un
+ segnale, che sarà ricevuto dal processo chiamante, in occorrenza della
+ terminazione del proprio processo padre; in sostanza consente di invertire
+ il ruolo di \signal{SIGCHLD}. Il valore di \param{arg2} deve indicare il
+ numero del segnale, o 0 per disabilitare l'emissione. Il valore viene
+ automaticamente cancellato per un processo figlio creato con \func{fork}.
+ Introdotta a partire dal kernel 2.1.57.
+
+\item[\const{PR\_GET\_PDEATHSIG}] Ottiene il valore dell'eventuale segnale
+ emesso alla terminazione del padre, salvato all'indirizzo
+ puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{int *}''. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.3.15.
+
+\item[\const{PR\_SET\_SECCOMP}] Imposta il cosiddetto
+ \itindex{secure~computing~mode} \textit{secure computing mode} per il
+ processo corrente. Prevede come unica possibilità che \param{arg2} sia
+ impostato ad 1. Una volta abilitato il \itindex{secure~computing~mode}
+ \textit{secure computing mode} il processo potrà utilizzare soltanto un
+ insieme estremamente limitato di \textit{system call}: \func{read},
+ \func{write}, \func{\_exit} e \funcm{sigreturn}. Ogni altra \textit{system
+ call} porterà all'emissione di un \signal{SIGKILL} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sig_termination}). Il \textit{secure computing mode} è stato
+ ideato per fornire un supporto per l'esecuzione di codice esterno non fidato
+ e non verificabile a scopo di calcolo;\footnote{lo scopo è quello di poter
+ vendere la capacità di calcolo della proprio macchina ad un qualche
+ servizio di calcolo distribuito senza comprometterne la sicurezza
+ eseguendo codice non sotto il proprio controllo.} in genere i dati vengono
+ letti o scritti grazie ad un socket o una pipe, e per evitare problemi di
+ sicurezza non sono possibili altre operazioni se non quelle citate.
+ Introdotta a partire dal kernel 2.6.23, disponibile solo se si è abilitato
+ il supporto nel kernel con \texttt{CONFIG\_SECCOMP}.
+
+% TODO a partire dal kernel 3.5 è stato introdotto la possibilità di usare un
+% terzo argomento se il secondo è SECCOMP_MODE_FILTER, vedi
+% Documentation/prctl/seccomp_filter.txt
+
+
+\item[\const{PR\_GET\_SECCOMP}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
+ lo stato corrente del \textit{secure computing mode}, al momento attuale la
+ funzione è totalmente inutile in quanto l'unico valore ottenibile è 0, dato
+ che la chiamata di questa funzione in \itindex{secure~computing~mode}
+ \textit{secure computing mode} comporterebbe l'emissione di
+ \signal{SIGKILL}, è stata comunque definita per eventuali estensioni future.
+ Introdotta a partire dal kernel 2.6.23.
+
+\item[\const{PR\_SET\_SECUREBITS}] Imposta i \itindex{securebits}
+ \textit{securebits} per il processo chiamante al valore indicato
+ da \param{arg2}; per i dettagli sul significato dei \textit{securebits} si
+ veda sez.~\ref{sec:proc_capabilities}, ed in particolare i valori di
+ tab.~\ref{tab:securebits_values} e la relativa trattazione. L'operazione
+ richiede i privilegi di amministratore (la \itindex{capabilities} capacità
+ \const{CAP\_SETPCAP}), altrimenti la chiamata fallirà con un errore di
+ \errval{EPERM}. Introdotta a partire dal kernel 2.6.26.
+
+\item[\const{PR\_GET\_SECUREBITS}] Ottiene come valore di ritorno della
+ funzione l'impostazione corrente per i \itindex{securebits}
+ \textit{securebits}. Introdotta a partire dal kernel 2.6.26.
+
+\item[\const{PR\_SET\_TIMING}] Imposta il metodo di temporizzazione del
+ processo da indicare con il valore di \param{arg2}, attualmente i valori
+ possibili sono due, con \const{PR\_TIMING\_STATISTICAL} si usa il metodo
+ statistico tradizionale, con \const{PR\_TIMING\_TIMESTAMP} il più accurato
+ basato su dei \textit{timestamp}, quest'ultimo però non è ancora
+ implementato ed il suo uso comporta la restituzione di un errore di
+ \errval{EINVAL}. Introdotta a partire dal kernel 2.6.0-test4.
+
+\item[\const{PR\_GET\_TIMING}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
+ il metodo di temporizzazione del processo attualmente in uso (uno dei due
+ valori citati per \const{PR\_SET\_TIMING}). Introdotta a partire dal kernel
+ 2.6.0-test4.
+
+\item[\const{PR\_SET\_TSC}] Imposta il flag che indica se il processo
+ chiamante può leggere il registro di processore contenente il contatore dei
+ \textit{timestamp} (TSC, o \textit{Time Stamp Counter}) da indicare con il
+ valore di \param{arg2}. Si deve specificare \const{PR\_TSC\_ENABLE} per
+ abilitare la lettura o \const{PR\_TSC\_SIGSEGV} per disabilitarla con la
+ generazione di un segnale di \signal{SIGSEGV} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sig_prog_error}). La lettura viene automaticamente
+ disabilitata se si attiva il \itindex{secure~computing~mode} \textit{secure
+ computing mode}. Introdotta a partire dal kernel 2.6.26, solo su x86.
+
+\item[\const{PR\_GET\_TSC}] Ottiene il valore del flag che controlla la
+ lettura del contattore dei \textit{timestamp}, salvato all'indirizzo
+ puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{int *}''. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.6.26, solo su x86.
+% articoli sul TSC e relativi problemi: http://lwn.net/Articles/209101/,
+% http://blog.cr0.org/2009/05/time-stamp-counter-disabling-oddities.html,
+% http://en.wikipedia.org/wiki/Time_Stamp_Counter
+
+\item[\const{PR\_SET\_UNALIGN}] Imposta la modalità di controllo per l'accesso
+ a indirizzi di memoria non allineati, che in varie architetture risultano
+ illegali, da indicare con il valore di \param{arg2}. Si deve specificare il
+ valore \const{PR\_UNALIGN\_NOPRINT} per ignorare gli accessi non allineati,
+ ed il valore \const{PR\_UNALIGN\_SIGBUS} per generare un segnale di
+ \signal{SIGBUS} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}) in caso di accesso non
+ allineato. Introdotta con diverse versioni su diverse architetture.
+
+\item[\const{PR\_GET\_UNALIGN}] Ottiene il valore della modalità di controllo
+ per l'accesso a indirizzi di memoria non allineati, salvato all'indirizzo
+ puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo \code{(int *)}. Introdotta con
+ diverse versioni su diverse architetture.
+\item[\const{PR\_MCE\_KILL}] Imposta la politica di gestione degli errori
+ dovuti a corruzione della memoria per problemi hardware. Questo tipo di
+ errori vengono riportati dall'hardware di controllo della RAM e vengono
+ gestiti dal kernel,\footnote{la funzionalità è disponibile solo sulle
+ piattaforme più avanzate che hanno il supporto hardware per questo tipo di
+ controlli.} ma devono essere opportunamente riportati ai processi che
+ usano quella parte di RAM che presenta errori; nel caso specifico questo
+ avviene attraverso l'emissione di un segnale di \signal{SIGBUS} (vedi
+ sez.~\ref{sec:sig_prog_error}).\footnote{in particolare viene anche
+ impostato il valore di \var{si\_code} in \struct{siginfo\_t} a
+ \const{BUS\_MCEERR\_AO}; per il significato di tutto questo si faccia
+ riferimento alla trattazione di sez.~\ref{sec:sig_sigaction}.}
+
+ Il comportamento di default prevede che per tutti i processi si applichi la
+ politica generale di sistema definita nel file
+ \sysctlfile{vm/memory\_failure\_early\_kill}, ma specificando
+ per \param{arg2} il valore \const{PR\_MCE\_KILL\_SET} è possibile impostare
+ con il contenuto di \param{arg3} una politica specifica del processo
+ chiamante. Si può tornare alla politica di default del sistema utilizzando
+ invece per \param{arg2} il valore \const{PR\_MCE\_KILL\_CLEAR}. In tutti i
+ casi, per compatibilità con eventuali estensioni future, tutti i valori
+ degli argomenti non utilizzati devono essere esplicitamente posti a zero,
+ pena il fallimento della chiamata con un errore di \errval{EINVAL}.