+Questa funzione e la corrispondente \func{sched\_setaffinity} hanno una storia
+abbastanza complessa, la system call prevede l'uso di due ulteriori argomenti
+di tipo \texttt{unsigned int len} e \texttt{unsigned long *mask}, che
+corrispondono al fatto che la implementazione effettiva usa una semplice
+maschera binaria. Quando le funzioni vennero incluse nelle \acr{glibc}
+assunsero invece il prototipo appena mostrato. A complicare la cosa si
+aggiunge il fatto che nella versione 2.3.3 delle \acr{glibc} l'argomento
+\param{cpusetsize} è stato eliminato, per poi essere ripristinato nella
+versione 2.3.4.\footnote{pertanto se la vostra pagina di manuale non è
+ aggiornata, o usate quella particolare versione delle \acr{glibc}, potrete
+ trovare indicazioni diverse, il prototipo illustrato è quello riportato
+ nella versione corrente (maggio 2008) delle pagine di manuale e
+ corrispondente alla definizione presente in \file{sched.h}.}
+
+La funzione imposta, con l'uso del valore contenuto all'indirizzo
+\param{cpuset}, l'insieme dei processori sui quali deve essere eseguito il
+processo identificato tramite il valore passato in \param{pid}. Come in
+precedenza il valore nullo di \param{pid} indica il processo corrente. Per
+poter utilizzare questa funzione sono richiesti i privilegi di amministratore
+(è necessaria la capacità \const{CAP\_SYS\_NICE}) altrimenti essa fallirà con
+un errore di \errcode{EPERM}. Una volta impostata una maschera di affinità,
+questa viene ereditata attraverso una \func{fork}, in questo modo diventa
+possibile legare automaticamente un gruppo di processi ad un singolo
+processore.
+
+Nell'uso comune, almeno con i kernel della serie 2.6.x, l'uso di questa
+funzione non è necessario, in quanto è lo scheduler stesso che provvede a
+mantenere al meglio l'affinità di processore. Esistono però esigenze
+particolari, ad esempio quando un processo (o un gruppo di processi) è
+utilizzato per un compito importante (ad esempio per applicazioni real-time o
+la cui risposta è critica) e si vuole la massima velocità, con questa
+interfaccia diventa possibile selezionare gruppi di processori utilizzabili in
+maniera esclusiva. Lo stesso dicasi quando l'accesso a certe risorse (memoria
+o periferiche) può avere un costo diverso a seconda del processore, come
+avviene nelle architetture NUMA (\textit{Non-Uniform Memory Access}).
+
+Infine se un gruppo di processi accede alle stesse risorse condivise (ad
+esempio una applicazione con più \itindex{thread} \textit{thread}) può avere
+senso usare lo stesso processore in modo da sfruttare meglio l'uso della sua
+cache; questo ovviamente riduce i benefici di un sistema multiprocessore
+nell'esecuzione contemporanea dei \itindex{thread} \textit{thread}, ma in
+certi casi (quando i \itindex{thread} \textit{thread} sono inerentemente
+serializzati nell'accesso ad una risorsa) possono esserci sufficienti vantaggi
+nell'evitare la perdita della cache da rendere conveniente l'uso dell'affinità
+di processore.
+
+Per facilitare l'uso dell'argomento \param{cpuset} le \acr{glibc} hanno
+introdotto un apposito dato di tipo, \ctyp{cpu\_set\_t},\footnote{questa è una
+ estensione specifica delle \acr{glibc}, da attivare definendo la macro
+ \macro{\_GNU\_SOURCE}, non esiste infatti una standardizzazione per
+ questo tipo di interfaccia e POSIX al momento non prevede nulla al
+ riguardo.} che permette di identificare un insieme di processori. Il dato è
+una maschera binaria: in generale è un intero a 32 bit in cui ogni bit
+corrisponde ad un processore, ma dato che per architetture particolari il
+numero di bit di un intero può non essere sufficiente, è stata creata questa
+che è una interfaccia generica che permette di usare a basso livello un tipo
+di dato qualunque rendendosi indipendenti dal numero di bit e dalla loro
+disposizione.
+
+Questa interfaccia, oltre alla definizione del tipo di dato apposito, prevede
+anche una serie di macro di preprocessore per la manipolazione dello stesso,
+che consentono di svuotare un insieme, aggiungere o togliere un processore da
+esso o verificare se vi è già presente:
+\begin{functions}
+ \headdecl{sched.h}
+ \funcdecl{void \macro{CPU\_ZERO}(cpu\_set\_t *set)}
+ Inizializza l'insieme (vuoto).
+
+ \funcdecl{void \macro{CPU\_SET}(int cpu, cpu\_set\_t *set)}
+ Inserisce il processore \param{cpu} nell'insieme.
+
+ \funcdecl{void \macro{CPU\_CLR}(int cpu, cpu\_set\_t *set)}
+ Rimuove il processore \param{cpu} nell'insieme.
+
+ \funcdecl{int \macro{CPU\_ISSET}(int cpu, cpu\_set\_t *set)}
+ Controlla se il processore \param{cpu} è nell'insieme.
+\end{functions}
+
+Oltre a queste macro, simili alle analoghe usate per gli insiemi di file
+descriptor (vedi sez.~\ref{sec:file_select}) è definita la costante
+\const{CPU\_SETSIZE} che indica il numero massimo di processori che possono
+far parte dell'insieme, e che costituisce un limite massimo al valore
+dell'argomento \param{cpu}.
+
+In generale la maschera di affinità è preimpostata in modo che un processo
+possa essere eseguito su qualunque processore, se può comunque leggere il
+valore per un processo specifico usando la funzione
+\funcd{sched\_getaffinity}, il suo prototipo è:
+\begin{prototype}{sched.h}
+ {int sched\_getaffinity (pid\_t pid, unsigned int cpusetsize,
+ const cpu\_set\_t *cpuset)}
+ Legge la maschera di affinità del processo \param{pid}.
+
+ \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e -1 in caso di errore,
+ nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{ESRCH}] il processo \param{pid} non esiste.
+ \item[\errcode{EFAULT}] il valore di \param{cpuset} non è un indirizzo
+ valido.
+ \end{errlist} }
+\end{prototype}
+
+La funzione restituirà all'indirizzo specificato da \param{cpuset} il valore
+della maschera di affinità del processo, così da poterla riutilizzare per una
+successiva reimpostazione. In questo caso non sono necessari privilegi
+particolari.
+
+È chiaro che queste funzioni per la gestione dell'affinità hanno significato
+soltanto su un sistema multiprocessore, esse possono comunque essere
+utilizzate anche in un sistema con un processore singolo, nel qual caso però
+non avranno alcun risultato effettivo.
+
+\itindend{scheduler}
+\itindend{CPU~affinity}
+
+
+\subsection{Le priorità per le operazioni di I/O}
+\label{sec:io_priority}
+
+A lungo l'unica priorità usata per i processi è stata quella relativa
+all'assegnazione dell'uso del processore. Ma il processore non è l'unica
+risorsa che i processi devono contendersi, un'altra, altrettanto importante
+per le prestazioni, è quella dell'accesso a disco. Per questo motivo sono
+stati introdotti diversi \textit{I/O scheduler} in grado di distribuire in
+maniera opportuna questa risorsa ai vari processi. Fino al kernel 2.6.17 era
+possibile soltanto differenziare le politiche generali di gestione, scegliendo
+di usare un diverso \textit{I/O scheduler}; a partire da questa versione, con
+l'introduzione dello scheduler CFQ (\textit{Completely Fair Queuing}) è
+divenuto possibile, qualora si usi questo scheduler, impostare anche delle
+diverse priorità di accesso per i singoli processi.\footnote{al momento
+ (kernel 2.6.31), le priorità di I/O sono disponibili soltanto per questo
+ scheduler.}
+
+La scelta dello scheduler di I/O si può fare in maniera generica a livello di
+avvio del kernel assegnando il nome dello stesso al parametro
+\texttt{elevator}, mentre se ne può indicare uno per l'accesso al singolo
+disco scrivendo nel file \texttt{/sys/block/\textit{dev}/queue/scheduler}
+(dove \texttt{\textit{dev}} è il nome del dispositivo associato al disco); gli
+scheduler disponibili sono mostrati dal contenuto dello stesso file che
+riporta fra parentesi quadre quello attivo, il default in tutti i kernel
+recenti è proprio il \texttt{cfq},\footnote{nome con cui si indica appunto lo
+ scheduler \textit{Completely Fair Queuing}.} che supporta le priorità; per i
+dettagli sulle caratteristiche specifiche degli altri scheduler, la cui
+discussione attiene a problematiche di ambito sistemistico, si consulti la
+documentazione nella directory \texttt{Documentation/block/} dei sorgenti del
+kernel.
+
+Una volta che si sia impostato lo scheduler CFQ ci sono due specifiche system
+call, specifiche di Linux, che consentono di leggere ed impostare le priorità
+di I/O.\footnote{se usate in corrispondenza ad uno scheduler diverso il loro
+ utilizzo non avrà alcun effetto.} Dato che non esiste una interfaccia
+diretta nelle librerie del C per queste due funzioni occorrerà invocarle
+tramite la funzione \func{syscall} (come illustrato in
+sez.~\ref{sec:intro_syscall}). La prima delle due è \funcd{ioprio\_get}, che
+consente di leggere la priorità; il suo prototipo è:
+\begin{prototype}{linux/ioprio.h}
+ {int ioprio\_get(int which, int who)}
+ Legge la priorità di I/O.
+
+ \bodydesc{La funzione ritorna un valore positivo in caso di successo e $-1$
+ in caso di errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{ESRCH}] non esiste il processo indicato.
+ \item[\errcode{EINVAL}] i valori di \param{which} e \param{who} non sono
+ validi.
+ \end{errlist} }
+\end{prototype}
+
+La funzione legge la priorità di I/O sulla base dell'indicazione dei due
+argomenti \param{which} e \param{who} che hanno lo stesso significato già
+visto per gli analoghi argomenti di \func{getpriority} e \func{setpriority};
+in questo caso vengono però per \param{which} sono state definite delle
+costanti apposite, illustrate in tab.~\ref{tab:ioprio_args}. A seconda dei
+valori è così possibile leggere delle priorità per il singolo processo, per i
+processi di un \textit{process group} (tratteremo questo argomento in
+sez.~\ref{sec:sess_proc_group}) o per tutti o processi di un utente.
+
+\begin{table}[htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}[c]{|c|c|l|}
+ \hline
+ \param{which} & \param{who} & \textbf{Significato} \\
+ \hline
+ \hline
+ \const{IPRIO\_WHO\_PROCESS} & \type{pid\_t} & processo\\
+ \const{IPRIO\_WHO\_PRGR} & \type{pid\_t} & \itindex{process~group}
+ \textit{process group}\\
+ \const{IPRIO\_WHO\_USER} & \type{uid\_t} & utente\\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Legenda del valore dell'argomento \param{which} e del tipo
+ dell'argomento \param{who} delle funzioni \func{ioprio\_get} e
+ \func{ioprio\_set} per le tre possibili scelte.}
+ \label{tab:ioprio_args}
+\end{table}
+
+Gli stessi valori possono essere utilizzati anche quando si vuole eseguire
+l'impostazione di una priorità di I/O; in tal caso si deve usare la funzione
+\funcd{ioprio\_set}, il cui prototipo è:
+\begin{prototype}{linux/ioprio.h}
+ {int ioprio\_set(int which, int who, int ioprio)}
+
+ Imposta la priorità di I/O.
+
+ \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e $-1$ in caso di
+ errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EPERM}] non si hanno i privilegi per eseguire
+ l'impostazione.
+ \end{errlist}
+ oltre a \errcode{EINVAL} e \errcode{ESRCH} con lo stesso significato di
+ \func{ioprio\_get}. }
+\end{prototype}
+
+
+La funzione in caso di successo restituisce un intero positivo che esprime il
+valore della priorità di I/O, questo è composto di due parti, una che esprime
+la cosiddetta \textsl{classe} di scheduling, l'altro che esprime la priorità
+all'interno della classe stessa. Le classi previste dallo scheduler CFQ sono
+tre, identificate da altrettanti costanti, riportate in
+tab.~\ref{tab:IOsched_class}.
+
+\begin{table}[htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}[c]{|l|l|}
+ \hline
+ \textbf{Classe} & \textbf{Significato} \\
+ \hline
+ \hline
+ \const{IOPRIO\_CLASS\_RT} & Scheduling di I/O \textit{real time}.\\
+ \const{IOPRIO\_CLASS\_BE} & Scheduling di I/O ordinario.\\
+ \const{IOPRIO\_CLASS\_IDLE}& Scheduling di I/O di priorità minima.\\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Costanti che identificano le classi di scheduling di I/O.}
+ \label{tab:IOsched_class}
+\end{table}
+
+La tre classi ricalcano i concetti presenti anche nello scheduler della CPU;
+la classe di priorità più bassa è \const{IOPRIO\_CLASS\_IDLE}, i processi in
+questa classe riescono ad accedere a disco soltanto quando nessun altro
+processo richiede l'accesso; occorre pertanto usarla con molta attenzione,
+perché un processo in questa classe può venire completamente bloccato quando
+ci sono altri processi di priorità più alta che stanno accedendo al
+disco; in questa classe non esistono valori di priorità, tutti i processi
+hanno la stessa priorità, che è la minima possibile.
+
+La classe per le priorità ordinarie è \const{IOPRIO\_CLASS\_BE} (il nome sta
+per \textit{best-effort}) che è quella usata di default per tutti processi; in
+questo caso esistono delle priorità all'interno della classe che corrispondono
+all'assegnazione ad un processo di una maggiore banda passante nell'accesso a
+disco rispetto agli altri senza però che questo possa bloccare indefinitamente
+l'accesso agli altri; con un concetto simile a quello dei valori di
+\textit{nice} per le priorità di processore. In questo caso esistono però
+soltanto otto diverse priorità, indicate da un valore numerico fra 0 e
+7,\footnote{come per \textit{nice} anche in questo caso un valore più basso
+ indica una priorità maggiore.} che sono assegnate ai singoli processi in
+maniera automatica a partire dal loro valore di \textit{nice}.\footnote{come
+ riportato nella documentazione il valore della priorità viene calcolato con
+ la formula: $\mathtt{prio}=(\mathtt{nice}+20)/5$.}
+
+Infine la classe di priorità \textit{real-time} \const{IOPRIO\_CLASS\_RT}
+ricalca le analoghe priorità di processore: un processo in questa classe ha
+sempre la precedenza nell'accesso a disco rispetto a tutti i processi di
+priorità inferiore, e pertanto è in grado di bloccare completamente gli
+altri. Anche in questo caso ci sono 8 priorità diverse con un valore numerico
+fra 0 e 7, con una priorità più elevata per valori inferiori.
+
+Per manipolare il valori delle priorità di I/O sono state approntate delle
+opportune macro, in grado di estrarre i valori di priorità e la classe dai
+valori restituiti da \func{ioprio\_get} e di creare da questi un opportuno
+valore da passare a \func{ioprio\_set}, che si sono riportate in
+tab.~\ref{tab:IOsched_class_macro}.
+
+\begin{table}[htb]
+ \centering
+ \footnotesize
+ \begin{tabular}[c]{|l|p{8cm}|}
+ \hline
+ \textbf{Macro} & \textbf{Significato}\\
+ \hline
+ \hline
+ \macro{IOPRIO\_PRIO\_CLASS}\texttt{(\textit{value})}
+ & dato il valore di un priorità come
+ restituito da \func{ioprio\_get} ottiene il
+ valore della classe.\\
+ \macro{IOPRIO\_PRIO\_DATA}\texttt{(\textit{value})}
+ & dato il valore di un priorità come
+ restituito da \func{ioprio\_get} ottiene il
+ valore della priorità.\\
+ \macro{IOPRIO\_PRIO\_VALUE}\texttt{(\textit{class},\textit{prio})}
+ & dato un valore di priorità ed una classe
+ ottiene il valore numerico da passare a
+ \func{ioprio\_set}.\\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Le macro per la gestione dei valori numerici .}
+ \label{tab:IOsched_class_macro}
+\end{table}
+
+
+
+%TODO trattare le priorità di I/O
+% vedi man ioprio_set e Documentation/block/ioprio.txt
+
+%TODO trattare le funzionalità per il NUMA
+% vedi man numa e le pagine di manuale relative
+% vedere anche dove metterle...