+\itindend{header~file}
+
+Una volta inclusi gli \textit{header file} necessari un programma potrà
+richiamare le funzioni di libreria direttamente nel proprio codice ed accedere
+ai servizi del kernel; come accennato infatti normalmente ogni \textit{system
+ call} è associata ad una omonima funzione di libreria, che è quella che si
+usa normalmente per invocarla.
+
+Occorre però tenere presente che anche se dal punto di vista della scrittura
+del codice la chiamata di una \textit{system call} non è diversa da quella di
+una qualunque funzione ordinaria, la situazione è totalmente diversa
+nell'esecuzione del programma. Una funzione ordinaria infatti viene eseguita,
+esattamente come il codice che si è scritto nel corpo del programma, in
+\textit{user space}. Quando invece si esegue una \textit{system call}
+l'esecuzione ordinaria del programma viene interrotta con quello che viene
+usualmente chiamato un \itindex{context~switch} \textit{context
+ switch};\footnote{in realtà si parla più comunemente di \textit{context
+ switch} quando l'esecuzione di un processo viene interrotta dal kernel
+ (tramite lo \textit{scheduler}) per metterne in esecuzione un altro, ma il
+ concetto generale resta lo stesso: l'esecuzione del proprio codice in
+ \textit{user space} viene interrotta e lo stato del processo deve essere
+ salvato per poterne riprendere l'esecuzione in un secondo tempo.} il
+contesto di esecuzione del processo viene salvato in modo da poterne
+riprendere in seguito l'esecuzione ed i dati forniti (come argomenti della
+chiamata) vengono trasferiti al kernel che esegue il codice della
+\textit{system call} (che è codice del kernel) in \textit{kernel space}; al
+completamento della \textit{system call} i dati salvati nel \textit{context
+ switch} saranno usati per riprendere l'esecuzione ordinaria del programma.
+
+Dato che il passaggio dei dati ed il salvataggio del contesto di esecuzione
+sono operazioni critiche per le prestazioni del sistema, per rendere il più
+veloce possibile questa operazione sono state sviluppate una serie di
+ottimizzazioni che richiedono alcune preparazioni abbastanza complesse dei
+dati, che in genere dipendono dall'architettura del processore e sono scritte
+direttamente in \textit{assembler}.
+
+
+%
+% TODO:trattare qui, quando sarà il momento vsyscall e vDSO, vedi:
+% http://davisdoesdownunder.blogspot.com/2011/02/linux-syscall-vsyscall-and-vdso-oh-my.html
+% http://www.win.tue.nl/~aeb/linux/lk/lk-4.html
+%
+% Altro materiale al riguardo http://lwn.net/Articles/615809/
+% http://man7.org/linux/man-pages/man7/vdso.7.html
+
+Inoltre alcune \textit{system call} sono state modificate nel corso degli anni
+con lo sviluppo del kernel per aggiungere ad esempio funzionalità in forma di
+nuovi argomenti, o per consolidare diverse varianti in una interfaccia
+generica. Per questo motivo dovendo utilizzare una \textit{system call} è
+sempre preferibile usare l'interfaccia fornita dalla \textsl{glibc}, che si
+cura di mantenere una uniformità chiamando le versioni più aggiornate.
+
+Ci sono alcuni casi però in cui può essere necessario evitare questa
+associazione, e lavorare a basso livello con una specifica versione, oppure si
+può voler utilizzare una \textit{system call} che non è stata ancora associata
+ad una funzione di libreria. In tal caso, per evitare di dover effettuare
+esplicitamente le operazioni di preparazione citate, all'interno della
+\textsl{glibc} è fornita una specifica funzione,
+\funcd{syscall},\footnote{fino a prima del kernel 2.6.18 per l'esecuzione
+ diretta delle \textit{system call} erano disponibili anche una serie di
+ macro \texttt{\_syscall\textsl{N}} (con $N$ pari al numero di argomenti
+ della \textit{system call}); queste sono deprecate e pertanto non ne
+ parleremo ulteriormente.} che consente eseguire direttamente una
+\textit{system call}; il suo prototipo, accessibile se si è definita la macro
+\macro{\_GNU\_SOURCE}, è:
+
+\begin{funcproto}{
+ \fhead{unistd.h}
+ \fhead{sys/syscall.h}
+ \fdecl{long syscall(int number, ...)}
+ \fdesc{Esegue la \textit{system call} indicata da \param{number}.}
+}
+{La funzione ritorna un intero dipendente dalla \textit{system call} invocata,
+ in generale $0$ indica il successo ed un valore negativo un errore.}
+\end{funcproto}
+
+La funzione richiede come primo argomento il numero della \textit{system call}
+da invocare, seguita dagli argomenti da passare alla stessa, che ovviamente
+dipendono da quest'ultima, e restituisce il codice di ritorno della
+\textit{system call} invocata. In generale un valore nullo indica il successo
+ed un valore negativo è un codice di errore che poi viene memorizzato nella
+variabile \var{errno} (sulla gestione degli errori torneremo in dettaglio in
+sez.~\ref{sec:sys_errors}).
+
+Il valore di \param{number} dipende sia dalla versione di kernel che
+dall'architettura,\footnote{in genere le vecchie \textit{system call} non
+ vengono eliminate e se ne aggiungono di nuove con nuovi numeri.} ma
+ciascuna \textit{system call} viene in genere identificata da una costante
+nella forma \texttt{SYS\_*} dove al prefisso viene aggiunto il nome che spesso
+corrisponde anche alla omonima funzione di libreria. Queste costanti sono
+definite nel file \headfiled{sys/syscall.h}, ma si possono anche usare
+direttamente valori numerici.
+
+
+\subsection{La terminazione di un programma}
+\label{sec:proc_conclusion}