-serie di protocolli X.25 per la commutazione di pacchetto. Ma nonostante il
-lavoro dettagliato di standardizzazione il modello si è rivelato
-sostanzialmente troppo complesso e poco flessibile rispetto a quello
-precedente, il TCP/IP, su cui si basa internet, che è diventato uno standard
-de facto. Il modello di quest'ultimo viene chiamato anche modello DoD (sigla
-che sta per \textit{Department of Defense}), dato che fu sviluppato
-dall'agenzia ARPA per il Dipartimento della Difesa Americano.
+serie di protocolli X.25 per la commutazione di pacchetto; come si vede è un
+modello abbastanza complesso\footnote{infatti per memorizzarne i vari livelli
+ è stata creata la frase \texttt{All people seem to need data processing}, in
+ cui ciascuna parola corrisponde all'iniziale di uno dei livelli.}, tanto che
+usualmente si tende a suddividerlo in due parti, secondo lo schema mostrato in
+fig.~\ref{fig:net_osi_tcpip_comp}, con un \textit{upper layer} che riguarda
+solo le applicazioni, che viene realizzato in user space, ed un \textit{lower
+ layer} in cui si mescolano la gestione fatta dal kernel e le funzionalità
+fornite dall'hardware.
+
+Il modello ISO/OSI mira ad effettuare una classificazione completamente
+generale di ogni tipo di protocollo di rete; nel frattempo però era stato
+sviluppato anche un altro modello, relativo al protocollo TCP/IP, che è quello
+su cui è basata internet, che è diventato uno standard de facto. Questo
+modello viene talvolta chiamato anche modello \textit{DoD} (sigla che sta per
+\textit{Department of Defense}), dato che fu sviluppato dall'agenzia ARPA per
+il Dipartimento della Difesa Americano.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \centering
+ \includegraphics[width=13cm]{img/iso_tcp_comp}
+ \caption{Struttura a livelli dei protocolli OSI e TCP/IP, con la
+ relative corrispondenze e la divisione fra kernel e user space.}
+ \label{fig:net_osi_tcpip_comp}
+\end{figure}