+Lo standard ufficiale creato da un organismo indipendente più attinente alle
+interfacce di un sistema unix-like nel suo complesso (e che concerne sia il
+kernel che le librerie che i comandi) è stato lo standard POSIX. Esso prende
+origine dallo standard ANSI C, che contiene come sottoinsieme, prevedendo
+ulteriori capacità per le funzioni in esso definite, ed aggiungendone di
+nuove.
+
+In realtà POSIX è una famiglia di standard diversi, il cui nome, suggerito da
+Richard Stallman, sta per \textit{Portable Operating System Interface}, ma la
+X finale denuncia la sua stretta relazione con i sistemi Unix. Esso nasce dal
+lavoro dell'IEEE (\textit{Institute of Electrical and Electronics Engeneers})
+che ne produsse una prima versione, nota come \textsl{IEEE 1003.1-1988},
+mirante a standardizzare l'interfaccia con il sistema operativo.
+
+Ma gli standard POSIX non si limitano alla standardizzazione delle funzioni di
+libreria, e in seguito sono stati prodotti anche altri standard per la shell e
+i comandi di sistema (1003.2), per le estensioni \textit{real-time} e per i
+\itindex{thread} \textit{thread} (rispettivamente 1003.1d e 1003.1c) per i
+socket (1003.1g) e vari altri. In tab.~\ref{tab:intro_posix_std} è riportata
+una classificazione sommaria dei principali documenti prodotti, e di come sono
+identificati fra IEEE ed ISO; si tenga conto inoltre che molto spesso si usa
+l'estensione IEEE anche come aggiunta al nome POSIX; ad esempio è più comune
+parlare di POSIX.4 come di POSIX.1b.
+
+Si tenga presente inoltre che nuove specifiche e proposte di standardizzazione
+si aggiungono continuamente, mentre le versioni precedenti vengono riviste;
+talvolta poi i riferimenti cambiano nome, per cui anche solo seguire le
+denominazioni usate diventa particolarmente faticoso; una pagina dove si
+possono recuperare varie (e di norma piuttosto intricate) informazioni è
+\href{http://www.pasc.org/standing/sd11.html}
+{\textsf{http://www.pasc.org/standing/sd11.html}}.
+
+\begin{table}[htb]
+ \footnotesize
+ \centering
+ \begin{tabular}[c]{|l|l|l|l|}
+ \hline
+ \textbf{Standard} & \textbf{IEEE} & \textbf{ISO} & \textbf{Contenuto} \\
+ \hline
+ \hline
+ POSIX.1 & 1003.1 & 9945-1& Interfacce di base \\
+ POSIX.1a& 1003.1a& 9945-1& Estensioni a POSIX.1 \\
+ POSIX.2 & 1003.2 & 9945-2& Comandi \\
+ POSIX.3 & 2003 &TR13210& Metodi di test \\
+ POSIX.4 & 1003.1b & --- & Estensioni real-time \\
+ POSIX.4a& 1003.1c & --- & \itindex{thread} Thread \\
+ POSIX.4b& 1003.1d &9945-1& Ulteriori estensioni real-time \\
+ POSIX.5 & 1003.5 & 14519& Interfaccia per il linguaggio ADA \\
+ POSIX.6 & 1003.2c,1e& 9945-2& Sicurezza \\
+ POSIX.8 & 1003.1f& 9945-1& Accesso ai file via rete \\
+ POSIX.9 & 1003.9 & --- & Interfaccia per il Fortran-77 \\
+ POSIX.12& 1003.1g& 9945-1& Socket \\
+ \hline
+ \end{tabular}
+ \caption{Elenco dei vari standard POSIX e relative denominazioni.}
+ \label{tab:intro_posix_std}
+\end{table}
+
+Benché l'insieme degli standard POSIX siano basati sui sistemi Unix, essi
+definiscono comunque un'interfaccia di programmazione generica e non fanno
+riferimento ad una implementazione specifica (ad esempio esiste
+un'implementazione di POSIX.1 anche sotto Windows NT).
+
+Linux e le \acr{glibc} implementano tutte le funzioni definite nello standard
+POSIX.1, queste ultime forniscono in più alcune ulteriori capacità (per
+funzioni di \textit{pattern matching} e per la manipolazione delle
+\textit{regular expression}), che vengono usate dalla shell e dai comandi di
+sistema e che sono definite nello standard POSIX.2.
+
+Nelle versioni più recenti del kernel e delle librerie sono inoltre supportate
+ulteriori funzionalità aggiunte dallo standard POSIX.1c per quanto riguarda i
+\itindex{thread} \textit{thread} (vedi cap.~\ref{cha:threads}), e dallo
+standard POSIX.1b per quanto riguarda i segnali e lo \itindex{scheduler}
+scheduling real-time (sez.~\ref{sec:sig_real_time} e
+sez.~\ref{sec:proc_real_time}), la misura del tempo, i meccanismi di
+intercomunicazione (sez.~\ref{sec:ipc_posix}) e l'I/O asincrono
+(sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io}).
+
+Lo standard principale resta comunque POSIX.1, che continua ad evolversi; la
+versione più nota, cui gran parte delle implementazioni fanno riferimento, e
+che costituisce una base per molti altri tentativi di standardizzazione, è
+stata rilasciata anche come standard internazionale con la sigla
+\textsl{ISO/IEC 9945-1:1996} ed include i precedenti POSIX.1b e POSIX.1c. In
+genere si fa riferimento ad essa come POSIX.1-1996.
+
+Nel 2001 è stata poi eseguita una sintesi degli standard POSIX.1, POSIX.2 e
+SUSv3 (vedi sez.~\ref{sec:intro_xopen}) in un unico documento, redatto sotto
+gli auspici del cosiddetto gruppo Austin che va sotto il nome di POSIX.1-2001.
+Questo standard definisce due livelli di conformità, quello POSIX, in cui sono
+presenti solo le interfacce di base, e quello XSI che richiede la presenza di
+una serie di estensioni opzionali per lo standard POSIX, riprese da SUSv3.
+Inoltre lo standard è stato allineato allo standard C99, e segue lo stesso
+nella definizione delle interfacce.
+
+A questo standard sono stati aggiunti due documenti di correzione e
+perfezionamento denominati \textit{Technical Corrigenda}, il TC1 del 2003 ed
+il TC2 del 2004, e talvolta si fa riferimento agli stessi con le sigle
+POSIX.1-2003 e POSIX.1-2004.
+
+Infine è in corso una ulteriore revisione degli standard POSIX e SUS, che
+dovrebbe essere completata entro l'anno 2008 e che andrà presumibilmente
+sotto il nome di POSIX.1-2008. È prevista l'incorporazione di molte interfacce
+opzionali dentro le specifiche di base, oltre che le solite precisazioni ed
+aggiornamenti. Anche in questo caso è prevista la suddivisione in una
+conformità di base, e delle interfacce aggiuntive.
+
+% vedi anche man standards
+
+\subsection{Gli standard X/Open -- Opengroup -- Unix}
+\label{sec:intro_xopen}
+
+Il consorzio X/Open nacque nel 1984 come consorzio di venditori di sistemi
+Unix per giungere ad un'armonizzazione delle varie implementazioni. Per far
+questo iniziò a pubblicare una serie di documentazioni e specifiche sotto il
+nome di \textit{X/Open Portability Guide} a cui di norma si fa riferimento con
+l'abbreviazione XPG$n$, con $n$ che indica la versione.
+
+Nel 1989 il consorzio produsse una terza versione di questa guida
+particolarmente voluminosa (la \textit{X/Open Portability Guide, Issue 3}),
+contenente una dettagliata standardizzazione dell'interfaccia di sistema di
+Unix, che venne presa come riferimento da vari produttori. Questo standard,
+detto anche XPG3 dal nome della suddetta guida, è sempre basato sullo standard
+POSIX.1, ma prevede una serie di funzionalità aggiuntive fra cui le specifiche
+delle API\footnote{le \textit{Application Programmable Interface}, in sostanze
+ le interfacce di programmazione.} per l'interfaccia grafica (X11).
+
+Nel 1992 lo standard venne rivisto con una nuova versione della guida, la
+Issue 4, da cui la sigla XPG4, che aggiungeva l'interfaccia XTI (\textit{X
+ Transport Interface}) mirante a soppiantare (senza molto successo)
+l'interfaccia dei socket derivata da BSD. Una seconda versione della guida fu
+rilasciata nel 1994; questa è nota con il nome di Spec 1170 (dal numero delle
+interfacce, header e comandi definiti) ma si fa riferimento ad essa anche come
+XPG4v2.
+
+Nel 1993 il marchio Unix passò di proprietà dalla Novell (che a sua volta lo
+aveva comprato dalla AT\&T) al consorzio X/Open che iniziò a pubblicare le sue
+specifiche sotto il nome di \textit{Single UNIX Specification} o SUS, l'ultima
+versione di Spec 1170 diventò così la prima versione delle \textit{Single UNIX
+ Specification}, detta SUS o SUSv1, ma più comunemente nota anche come
+\textit{Unix 95}.
+
+Nel 1996 la fusione del consorzio X/Open con la Open Software Foundation (nata
+da un gruppo di aziende concorrenti rispetto ai fondatori di X/Open) portò
+alla costituzione dell'\textit{Open Group}, un consorzio internazionale che
+raccoglie produttori, utenti industriali, entità accademiche e governative.
+Attualmente il consorzio è detentore del marchio depositato Unix, e prosegue
+il lavoro di standardizzazione delle varie implementazioni, rilasciando
+periodicamente nuove specifiche e strumenti per la verifica della conformità
+alle stesse.
+
+Nel 1997 fu annunciata la seconda versione delle \textit{Single UNIX
+ Specification}, nota con la sigla SUSv2, in questa versione le interfacce
+specificate salgono a 1434, e addirittura a 3030 se si considerano le stazioni
+di lavoro grafiche, per le quali sono inserite pure le interfacce usate da CDE
+che richiede sia X11 che Motif. La conformità a questa versione permette l'uso
+del nome \textit{Unix 98}, usato spesso anche per riferirsi allo standard. Un
+altro nome alternativo di queste specifiche, date le origini, è XPG5.
+
+Come accennato nel 2001, con il rilascio dello standard POSIX.1-2001, è stato
+effettuato uno sforzo di sintesi in cui sono state comprese, nella parte di
+interfacce estese, anche le interfacce definite nelle \textit{Single UNIX
+ Specification}, pertanto si può fare riferimento a detto standard, quando
+comprensivo del rispetto delle estensioni XSI, come SUSv3, e fregiarsi del
+marchio UNIX 03 se conformi ad esso.
+
+Infine con la prossima revisione dello standard POSIX.1 è previsto che, come
+avviene per il POSIX.1-2001, la conformità completa a tutte quelle che saranno
+le nuove estensioni XSI previste dall'aggiornamento andrà a definire la nuova
+versione delle \textit{Single UNIX Specification} che verranno chiamate SUSv4.
+
+
+\subsection{Il controllo di aderenza agli standard}
+\label{sec:intro_gcc_glibc_std}
+
+In Linux, grazie alle \acr{glibc}, la conformità agli standard appena
+descritti può essere richiesta sia attraverso l'uso di opportune opzioni del
+compilatore (il \texttt{gcc}) che definendo delle specifiche costanti prima
+dell'inclusione dei file di dichiarazione (gli \textit{header file}) che
+definiscono le funzioni di libreria.
+
+Ad esempio se si vuole che i programmi seguano una stretta attinenza allo
+standard ANSI C si può usare l'opzione \texttt{-ansi} del compilatore, e non
+potrà essere utilizzata nessuna funzione non riconosciuta dalle specifiche
+standard ISO per il C. Il \texttt{gcc} possiede inoltre una specifica opzione
+per richiedere la conformità ad uno standard, nella forma \texttt{-std=nome},
+dove \texttt{nome} può essere \texttt{c89} per indicare lo standard ANSI C
+(vedi sez.~\ref{sec:intro_ansiC}) o \texttt{c99} per indicare la conformità
+allo standard C99.\footnote{che non è al momento completa, esistono anche le
+ possibilità di usare i valori \texttt{gnu89}, l'attuale default, che indica
+ l'uso delle estensioni GNU al C89, riprese poi dal C99, o \texttt{gnu89} che
+ indica il dialetto GNU del C99, che diventerà il default quando la
+ conformità a quest'ultimo sarà completa.}
+
+Per attivare le varie opzioni di controllo di aderenza agli standard è poi
+possibile definire delle macro di preprocessore che controllano le
+funzionalità che le \acr{glibc} possono mettere a disposizione:\footnote{le
+ macro sono definite nel file di dichiarazione \file{<features.h>}, ma non è
+ necessario includerlo nei propri programmi in quanto viene automaticamente
+ incluso da tutti gli altri file di dichiarazione che utilizzano le macro in
+ esso definite; si tenga conto inoltre che il file definisce anche delle
+ ulteriori macro interne, in genere con un doppio prefisso di \texttt{\_},
+ che non devono assolutamente mai essere usate direttamente. } questo può
+essere fatto attraverso l'opzione \texttt{-D} del compilatore, ma è buona
+norma farlo inserendo gli opportuni \code{\#define} prima della inclusione dei
+propri \textit{header file}.
+
+Le macro disponibili per controllare l'aderenza ai vari standard messe a
+disposizione delle \acr{glibc}, che rendono disponibili soltanto le funzioni
+in esse definite, sono illustrate nel seguente elenco:
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{3cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+\item[\macro{\_\_STRICT\_ANSI\_\_}] richiede l'aderenza stretta allo standard
+ C ISO; viene automaticamente predefinita qualora si invochi il \texttt{gcc}
+ con le opzione \texttt{-ansi} o \texttt{-std=c99}.
+
+\item[\macro{\_POSIX\_SOURCE}] definendo questa macro (considerata obsoleta)
+ si rendono disponibili tutte le funzionalità dello standard POSIX.1 (la
+ versione IEEE Standard 1003.1) insieme a tutte le funzionalità dello
+ standard ISO C. Se viene anche definita con un intero positivo la macro
+ \macro{\_POSIX\_C\_SOURCE} lo stato di questa non viene preso in
+ considerazione.
+
+\item[\macro{\_POSIX\_C\_SOURCE}] definendo questa macro ad un valore intero
+ positivo si controlla quale livello delle funzionalità specificate da POSIX
+ viene messa a disposizione; più alto è il valore maggiori sono le
+ funzionalità:
+ \begin{itemize}
+ \item un valore uguale a ``\texttt{1}'' rende disponibili le funzionalità
+ specificate nella edizione del 1990 (IEEE Standard 1003.1-1990);
+ \item valori maggiori o uguali a ``\texttt{2}'' rendono disponibili le
+ funzionalità previste dallo standard POSIX.2 specificate nell'edizione del
+ 1992 (IEEE Standard 1003.2-1992),
+ \item un valore maggiore o uguale a ``\texttt{199309L}'' rende disponibili
+ le funzionalità previste dallo standard POSIX.1b specificate nell'edizione
+ del 1993 (IEEE Standard 1003.1b-1993);
+ \item un valore maggiore o uguale a ``\texttt{199506L}'' rende disponibili
+ le funzionalità previste dallo standard POSIX.1 specificate nell'edizione
+ del 1996 (\textit{ISO/IEC 9945-1:1996}), ed in particolare le definizioni
+ dello standard POSIX.1c per i \itindex{thread} \textit{thread};
+ \item a partire dalla versione 2.3.3 delle \acr{glibc} un valore maggiore o
+ uguale a ``\texttt{200112L}'' rende disponibili le funzionalità di base
+ previste dallo standard POSIX.1-2001, escludendo le estensioni XSI;
+ \item a partire dalla versione 2.10 delle \acr{glibc} un valore maggiore o
+ uguale a ``\texttt{200809L}'' rende disponibili le funzionalità di base
+ previste dallo standard POSIX.1-2008, escludendo le estensioni XSI;
+ \item in futuro valori superiori potranno abilitare ulteriori estensioni.
+ \end{itemize}
+
+\item[\macro{\_BSD\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono disponibili le
+ funzionalità derivate da BSD4.3, insieme a quelle previste dagli standard
+ ISO C, POSIX.1 e POSIX.2; alcune delle funzionalità previste da BSD sono
+ però in conflitto con le corrispondenti definite nello standard POSIX.1, in
+ questo caso se la macro è definita le definizioni previste da BSD4.3 avranno
+ la precedenza rispetto a POSIX.
+
+ A causa della natura dei conflitti con POSIX per ottenere una piena
+ compatibilità con BSD4.3 può essere necessario anche usare una libreria di
+ compatibilità, dato che alcune funzioni sono definite in modo diverso. In
+ questo caso occorrerà anche usare l'opzione \cmd{-lbsd-compat} con il
+ compilatore per indicargli di utilizzare le versioni nella libreria di
+ compatibilità prima di quelle normali.
+
+ Si tenga inoltre presente che la preferenza verso le versioni delle funzioni
+ usate da BSD viene mantenuta soltanto se nessuna delle ulteriori macro di
+ specificazione di standard successivi (vale a dire una fra
+ \macro{\_POSIX\_C\_SOURCE}, \macro{\_POSIX\_SOURCE}, \macro{\_SVID\_SOURCE},
+ \macro{\_XOPEN\_SOURCE}, \macro{\_XOPEN\_SOURCE\_EXTENDED} o
+ \macro{\_GNU\_SOURCE}) è stata a sua volta attivata, nel qual caso queste
+ hanno la precedenza. Se però si definisce \macro{\_BSD\_SOURCE} dopo aver
+ definito una di queste macro, l'effetto sarà quello di dare la precedenza
+ alle funzioni in forma BSD.
+
+\item[\macro{\_SVID\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono disponibili le
+ funzionalità derivate da SVID. Esse comprendono anche quelle definite negli
+ standard ISO C, POSIX.1, POSIX.2, e X/Open (XPG$n$) illustrati in
+ precedenza.
+
+\item[\macro{\_XOPEN\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono disponibili
+ le funzionalità descritte nella \textit{X/Open Portability Guide}. Anche
+ queste sono un sovrainsieme di quelle definite negli standard POSIX.1 e
+ POSIX.2 ed in effetti sia \macro{\_POSIX\_SOURCE} che
+ \macro{\_POSIX\_C\_SOURCE} vengono automaticamente definite. Sono incluse
+ anche ulteriori funzionalità disponibili in BSD e SVID, più una serie di
+ estensioni a secondo dei seguenti valori:
+ \begin{itemize}
+ \item la definizione della macro ad un valore qualunque attiva le
+ funzionalità specificate negli standard POSIX.1, POSIX.2 e XPG4;
+ \item un valore di ``\texttt{500}'' o superiore rende disponibili anche le
+ funzionalità introdotte con SUSv2, vale a dire la conformità ad Unix98;
+ \item a partire dalla versione 2.2 delle \acr{glibc} un valore uguale a
+ ``\texttt{600}'' o superiore rende disponibili anche le funzionalità
+ introdotte con SUSv3, corrispondenti allo standard POSIX.1-2001 più le
+ estensioni XSI.
+ \item a partire dalla versione 2.10 delle \acr{glibc} un valore uguale a
+ ``\texttt{700}'' o superiore rende disponibili anche le funzionalità
+ introdotte con SUSv4, corrispondenti allo standard POSIX.1-2008 più le
+ estensioni XSI.
+ \end{itemize}
+
+\item[\macro{\_XOPEN\_SOURCE\_EXTENDED}] definendo questa macro si rendono
+ disponibili le ulteriori funzionalità necessarie ad essere conformi al
+ rilascio del marchio \textit{X/Open Unix} corrispondenti allo standard
+ Unix95, vale a dire quelle specificate da SUSv1/XPG4v2. Questa macro viene
+ definita implicitamente tutte le volte che si imposta
+ \macro{\_XOPEN\_SOURCE} ad un valore maggiore o uguale a 500.
+
+\item[\macro{\_ISOC99\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono disponibili
+ le funzionalità previste per la revisione delle librerie standard del C
+ introdotte con lo standard ISO C99. La macro è definita a partire dalla
+ versione 2.1.3 delle \acr{glibc}.
+
+ Le precedenti versioni della serie 2.1.x riconoscevano le stesse estensioni
+ con la macro \macro{\_ISOC9X\_SOURCE}, dato che lo standard non era stato
+ finalizzato, ma le \acr{glibc} avevano già un'implementazione completa che
+ poteva essere attivata definendo questa macro. Benché questa sia obsoleta
+ viene tuttora riconosciuta come equivalente di \macro{\_ISOC99\_SOURCE} per
+ compatibilità.
+
+\item[\macro{\_GNU\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono disponibili
+ tutte le funzionalità disponibili nei vari standard oltre a varie estensioni
+ specifiche presenti solo nelle \acr{glibc} ed in Linux. Gli standard coperti
+ sono: ISO C89, ISO C99, POSIX.1, POSIX.2, BSD, SVID, X/Open, SUS.
+
+ L'uso di \macro{\_GNU\_SOURCE} è equivalente alla definizione contemporanea
+ delle macro: \macro{\_BSD\_SOURCE}, \macro{\_SVID\_SOURCE},
+ \macro{\_POSIX\_SOURCE}, \macro{\_ISOC99\_SOURCE}, inoltre
+ \macro{\_POSIX\_C\_SOURCE} con valore ``\texttt{200112L}'' (o
+ ``\texttt{199506L}'' per le versioni delle \acr{glibc} precedenti la 2.5),
+ \macro{\_XOPEN\_SOURCE\_EXTENDED} e \macro{\_XOPEN\_SOURCE} con valore 600
+ (o 500 per le versioni delle \acr{glibc} precedenti la 2.2); oltre a queste
+ vengono pure attivate le ulteriori due macro \macro{\_ATFILE\_SOURCE} e
+ \macro{\_LARGEFILE64\_SOURCE} che definiscono funzioni previste
+ esclusivamente dalle \acr{glibc}.
+
+\end{basedescript}
+
+Benché Linux supporti in maniera estensiva gli standard più diffusi, esistono
+comunque delle estensioni e funzionalità specifiche, non presenti in altri
+standard e lo stesso vale per le \acr{glibc} stesse, che definiscono anche
+delle ulteriori funzioni di libreria. Ovviamente l'uso di queste funzionalità
+deve essere evitato se si ha a cuore la portabilità, ma qualora questo non sia
+un requisito esse possono rivelarsi molto utili.
+
+Come per l'aderenza ai vari standard, le funzionalità aggiuntive possono
+essere rese esplicitamente disponibili tramite la definizione di opportune
+macro di preprocessore, alcune di queste vengono attivate con la definizione
+di \macro{\_GNU\_SOURCE}, mentre altre devono essere attivate esplicitamente,
+inoltre alcune estensioni possono essere attivate indipendentemente tramite
+una opportuna macro; queste estensioni sono illustrate nel seguente elenco:
+
+\begin{basedescript}{\desclabelwidth{3cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
+
+\item[\macro{\_LARGEFILE\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono
+ disponibili alcune funzioni che consentono di superare una inconsistenza
+ presente negli standard con i file di grandi dimensioni, ed in particolare
+ definire le due funzioni \func{fseeko} e \func{ftello} che al contrario
+ delle corrispettive \func{fseek} e \func{ftell} usano il tipo di dato
+ specifico \ctyp{off\_t} (vedi sez.~\ref{sec:file_fseek}).
+
+\item[\macro{\_LARGEFILE64\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono
+ disponibili le funzioni di una interfaccia alternativa al supporto di valori
+ a 64 bit nelle funzioni di gestione dei file (non supportati in certi
+ sistemi), caratterizzate dal suffisso \texttt{64} aggiunto ai vari nomi di
+ tipi di dato e funzioni (come \ctyp{off64\_t} al posto di \ctyp{off\_t} o
+ \func{lseek64} al posto di \func{lseek}).
+
+ Le funzioni di questa interfaccia alternativa sono state proposte come una
+ estensione ad uso di transizione per le \textit{Single UNIX Specification},
+ per consentire la gestione di file di grandi dimensioni anche nei sistemi a
+ 32 bit, in cui la dimensione massima, espressa con un intero, non poteva
+ superare i 2Gb. Nei nuovi programmi queste funzioni devono essere evitate,
+ a favore dell'uso macro \macro{\_FILE\_OFFSET\_BITS}, che definita al valore
+ di \texttt{64} consente di usare in maniera trasparente le funzioni
+ dell'interfaccia classica.
+
+\item[\macro{\_FILE\_OFFSET\_BITS}] la definizione di questa macro al valore
+ di \texttt{64} consente di attivare la conversione automatica di tutti i
+ riferimenti a dati e funzioni a 32 bit nelle funzioni di interfaccia ai file
+ con le equivalenti a 64 bit, senza dover utilizzare esplicitamente
+ l'interfaccia alternativa appena illustrata. In questo modo diventa
+ possibile usare le ordinarie funzioni per effettuare operazioni a 64 bit sui
+ file anche su sistemi a 32 bit.\footnote{basterà ricompilare il programma
+ dopo averla definita, e saranno usate in modo trasparente le funzioni a 64
+ bit.}
+
+ Se la macro non è definita o è definita con valore \texttt{32} questo
+ comportamento viene disabilitato, e sui sistemi a 32 bit verranno usate le
+ ordinarie funzioni a 32 bit, non avendo più il supporto per file di grandi
+ dimensioni. Su sistemi a 64 bit invece, dove il problema non sussiste, la
+ macro non ha nessun effetto.
+
+\item[\macro{\_ATFILE\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono disponibili
+ le estensioni delle funzioni di creazione, accesso e modifica di file e
+ directory che risolvono i problemi di sicurezza insiti nell'uso di pathname
+ relativi con programmi \itindex{thread} \textit{multi-thread} illustrate in
+ sez.~\ref{sec:file_openat}.
+
+\item[\macro{\_REENTRANT}] definendo questa macro, o la equivalente
+ \macro{\_THREAD\_SAFE} (fornita per compatibilità) si rendono disponibili le
+ versioni \index{funzioni!rientranti} rientranti (vedi
+ sez.~\ref{sec:proc_reentrant}) di alcune funzioni, necessarie quando si
+ usano i \itindex{thread} \textit{thread}. Alcune di queste funzioni sono
+ anche previste nello standard POSIX.1c, ma ve ne sono altre che sono
+ disponibili soltanto su alcuni sistemi, o specifiche del \acr{glibc}, e
+ possono essere utilizzate una volta definita la macro.
+
+\item[\macro{\_FORTIFY\_SOURCE}] definendo questa macro viene abilitata
+ l'inserimento di alcuni controlli per alcune funzioni di allocazione e
+ manipolazione di memoria e stringhe che consentono di rilevare
+ automaticamente alcuni errori di \textit{buffer overflow} nell'uso delle
+ stesse. La funzionalità è stata introdotta a partire dalla versione 2.3.4
+ delle \acr{glibc} e richiede anche il supporto da parte del compilatore, che
+ è disponibile solo a partire dalla versione 4.0 del \texttt{gcc}.
+
+ Le funzioni di libreria che vengono messe sotto controllo quando questa
+ funzionalità viene attivata sono, al momento della stesura di queste note,
+ le seguenti: \func{memcpy}, \func{mempcpy}, \func{memmove}, \func{memset},
+ \func{stpcpy}, \func{strcpy}, \func{strncpy}, \func{strcat}, \func{strncat},
+ \func{sprintf}, \func{snprintf}, \func{vsprintf}, \func{vsnprintf}, e
+ \func{gets}.
+
+ La macro prevede due valori, con \texttt{1} vengono eseguiti dei controlli
+ di base che non cambiano il comportamento dei programmi se si richiede una
+ ottimizzazione di livello uno o superiore,\footnote{vale a dire se si usa
+ l'opzione \texttt{-O1} o superiore del \texttt{gcc}.} mentre con il
+ valore \texttt{2} vengono aggiunti maggiori controlli. Dato che alcuni dei
+ controlli vengono effettuati in fase di compilazione l'uso di questa macro
+ richiede anche la collaborazione del compilatore, disponibile dalla
+ versione 4.0 del \texttt{gcc}.
+
+\end{basedescript}
+
+Se non è stata specificata esplicitamente nessuna di queste macro il default
+assunto è che siano definite \macro{\_BSD\_SOURCE}, \macro{\_SVID\_SOURCE},
+\macro{\_POSIX\_SOURCE} e, con le \acr{glibc} più recenti, che la macro
+\macro{\_POSIX\_C\_SOURCE} abbia il valore ``\texttt{200809L}'', per versioni
+precedenti delle \acr{glibc} il valore assegnato a \macro{\_POSIX\_C\_SOURCE}
+era di ``\texttt{200112L}'' prima delle 2.10, di ``\texttt{199506L}'' prima
+delle 2.4, di ``\texttt{199506L}'' prima delle 2.1. Si ricordi infine che
+perché queste macro abbiano effetto devono essere sempre definite prima
+dell'inclusione dei file di dichiarazione.
+
+
+% vedi anche man feature_test_macros
+
+% LocalWords: like kernel multitasking scheduler preemptive sez swap is cap VM
+% LocalWords: everything bootstrap init shell Windows Foundation system call
+% LocalWords: fig libc uClib glibc embedded Library POSIX username PAM Methods
+% LocalWords: Pluggable Autentication group supplementary Name Service Switch
+% LocalWords: LDAP identifier uid gid superuser root if BSD SVr dall' American
+% LocalWords: National Institute International Organisation IEC header tab gcc
+% LocalWords: assert ctype dirent errno fcntl limits malloc setjmp signal utmp
+% LocalWords: stdarg stdio stdlib string times unistd library int short caddr
+% LocalWords: address clock dev ino inode key IPC loff nlink off pid rlim size
+% LocalWords: sigset ssize ptrdiff sys nell'header IEEE Richard Portable of TR
+% LocalWords: Operating Interface dell'IEEE Electrical and Electronics thread
+% LocalWords: Engeneers Socket NT matching regular expression scheduling l'I
+% LocalWords: XPG Portability Issue Application Programmable XTI Transport AT
+% LocalWords: socket Spec Novell Specification SUSv CDE Motif Berkley select
+% LocalWords: SunOS l'AT Sun HP Xenix Description SVID Laboratories MP hsearch
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