- Specification}, nota con la sigla SUSv2, in queste versione le interfacce
-specificate salgono a 1434 (e 3030 se si considerano le stazioni di lavoro
-grafiche, per le quali sono inserite pure le interfacce usate da CDE che
-richiede sia X11 che Motif). La conformità a questa versione permette l'uso
-del nome \textit{Unix 98}, usato spesso anche per riferirsi allo standard.
-
-
-\subsection{Lo ``standard'' BSD}
-\label{sec:intro_bsd}
-
-Lo sviluppo di BSD iniziò quando la fine della collaborazione fra l'Università
-di Berkley e la AT\&T generò una delle prime e più importanti fratture del
-mondo Unix. L'Università di Berkley proseguì nello sviluppo della base di
-codice di cui disponeva, e che presentava parecchie migliorie rispetto alle
-allora versioni disponibili, fino ad arrivare al rilascio di una versione
-completa di Unix, chiamata appunto BSD, del tutto indipendente dal codice
-della AT\&T.
-
-Benché BSD non sia uno standard formalizzato, l'implementazione di Unix
-dell'Università di Berkley, ha provveduto nel tempo una serie di estensioni e
-API di grande rilievo, come il link simbolici, la funzione \code{select}, i
-socket.
-
-Queste estensioni sono state via via aggiunte al sistema nelle varie versioni
-del sistema (BSD 4.2, BSD 4.3 e BSD 4.4) come pure in alcuni derivati
-commerciali come SunOS. Il kernel e le \acr{glibc} provvedono tutte queste
-estensioni che sono state in gran parte incorporate negli standard successivi.
-
-
-\subsection{Lo standard System V}
-\label{sec:intro_sysv}
-
-Come noto Unix nasce nei laboratori della AT\&T, che ne registrò il nome come
-marchio depositato, sviluppandone una serie di versioni diverse; nel 1983 la
-versione supportata ufficialmente venne rilasciata al pubblico con il nome di
-Unix System V. Negli anni successivi l'AT\&T proseguì lo sviluppo rilasciando
-varie versioni con aggiunte e integrazioni; nel 1989 un accordo fra vari
-venditori (AT\&T, Sun, HP, e altro) portò ad una versione che provvedeva
-un'unificazione delle interfacce comprendente Xenix e BSD, la System V release
-4.
-
-L'interfaccia di questa ultima release è descritta in un documento dal titolo
-\textit{System V Interface Description}, o SVID; spesso però si fa riferimento
-a questo standard con il nome della sua implementazione, usando la sigla SVr4.
-
-Anche questo costituisce un sovrainsieme delle interfacce definite dallo
-standard POSIX. Nel 1992 venne rilasciata una seconda versione del sistema:
-la SVr4.2. L'anno successivo la divisione della AT\&T (già a suo tempo
-rinominata in Unix System Laboratories) venne acquistata dalla Novell, che poi
-trasferì il marchio Unix al consorzio X/Open; l'ultima versione di System V fu
-la SVr4.2MP rilasciata nel Dicembre 93.
-
-Linux e le \acr{glibc} implementano le principali funzionalità richieste da
-SVID che non sono già incluse negli standard POSIX ed ANSI C, per
-compatibilità con lo Unix System V e con altri Unix (come SunOS) che le
-includono. Tuttavia le funzionalità più oscure e meno utilizzate (che non sono
-presenti neanche in System V) sono state tralasciate.
-
-Le funzionalità implementate sono principalmente il meccanismo di
-intercomunicazione fra i processi e la memoria condivisa (il cosiddetto System
-V IPC, che vedremo in \secref{sec:ipc_sysv}) le funzioni della famiglia
-\func{hsearch} e \func{drand48}, \func{fmtmsg} e svariate funzioni
-matematiche.
-
-
-\subsection{Il comportamento standard del \cmd{gcc} e delle \acr{glibc}}
+ Specification}, nota con la sigla SUSv2, in questa versione le interfacce
+specificate salgono a 1434, e addirittura a 3030 se si considerano le stazioni
+di lavoro grafiche, per le quali sono inserite pure le interfacce usate da CDE
+che richiede sia X11 che Motif. La conformità a questa versione permette l'uso
+del nome \textit{Unix 98}, usato spesso anche per riferirsi allo standard. Un
+altro nome alternativo di queste specifiche, date le origini, è XPG5.
+
+Come accennato nel 2001, con il rilascio dello standard POSIX.1-2001, è stato
+effettuato uno sforzo di sintesi in cui sono state comprese, nella parte di
+interfacce estese, anche le interfacce definite nelle \textit{Single UNIX
+ Specification}, pertanto si può fare riferimento a detto standard, quando
+comprensivo del rispetto delle estensioni XSI, come SUSv3, e fregiarsi del
+marchio UNIX 03 se conformi ad esso.
+
+Infine con la prossima revisione dello standard POSIX.1 è previsto che, come
+avviene per il POSIX.1-2001, la conformità completa a tutte quelle che saranno
+le nuove estensioni XSI previste dall'aggiornamento andrà a definire la nuova
+versione delle \textit{Single UNIX Specification} che verranno chiamate SUSv4.
+
+
+\subsection{Il controllo di aderenza agli standard}