+\footnotetext{per una maggiore efficienza \func{splice} usa quando possibile i
+ meccanismi della memoria virtuale per eseguire i trasferimenti di dati (in
+ maniera analoga a \func{mmap}), qualora le pagine non possano essere
+ spostate dalla pipe o il buffer non corrisponda a pagine intere esse saranno
+ comunque comunque copiate.}
+
+\footnotetext{questa opzione consente di utilizzare delle opzioni di gestione
+ dei socket che permettono di ottimizzare le trasmissioni via rete, si veda
+ la descrizione di \const{TCP\_CORK} in sez.~\ref{sec:sock_tcp_udp_options} e
+ quella di \const{MSG\_MORE} in sez.~\ref{sec:net_sendmsg}.}
+
+\footnotetext{questo significa che la cache delle pagine e i dati su disco
+ potranno differire, e che l'applicazione non potrà modificare quest'area di
+ memoria.}
+
+Per capire meglio il funzionamento di \func{splice} vediamo un esempio con un
+semplice programma che usa questa funzione per effettuare la copia di un file
+su un altro senza utilizzare buffer in user space. Il programma si chiama
+\texttt{splicecp.c} ed il codice completo è disponibile coi sorgenti allegati
+alla guida, il corpo principale del programma, che non contiene la sezione di
+gestione delle opzioni e le funzioni di ausilio è riportato in
+fig.~\ref{fig:splice_example}.
+
+Lo scopo del programma è quello di eseguire la copia dei con \func{splice},
+questo significa che si dovrà usare la funzione due volte, prima per leggere i
+dati e poi per scriverli, appoggiandosi ad un buffer in kernel space (vale a
+dire ad una \textit{pipe}); lo schema del flusso dei dati è illustrato in
+fig.~\ref{fig:splicecp_data_flux}.
+
+\begin{figure}[htb]
+ \centering
+ \includegraphics[height=6cm]{img/splice_copy}
+ \caption{Struttura del flusso di dati usato dal programma \texttt{splicecp}.}
+ \label{fig:splicecp_data_flux}
+\end{figure}
+
+Una volta trattate le opzioni il programma verifica che restino
+(\texttt{\small 13--16}) i due argomenti che indicano il file sorgente ed il
+file destinazione. Il passo successivo è aprire il file sorgente
+(\texttt{\small 18--22}), quello di destinazione (\texttt{\small 23--27}) ed
+infine (\texttt{\small 28--31}) la \textit{pipe} che verrà usata come buffer.
+
+\begin{figure}[!htbp]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includecodesample{listati/splicecp.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Esempio di codice che usa \func{splice} per effettuare la copia di
+ un file.}
+ \label{fig:splice_example}
+\end{figure}
+
+Il ciclo principale (\texttt{\small 33--58}) inizia con la lettura dal file
+sorgente tramite la prima \func{splice} (\texttt{\small 34--35}), in questo
+caso si è usato come primo argomento il file descriptor del file sorgente e
+come terzo quello del capo in scrittura della \textit{pipe} (il funzionamento
+delle \textit{pipe} e l'uso della coppia di file descriptor ad esse associati
+è trattato in dettaglio in sez.~\ref{sec:ipc_unix}; non ne parleremo qui dato
+che nell'ottica dell'uso di \func{splice} questa operazione corrisponde
+semplicemente al trasferimento dei dati dal file al buffer).
+
+La lettura viene eseguita in blocchi pari alla dimensione specificata
+dall'opzione \texttt{-s} (il default è 4096); essendo in questo caso
+\func{splice} equivalente ad una \func{read} sul file, se ne controlla il
+valore di uscita in \var{nread} che indica quanti byte sono stati letti, se
+detto valore è nullo (\texttt{\small 36}) questo significa che si è giunti
+alla fine del file sorgente e pertanto l'operazione di copia è conclusa e si
+può uscire dal ciclo arrivando alla conclusione del programma (\texttt{\small
+ 59}). In caso di valore negativo (\texttt{\small 37--44}) c'è stato un
+errore ed allora si ripete la lettura (\texttt{\small 36}) se questo è dovuto
+ad una interruzione, o altrimenti si esce con un messaggio di errore
+(\texttt{\small 41--43}).
+
+Una volta completata con successo la lettura si avvia il ciclo di scrittura
+(\texttt{\small 45--57}); questo inizia (\texttt{\small 46--47}) con la
+seconda \func{splice} che cerca di scrivere gli \var{nread} byte letti, si
+noti come in questo caso il primo argomento faccia di nuovo riferimento alla
+\textit{pipe} (in questo caso si usa il capo in lettura, per i dettagli si
+veda al solito sez.~\ref{sec:ipc_unix}) mentre il terzo sia il file descriptor
+del file di destinazione.
+
+Di nuovo si controlla il numero di byte effettivamente scritti restituito in
+\var{nwrite} e in caso di errore al solito si ripete la scrittura se questo è
+dovuto a una interruzione o si esce con un messaggio negli altri casi
+(\texttt{\small 48--55}). Infine si chiude il ciclo di scrittura sottraendo
+(\texttt{\small 57}) il numero di byte scritti a quelli di cui è richiesta la
+scrittura,\footnote{in questa parte del ciclo \var{nread}, il cui valore
+ iniziale è dato dai byte letti dalla precedente chiamata a \func{splice},
+ viene ad assumere il significato di byte da scrivere.} così che il ciclo di
+scrittura venga ripetuto fintanto che il valore risultante sia maggiore di
+zero, indice che la chiamata a \func{splice} non ha esaurito tutti i dati
+presenti sul buffer.
+
+Si noti come il programma sia concettualmente identico a quello che si sarebbe
+scritto usando \func{read} al posto della prima \func{splice} e \func{write}
+al posto della seconda, utilizzando un buffer in user space per eseguire la
+copia dei dati, solo che in questo caso non è stato necessario allocare nessun
+buffer e non si è trasferito nessun dato in user space.
+
+Si noti anche come si sia usata la combinazione \texttt{SPLICE\_F\_MOVE |
+ SPLICE\_F\_MORE } per l'argomento \param{flags} di \func{splice}, infatti
+anche se un valore nullo avrebbe dato gli stessi risultati, l'uso di questi
+flag, che si ricordi servono solo a dare suggerimenti al kernel, permette in
+genere di migliorare le prestazioni.
+
+Come accennato con l'introduzione di \func{splice} sono state realizzate altre
+due system call, \func{vmsplice} e \func{tee}, che utilizzano la stessa
+infrastruttura e si basano sullo stesso concetto di manipolazione e
+trasferimento di dati attraverso un buffer in kernel space; benché queste non
+attengono strettamente ad operazioni di trasferiemento dati fra file
+descriptor, le tratteremo qui.
+
+La prima funzione, \funcd{vmsplice}, è la più simile a \func{splice} e come
+indica il suo nome consente di trasferire i dati dalla memoria di un processo
+verso una \textit{pipe}, il suo prototipo è:
+\begin{functions}
+ \headdecl{fcntl.h}
+ \headdecl{sys/uio.h}
+
+ \funcdecl{long vmsplice(int fd, const struct iovec *iov, unsigned long
+ nr\_segs, unsigned int flags)}
+
+ Trasferisce dati dalla memoria di un processo verso una \textit{pipe}.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce il numero di byte trasferiti in caso di
+ successo e $-1$ in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno
+ dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EBADF}] o \param{fd} non è un file descriptor valido o non
+ fa riferimento ad una \textit{pipe}.
+ \item[\errcode{EINVAL}] si è usato un valore nullo per \param{nr\_segs}
+ oppure si è usato \const{SPLICE\_F\_GIFT} ma la memoria non è allineata.
+ \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è memoria sufficiente per l'operazione
+ richiesta.
+ \end{errlist}
+ }
+\end{functions}
+
+La \textit{pipe} dovrà essere specificata tramite il file descriptor
+corrispondente al suo capo aperto in scrittura (di nuovo si faccia riferimento
+a sez.~\ref{sec:ipc_unix}), mentre per indicare quali zone di memoria devono
+essere trasferita si deve utilizzare un vettore di strutture \struct{iovec}
+(vedi fig.~\ref{fig:file_iovec}), con le stesse con cui le si usano per l'I/O
+vettorizzato; le dimensioni del sudetto vettore devono essere passate
+nell'argomento \param{nr\_segs} che indica il numero di segmenti di memoria da
+trasferire. Sia per il vettore che per il valore massimo di \param{nr\_segs}
+valgono le stesse limitazioni illustrate in sez.~\ref{sec:file_multiple_io}.
+
+In caso di successo la funzione ritorna il numero di byte trasferiti sulla
+pipe, in generale (se i dati una volta creati non devono essere riutilizzati)
+è opportuno utilizzare il flag \const{SPLICE\_F\_GIFT}; questo fa si che il
+kernel possa rimuovere le relative pagine dallo spazio degli indifizzi del
+processo, e scaricarle nella cache, così che queste possono essere utilizzate
+immediatamente senza necessità di eseguire una copia dei dati che contengono.
+
+La seconda funzione aggiunta insieme a \func{splice} è \func{tee}, che deve il
+suo nome all'omonimo comando in user space, perché in analogia con questo
+permette di duplicare i dati in ingresso su una \textit{pipe} su un'altra
+\textit{pipe}. In sostanza, sempre nell'ottica della manipolazione dei dati su
+dei buffer in kernel space, la funzione consente di eseguire una copia del
+contenuto del buffer stesso. Il prototipo di \funcd{tee} è il seguente:
+\begin{functions}
+ \headdecl{fcntl.h}
+
+ \funcdecl{long tee(int fd\_in, int fd\_out, size\_t len, unsigned int
+ flags)}
+
+ Duplica \param{len} byte da una \textit{pipe} ad un'altra.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce il numero di byte copiati in caso di
+ successo e $-1$ in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno
+ dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EINVAL}] o uno fra \param{fd\_in} e \param{fd\_out} non fa
+ riferimento ad una \textit{pipe} o entrambi fanno riferimento alla
+ stessa \textit{pipe}.
+ \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è memoria sufficiente per l'operazione
+ richiesta.
+ \end{errlist}
+ }
+\end{functions}
+
+La funzione copia \param{len} byte del contenuto di una \textit{pipe} su di
+un'altra; \param{fd\_in} deve essere il capo in lettura della \textit{pipe}
+sorgente e \param{fd\_out} il capo in scrittura della \textit{pipe}
+destinazione; a differenza di quanto avviene con \func{read} i dati letti con
+\func{tee} da \func{fd\_in} non vengono \textsl{consumati} e restano
+disponibili sulla \textit{pipe} per una successiva lettura (di nuovo per il
+comportamento delle \textit{pipe} si veda sez.~\ref{sec:ipc_unix}).
+
+La funzione restituisce il numero di byte copiati da una \textit{pipe}
+all'altra (o $-1$ in caso di errore), un valore nullo indica che non ci sono
+byte disponibili da copiare e che il capo in scrittura della pipe è stato
+chiuso.\footnote{si tenga presente però che questo non avviene se si è
+ impostato il flag \const{SPLICE\_F\_NONBLOCK}, in tal caso infatti si
+ avrebbe un errore di \errcode{EAGAIN}.} Un esempio di realizzazione del
+comando \texttt{tee} usando questa funzione, ripreso da quello fornito nella
+pagina di manuale e dall'esempio allegato al pacth originale, è riportato in
+fig.~\ref{fig:tee_example}. Il programma consente di copiare il contenuto
+dello standard input sullo standard output e su un file specificato come
+argomento, il codice completo si trova nel file \texttt{tee.c} dei sorgenti
+allegati alla guida.
+
+\begin{figure}[!htbp]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includecodesample{listati/tee.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Esempio di codice che usa \func{tee} per copiare i dati dello
+ standard input sullo standard output e su un file.}
+ \label{fig:tee_example}
+\end{figure}
+
+La prima parte del programma (\texttt{\small 10--35}) si cura semplicemente di
+controllare (\texttt{\small 11--14}) che sia stato fornito almeno un argomento
+(il nome del file su cui scrivere), di aprirlo ({\small 15--19}) e che sia lo
+standard input (\texttt{\small 20--27}) che lo standard output (\texttt{\small
+ 28--35}) corripondano ad una \textit{pipe}.
+
+Il ciclo principale (\texttt{\small 37--58}) inizia con la chiamata a
+\func{tee} che duplica il contenuto dello standard input sullo standard output
+(\texttt{\small 39}), questa parte è del tutto analoga ad una lettura ed
+infatti come nell'esempio di fig.~\ref{fig:splice_example} si controlla il
+valore di ritorno della funzione in \var{len}; se questo è nullo significa che
+non ci sono più dati da leggere e si chiude il ciclo (\texttt{\small 40}), se
+è negativo c'è stato un errore, ed allora si ripete la chiamata se questo è
+dovuto ad una interruzione (\texttt{\small 42--44}) o si stampa un messaggio
+di errore e si esce negli altri casi (\texttt{\small 44--47}).
+
+Una volta completata la copia dei dati sullo standard output si possono
+estrarre dalla standard input e scrivere sul file, di nuovo su usa un ciclo di
+scrittura (\texttt{\small 50--58}) in cui si ripete una chiamata a
+\func{splice} (\texttt{\small 51}) fintanto che non si sono scritti tutti i
+\var{len} byte copiati in precedenza con \func{tee} (il funzionamento è
+identico all'analogo ciclo di scrittura del precedente esempio di
+fig.~\ref{fig:splice_example}).
+
+Infine una nota finale riguardo \func{splice}, \func{vmsplice} e \func{tee}:
+occorre sottolineare che benché finora si sia parlato di trasferimenti o copie
+di dati in realtà nella implementazione di queste system call non è affatto
+detto che i dati vengono effettivamente spostati o copiati, il kernel infatti
+realizza le \textit{pipe} come un insieme di puntatori\footnote{per essere
+ precisi si tratta di un semplice buffer circolare, un buon articolo sul tema
+ si trova su \href{http://lwn.net/Articles/118750/}
+ {\texttt{http://lwn.net/Articles/118750/}}.} alle pagine di memoria interna
+che contengono i dati, per questo una volta che i dati sono presenti nella
+memoria del kernel tutto quello che viene fatto è creare i suddetti puntatori
+ed aumentare il numero di referenze; questo significa che anche con \func{tee}
+non viene mai copiato nessun byte, vengono semplicemente copiati i puntatori.