+Infine due campi \var{name} e \var{len} sono utilizzati soltanto quando
+l'evento è relativo ad un file presente in una directory posta sotto
+osservazione, in tal caso essi contengono rispettivamente il nome del file
+(come \itindsub{pathname}{relativo} \textit{pathname} relativo alla directory
+osservata) e la relativa dimensione in byte. Il campo \var{name} viene sempre
+restituito come stringa terminata da NUL, con uno o più zeri di terminazione,
+a seconda di eventuali necessità di allineamento del risultato, ed il valore
+di \var{len} corrisponde al totale della dimensione di \var{name}, zeri
+aggiuntivi compresi. La stringa con il nome del file viene restituita nella
+lettura subito dopo la struttura \struct{inotify\_event}; questo significa che
+le dimensioni di ciascun evento di \textit{inotify} saranno pari a
+\code{sizeof(\struct{inotify\_event}) + len}.
+
+Vediamo allora un esempio dell'uso dell'interfaccia di \textit{inotify} con un
+semplice programma che permette di mettere sotto osservazione uno o più file e
+directory. Il programma si chiama \texttt{inotify\_monitor.c} ed il codice
+completo è disponibile coi sorgenti allegati alla guida, il corpo principale
+del programma, che non contiene la sezione di gestione delle opzioni e le
+funzioni di ausilio è riportato in fig.~\ref{fig:inotify_monitor_example}.
+
+\begin{figure}[!htbp]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{\codesamplewidth}
+ \includecodesample{listati/inotify_monitor.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{Esempio di codice che usa l'interfaccia di \textit{inotify}.}
+ \label{fig:inotify_monitor_example}
+\end{figure}
+
+Una volta completata la scansione delle opzioni il corpo del programma inizia
+controllando (\texttt{\small 11-15}) che sia rimasto almeno un argomento che
+indichi quale file o directory mettere sotto osservazione (e qualora questo
+non avvenga esce stampando la pagina di aiuto); dopo di che passa
+(\texttt{\small 16-20}) all'inizializzazione di \textit{inotify} ottenendo con
+\func{inotify\_init} il relativo file descriptor (o si esce in caso di
+errore).
+
+Il passo successivo è aggiungere (\texttt{\small 21-30}) alla coda di
+notifica gli opportuni osservatori per ciascuno dei file o directory indicati
+all'invocazione del comando; questo viene fatto eseguendo un ciclo
+(\texttt{\small 22-29}) fintanto che la variabile \var{i}, inizializzata a
+zero (\texttt{\small 21}) all'inizio del ciclo, è minore del numero totale di
+argomenti rimasti. All'interno del ciclo si invoca (\texttt{\small 23})
+\func{inotify\_add\_watch} per ciascuno degli argomenti, usando la maschera
+degli eventi data dalla variabile \var{mask} (il cui valore viene impostato
+nella scansione delle opzioni), in caso di errore si esce dal programma
+altrimenti si incrementa l'indice (\texttt{\small 29}).
+
+Completa l'inizializzazione di \textit{inotify} inizia il ciclo principale
+(\texttt{\small 32-56}) del programma, nel quale si resta in attesa degli
+eventi che si intendono osservare. Questo viene fatto eseguendo all'inizio del
+ciclo (\texttt{\small 33}) una \func{read} che si bloccherà fintanto che non
+si saranno verificati eventi.
+
+Dato che l'interfaccia di \textit{inotify} può riportare anche più eventi in
+una sola lettura, si è avuto cura di passare alla \func{read} un buffer di
+dimensioni adeguate, inizializzato in (\texttt{\small 7}) ad un valore di
+approssimativamente 512 eventi (si ricordi che la quantità di dati restituita
+da \textit{inotify} è variabile a causa della diversa lunghezza del nome del
+file restituito insieme a \struct{inotify\_event}). In caso di errore di
+lettura (\texttt{\small 35-40}) il programma esce con un messaggio di errore
+(\texttt{\small 37-39}), a meno che non si tratti di una interruzione della
+\textit{system call}, nel qual caso (\texttt{\small 36}) si ripete la lettura.
+
+Se la lettura è andata a buon fine invece si esegue un ciclo (\texttt{\small
+ 43-52}) per leggere tutti gli eventi restituiti, al solito si inizializza
+l'indice \var{i} a zero (\texttt{\small 42}) e si ripetono le operazioni
+(\texttt{\small 43}) fintanto che esso non supera il numero di byte restituiti
+in lettura. Per ciascun evento all'interno del ciclo si assegna alla variabile
+\var{event} (si noti come si sia eseguito un opportuno \textit{casting} del
+puntatore) l'indirizzo nel buffer della corrispondente struttura
+\struct{inotify\_event} (\texttt{\small 44}), e poi si stampano il numero di
+\textit{watch descriptor} (\texttt{\small 45}) ed il file a cui questo fa
+riferimento (\texttt{\small 46}), ricavato dagli argomenti passati a riga di
+comando sfruttando il fatto che i \textit{watch descriptor} vengono assegnati
+in ordine progressivo crescente a partire da 1.
+
+Qualora sia presente il riferimento ad un nome di file associato all'evento lo
+si stampa (\texttt{\small 47-49}); si noti come in questo caso si sia
+controllato il valore del campo \var{event->len} e non il fatto che
+\var{event->name} riporti o meno un puntatore nullo. L'interfaccia infatti,
+qualora il nome non sia presente, non tocca il campo \var{event->name}, che
+si troverà pertanto a contenere quello che era precedentemente presente nella
+rispettiva locazione di memoria, nel caso più comune il puntatore al nome di
+un file osservato in precedenza.
+
+Si utilizza poi (\texttt{\small 50}) la funzione \code{printevent}, che
+interpreta il valore del campo \var{event->mask}, per stampare il tipo di
+eventi accaduti.\footnote{per il relativo codice, che non riportiamo in quanto
+ non essenziale alla comprensione dell'esempio, si possono utilizzare
+ direttamente i sorgenti allegati alla guida.} Infine (\texttt{\small 51}) si
+provvede ad aggiornare l'indice \var{i} per farlo puntare all'evento
+successivo.
+
+Se adesso usiamo il programma per mettere sotto osservazione una directory, e
+da un altro terminale eseguiamo il comando \texttt{ls} otterremo qualcosa del
+tipo di:
+\begin{Console}
+piccardi@gethen:~/gapil/sources$ \textbf{./inotify_monitor -a /home/piccardi/gapil/}
+Watch descriptor 1
+Observed event on /home/piccardi/gapil/
+IN_OPEN,
+Watch descriptor 1
+Observed event on /home/piccardi/gapil/
+IN_CLOSE_NOWRITE,
+\end{Console}
+%$
+
+I lettori più accorti si saranno resi conto che nel ciclo di lettura degli
+eventi appena illustrato non viene trattato il caso particolare in cui la
+funzione \func{read} restituisce in \var{nread} un valore nullo. Lo si è fatto
+perché con \textit{inotify} il ritorno di una \func{read} con un valore nullo
+avviene soltanto, come forma di avviso, quando si sia eseguita la funzione
+specificando un buffer di dimensione insufficiente a contenere anche un solo
+evento. Nel nostro caso le dimensioni erano senz'altro sufficienti, per cui
+tale evenienza non si verificherà mai.
+
+Ci si potrà però chiedere cosa succede se il buffer è sufficiente per un
+evento, ma non per tutti gli eventi verificatisi. Come si potrà notare nel
+codice illustrato in precedenza non si è presa nessuna precauzione per
+verificare che non ci fossero stati troncamenti dei dati. Anche in questo caso
+il comportamento scelto è corretto, perché l'interfaccia di \textit{inotify}
+garantisce automaticamente, anche quando ne sono presenti in numero maggiore,
+di restituire soltanto il numero di eventi che possono rientrare completamente
+nelle dimensioni del buffer specificato.\footnote{si avrà cioè, facendo
+ riferimento sempre al codice di fig.~\ref{fig:inotify_monitor_example}, che
+ \var{read} sarà in genere minore delle dimensioni di \var{buffer} ed uguale
+ soltanto qualora gli eventi corrispondano esattamente alle dimensioni di
+ quest'ultimo.} Se gli eventi sono di più saranno restituiti solo quelli che
+entrano interamente nel buffer e gli altri saranno restituiti alla successiva
+chiamata di \func{read}.
+
+Infine un'ultima caratteristica dell'interfaccia di \textit{inotify} è che gli
+eventi restituiti nella lettura formano una sequenza ordinata, è cioè
+garantito che se si esegue uno spostamento di un file gli eventi vengano
+generati nella sequenza corretta. L'interfaccia garantisce anche che se si
+verificano più eventi consecutivi identici (vale a dire con gli stessi valori
+dei campi \var{wd}, \var{mask}, \var{cookie}, e \var{name}) questi vengono
+raggruppati in un solo evento.
+
+\itindend{inotify}
+
+% TODO trattare fanotify, vedi http://lwn.net/Articles/339399/ e
+% http://lwn.net/Articles/343346/ (incluso nel 2.6.36)
+
+
+\subsection{L'interfaccia POSIX per l'I/O asincrono}
+\label{sec:file_asyncronous_io}
+
+Una modalità alternativa all'uso dell'\textit{I/O multiplexing} per gestione
+dell'I/O simultaneo su molti file è costituita dal cosiddetto \textsl{I/O
+ asincrono} o ``AIO''. Il concetto base dell'\textsl{I/O asincrono} è che le
+funzioni di I/O non attendono il completamento delle operazioni prima di
+ritornare, così che il processo non viene bloccato. In questo modo diventa ad
+esempio possibile effettuare una richiesta preventiva di dati, in modo da
+poter effettuare in contemporanea le operazioni di calcolo e quelle di I/O.
+
+Benché la modalità di apertura asincrona di un file vista in
+sez.~\ref{sec:signal_driven_io} possa risultare utile in varie occasioni (in
+particolar modo con i socket e gli altri file per i quali le funzioni di I/O
+sono \index{system~call~lente} \textit{system call} lente), essa è comunque
+limitata alla notifica della disponibilità del file descriptor per le
+operazioni di I/O, e non ad uno svolgimento asincrono delle medesime. Lo
+standard POSIX.1b definisce una interfaccia apposita per l'I/O asincrono vero
+e proprio,\footnote{questa è stata ulteriormente perfezionata nelle successive
+ versioni POSIX.1-2001 e POSIX.1-2008.} che prevede un insieme di funzioni
+dedicate per la lettura e la scrittura dei file, completamente separate
+rispetto a quelle usate normalmente.
+
+In generale questa interfaccia è completamente astratta e può essere
+implementata sia direttamente nel kernel che in user space attraverso l'uso di
+\itindex{thread} \textit{thread}. Per le versioni del kernel meno recenti
+esiste una implementazione di questa interfaccia fornita completamente delle
+\acr{glibc} a partire dalla versione 2.1, che è realizzata completamente in
+user space, ed è accessibile linkando i programmi con la libreria
+\file{librt}. A partire dalla versione 2.5.32 è stato introdotto nel kernel
+una nuova infrastruttura per l'I/O asincrono, ma ancora il supporto è parziale
+ed insufficiente ad implementare tutto l'AIO POSIX.
+
+Lo standard POSIX prevede che tutte le operazioni di I/O asincrono siano
+controllate attraverso l'uso di una apposita struttura \struct{aiocb} (il cui
+nome sta per \textit{asyncronous I/O control block}), che viene passata come
+argomento a tutte le funzioni dell'interfaccia. La sua definizione, come
+effettuata in \headfile{aio.h}, è riportata in
+fig.~\ref{fig:file_aiocb}. Nello steso file è definita la macro
+\macro{\_POSIX\_ASYNCHRONOUS\_IO}, che dichiara la disponibilità
+dell'interfaccia per l'I/O asincrono.
+
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{0.90\textwidth}
+ \includestruct{listati/aiocb.h}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{La struttura \structd{aiocb}, usata per il controllo dell'I/O
+ asincrono.}
+ \label{fig:file_aiocb}
+\end{figure}
+
+Le operazioni di I/O asincrono possono essere effettuate solo su un file già
+aperto; il file deve inoltre supportare la funzione \func{lseek}, pertanto
+terminali e \textit{pipe} sono esclusi. Non c'è limite al numero di operazioni
+contemporanee effettuabili su un singolo file. Ogni operazione deve
+inizializzare opportunamente un \textit{control block}. Il file descriptor su
+cui operare deve essere specificato tramite il campo \var{aio\_fildes}; dato
+che più operazioni possono essere eseguita in maniera asincrona, il concetto
+di posizione corrente sul file viene a mancare; pertanto si deve sempre
+specificare nel campo \var{aio\_offset} la posizione sul file da cui i dati
+saranno letti o scritti. Nel campo \var{aio\_buf} deve essere specificato
+l'indirizzo del buffer usato per l'I/O, ed in \var{aio\_nbytes} la lunghezza
+del blocco di dati da trasferire.
+
+Il campo \var{aio\_reqprio} permette di impostare la priorità delle operazioni
+di I/O, in generale perché ciò sia possibile occorre che la piattaforma
+supporti questa caratteristica, questo viene indicato dal fatto che le macro
+\macro{\_POSIX\_PRIORITIZED\_IO}, e \macro{\_POSIX\_PRIORITY\_SCHEDULING} sono
+definite. La priorità viene impostata a partire da quella del processo
+chiamante (vedi sez.~\ref{sec:proc_priority}), cui viene sottratto il valore
+di questo campo. Il campo \var{aio\_lio\_opcode} è usato solo dalla funzione
+\func{lio\_listio}, che, come vedremo, permette di eseguire con una sola
+chiamata una serie di operazioni, usando un vettore di \textit{control
+ block}. Tramite questo campo si specifica quale è la natura di ciascuna di
+esse.
+
+Infine il campo \var{aio\_sigevent} è una struttura di tipo \struct{sigevent}
+(illustrata in in fig.~\ref{fig:struct_sigevent}) che serve a specificare il
+modo in cui si vuole che venga effettuata la notifica del completamento delle
+operazioni richieste; per la trattazione delle modalità di utilizzo della
+stessa si veda quanto già visto in proposito in sez.~\ref{sec:sig_timer_adv}.
+
+Le due funzioni base dell'interfaccia per l'I/O asincrono sono
+\funcd{aio\_read} ed \funcd{aio\_write}. Esse permettono di richiedere una
+lettura od una scrittura asincrona di dati usando la struttura \struct{aiocb}
+appena descritta; i rispettivi prototipi sono:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{aio.h}
+\fdecl{int aio\_read(struct aiocb *aiocbp)}
+\fdesc{Richiede una lettura asincrona.}
+\fdecl{int aio\_write(struct aiocb *aiocbp)}
+\fdesc{Richiede una scrittura asincrona.}
+}
+
+{Le funzioni ritornano $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
+ caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EAGAIN}] la coda delle richieste è momentaneamente piena.
+ \item[\errcode{EBADF}] si è specificato un file descriptor sbagliato.
+ \item[\errcode{EINVAL}] si è specificato un valore non valido per i campi
+ \var{aio\_offset} o \var{aio\_reqprio} di \param{aiocbp}.
+ \item[\errcode{ENOSYS}] la funzione non è implementata.
+ \end{errlist}
+}
+\end{funcproto}
+
+
+Entrambe le funzioni ritornano immediatamente dopo aver messo in coda la
+richiesta, o in caso di errore. Non è detto che gli errori \errcode{EBADF} ed
+\errcode{EINVAL} siano rilevati immediatamente al momento della chiamata,
+potrebbero anche emergere nelle fasi successive delle operazioni. Lettura e
+scrittura avvengono alla posizione indicata da \var{aio\_offset}, a meno che
+il file non sia stato aperto in \textit{append mode} (vedi
+sez.~\ref{sec:file_open_close}), nel qual caso le scritture vengono effettuate
+comunque alla fine del file, nell'ordine delle chiamate a \func{aio\_write}.
+
+Si tenga inoltre presente che deallocare la memoria indirizzata da
+\param{aiocbp} o modificarne i valori prima della conclusione di una
+operazione può dar luogo a risultati impredicibili, perché l'accesso ai vari
+campi per eseguire l'operazione può avvenire in un momento qualsiasi dopo la
+richiesta. Questo comporta che non si devono usare per \param{aiocbp}
+\index{variabili!automatiche} variabili automatiche e che non si deve
+riutilizzare la stessa struttura per un'altra operazione fintanto che la
+precedente non sia stata ultimata. In generale per ogni operazione si deve
+utilizzare una diversa struttura \struct{aiocb}.
+
+Dato che si opera in modalità asincrona, il successo di \func{aio\_read} o
+\func{aio\_write} non implica che le operazioni siano state effettivamente
+eseguite in maniera corretta; per verificarne l'esito l'interfaccia prevede
+altre due funzioni, che permettono di controllare lo stato di esecuzione. La
+prima è \funcd{aio\_error}, che serve a determinare un eventuale stato di
+errore; il suo prototipo è:
+
+\begin{funcproto}{
+\fhead{aio.h}
+\fdecl{int aio\_error(const struct aiocb *aiocbp)}
+\fdesc{Determina lo stato di errore di una operazione di I/O asincrono.}
+}
+
+{La funzione ritorna $0$ se le operazioni si sono concluse con successo,
+ altrimenti restituisce \errval{EINPROGRESS} se non sono concluse,
+ \errcode{ECANCELED} se sono state cancellate o il relativo codice di errore
+ se sono fallite.}
+\end{funcproto}
+
+Se l'operazione non si è ancora completata viene sempre restituito l'errore di
+\errcode{EINPROGRESS}, mentre se è stata cancellata ritorna
+\errcode{ECANCELED}. La funzione ritorna zero quando l'operazione si è
+conclusa con successo, altrimenti restituisce il codice dell'errore
+verificatosi, ed esegue la corrispondente impostazione di \var{errno}. Il
+codice può essere sia \errcode{EINVAL} ed \errcode{EBADF}, dovuti ad un valore
+errato per \param{aiocbp}, che uno degli errori possibili durante l'esecuzione
+dell'operazione di I/O richiesta, nel qual caso saranno restituiti, a seconda
+del caso, i codici di errore delle \textit{system call} \func{read},
+\func{write}, \func{fsync} e \func{fdatasync}.
+
+Una volta che si sia certi che le operazioni siano state concluse (cioè dopo
+che una chiamata ad \func{aio\_error} non ha restituito
+\errcode{EINPROGRESS}), si potrà usare la funzione \funcd{aio\_return}, che
+permette di verificare il completamento delle operazioni di I/O asincrono; il
+suo prototipo è: