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+% system.tex
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%% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the
%% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Prefazione",
In generale si dovrebbe fare uso di \func{sysconf} solo quando la relativa
macro non è definita, quindi con un codice analogo al seguente:
-%\footnotesize
-\begin{lstlisting}[stepnumber=0,frame=]{}
-get_child_max(void)
-{
-#ifdef CHILD_MAX
- return CHILD_MAX;
-#else
- int val = sysconf(_SC_CHILD_MAX);
- if (val < 0) {
- perror("fatal error");
- exit(-1);
- }
- return val;
-}
-\end{lstlisting}
-%\normalsize
+\includecodesnip{listati/get_child_max.c}
ma in realtà in Linux queste macro sono comunque definite, indicando però un
limite generico. Per questo motivo è sempre meglio usare i valori restituiti
da \func{sysconf}.
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
\begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct utsname {
- char sysname[];
- char nodename[];
- char release[];
- char version[];
- char machine[];
-#ifdef _GNU_SOURCE
- char domainname[];
-#endif
-};
- \end{lstlisting}
+ \includestruct{listati/ustname.h}
\end{minipage}
\normalsize
\caption{La struttura \structd{utsname}.}
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
\begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct statfs {
- long f_type; /* tipo di filesystem */
- long f_bsize; /* dimensione ottimale dei blocchi di I/O */
- long f_blocks; /* blocchi totali nel filesystem */
- long f_bfree; /* blocchi liberi nel filesystem */
- long f_bavail; /* blocchi liberi agli utenti normali */
- long f_files; /* inode totali nel filesystem */
- long f_ffree; /* inode liberi nel filesystem */
- fsid_t f_fsid; /* filesystem id */
- long f_namelen; /* lunghezza massima dei nomi dei file */
- long f_spare[6]; /* riservati per uso futuro */
-};
-\end{lstlisting}
+ \includestruct{listati/statfs.h}
\end{minipage}
\normalsize
\caption{La struttura \structd{statfs}.}
\footnotesize
\centering
\begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct passwd {
- char *pw_name; /* user name */
- char *pw_passwd; /* user password */
- uid_t pw_uid; /* user id */
- gid_t pw_gid; /* group id */
- char *pw_gecos; /* real name */
- char *pw_dir; /* home directory */
- char *pw_shell; /* shell program */
-};
- \end{lstlisting}
+ \includestruct{listati/passwd.h}
\end{minipage}
\normalsize
\caption{La struttura \structd{passwd} contenente le informazioni relative ad
\footnotesize
\centering
\begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct group {
- char *gr_name; /* group name */
- char *gr_passwd; /* group password */
- gid_t gr_gid; /* group id */
- char **gr_mem; /* group members */
-};
- \end{lstlisting}
+ \includestruct{listati/group.h}
\end{minipage}
\normalsize
\caption{La struttura \structd{group} contenente le informazioni relative ad
connessione ed altre informazioni. La voce resta nel file fino al logout,
quando viene cancellata e spostata in \file{/var/log/wtmp}.
-In questo modo il primo file viene utilizzato per registrare sta utilizzando
-il sistema al momento corrente, mentre il secondo mantiene la registrazione
-delle attività degli utenti. A quest'ultimo vengono anche aggiunte delle voci
-speciali per tenere conto dei cambiamenti del sistema, come la modifica del
-runlevel, il riavvio della macchina, ecc. Tutte queste informazioni sono
-descritte in dettaglio nel manuale delle \acr{glibc}.
+In questo modo il primo file viene utilizzato per registrare chi sta
+utilizzando il sistema al momento corrente, mentre il secondo mantiene la
+registrazione delle attività degli utenti. A quest'ultimo vengono anche
+aggiunte delle voci speciali per tenere conto dei cambiamenti del sistema,
+come la modifica del runlevel, il riavvio della macchina, ecc. Tutte queste
+informazioni sono descritte in dettaglio nel manuale delle \acr{glibc}.
Questi file non devono mai essere letti direttamente, ma le informazioni che
contengono possono essere ricavate attraverso le opportune funzioni di
-libreria. Queste sono analoghe alle precedenti (vedi
+libreria. Queste sono analoghe alle precedenti funzioni (vedi
\tabref{tab:sys_passwd_func}) usate per accedere al database degli utenti,
solo che in questo caso la struttura del database di accounting è molto più
complessa, dato che contiene diversi tipi di informazione.
corrispondenti ai file \file{/var/run/utmp} e \file{/var/log/wtmp} visti in
precedenza.
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize
+ \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includestruct{listati/utmp.h}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{La struttura \structd{utmp} contenente le informazioni di una voce
+ del database di \textit{accounting}.}
+ \label{fig:sys_utmp_struct}
+\end{figure}
+
Una volta aperto il file si può eseguire una scansione leggendo o scrivendo
una voce con le funzioni \funcd{getutent}, \funcd{getutid}, \funcd{getutline}
e \funcd{pututline}, i cui prototipi sono:
\end{functions}
Tutte queste funzioni fanno riferimento ad una struttura di tipo \struct{utmp},
-la cui definizione in Linux è riportata in \secref{fig:sys_utmp_struct}. Le
+la cui definizione in Linux è riportata in \figref{fig:sys_utmp_struct}. Le
prime tre funzioni servono per leggere una voce dal database; \func{getutent}
legge semplicemente la prima voce disponibile; le altre due permettono di
eseguire una ricerca.
-\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize
- \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct utmp
-{
- short int ut_type; /* Type of login. */
- pid_t ut_pid; /* Process ID of login process. */
- char ut_line[UT_LINESIZE]; /* Devicename. */
- char ut_id[4]; /* Inittab ID. */
- char ut_user[UT_NAMESIZE]; /* Username. */
- char ut_host[UT_HOSTSIZE]; /* Hostname for remote login. */
- struct exit_status ut_exit; /* Exit status of a process marked
- as DEAD_PROCESS. */
- long int ut_session; /* Session ID, used for windowing. */
- struct timeval ut_tv; /* Time entry was made. */
- int32_t ut_addr_v6[4]; /* Internet address of remote host. */
- char __unused[20]; /* Reserved for future use. */
-};
- \end{lstlisting}
- \end{minipage}
- \normalsize
- \caption{La struttura \structd{utmp} contenente le informazioni di una voce
- del database di \textit{accounting}.}
- \label{fig:sys_utmp_struct}
-\end{figure}
-
Con \func{getutid} si può cercare una voce specifica, a seconda del valore del
campo \var{ut\_type} dell'argomento \param{ut}. Questo può assumere i valori
riportati in \tabref{tab:sys_ut_type}, quando assume i valori
\const{LOGIN\_PROCESS}& Identifica un processo di login. \\
\const{USER\_PROCESS} & Identifica un processo utente. \\
\const{DEAD\_PROCESS} & Identifica un processo terminato. \\
- \const{ACCOUNTING} & ??? \\
+% \const{ACCOUNTING} & ??? \\
\hline
\end{tabular}
\caption{Classificazione delle voci del database di accounting a seconda dei
\funcdecl{void logwtmp(const char *line, const char *name, const char
*host)} Aggiunge nel database di accounting una voce con i valori
specificati.
-
- \bodydesc{Le funzioni ritornano il puntatore ad una struttura \struct{utmp}
- in caso di successo e \val{NULL} in caso di errore.}
\end{functions}
La prima funzione permette l'aggiunta di una voce a \file{wmtp} specificando
\footnotesize
\centering
\begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct rusage {
- struct timeval ru_utime; /* user time used */
- struct timeval ru_stime; /* system time used */
- long ru_maxrss; /* maximum resident set size */
- long ru_ixrss; /* integral shared memory size */
- long ru_idrss; /* integral unshared data size */
- long ru_isrss; /* integral unshared stack size */
- long ru_minflt; /* page reclaims */
- long ru_majflt; /* page faults */
- long ru_nswap; /* swaps */
- long ru_inblock; /* block input operations */
- long ru_oublock; /* block output operations */
- long ru_msgsnd; /* messages sent */
- long ru_msgrcv; /* messages received */
- long ru_nsignals; ; /* signals received */
- long ru_nvcsw; /* voluntary context switches */
- long ru_nivcsw; /* involuntary context switches */
-};
- \end{lstlisting}
+ \includestruct{listati/rusage.h}
\end{minipage}
\normalsize
\caption{La struttura \structd{rusage} per la lettura delle informazioni dei
\figref{fig:sys_rlimit_struct}, ed i cui campi corrispondono appunto a limite
corrente e limite massimo.
-\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize
- \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct rlimit {
- rlim_t rlim_cur;
- rlim_t rlim_max;
-};
- \end{lstlisting}
- \end{minipage}
- \normalsize
- \caption{La struttura \structd{rlimit} per impostare i limiti di utilizzo
- delle risorse usate da un processo.}
- \label{fig:sys_rlimit_struct}
-\end{figure}
-
In genere il superamento di un limite comporta o l'emissione di un segnale o
il fallimento della system call che lo ha provocato; per permettere di leggere
e di impostare i limiti di utilizzo delle risorse da parte di un processo
ed \errval{EFAULT}.}
\end{functions}
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize
+ \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includestruct{listati/rlimit.h}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{La struttura \structd{rlimit} per impostare i limiti di utilizzo
+ delle risorse usate da un processo.}
+ \label{fig:sys_rlimit_struct}
+\end{figure}
+
+
+
Entrambe le funzioni permettono di specificare, attraverso l'argomento
\param{resource}, su quale risorsa si vuole operare: i possibili valori di
questo argomento sono elencati in \secref{tab:sys_rlimit_values}. L'acceso
tre tempi diversi:
\begin{description}
\item[\textit{clock time}]: il tempo \textsl{reale} (viene chiamato anche
- \textit{wall clock time}) passato dall'avvio del processo. Chiaramente tale
- tempo dipende anche dal carico del sistema e da quanti altri processi
- stavano girando nello stesso periodo.
+ \textit{wall clock time} o \textit{elapsed time}) passato dall'avvio del
+ processo. Chiaramente tale tempo dipende anche dal carico del sistema e da
+ quanti altri processi stavano girando nello stesso periodo.
\item[\textit{user time}]: il tempo che la CPU ha impiegato nell'esecuzione
delle istruzioni del processo in user space.
\item[\textit{system time}]: il tempo che la CPU ha impiegato nel kernel per
\footnotesize
\centering
\begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct tms {
- clock_t tms_utime; /* user time */
- clock_t tms_stime; /* system time */
- clock_t tms_cutime; /* user time of children */
- clock_t tms_cstime; /* system time of children */
-};
- \end{lstlisting}
+ \includestruct{listati/tms.h}
\end{minipage}
\normalsize
\caption{La struttura \structd{tms} dei tempi di processore associati a un
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
\begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct timeval
-{
- long tv_sec; /* seconds */
- long tv_usec; /* microseconds */
-};
-struct timespec {
- time_t tv_sec; /* seconds */
- long tv_nsec; /* nanoseconds */
-};
- \end{lstlisting}
+ \includestruct{listati/timeval.h}
\end{minipage}
\normalsize
\caption{Le strutture \structd{timeval} e \structd{timespec} usate per una
\begin{figure}[!htb]
\footnotesize \centering
\begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct timex {
- unsigned int modes; /* mode selector */
- long int offset; /* time offset (usec) */
- long int freq; /* frequency offset (scaled ppm) */
- long int maxerror; /* maximum error (usec) */
- long int esterror; /* estimated error (usec) */
- int status; /* clock command/status */
- long int constant; /* pll time constant */
- long int precision; /* clock precision (usec) (read only) */
- long int tolerance; /* clock frequency tolerance (ppm) (read only) */
- struct timeval time; /* (read only) */
- long int tick; /* (modified) usecs between clock ticks */
- long int ppsfreq; /* pps frequency (scaled ppm) (ro) */
- long int jitter; /* pps jitter (us) (ro) */
- int shift; /* interval duration (s) (shift) (ro) */
- long int stabil; /* pps stability (scaled ppm) (ro) */
- long int jitcnt; /* jitter limit exceeded (ro) */
- long int calcnt; /* calibration intervals (ro) */
- long int errcnt; /* calibration errors (ro) */
- long int stbcnt; /* stability limit exceeded (ro) */
-};
- \end{lstlisting}
+ \includestruct{listati/timex.h}
\end{minipage}
\normalsize
\caption{La struttura \structd{timex} per il controllo dell'orologio di
devono essere specificati come OR binario delle costanti riportate in
\secref{tab:sys_timex_mode}.
-La funzione utilizza il meccanismo di David L. Mills, descritto nell'RFC~1305,
-che è alla base del protocollo NTP; la funzione è specifica di Linux e non
-deve essere usata se la portabilità è un requisito, le \acr{glibc} provvedono
-anche un suo omonimo \func{ntp\_adjtime}. La trattazione completa di questa
-funzione necessita di una lettura approfondita del meccanismo descritto
-nell'RFC~1305, ci limitiamo a descrivere in \tabref{tab:sys_timex_mode} i
-principali valori utilizzabili per il campo \var{mode}, un elenco più
-dettagliato del significato dei vari campi della struttura \struct{timex} può
-essere ritrovato in \cite{glibc}.
+La funzione utilizza il meccanismo di David L. Mills, descritto
+nell'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc1305.txt}{RFC~1305}, che è alla base del
+protocollo NTP. La funzione è specifica di Linux e non deve essere usata se la
+portabilità è un requisito, le \acr{glibc} provvedono anche un suo omonimo
+\func{ntp\_adjtime}. La trattazione completa di questa funzione necessita di
+una lettura approfondita del meccanismo descritto nell'RFC~1305, ci limitiamo
+a descrivere in \tabref{tab:sys_timex_mode} i principali valori utilizzabili
+per il campo \var{mode}, un elenco più dettagliato del significato dei vari
+campi della struttura \struct{timex} può essere ritrovato in \cite{glibc}.
\begin{table}[htb]
\footnotesize
time}, che permette appunto di \textsl{suddividere} il \textit{calendar
time} usuale in ore, minuti, secondi, ecc.
-\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize \centering
- \begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-struct tm {
- int tm_sec; /* seconds */
- int tm_min; /* minutes */
- int tm_hour; /* hours */
- int tm_mday; /* day of the month */
- int tm_mon; /* month */
- int tm_year; /* year */
- int tm_wday; /* day of the week */
- int tm_yday; /* day in the year */
- int tm_isdst; /* daylight saving time */
- long int tm_gmtoff; /* Seconds east of UTC. */
- const char *tm_zone; /* Timezone abbreviation. */
-};
- \end{lstlisting}
- \end{minipage}
- \normalsize
- \caption{La struttura \structd{tm} per una rappresentazione del tempo in
- termini di ora, minuti, secondi, ecc.}
- \label{fig:sys_tm_struct}
-\end{figure}
-
Questo viene effettuato attraverso una opportuna struttura \struct{tm}, la cui
definizione è riportata in \figref{fig:sys_tm_struct}, ed è in genere questa
struttura che si utilizza quando si deve specificare un tempo a partire dai
restituisce direttamente il valore o -1 in caso di errore.}
\end{functions}
+\begin{figure}[!htb]
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includestruct{listati/tm.h}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
+ \caption{La struttura \structd{tm} per una rappresentazione del tempo in
+ termini di ora, minuti, secondi, ecc.}
+ \label{fig:sys_tm_struct}
+\end{figure}
+
+
+
Le prime due funzioni, \func{asctime} e \func{ctime} servono per poter
stampare in forma leggibile un tempo; esse restituiscono il puntatore ad una
stringa, allocata staticamente, nella forma:
\footnotesize
\centering
\begin{minipage}[c]{15cm}
- \begin{lstlisting}[stepnumber=0]{}
-extern char *tzname[2];
-extern long timezone;
-extern int daylight;
- \end{lstlisting}
+ \includestruct{listati/time_zone_var.c}
\end{minipage}
\normalsize
\caption{Le variabili globali usate per la gestione delle \textit{time
Restituisce una stringa con il messaggio di errore relativo ad
\param{errnum}.
- \bodydesc{La funzione ritorna il puntatore alla stringa col messaggio di
- errore in caso di successo e \val{NULL} in caso di errore, nel qual caso
- \var{errno} assumerà il valore \errval{EINVAL} se si è specificato un
- numero di errore non valido.}
+ \bodydesc{La funzione ritorna il puntatore ad una stringa di errore.}
\end{prototype}
-In generale \func{strerror} viene usata passando \var{errno} come parametro;
-nel caso si specifichi un codice sbagliato verrà restituito un messaggio di
-errore sconosciuto, e la funzione restituirà come errore \errcode{EINVAL}. La
-funzione tiene conto del valore della variabile di ambiente
-\val{LC\_MESSAGES} per usare eventuali traduzioni dei messaggi d'errore
-nella localizzazione presente.
+
+La funzione ritorna il puntatore alla stringa contenente il messaggio di
+errore corrispondente al valore di \param{errnum}, se questo non è un valore
+valido verrà comunque restituita una stringa valida contenente un messaggio
+che dice che l'errore è sconosciuto, e \var{errno} verrà modificata assumendo
+il valore \errval{EINVAL}.
+
+In generale \func{strerror} viene usata passando \var{errno} come parametro,
+ed il valore di quest'ultima non verrà modificato. La funzione inoltre tiene
+conto del valore della variabile di ambiente \val{LC\_MESSAGES} per usare le
+appropriate traduzioni dei messaggi d'errore nella localizzazione presente.
La funzione utilizza una stringa statica che non deve essere modificata dal
-programma e che è utilizzabile solo fino ad una chiamata successiva a
-\func{strerror}; per questo motivo non è rientrante e nel caso si usino i
-thread è provvista\footnote{questa funzione è la versione prevista dalle
- \acr{glibc}, ed effettivamente definita in \file{string.h}, ne esiste una
- analoga nello standard SUSv3 (quella riportata dalla pagina di manuale), che
- restituisce \code{int} al posto di \code{char *}, e che tronca la stringa
- restituita a \param{size}.} una versione apposita:
+programma; essa è utilizzabile solo fino ad una chiamata successiva a
+\func{strerror} o \func{perror}, nessun'altra funzione di libreria tocca
+questa stringa. In ogni caso l'uso di una stringa statica rende la funzione
+non rientrante, per cui nel caso nel caso si usino i thread le librerie
+forniscono\footnote{questa funzione è la versione prevista dalle \acr{glibc},
+ ed effettivamente definita in \file{string.h}, ne esiste una analoga nello
+ standard SUSv3 (quella riportata dalla pagina di manuale), che restituisce
+ \code{int} al posto di \code{char *}, e che tronca la stringa restituita a
+ \param{size}.} una apposita versione rientrante \func{strerror\_r}, il cui
+prototipo è:
\begin{prototype}{string.h}
{char * strerror\_r(int errnum, char *buf, size\_t size)}
- Analoga a \func{strerror} ma usa il buffer \param{buf} di lunghezza massima
- (compreso il terminatore) \param{size}.
-
- \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore alla stringa; in caso di
- errore \var{errno} oltre a \errval{EINVAL} può assumere anche il valore
- \errval{ERANGE} per indicare che non c'è sufficiente memoria per contenere
- la stringa di descrizione.}
+ Restituisce una stringa con il messaggio di errore relativo ad
+ \param{errnum}.
+
+ \bodydesc{La funzione restituisce l'indirizzo del messaggio in caso di
+ successo e \val{NULL} in caso di errore; nel qual caso \var{errno}
+ assumerà i valori:
+ \begin{errlist}
+ \item[\errcode{EINVAL}] si è specificato un valore di \param{errnum} non
+ valido.
+ \item[\errcode{ERANGE}] la lunghezza di \param{buf} è insufficiente a
+ contenere la stringa di errore.
+ \end{errlist}}
\end{prototype}
\noindent
-che utilizza un buffer che il singolo thread deve allocare, per evitare i
-problemi connessi alla condivisione del buffer statico. La funzione
-restituisce l'indirizzo della stringa usata, che può essere contenuta nel
-buffer specificato da \param{buf}, per una lunghezza non superiore a
-\param{size}, nel qual caso la stringa sarebbe troncata e terminata con uno
-zero (il carattere NUL).
+La funzione è analoga a \func{strerror} ma restituisce la stringa di errore
+nel buffer \param{buf} che il singolo thread deve allocare autonomamente per
+evitare i problemi connessi alla condivisione del buffer statico. Il messaggio
+è copiato fino alla dimensione massima del buffer, specificata dall'argomento
+\param{size}, che deve comprendere pure il carattere di terminazione;
+altrimenti la stringa viene troncata.
Una seconda funzione usata per riportare i codici di errore in maniera
automatizzata sullo standard error (vedi \secref{sec:file_std_descr}) è
I messaggi di errore stampati sono gli stessi di \func{strerror}, (riportati
in \capref{cha:errors}), e, usando il valore corrente di \var{errno}, si
riferiscono all'ultimo errore avvenuto. La stringa specificata con
-\param{message} viene stampato prime del messaggio d'errore, seguita dai due
+\param{message} viene stampato prima del messaggio d'errore, seguita dai due
punti e da uno spazio, il messaggio è terminato con un a capo.
-Il messaggio può essere riportato anche usando altre variabili globali
-dichiarate in \file{errno.h}:
-\begin{verbatim}
- const char *sys_errlist[];
- int sys_nerr;
-\end{verbatim}
-la prima contiene i puntatori alle stringhe di errore indicizzati da
-\var{errno}; la seconda esprime il valore più alto per un codice di errore,
-l'utilizzo di questa stringa è sostanzialmente equivalente a quello di
-\func{strerror}.
+Il messaggio può essere riportato anche usando le due variabili globali:
+\includecodesnip{listati/errlist.c}
+dichiarate in \file{errno.h}. La prima contiene i puntatori alle stringhe di
+errore indicizzati da \var{errno}; la seconda esprime il valore più alto per
+un codice di errore, l'utilizzo di questa stringa è sostanzialmente
+equivalente a quello di \func{strerror}.
\begin{figure}[!htb]
- \footnotesize
- \begin{lstlisting}{}
- /* convert string to number */
- err = strtol(argv[optind], NULL, 10);
- /* testing error condition on conversion */
- if (err==LONG_MIN) {
- perror("Underflow on error code");
- return 1;
- } else if (err==LONG_MIN) {
- perror("Overflow on error code");
- return 1;
- }
- /* conversion is fine */
- if (message) {
- printf("Error message for %d is %s\n", err, strerror(err));
- }
- if (label) {
- printf("Error label for %d is %s\n", err, err_code[err]);
- }
- \end{lstlisting}
+ \footnotesize \centering
+ \begin{minipage}[c]{15cm}
+ \includecodesample{listati/errcode_mess.c}
+ \end{minipage}
+ \normalsize
\caption{Codice per la stampa del messaggio di errore standard.}
\label{fig:sys_err_mess}
\end{figure}
un'altra variabile globale, \var{error\_message\_count}, che tiene conto di
quanti errori ci sono stati.
-Un'altra funzione per la stampa degli errori, ancora più sofisticata, è
-\funcd{error\_at\_line}, che prende due argomenti aggiuntivi per indicare
-linea e file su cui è avvenuto l'errore; il suo prototipo è:
+Un'altra funzione per la stampa degli errori, ancora più sofisticata, che
+prende due argomenti aggiuntivi per indicare linea e file su cui è avvenuto
+l'errore è \funcd{error\_at\_line}; il suo prototipo è:
\begin{prototype}{stdio.h}
{void error\_at\_line(int status, int errnum, const char *fname,
unsigned int lineno, const char *format, ...)}