sez.~\ref{sec:file_memory_map}) che non vengono ereditate dal figlio;
\item l'impostazione con \func{prctl} (vedi sez.~\ref{sec:process_prctl}) che
notifica al figlio la terminazione del padre viene cancellata;
-\item il segnale di terminazione del figlio è sempre \const{SIGCHLD} anche
+\item il segnale di terminazione del figlio è sempre \signal{SIGCHLD} anche
qualora nel padre fosse stato modificato (vedi sez.~\ref{sec:process_clone}).
\end{itemize*}
chiamare la funzione \func{abort} per invocare una chiusura anomala, o essere
terminato da un segnale (torneremo sui segnali in cap.~\ref{cha:signals}). In
realtà anche la prima modalità si riconduce alla seconda, dato che
-\func{abort} si limita a generare il segnale \const{SIGABRT}.
+\func{abort} si limita a generare il segnale \signal{SIGABRT}.
Qualunque sia la modalità di conclusione di un processo, il kernel esegue
comunque una serie di operazioni: chiude tutti i file aperti, rilascia la
\item viene memorizzato lo stato di terminazione del processo;
\item ad ogni processo figlio viene assegnato un nuovo padre (in genere
\cmd{init});
-\item viene inviato il segnale \const{SIGCHLD} al processo padre (vedi
+\item viene inviato il segnale \signal{SIGCHLD} al processo padre (vedi
sez.~\ref{sec:sig_sigchld});
\item se il processo è un leader di sessione ed il suo terminale di controllo
- è quello della sessione viene mandato un segnale di \const{SIGHUP} a tutti i
+ è quello della sessione viene mandato un segnale di \signal{SIGHUP} a tutti i
processi del gruppo di \textit{foreground} e il terminale di controllo viene
disconnesso (vedi sez.~\ref{sec:sess_ctrl_term});
\item se la conclusione di un processo rende orfano un \textit{process
group} ciascun membro del gruppo viene bloccato, e poi gli vengono
- inviati in successione i segnali \const{SIGHUP} e \const{SIGCONT}
+ inviati in successione i segnali \signal{SIGHUP} e \signal{SIGCONT}
(vedi ancora sez.~\ref{sec:sess_ctrl_term}).
\end{itemize*}
\const{\_\_WCLONE}& Attende solo per i figli creati con \func{clone}
(vedi sez.~\ref{sec:process_clone}), vale a dire
processi che non emettono nessun segnale
- o emettono un segnale diverso da \const{SIGCHLD} alla
+ o emettono un segnale diverso da \signal{SIGCHLD} alla
terminazione. \\
\const{\_\_WALL} & Attende per qualunque processo figlio. \\
\const{\_\_WNOTHREAD}& Non attende per i figli di altri \textit{thread}
sez.~\ref{sec:process_ptrace}).} (vedi tab.~\ref{tab:proc_proc_states}),
mentre con \const{WCONTINUED} la funzione ritorna quando un processo in stato
\textit{stopped} riprende l'esecuzione per la ricezione del segnale
-\const{SIGCONT} (l'uso di questi segnali per il controllo di sessione è
+\signal{SIGCONT} (l'uso di questi segnali per il controllo di sessione è
dettagliato in sez.~\ref{sec:sess_ctrl_term}).
La terminazione di un processo figlio (così come gli altri eventi osservabili
di un programma e può avvenire in un qualunque momento. Per questo motivo,
come accennato nella sezione precedente, una delle azioni prese dal kernel
alla conclusione di un processo è quella di mandare un segnale di
-\const{SIGCHLD} al padre. L'azione predefinita (si veda
+\signal{SIGCHLD} al padre. L'azione predefinita (si veda
sez.~\ref{sec:sig_base}) per questo segnale è di essere ignorato, ma la sua
generazione costituisce il meccanismo di comunicazione asincrona con cui il
kernel avverte il processo padre che uno dei suoi figli è terminato.
al kernel 2.6, quest'ultimo infatti si è adeguato alle prescrizioni dello
standard POSIX.1-2001,\footnote{una revisione del 2001 dello standard POSIX.1
che ha aggiunto dei requisiti e delle nuove funzioni, come \func{waitid}.}
-e come da esso richiesto se \const{SIGCHLD} viene ignorato, o se si imposta il
+e come da esso richiesto se \signal{SIGCHLD} viene ignorato, o se si imposta il
flag di \const{SA\_NOCLDSTOP} nella ricezione dello stesso (si veda
sez.~\ref{sec:sig_sigaction}) i processi figli che terminano non diventano
\textit{zombie} e sia \func{wait} che \func{waitpid} si bloccano fintanto che
errore di \errcode{ENOCHLD}.\footnote{questo è anche il motivo per cui le
opzioni \const{WUNTRACED} e \const{WCONTINUED} sono utilizzabili soltanto
qualora non si sia impostato il flag di \const{SA\_NOCLDSTOP} per il segnale
- \const{SIGCHLD}.}
+ \signal{SIGCHLD}.}
Con i kernel della serie 2.4 e tutti i kernel delle serie precedenti entrambe
le funzioni di attesa ignorano questa prescrizione\footnote{lo standard POSIX.1
originale infatti lascia indefinito il comportamento di queste funzioni
- quando \const{SIGCHLD} viene ignorato.} e si comportano sempre nello stesso
-modo, indipendentemente dal fatto \const{SIGCHLD} sia ignorato o meno:
+ quando \signal{SIGCHLD} viene ignorato.} e si comportano sempre nello stesso
+modo, indipendentemente dal fatto \signal{SIGCHLD} sia ignorato o meno:
attendono la terminazione di un processo figlio e ritornano il relativo
\acr{pid} e lo stato di terminazione nell'argomento \param{status}.
nullo. \\
\macro{WIFCONTINUED(s)}& Vera se il processo che ha causato il ritorno è
stato riavviato da un
- \const{SIGCONT}.\footnotemark \\
+ \signal{SIGCONT}.\footnotemark \\
\hline
\end{tabular}
\caption{Descrizione delle varie macro di preprocessore utilizzabili per
Per questo la modalità più comune di chiamare queste funzioni è quella di
utilizzarle all'interno di un \textit{signal handler} (vedremo un esempio di
-come gestire \const{SIGCHLD} con i segnali in sez.~\ref{sec:sig_example}). In
+come gestire \signal{SIGCHLD} con i segnali in sez.~\ref{sec:sig_example}). In
questo caso infatti, dato che il segnale è generato dalla terminazione di un
figlio, avremo la certezza che la chiamata a \func{waitpid} non si bloccherà.
\item[\var{si\_pid}] con il \acr{pid} del figlio.
\item[\var{si\_uid}] con l'user-ID reale (vedi sez.~\ref{sec:proc_perms}) del
figlio.
-\item[\var{si\_signo}] con \const{SIGCHLD}.
+\item[\var{si\_signo}] con \signal{SIGCHLD}.
\item[\var{si\_status}] con lo stato di uscita del figlio o con il segnale che
lo ha terminato, fermato o riavviato.
\item[\var{si\_code}] con uno fra \const{CLD\_EXITED}, \const{CLD\_KILLED},
mantengono la stessa impostazione pure nel nuovo programma, ma tutti gli altri
segnali, ed in particolare quelli per i quali è stato installato un gestore
vengono impostati alla loro azione predefinita (vedi
-sez.~\ref{sec:sig_gen_beha}). Un caso speciale è il segnale \const{SIGCHLD}
+sez.~\ref{sec:sig_gen_beha}). Un caso speciale è il segnale \signal{SIGCHLD}
che, quando impostato a \const{SIG\_IGN}, potrebbe anche essere reimpostato a
\const{SIG\_DFL}, anche se questo con Linux non avviene.\footnote{lo standard
POSIX.1-2001 prevede che questo comportamento sia deciso dalla singola
sez.~\ref{sec:process_prctl}) viene cancellato;
\item il nome del processo viene impostato al nome del file contenente il
programma messo in esecuzione;
-\item il segnale di terminazione viene reimpostato a \const{SIGCHLD};
+\item il segnale di terminazione viene reimpostato a \signal{SIGCHLD};
\item l'ambiente viene reinizializzato impostando le variabili attinenti alla
localizzazione al valore di default POSIX.
\end{itemize*}
genere per I/O), e non può essere
interrotto in nessuna circostanza.\\
\textbf{Stopped} & \texttt{T} & Il processo è stato fermato con un
- \const{SIGSTOP}, o è tracciato.\\
+ \signal{SIGSTOP}, o è tracciato.\\
\textbf{Zombie}\index{zombie} & \texttt{Z} & Il processo è terminato ma il
suo stato di terminazione non è ancora
stato letto dal padre.\\
2.6.25, sostanzialmente identico
all'\textbf{Uninterrutible Sleep} con la
sola differenza che il processo può
- terminato con \const{SIGKILL} (usato per
+ terminato con \signal{SIGKILL} (usato per
lo più per NFS).\\
\hline
\end{tabular}
di processore.
Per facilitare l'uso dell'argomento \param{cpuset} le \acr{glibc} hanno
-introdotto un apposito dato di tipo, \ctyp{cpu\_set\_t},\footnote{questa è una
+introdotto un apposito dato di tipo, \type{cpu\_set\_t},\footnote{questa è una
estensione specifica delle \acr{glibc}, da attivare definendo la macro
\macro{\_GNU\_SOURCE}, non esiste infatti una standardizzazione per
questo tipo di interfaccia e POSIX al momento non prevede nulla al
utilizzo non avrà alcun effetto.} Dato che non esiste una interfaccia
diretta nelle \acr{glibc} per queste due funzioni occorrerà invocarle tramite
la funzione \func{syscall} (come illustrato in
-sez.~\ref{sec:intro_syscall}). Le due funzioni sono \funcd{ioprio\_get} ed
+sez.~\ref{sec:proc_syscall}). Le due funzioni sono \funcd{ioprio\_get} ed
\funcd{ioprio\_set}; i rispettivi prototipi sono:
\begin{functions}
\headdecl{linux/ioprio.h}
\val{NULL}, che non imposta un nuovo \textit{stack}. Se infatti si crea un
processo, questo ottiene un suo nuovo spazio degli indirizzi,\footnote{è
sottinteso cioè che non si stia usando il flag \const{CLONE\_VM}.} ed in
-questo caso si applica la semantica del \itindex{copy-on-write} \textit{copy
+questo caso si applica la semantica del \itindex{copy~on~write} \textit{copy
on write} illustrata in sez.~\ref{sec:proc_fork}, per cui le pagine dello
\textit{stack} verranno automaticamente copiate come le altre e il nuovo
processo avrà un suo \textit{stack} totalmente indipendente da quello del
alla creazione dei \textit{thread}, le \acr{glibc} definiscono una funzione di
libreria con una sintassi diversa, orientata a questo scopo, e la
\textit{system call} resta accessibile solo se invocata esplicitamente come
-visto in sez.~\ref{sec:intro_syscall}.\footnote{ed inoltre per questa
+visto in sez.~\ref{sec:proc_syscall}.\footnote{ed inoltre per questa
\textit{system call} non è disponibile la chiamata veloce con
\texttt{vsyscall}.} La funzione di libreria si chiama semplicemente
\funcd{clone} ed il suo prototipo è:
PowerPC.
\item[\const{PR\_GET\_ENDIAN}] Ottiene il valore della \textit{endianess} del
processo chiamante, salvato sulla variabile puntata da \param{arg2} che deve
- essere passata come di tipo \type{(int *)}. Introdotta a partire dal kernel
+ essere passata come di tipo \ctyp{(int *)}. Introdotta a partire dal kernel
2.6.18, solo su PowerPC.
\item[\const{PR\_SET\_FPEMU}] Imposta i bit di controllo per l'emulazione
della virgola mobile su architettura ia64, secondo il valore
di \param{arg2}, si deve passare \const{PR\_FPEMU\_NOPRINT} per emulare in
maniera trasparente l'accesso alle operazioni in virgola mobile, o
\const{PR\_FPEMU\_SIGFPE} per non emularle ed inviare il segnale
- \const{SIGFPE} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}). Introdotta a partire
+ \signal{SIGFPE} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}). Introdotta a partire
dal kernel 2.4.18, solo su ia64.
\item[\const{PR\_GET\_FPEMU}] Ottiene il valore dei flag di controllo
dell'emulazione della virgola mobile, salvato all'indirizzo puntato
\item[\const{PR\_SET\_PDEATHSIG}] Consente di richiedere l'emissione di un
segnale, che sarà ricevuto dal processo chiamante, in occorrenza della
terminazione del proprio processo padre; in sostanza consente di invertire
- il ruolo di \const{SIGCHLD}. Il valore di \param{arg2} deve indicare il
+ il ruolo di \signal{SIGCHLD}. Il valore di \param{arg2} deve indicare il
numero del segnale, o 0 per disabilitare l'emissione. Il valore viene
automaticamente cancellato per un processo figlio creato con \func{fork}.
Introdotta a partire dal kernel 2.1.57.
\textit{timestamp} (TSC, o \textit{Time Stamp Counter}) da indicare con il
valore di \param{arg2}. Si deve specificare \const{PR\_TSC\_ENABLE} per
abilitare la lettura o \const{PR\_TSC\_SIGSEGV} per disabilitarla con la
- generazione di un segnale di \const{SIGSEGV} (vedi
+ generazione di un segnale di \signal{SIGSEGV} (vedi
sez.~\ref{sec:sig_prog_error}). La lettura viene automaticamente
disabilitata se si attiva il \textit{secure computing mode}. Introdotta a
partire dal kernel 2.6.26, solo su x86.
illegali, da indicare con il valore di \param{arg2}. Si deve specificare il
valore \const{PR\_UNALIGN\_NOPRINT} per ignorare gli accessi non allineati,
ed il valore \const{PR\_UNALIGN\_SIGBUS} per generare un segnale di
- \const{SIGBUS} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}) in caso di accesso non
+ \signal{SIGBUS} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}) in caso di accesso non
allineato. Introdotta con diverse versioni su diverse architetture.
\item[\const{PR\_GET\_UNALIGN}] Ottiene il valore della modalità di controllo
per l'accesso a indirizzi di memoria non allineati, salvato all'indirizzo
piattaforme più avanzate che hanno il supporto hardware per questo tipo di
controlli.} ma devono essere opportunamente riportati ai processi che
usano quella parte di RAM che presenta errori; nel caso specifico questo
- avviene attraverso l'emissione di un segnale di \const{SIGBUS} (vedi
+ avviene attraverso l'emissione di un segnale di \signal{SIGBUS} (vedi
sez.~\ref{sec:sig_prog_error}).\footnote{in particolare viene anche
impostato il valore di \var{si\_code} in \struct{siginfo\_t} a
\const{BUS\_MCEERR\_AO}; per il significato di tutto questo si faccia
due, che corrispondono anche al valore che si trova nell'impostazione
generale di sistema di \texttt{memory\_failure\_early\_kill}, con
\const{PR\_MCE\_KILL\_EARLY} si richiede l'emissione immediata di
- \const{SIGBUS} non appena viene rilevato un errore, mentre con
+ \signal{SIGBUS} non appena viene rilevato un errore, mentre con
\const{PR\_MCE\_KILL\_LATE} il segnale verrà inviato solo quando il processo
tenterà un accesso alla memoria corrotta. Questi due valori corrispondono
rispettivamente ai valori 1 e 0 di
un'altra invocazione non fa altro che allocarne un'altra copia. Una funzione
può non essere rientrante quando opera su memoria che non è nello
\itindex{stack} \textit{stack}. Ad esempio una funzione non è mai rientrante
-se usa una variabile globale o statica.
+se usa una \index{variabili!globali} variabile globale o
+\index{variabili!statiche} statica.
Nel caso invece la funzione operi su un oggetto allocato dinamicamente, la
cosa viene a dipendere da come avvengono le operazioni: se l'oggetto è creato
parte del programmatore.
In genere le funzioni di libreria non sono rientranti, molte di esse ad
-esempio utilizzano variabili statiche, le \acr{glibc} però mettono a
-disposizione due macro di compilatore,\footnote{si ricordi quanto illustrato
- in sez.~\ref{sec:intro_gcc_glibc_std}.} \macro{\_REENTRANT} e
-\macro{\_THREAD\_SAFE}, la cui definizione attiva le versioni rientranti di
-varie funzioni di libreria, che sono identificate aggiungendo il suffisso
-\code{\_r} al nome della versione normale.
+esempio utilizzano \index{variabili!statiche} variabili statiche, le
+\acr{glibc} però mettono a disposizione due macro di compilatore,\footnote{si
+ ricordi quanto illustrato in sez.~\ref{sec:intro_gcc_glibc_std}.}
+\macro{\_REENTRANT} e \macro{\_THREAD\_SAFE}, la cui definizione attiva le
+versioni rientranti di varie funzioni di libreria, che sono identificate
+aggiungendo il suffisso \code{\_r} al nome della versione normale.
\index{funzioni!rientranti|)}