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13 \label{cha:socket_intro}
15 In questo capitolo inizieremo a spiegare le caratteristiche salienti della
16 principale interfaccia per la programmazione di rete, quella dei
17 \textit{socket}, che, pur essendo nata in ambiente Unix, è usata ormai da
18 tutti i sistemi operativi.
20 Dopo una breve panoramica sulle caratteristiche di questa interfaccia vedremo
21 come creare un socket e come collegarlo allo specifico protocollo di rete che
22 si utilizzerà per la comunicazione. Per evitare un'introduzione puramente
23 teorica concluderemo il capitolo con un primo esempio di applicazione.
25 \section{Introduzione ai socket}
26 \label{sec:sock_overview}
28 In questa sezione daremo descrizione essenziale di cosa sono i \textit{socket}
29 e di quali sono i concetti fondamentali da tenere presente quando si ha a che
30 fare con essi; ne illustreremo poi le caratteristiche e le differenti
31 tipologie presenti ed infine tratteremo le modalità con cui possono essere
34 \index{socket!definizione|(}
36 \subsection{Cosa sono i \textit{socket}}
37 \label{sec:sock_socket_def}
39 I \textit{socket} (una traduzione letterale potrebbe essere \textsl{presa}, ma
40 essendo universalmente noti come \textit{socket} utilizzeremo sempre la parola
41 inglese) sono uno dei principali meccanismi di comunicazione utilizzato in
42 ambito Unix, e li abbiamo brevemente incontrati in
43 sez.~\ref{sec:ipc_socketpair}, fra i vari meccanismi di intercomunicazione fra
46 Un socket costituisce in sostanza un canale di comunicazione fra due processi
47 su cui si possono leggere e scrivere dati analogo a quello di una
48 \textit{pipe} (vedi sez.~\ref{sec:ipc_pipes}) ma, a differenza di questa e
49 degli altri meccanismi esaminati nel capitolo cap.~\ref{cha:IPC}, i socket non
50 sono limitati alla comunicazione fra processi che girano sulla stessa
51 macchina, ma possono realizzare la comunicazione anche attraverso la rete.
53 Quella dei socket costituisce infatti la principale interfaccia usata nella
54 programmazione di rete. La loro origine risale al 1983, quando furono
55 introdotti in BSD 4.2; l'interfaccia è rimasta sostanzialmente la stessa, con
56 piccole modifiche, negli anni successivi. Benché siano state sviluppate
57 interfacce alternative, originate dai sistemi SVr4 come la XTI (\textit{X/Open
58 Transport Interface}) nessuna ha mai raggiunto la diffusione e la popolarità
59 di quella dei socket (né tantomeno la stessa usabilità e flessibilità) ed oggi
60 sono praticamente dimenticate.
62 La flessibilità e la genericità dell'interfaccia inoltre consente di
63 utilizzare i socket con i più disparati meccanismi di comunicazione, e non
64 solo con l'insieme dei protocolli TCP/IP, anche se questa sarà comunque quella
65 di cui tratteremo in maniera più estesa.
67 Per capire il funzionamento dei socket occorre avere presente il funzionamento
68 dei protocolli di rete che su utilizzeranno (ed in particolare quelli del
69 TCP/IP già illustrati in sez.~\ref{sec:net_tpcip}), ma l'interfaccia è del
70 tutto generale e benché le problematiche, e quindi le modalità di risolvere i
71 problemi, siano diverse a seconda del tipo di protocollo di comunicazione
72 usato, le funzioni da usare nella gestione dei socket restano le stesse.
74 Per questo motivo una semplice descrizione dell'interfaccia è assolutamente
75 inutile, in quanto il comportamento di quest'ultima e le problematiche da
76 affrontare cambiano radicalmente a seconda del tipo di comunicazione usato.
77 La scelta di questo tipo di comunicazione (sovente anche detto \textsl{stile})
78 va infatti ad incidere sulla semantica che verrà utilizzata a livello utente
79 per gestire la comunicazione cioè su come inviare e ricevere i dati e sul
80 comportamento effettivo delle funzioni utilizzate.
82 La scelta di uno \textsl{stile} dipende sia dai meccanismi disponibili, sia
83 dal tipo di comunicazione che si vuole effettuare. Ad esempio alcuni tipi di
84 comunicazione considerano i dati come una sequenza continua di byte, in quello
85 che viene chiamato un \textsl{flusso} (in inglese \textit{stream}), mentre
86 altri invece li raggruppano in \textsl{pacchetti} (in inglese
87 \textit{datagram}) che vengono sempre inviati in blocchi separati e non
90 Un altro esempio delle differenze fra i diversi tipi di comunicazione concerne
91 la possibilità che essa possa o meno perdere dati nella trasmissione, che
92 possa o meno rispettare l'ordine in cui i dati inviati e ricevuti, o che possa
93 accadere di inviare dei pacchetti di dati più volte (differenze che ad esempio
94 sono presenti nel caso di utilizzo dei protocolli TCP o UDP).
96 Un terzo esempio di differenza nel tipo di comunicazione concerne il modo in
97 cui essa avviene nei confronti dei corrispondenti, in certi casi essa può
98 essere condotta con una connessione diretta con un solo corrispondente, come
99 per una telefonata; altri casi possono prevedere una comunicazione come per
100 lettera, in cui si scrive l'indirizzo su ogni pacchetto, altri ancora una
101 comunicazione uno a molti come il \textit{broadcast} ed il \textit{multicast},
102 in cui i pacchetti possono venire emessi su appositi ``\textsl{canali}'' dove
103 chiunque si collega possa riceverli.
105 É chiaro che ciascuno di questi diversi aspetti è associato ad un tipo di
106 comunicazione che comporta una modalità diversa di gestire la stessa, ad
107 esempio se la comunicazione è inaffidabile occorrerà essere in grado di
108 gestire la perdita o il rimescolamento dei dati, se è a pacchetti questi
109 dovranno essere opportunamente trattati, se è uno a molti occorrerà tener
110 conto della eventuale unidirezionalità della stessa, ecc.
112 \index{socket!definizione|)}
115 \subsection{La creazione di un socket}
116 \label{sec:sock_creation}
118 Come accennato l'interfaccia dei socket è estremamente flessibile e permette
119 di interagire con protocolli di comunicazione anche molto diversi fra di loro;
120 in questa sezione vedremo come è possibile creare un socket e come specificare
121 il tipo di comunicazione che esso deve utilizzare.
123 La creazione di un socket avviene attraverso l'uso della funzione di sistema
124 \funcd{socket}; essa restituisce un \textit{file descriptor} (del tutto
125 analogo a quelli che si ottengono per i file di dati e le \textit{pipe},
126 descritti in sez.~\ref{sec:file_fd}) che serve come riferimento al socket; il
131 \fdecl{int socket(int domain, int type, int protocol)}
132 \fdesc{Apre un socket.}
135 {La funzione ritorna un valore positivo in caso di successo e $-1$ per un
136 errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
138 \item[\errcode{EACCES}] non si hanno privilegi per creare un socket nel
139 dominio o con il protocollo specificato.
140 \item[\errcode{EAFNOSUPPORT}] famiglia di indirizzi non supportata.
141 \item[\errcode{EINVAL}] argomento \param{type} invalido.
142 \item[\errcode{EMFILE}] si è ecceduta la tabella dei file.
143 \item[\errcode{ENFILE}] si è raggiunto il limite massimo di file aperti.
144 \item[\errcode{ENOBUFS}] non c'è sufficiente memoria per creare il socket
145 (può essere anche \errval{ENOMEM}).
146 \item[\errcode{EPROTONOSUPPORT}] il tipo di socket o il protocollo scelto
147 non sono supportati nel dominio.
149 ed inoltre a seconda del protocollo usato, potranno essere generati altri
150 errori, che sono riportati nelle pagine di manuale relative al protocollo.}
154 La funzione ha tre argomenti, \param{domain} specifica il dominio del socket
155 (definisce cioè, come vedremo in sez.~\ref{sec:sock_domain}, la famiglia di
156 protocolli usata), \param{type} specifica il tipo di socket (definisce cioè,
157 come vedremo in sez.~\ref{sec:sock_type}, lo stile di comunicazione) e
158 \param{protocol} il protocollo; in genere quest'ultimo è indicato
159 implicitamente dal tipo di socket, per cui di norma questo valore viene messo
160 a zero (con l'eccezione dei \textit{raw socket}).
162 % TODO: l'ultimo argomento viene usato anche dai nuovi ping socket introdotti
163 % con il kernel 3.0, vedi anche http://lwn.net/Articles/420799/ e
164 % http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/torvalds/linux-2.6.git;a=commitdiff;h=c319b4d76b9e583a5d88d6bf190e079c4e43213d
166 Si noti che la creazione del socket si limita ad allocare le opportune
167 strutture nel kernel (sostanzialmente una voce nella \textit{file table}) e
168 non comporta nulla riguardo all'indicazione degli indirizzi remoti o locali
169 attraverso i quali si vuole effettuare la comunicazione. Questo significa che
170 la funzione da sola non è in grado di fornire alcun tipo di comunicazione.
173 \subsection{Il dominio dei socket}
174 \label{sec:sock_domain}
176 Dati i tanti e diversi protocolli di comunicazione disponibili, esistono vari
177 tipi di socket, che vengono classificati raggruppandoli in quelli che si
178 chiamano \textsl{domini}. La scelta di un dominio equivale in sostanza alla
179 scelta di una famiglia di protocolli, e viene effettuata attraverso
180 l'argomento \param{domain} della funzione \func{socket}. Ciascun dominio ha un
181 suo nome simbolico che convenzionalmente è indicato da una costante che inizia
182 per \texttt{PF\_}, sigla che sta per \textit{protocol family}, altro nome con
183 cui si indicano i domini.
185 A ciascun tipo di dominio corrisponde un analogo nome simbolico, anch'esso
186 associato ad una costante, che inizia invece per \texttt{AF\_} (da
187 \textit{address family}) che identifica il formato degli indirizzi usati in
188 quel dominio. Le pagine di manuale di Linux si riferiscono a questi indirizzi
189 anche come \textit{name space}, (nome che invece il manuale della \acr{glibc}
190 riserva a quello che noi abbiamo chiamato domini) dato che identificano il
191 formato degli indirizzi usati in quel dominio per identificare i capi della
197 \begin{tabular}[c]{|l|l|l|l|}
199 \textbf{Nome}&\textbf{Valore}&\textbf{Utilizzo}&\textbf{Man page} \\
202 \constd{AF\_UNSPEC} & 0& Non specificato & \\
203 \constd{AF\_LOCAL} & 1& Local communication & unix(7) \\
204 \constd{AF\_UNIX}, \constd{AF\_FILE}&1&Sinonimi di \const{AF\_LOCAL}& \\
205 \constd{AF\_INET} & 2& IPv4 Internet protocols & ip(7) \\
206 \constd{AF\_AX25} & 3& Amateur radio AX.25 protocol & \\
207 \constd{AF\_IPX} & 4& IPX - Novell protocols & \\
208 \constd{AF\_APPLETALK}& 5& Appletalk & ddp(7) \\
209 \constd{AF\_NETROM} & 6& Amateur radio NetROM & \\
210 \constd{AF\_BRIDGE} & 7& Multiprotocol bridge & \\
211 \constd{AF\_ATMPVC} & 8& Access to raw ATM PVCs & \\
212 \constd{AF\_X25} & 9& ITU-T X.25 / ISO-8208 protocol& x25(7) \\
213 \constd{AF\_INET6} &10& IPv6 Internet protocols & ipv6(7) \\
214 \constd{AF\_ROSE} &11& Amateur Radio X.25 PLP & \\
215 \constd{AF\_DECnet} &12& Reserved for DECnet project & \\
216 \constd{AF\_NETBEUI} &13& Reserved for 802.2LLC project & \\
217 \constd{AF\_SECURITY} &14& Security callback pseudo AF & \\
218 \constd{AF\_KEY} &15& AF\_KEY key management API & \\
219 \constd{AF\_NETLINK} &16& Kernel user interface device & netlink(7) \\
220 \constd{AF\_ROUTE} &16& Sinonimo di \const{AF\_NETLINK} emula BSD.&\\
221 \constd{AF\_PACKET} &17& Low level packet interface & packet(7) \\
222 \constd{AF\_ASH} &18& Ash & \\
223 \constd{AF\_ECONET} &19& Acorn Econet & \\
224 \constd{AF\_ATMSVC} &20& ATM SVCs & \\
225 \constd{AF\_RDS} &21& RDS Sockets & \\
226 \constd{AF\_SNA} &22& Linux SNA Project & \\
227 \constd{AF\_IRDA} &23& IRDA socket (infrarossi) & irda(7) \\
228 \constd{AF\_PPPOX} &24& PPPoX socket & \\
229 \constd{AF\_WANPIPE} &25& Wanpipe API socket & \\
230 \constd{AF\_LLC} &26& Linux LLC & \\
231 \constd{AF\_IB} &27& Native InfiniBand address & \\
232 \constd{AF\_MPLS} &28& MPSL & \\
233 \constd{AF\_CAN} &29& Controller Are Network & \\
234 \constd{AF\_TIPC} &30& TIPC sockets & \\
235 \constd{AF\_BLUETOOTH}&31& Bluetooth socket & \\
236 \constd{AF\_IUCV} &32& IUCV sockets & \\
237 \constd{AF\_RXRPC} &33& RxRPC sockets & \\
238 \constd{AF\_ISDN} &34& mISDN sockets & \\
239 \constd{AF\_PHONET} &35& Phonet sockets & \\
240 \constd{AF\_IEEE802154}&36& IEEE802154 sockets & \\
241 \constd{AF\_CAIF} &37& CAIF sockets & \\
242 \constd{AF\_ALG} &38& Algorithm sockets & \\
243 \constd{AF\_NFC} &39& NFC sockets & \\
244 \constd{AF\_VSOCK} &40& vSockets & \\
245 \constd{AF\_KCM} &41& Kernel Connection Multiplexor & \\
246 \constd{AF\_QIPCRTR} &42& Qualcomm IPC Router & \\
247 \constd{AF\_SMC} &43& smc sockets & \\
250 \caption{Famiglie di protocolli definiti in Linux.}
251 \label{tab:net_pf_names}
254 L'idea alla base della distinzione fra questi due insiemi di costanti era che
255 una famiglia di protocolli potesse supportare vari tipi di indirizzi, per cui
256 il prefisso \texttt{PF\_} si sarebbe dovuto usare nella creazione dei socket e
257 il prefisso \texttt{AF\_} in quello delle strutture degli indirizzi. Questo è
258 quanto specificato anche dallo standard POSIX.1g, ma non esistono a tuttora
259 famiglie di protocolli che supportino diverse strutture di indirizzi, per cui
260 nella pratica questi due nomi sono equivalenti e corrispondono agli stessi
261 valori numerici.\footnote{in Linux, come si può verificare andando a guardare
262 il contenuto di \file{bits/socket.h}, le costanti sono esattamente le stesse
263 e ciascuna \texttt{AF\_} è definita alla corrispondente \texttt{PF\_} e con
264 lo stesso nome.} Qui si sono indicati i nomi con il prefisso \texttt{AF\_}
265 seguendo la convenzione usata nelle pagine di manuale.
267 I domini (e i relativi nomi simbolici), così come i nomi delle famiglie di
268 indirizzi, sono definiti dall'\textit{header file} \headfiled{socket.h}. Un
269 elenco, aggiornato alla versione 4.15, delle famiglie di protocolli
270 disponibili in Linux è riportato in tab.~\ref{tab:net_pf_names}. L'elenco
271 indica tutti i protocolli definiti; fra questi però saranno utilizzabili solo
272 quelli per i quali si è compilato il supporto nel kernel (o si sono caricati
273 gli opportuni moduli), viene definita anche una costante \constd{AF\_MAX} che
274 indica il valore massimo associabile ad un dominio.
276 Si tenga presente che non tutte le famiglie di protocolli sono utilizzabili
277 dall'utente generico, ad esempio in generale tutti i socket di tipo
278 \const{SOCK\_RAW} possono essere creati solo da processi che hanno i privilegi
279 di amministratore (cioè con \ids{UID} effettivo uguale a zero) o dotati della
280 \textit{capability} \const{CAP\_NET\_RAW}.
283 \subsection{Il tipo di socket}
284 \label{sec:sock_type}
286 La scelta di un dominio non comporta però la scelta dello stile di
287 comunicazione, questo infatti viene a dipendere dal protocollo che si andrà ad
288 utilizzare fra quelli disponibili nella famiglia scelta. L'interfaccia dei
289 socket permette di scegliere lo stile di comunicazione indicando il tipo di
290 socket con l'argomento \param{type} di \func{socket}. Linux mette a
291 disposizione vari tipi di socket (che corrispondono a quelli che il manuale
292 della \acr{glibc} \cite{GlibcMan} chiama \textit{styles}) identificati dalle
293 seguenti costanti:\footnote{le pagine di manuale POSIX riportano solo i primi
294 tre tipi, Linux supporta anche gli altri, come si può verificare nel file
295 \texttt{include/linux/net.h} dei sorgenti del kernel.}
297 \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
298 \item[\constd{SOCK\_STREAM}] Provvede un canale di trasmissione dati
299 bidirezionale, sequenziale e affidabile. Opera su una connessione con un
300 altro socket. I dati vengono ricevuti e trasmessi come un flusso continuo di
301 byte (da cui il nome \textit{stream}) e possono essere letti in blocchi di
302 dimensioni qualunque. Può supportare la trasmissione dei cosiddetti dati
303 urgenti (o \textit{out-of-band}, vedi sez.~\ref{sec:TCP_urgent_data}).
304 \item[\constd{SOCK\_DGRAM}] Viene usato per trasmettere pacchetti di dati
305 (\textit{datagram}) di lunghezza massima prefissata, indirizzati
306 singolarmente. Non esiste una connessione e la trasmissione è effettuata in
307 maniera non affidabile.
308 \item[\constd{SOCK\_SEQPACKET}] Provvede un canale di trasmissione di dati
309 bidirezionale, sequenziale e affidabile. Opera su una connessione con un
310 altro socket. I dati possono vengono trasmessi per pacchetti di dimensione
311 massima fissata, e devono essere letti integralmente da ciascuna chiamata a
313 \item[\constd{SOCK\_RAW}] Provvede l'accesso a basso livello ai protocolli di
314 rete e alle varie interfacce. I normali programmi di comunicazione non
315 devono usarlo, è riservato all'uso di sistema.
316 \item[\constd{SOCK\_RDM}] Provvede un canale di trasmissione di dati
317 affidabile, ma in cui non è garantito l'ordine di arrivo dei pacchetti.
318 \item[\constd{SOCK\_PACKET}] Obsoleto, non deve essere più usato (e pertanto
319 non ne parleremo ulteriormente).
322 A partire dal kernel 2.6.27 l'argomento \param{type} della funzione
323 \func{socket} assume un significato ulteriore perché può essere utlizzato per
324 impostare dei flag relativi alle caratteristiche generali del \textit{socket}
325 non strettamente attinenti all'indicazione del tipo secondo i valori appena
326 illustrati. Essi infatti possono essere combinati con un OR aritmetico delle
328 \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
329 \item[\constd{SOCK\_CLOEXEC}] imposta il flag di \textit{close-on-exec} sul
330 file descriptor del socket, ottenendo lo stesso effetto del flag
331 \const{O\_CLOEXEC} di \func{open} (vedi tab.~\ref{tab:open_operation_flag}),
332 di cui costituisce l'analogo.
334 \item[\constd{SOCK\_NONBLOCK}] crea il socket in modalità non-bloccante, con
335 effetti identici ad una successiva chiamata a \func{fcntl} per impostare il
336 flag di \const{O\_NONBLOCK} sul file descriptor (si faccia di nuovo
337 riferimenti al significato di quest'ultimo come spiegato in
338 tab.~\ref{tab:open_operation_flag}).
341 Si tenga presente inoltre che non tutte le combinazioni fra una famiglia di
342 protocolli e un tipo di socket sono valide, in quanto non è detto che in una
343 famiglia esista un protocollo per ciascuno dei diversi stili di comunicazione
349 \begin{tabular}{|l|c|c|c|c|c|}
351 \multicolumn{1}{|c|}{\textbf{Famiglia}}&
352 \multicolumn{5}{|c|}{\textbf{Tipo}}\\
355 &\const{SOCK\_STREAM} &\const{SOCK\_DGRAM} &\const{SOCK\_RAW}&
356 \const{SOCK\_RDM}&\const{SOCK\_SEQPACKET} \\
358 \const{AF\_UNIX} & si & si & -- & -- & si\footnotemark \\
360 \const{AF\_LOCAL}&\multicolumn{5}{|c|}{sinonimo di \const{AF\_UNIX}}\\
362 \const{AF\_INET} & TCP & UDP & IPv4 & -- & -- \\
364 \const{AF\_INET6} & TCP & UDP & IPv6 & -- & -- \\
366 \const{AF\_IPX} & -- & si & -- & -- & -- \\
368 \const{AF\_NETLINK} & -- & si & si & -- & -- \\
370 \const{AF\_X25} & -- & -- & -- & -- & si \\
372 \const{AF\_AX25} & -- & si & si & -- & si \\
374 % \const{AF\_ATMPVC} & -- & -- & -- & -- & -- \\
376 \const{AF\_APPLETALK} & -- & si & si & -- & -- \\
378 \const{AF\_PACKET} & -- & si & si & -- & -- \\
380 \const{AF\_KEY} & -- & -- & si & -- & -- \\
382 \const{AF\_IRDA} & si & si & si & -- & si \\
384 \const{AF\_NETROM} & -- & -- & -- & -- & si \\
386 \const{AF\_ROSE} & -- & -- & -- & -- & si \\
388 \const{AF\_RDS} & -- & -- & -- & -- & si \\
390 \const{AF\_ECONET} & -- & si & -- & -- & -- \\
393 \caption{Combinazioni valide di dominio e tipo di protocollo per la
394 funzione \func{socket}.}
395 \label{tab:sock_sock_valid_combinations}
398 \footnotetext{supportati a partire dal kernel 2.6.4 per socket che conservano
399 i limiti dei messaggi e li consegnano in sequenza ordinata.}
401 In tab.~\ref{tab:sock_sock_valid_combinations} sono mostrate le combinazioni
402 valide possibili per le principali famiglie di protocolli. Per ogni
403 combinazione valida si è indicato il tipo di protocollo, o la parola
404 \textsl{si} qualora il protocollo non abbia un nome definito, mentre si sono
405 lasciate vuote le caselle per le combinazioni non supportate.
408 \section{Le strutture degli indirizzi dei socket}
409 \label{sec:sock_sockaddr}
411 Come si è visto nella creazione di un socket non si specifica nulla oltre al
412 tipo di famiglia di protocolli che si vuole utilizzare, in particolare nessun
413 indirizzo che identifichi i due capi della comunicazione. La funzione infatti
414 si limita ad allocare nel kernel quanto necessario per poter poi realizzare la
417 Gli indirizzi infatti vengono specificati attraverso apposite strutture che
418 vengono utilizzate dalle altre funzioni della interfaccia dei socket, quando
419 la comunicazione viene effettivamente realizzata. Ogni famiglia di protocolli
420 ha ovviamente una sua forma di indirizzamento e in corrispondenza a questa una
421 sua peculiare struttura degli indirizzi. I nomi di tutte queste strutture
422 iniziano per \var{sockaddr\_}; quelli propri di ciascuna famiglia vengono
423 identificati dal suffisso finale, aggiunto al nome precedente.
426 \subsection{La struttura generica}
427 \label{sec:sock_sa_gen}
429 Le strutture degli indirizzi vengono sempre passate alle varie funzioni
430 attraverso puntatori (cioè \textit{by reference}), ma le funzioni devono poter
431 maneggiare puntatori a strutture relative a tutti gli indirizzi possibili
432 nelle varie famiglie di protocolli; questo pone il problema di come passare
433 questi puntatori, il C moderno risolve questo problema coi i puntatori
434 generici (i \ctyp{void *}), ma l'interfaccia dei socket è antecedente alla
435 definizione dello standard ANSI C, e per questo nel 1982 fu scelto di definire
436 una struttura generica per gli indirizzi dei socket, \struct{sockaddr}, che si
437 è riportata in fig.~\ref{fig:sock_sa_gen_struct}.
440 \footnotesize \centering
441 \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
442 \includestruct{listati/sockaddr.h}
444 \caption{La struttura generica degli indirizzi dei socket
446 \label{fig:sock_sa_gen_struct}
449 Tutte le funzioni dei socket che usano gli indirizzi sono definite usando nel
450 prototipo un puntatore a questa struttura; per questo motivo quando si
451 invocano dette funzioni passando l'indirizzo di un protocollo specifico
452 occorrerà eseguire una conversione del relativo puntatore.
454 I tipi di dati che compongono la struttura sono stabiliti dallo standard
455 POSIX.1g e li abbiamo riassunti in tab.~\ref{tab:sock_data_types} con i
456 rispettivi file di include in cui sono definiti; la struttura è invece
457 definita nell'include file \headfile{sys/socket.h}.
462 \begin{tabular}{|l|l|l|}
464 \multicolumn{1}{|c|}{\textbf{Tipo}}&
465 \multicolumn{1}{|c|}{\textbf{Descrizione}}&
466 \multicolumn{1}{|c|}{\textbf{Header}} \\
469 \typed{int8\_t} & intero a 8 bit con segno & \headfile{sys/types.h}\\
470 \typed{uint8\_t} & intero a 8 bit senza segno & \headfile{sys/types.h}\\
471 \typed{int16\_t} & intero a 16 bit con segno & \headfile{sys/types.h}\\
472 \typed{uint16\_t} & intero a 16 bit senza segno& \headfile{sys/types.h}\\
473 \typed{int32\_t} & intero a 32 bit con segno & \headfile{sys/types.h}\\
474 \typed{uint32\_t} & intero a 32 bit senza segno& \headfile{sys/types.h}\\
476 \typed{sa\_family\_t} & famiglia degli indirizzi&\headfile{sys/socket.h}\\
477 \typed{socklen\_t} & lunghezza (\type{uint32\_t}) dell'indirizzo di
478 un socket& \headfile{sys/socket.h}\\
480 \typed{in\_addr\_t} & indirizzo IPv4 (\type{uint32\_t}) &
481 \headfile{netinet/in.h}\\
482 \typed{in\_port\_t} & porta TCP o UDP (\type{uint16\_t})&
483 \headfile{netinet/in.h}\\
486 \caption{Tipi di dati usati nelle strutture degli indirizzi, secondo quanto
487 stabilito dallo standard POSIX.1g.}
488 \label{tab:sock_data_types}
491 In alcuni sistemi la struttura è leggermente diversa e prevede un primo membro
492 aggiuntivo \code{uint8\_t sin\_len} (come riportato da R. Stevens in
493 \cite{UNP1}). Questo campo non verrebbe usato direttamente dal programmatore e
494 non è richiesto dallo standard POSIX.1g, in Linux pertanto non esiste. Il
495 campo \type{sa\_family\_t} era storicamente un \ctyp{unsigned short}.
497 Dal punto di vista del programmatore l'unico uso di questa struttura è quello
498 di fare da riferimento per il casting, per il kernel le cose sono un po'
499 diverse, in quanto esso usa il puntatore per recuperare il campo
500 \var{sa\_family}, comune a tutte le famiglie, con cui determinare il tipo di
501 indirizzo; per questo motivo, anche se l'uso di un puntatore \ctyp{void *}
502 sarebbe più immediato per l'utente (che non dovrebbe più eseguire il casting),
503 è stato mantenuto l'uso di questa struttura.
505 Se si usa una struttura \struct{sockaddr} per allocare delle variabili
506 generiche da usare in seguito per degli indirizzi si pone il problema che
507 niente assicura che i dati necessari per le varie famiglie di indirizzi
508 possano rientrare nella dimensione del campo \var{sa\_data} indicata in
509 fig.~\ref{fig:sock_sa_gen_struct}, anzi, come vedremo in
510 sez.~\ref{sec:sock_sa_ipv6}, nel caso di indirizzi IPv6 questa non è proprio
514 \footnotesize \centering
515 \begin{minipage}[c]{0.95\textwidth}
516 \includestruct{listati/sockaddr_storage.h}
518 \caption{La struttura generica degli indirizzi dei socket
519 \structd{sockaddr\_storage}.}
520 \label{fig:sock_sa_storage_struct}
523 Per questo l'interfaccia di programmazione dei socket prevede la defizione di
524 una speciale struttura \struct{sockaddr\_storage} illustrata in
525 fig.~\ref{fig:sock_sa_storage_struct}, in cui di nuovo si usa il primo campo
526 (\var{ss\_family}) per indicare il tipo di indirizzo, ed in cui i campi
527 successivi sono utilizzati per allineare i dati al tipo di architettura
528 hardware utilizzata, e per allocare uno spazio sufficiente ampio per contenere
529 qualunque tipo di indirizzo supportato. Allocando questa struttura si ha la
530 certezza di non eccedere le dimensioni qualunque sia il tipo di indirizzi che
531 si useranno, pertanto risulta utile tutte le volte che si devono gestire in
532 maniera generica tipi di indirizzi diversi (ad esempio IPv4 ed IPv6).
535 \subsection{La struttura degli indirizzi IPv4}
536 \label{sec:sock_sa_ipv4}
538 I socket di tipo \const{AF\_INET} vengono usati per la comunicazione
539 attraverso Internet; la struttura per gli indirizzi per un socket Internet (se
540 si usa IPv4) è definita come \struct{sockaddr\_in} nell'header file
541 \headfiled{netinet/in.h} ed ha la forma mostrata in
542 fig.~\ref{fig:sock_sa_ipv4_struct}, conforme allo standard POSIX.1g.
545 \footnotesize\centering
546 \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
547 \includestruct{listati/sockaddr_in.h}
549 \caption{La struttura \structd{sockaddr\_in} degli indirizzi dei socket
550 Internet (IPv4) e la struttura \structd{in\_addr} degli indirizzi IPv4.}
551 \label{fig:sock_sa_ipv4_struct}
554 L'indirizzo di un socket Internet (secondo IPv4) comprende l'indirizzo
555 Internet di un'interfaccia più un \textsl{numero di porta} (affronteremo in
556 dettaglio il significato di questi numeri in sez.~\ref{sec:TCP_port_num}). Il
557 protocollo IP di per sé non prevede numeri di porta, questi sono utilizzati
558 solo dai protocolli di livello superiore come TCP e UDP, ma devono essere
559 indicati qui. Inoltre questa struttura viene usata anche per i socket RAW che
560 accedono direttamente al livello di IP, in questo caso il numero della porta
561 deve essere impostato al numero di protocollo.
563 Il membro \var{sin\_family} deve essere sempre impostato a \constd{AF\_INET},
564 altrimenti si avrà un errore di \errcode{EINVAL}; il membro \var{sin\_port}
565 specifica il \textsl{numero di porta}. I numeri di porta sotto il 1024 sono
566 chiamati \textsl{riservati} in quanto utilizzati da servizi standard e
567 soltanto processi con i privilegi di amministratore (con \ids{UID} effettivo
568 uguale a zero) o con la \textit{capability} \const{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE}
569 possono usare la funzione \func{bind} (che vedremo in
570 sez.~\ref{sec:TCP_func_bind}) su queste porte.
572 Il membro \var{sin\_addr} contiene un indirizzo Internet, e viene acceduto sia
573 come struttura (un resto di una implementazione precedente in cui questa era
574 una \dirct{union} usata per accedere alle diverse classi di indirizzi) che
575 direttamente come intero. In \headfile{netinet/in.h} vengono definite anche
576 alcune costanti che identificano alcuni indirizzi speciali, riportati in
577 tab.~\ref{tab:TCP_ipv4_addr}, che rincontreremo più avanti.
579 Infine occorre sottolineare che sia gli indirizzi che i numeri di porta devono
580 essere specificati in quello che viene chiamato \textit{network order}, cioè
581 con i bit ordinati in formato \textit{big endian} (vedi
582 sez.~\ref{sec:endianness}), questo comporta la necessità di usare apposite
583 funzioni di conversione per mantenere la portabilità del codice (vedi
584 sez.~\ref{sec:sock_addr_func} per i dettagli del problema e le relative
588 \subsection{La struttura degli indirizzi IPv6}
589 \label{sec:sock_sa_ipv6}
591 Essendo IPv6 un'estensione di IPv4, i socket di tipo \const{AF\_INET6} sono
592 sostanzialmente identici ai precedenti; la parte in cui si trovano
593 praticamente tutte le differenze fra i due socket è quella della struttura
594 degli indirizzi; la sua definizione, presa da \headfile{netinet/in.h}, è
595 riportata in fig.~\ref{fig:sock_sa_ipv6_struct}.
598 \footnotesize \centering
599 \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
600 \includestruct{listati/sockaddr_in6.h}
602 \caption{La struttura \structd{sockaddr\_in6} degli indirizzi dei socket
603 IPv6 e la struttura \structd{in6\_addr} degli indirizzi IPv6.}
604 \label{fig:sock_sa_ipv6_struct}
607 Il campo \var{sin6\_family} deve essere sempre impostato ad \constd{AF\_INET6},
608 il campo \var{sin6\_port} è analogo a quello di IPv4 e segue le stesse regole;
609 il campo \var{sin6\_flowinfo} è a sua volta diviso in tre parti di cui i 24
610 bit inferiori indicano l'etichetta di flusso, i successivi 4 bit la priorità e
611 gli ultimi 4 sono riservati. Questi valori fanno riferimento ad alcuni campi
612 specifici dell'header dei pacchetti IPv6 (vedi sez.~\ref{sec:IP_ipv6head}) ed
613 il loro uso è sperimentale.
615 Il campo \var{sin6\_addr} contiene l'indirizzo a 128 bit usato da IPv6,
616 espresso da un vettore di 16 byte; anche in questo caso esistono alcuni valori
617 predediniti, ma essendo il campo un vettore di byte non è possibile assegnarli
618 con il calore di una costante. Esistono però le variabili predefinite
619 \var{in6addr\_any} (che indica l'indirizzo generico) e \var{in6addr\_loopback}
620 (che indica l'indirizzo di loopback) il cui valore può essere copiato in
621 questo campo. A queste due variabili si aggiungono le macro
622 \macrod{IN6ADDR\_ANY\_INIT} e \macrod{IN6ADDR\_LOOPBACK\_INIT} per effettuare
623 delle assegnazioni statiche.
625 Infine il campo \var{sin6\_scope\_id} è un campo introdotto in Linux con il
626 kernel 2.4, per gestire alcune operazioni riguardanti il
627 \textit{multicasting}, è supportato solo per gli indirizzi di tipo
628 \textit{link-local} (vedi sez.~\ref{sec:IP_ipv6_unicast}) e deve contenere
629 l'\textit{interface index} (vedi sez.~\ref{sec:sock_ioctl_netdevice}) della
630 scheda di rete. Si noti infine che \struct{sockaddr\_in6} ha una dimensione
631 maggiore della struttura \struct{sockaddr} generica di
632 fig.~\ref{fig:sock_sa_gen_struct}, quindi occorre stare attenti a non avere
633 fatto assunzioni riguardo alla possibilità di contenere i dati nelle
634 dimensioni di quest'ultima (per questo se necessario è opportuno usare
635 \struct{sockaddr\_storage}).
638 \subsection{La struttura degli indirizzi locali}
639 \label{sec:sock_sa_local}
641 I socket di tipo \const{AF\_UNIX} o \const{AF\_LOCAL} vengono usati per una
642 comunicazione fra processi che stanno sulla stessa macchina (per questo
643 vengono chiamati \textit{local domain} o anche \textit{Unix domain}); essi
644 hanno la caratteristica ulteriore di poter essere creati anche in maniera
645 anonima attraverso la funzione \func{socketpair} (che abbiamo trattato in
646 sez.~\ref{sec:ipc_socketpair}). Quando però si vuole fare riferimento
647 esplicito ad uno di questi socket si deve usare una struttura degli indirizzi
648 di tipo \struct{sockaddr\_un}, la cui definizione si è riportata in
649 fig.~\ref{fig:sock_sa_local_struct}.
652 \footnotesize \centering
653 \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
654 \includestruct{listati/sockaddr_un.h}
656 \caption{La struttura \structd{sockaddr\_un} degli indirizzi dei socket
657 locali (detti anche \textit{unix domain}) definita in
658 \headfiled{sys/un.h}.}
659 \label{fig:sock_sa_local_struct}
662 In questo caso il campo \var{sun\_family} deve essere \constd{AF\_UNIX},
663 mentre il campo \var{sun\_path} deve specificare un indirizzo. Questo ha due
664 forme; può essere ``\textit{named}'' ed in tal caso deve corrispondere ad un
665 file (di tipo socket) presente nel filesystem o essere ``\textit{abstract}''
666 nel qual caso viene identificato da una stringa univoca in uno spazio di nomi
669 Nel primo caso l'indirizzo viene specificato in \var{sun\_path} come una
670 stringa (terminata da uno zero) corrispondente al \textit{pathname} del file;
671 nel secondo caso (che è specifico di Linux e non portabile) \var{sun\_path}
672 deve iniziare con uno zero ed il nome verrà costituito dai restanti byte che
673 verranno interpretati come stringa senza terminazione (un byte nullo non ha in
674 questo caso nessun significato).
676 In realtà esiste una terza forma, \textit{unnamed}, che non è possibile
677 indicare in fase di scrittura, ma che è quella che viene usata quando si legge
678 l'indirizzo di un socket anonimo creato con \texttt{socketpair}; in tal caso
679 la struttura restituita è di dimensione \code{sizeof(sa\_family\_t)}, quindi
680 \var{sun\_path} non esiste e non deve essere referenziato.
682 \subsection{La struttura degli indirizzi AppleTalk}
683 \label{sec:sock_sa_appletalk}
685 I socket di tipo \const{AF\_APPLETALK} sono usati dalla libreria
686 \file{netatalk} per implementare la comunicazione secondo il protocollo
687 AppleTalk, uno dei primi protocolli di rete usato nel mondo dei personal
688 computer, usato dalla Apple per connettere fra loro computer e stampanti. Il
689 kernel supporta solo due strati del protocollo, DDP e AARP, e di norma è
690 opportuno usare le funzioni della libreria \texttt{netatalk}, tratteremo qui
691 questo argomento principalmente per mostrare l'uso di un protocollo
694 I socket AppleTalk permettono di usare il protocollo DDP, che è un protocollo
695 a pacchetto, di tipo \const{SOCK\_DGRAM}; l'argomento \param{protocol} di
696 \func{socket} deve essere nullo. È altresì possibile usare i socket raw
697 specificando un tipo \const{SOCK\_RAW}, nel qual caso l'unico valore valido
698 per \param{protocol} è \constd{ATPROTO\_DDP}.
700 Gli indirizzi AppleTalk devono essere specificati tramite una struttura
701 \struct{sockaddr\_atalk}, la cui definizione è riportata in
702 fig.~\ref{fig:sock_sa_atalk_struct}; la struttura viene dichiarata includendo
703 il file \headfiled{netatalk/at.h}.
706 \footnotesize \centering
707 \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth}
708 \includestruct{listati/sockaddr_atalk.h}
710 \caption{La struttura \structd{sockaddr\_atalk} degli indirizzi dei socket
711 AppleTalk, e la struttura \structd{at\_addr} degli indirizzi AppleTalk.}
712 \label{fig:sock_sa_atalk_struct}
715 Il campo \var{sat\_family} deve essere sempre \constd{AF\_APPLETALK}, mentre
716 il campo \var{sat\_port} specifica la porta che identifica i vari
717 servizi. Valori inferiori a 129 sono usati per le \textsl{porte riservate}, e
718 possono essere usati solo da processi con i privilegi di amministratore o con
719 la \textit{capability} \const{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE}.
721 L'indirizzo remoto è specificato nella struttura \var{sat\_addr}, e deve
722 essere in \textit{network order} (vedi sez.~\ref{sec:endianness}); esso è
723 composto da un parte di rete data dal campo \var{s\_net}, che può assumere il
724 valore \constd{AT\_ANYNET}, che indica una rete generica e vale anche per
725 indicare la rete su cui si è, il singolo nodo è indicato da \var{s\_node}, e
726 può prendere il valore generico \constd{AT\_ANYNODE} che indica anche il nodo
727 corrente, ed il valore \constd{ATADDR\_BCAST} che indica tutti i nodi della
731 \subsection{La struttura degli indirizzi dei \textit{packet socket}}
732 \label{sec:sock_sa_packet}
734 I \textit{packet socket}, identificati dal dominio \const{AF\_PACKET}, sono
735 un'interfaccia specifica di Linux per inviare e ricevere pacchetti
736 direttamente su un'interfaccia di rete, senza passare per le funzioni di
737 gestione dei protocolli di livello superiore. In questo modo è possibile
738 implementare dei protocolli in \textit{user space}, agendo direttamente sul
739 livello fisico. In genere comunque si preferisce usare la libreria
740 \file{pcap},\footnote{la libreria è mantenuta insieme al comando
741 \cmd{tcpdump}, informazioni e documentazione si possono trovare sul sito del
742 progetto \url{http://www.tcpdump.org/}.} che assicura la portabilità su
743 altre piattaforme, anche se con funzionalità ridotte.
745 Questi socket possono essere di tipo \const{SOCK\_RAW} o \const{SOCK\_DGRAM}.
746 Con socket di tipo \const{SOCK\_RAW} si può operare sul livello di
747 collegamento, ed i pacchetti vengono passati direttamente dal socket al driver
748 del dispositivo e viceversa. In questo modo, in fase di trasmissione, il
749 contenuto completo dei pacchetti, comprese le varie intestazioni, deve essere
750 fornito dall'utente. In fase di ricezione invece tutto il contenuto del
751 pacchetto viene passato inalterato sul socket, anche se il kernel analizza
752 comunque il pacchetto, riempiendo gli opportuni campi della struttura
753 \struct{sockaddr\_ll} ad esso associata.
755 Si usano invece socket di tipo \const{SOCK\_DGRAM} quando si vuole operare a
758 In questo caso in fase di ricezione l'intestazione del protocollo di
759 collegamento viene rimossa prima di passare il resto del pacchetto all'utente,
760 mentre in fase di trasmissione viene creata una opportuna intestazione per il
761 protocollo a livello di collegamento utilizzato, usando le informazioni
762 necessarie che devono essere specificate sempre con una struttura
763 \struct{sockaddr\_ll}.
765 Nella creazione di un \textit{packet socket} il valore dell'argomento
766 \param{protocol} di \func{socket} serve a specificare, in \textit{network
767 order}, il numero identificativo del protocollo di collegamento si vuole
768 utilizzare. I valori possibili sono definiti secondo lo standard IEEE 802.3, e
769 quelli disponibili in Linux sono accessibili attraverso opportune costanti
770 simboliche definite nel file \file{linux/if\_ether.h}. Se si usa il valore
771 speciale \constd{ETH\_P\_ALL} passeranno sul \textit{packet socket} tutti i
772 pacchetti, qualunque sia il loro protocollo di collegamento. Ovviamente l'uso
773 di questi socket è una operazione privilegiata e può essere effettuati solo da
774 un processo con i privilegi di amministratore (\ids{UID} effettivo nullo) o
775 con la \textit{capability} \const{CAP\_NET\_RAW}.
777 Una volta aperto un \textit{packet socket}, tutti i pacchetti del protocollo
778 specificato passeranno attraverso di esso, qualunque sia l'interfaccia da cui
779 provengono; se si vuole limitare il passaggio ad una interfaccia specifica
780 occorre usare la funzione \func{bind} (vedi sez.~\ref{sec:TCP_func_bind}) per
781 agganciare il socket a quest'ultima.
784 \footnotesize \centering
785 \begin{minipage}[c]{\textwidth}
786 \includestruct{listati/sockaddr_ll.h}
788 \caption{La struttura \structd{sockaddr\_ll} degli indirizzi dei
789 \textit{packet socket}.}
790 \label{fig:sock_sa_packet_struct}
793 Nel caso dei \textit{packet socket} la struttura degli indirizzi è di tipo
794 \struct{sockaddr\_ll}, e la sua definizione è riportata in
795 fig.~\ref{fig:sock_sa_packet_struct}; essa però viene ad assumere un ruolo
796 leggermente diverso rispetto a quanto visto finora per gli altri tipi di
797 socket. Infatti se il socket è di tipo \const{SOCK\_RAW} si deve comunque
798 scrivere tutto direttamente nel pacchetto, quindi la struttura non serve più a
799 specificare gli indirizzi. Essa mantiene questo ruolo solo per i socket di
800 tipo \const{SOCK\_DGRAM}, per i quali permette di specificare i dati necessari
801 al protocollo di collegamento, mentre viene sempre utilizzata in lettura (per
802 entrambi i tipi di socket), per la ricezione dei dati relativi a ciascun
805 Al solito il campo \var{sll\_family} deve essere sempre impostato al valore
806 \constd{AF\_PACKET}. Il campo \var{sll\_protocol} indica il protocollo scelto,
807 e deve essere indicato in \textit{network order}, facendo uso delle costanti
808 simboliche definite in \file{linux/if\_ether.h}. Il campo \var{sll\_ifindex} è
809 l'indice dell'interfaccia (l'\textit{inxterface index} (vedi
810 sez.~\ref{sec:sock_ioctl_netdevice}) che in caso di presenza di più
811 interfacce dello stesso tipo (se ad esempio si hanno più schede Ethernet),
812 permette di selezionare quella con cui si vuole operare (un valore nullo
813 indica qualunque interfaccia). Questi sono i due soli campi che devono essere
814 specificati quando si vuole selezionare una interfaccia specifica, usando
815 questa struttura con la funzione \func{bind}.
817 I campi \var{sll\_halen} e \var{sll\_addr} indicano rispettivamente
818 l'indirizzo associato all'interfaccia sul protocollo di collegamento e la
819 relativa lunghezza; ovviamente questi valori cambiano a seconda del tipo di
820 collegamento che si usa, ad esempio, nel caso di Ethernet, questi saranno il
821 MAC address della scheda e la relativa lunghezza. Essi vengono usati, insieme
822 ai campi \var{sll\_family} e \var{sll\_ifindex} quando si inviano dei
823 pacchetti, in questo caso tutti gli altri campi devono essere nulli.
825 Il campo \var{sll\_hatype} indica il tipo ARP, come definito in
826 \file{linux/if\_arp.h}, mentre il campo \var{sll\_pkttype} indica il tipo di
827 pacchetto; entrambi vengono impostati alla ricezione di un pacchetto ed han
828 senso solo in questo caso. In particolare \var{sll\_pkttype} può assumere i
829 seguenti valori: \constd{PACKET\_HOST} per un pacchetto indirizzato alla
830 macchina ricevente, \constd{PACKET\_BROADCAST} per un pacchetto di
831 \textit{broadcast}, \constd{PACKET\_MULTICAST} per un pacchetto inviato ad un
832 indirizzo fisico di \textit{multicast}, \constd{PACKET\_OTHERHOST} per un
833 pacchetto inviato ad un'altra stazione (e ricevuto su un'interfaccia in modo
834 promiscuo), \constd{PACKET\_OUTGOING} per un pacchetto originato dalla propria
835 macchina che torna indietro sul socket.
837 Si tenga presente infine che in fase di ricezione, anche se si richiede il
838 troncamento del pacchetto, le funzioni \func{recv}, \func{recvfrom} e
839 \func{recvmsg} (vedi sez.~\ref{sec:net_sendmsg}) restituiranno comunque la
840 lunghezza effettiva del pacchetto così come arrivato sulla linea.
842 %% \subsection{La struttura degli indirizzi DECnet}
843 %% \label{sec:sock_sa_decnet}
845 %% I socket di tipo \const{AF\_DECnet} usano il protocollo DECnet, usato dai VAX
846 %% Digital sotto VMS quando ancora il TCP/IP non era diventato lo standard di
847 %% fatto. Il protocollo è un protocollo chiuso, ed il suo uso attuale è limitato
848 %% alla comunicazione con macchine che stanno comunque scomparendo. Lo si riporta
852 % TODO aggiungere AF_CAN, vedi http://lwn.net/Articles/253425, dal 2.6.25 ?
854 % TODO: trattare i socket RDS, vedi documentazione del kernel, file
855 % Documentation/networking/rds.txt
859 \section{Le funzioni di conversione degli indirizzi}
860 \label{sec:sock_addr_func}
862 In questa sezione tratteremo delle varie funzioni usate per manipolare gli
863 indirizzi, limitandoci però agli indirizzi Internet. Come accennato gli
864 indirizzi e i numeri di porta usati nella rete devono essere forniti nel
865 cosiddetto \textit{network order}, che corrisponde al formato \textit{big
866 endian} (vedi sez.~\ref{sec:endianness}), anche quando la proprio macchina
867 non usa questo formato, cosa che può comportare la necessità di eseguire delle
871 \subsection{Le funzioni per il riordinamento}
872 \label{sec:sock_func_ord}
874 Come già visto in sez.~\ref{sec:endianness} il problema connesso
875 all'\textit{endianness} è che quando si passano dei dati da un tipo di
876 architettura all'altra i dati vengono interpretati in maniera diversa, e ad
877 esempio nel caso dell'intero a 16 bit ci si ritroverà con i due byte in cui è
878 suddiviso scambiati di posto.
880 Per questo motivo si usano delle funzioni di conversione che servono a tener
881 conto automaticamente della possibile differenza fra l'ordinamento usato sul
882 computer e quello che viene usato nelle trasmissione sulla rete; queste
883 funzioni sono \funcd{htonl}, \funcd{htons}, \funcd{ntohl} e \funcd{ntohs} ed i
884 rispettivi prototipi sono:
888 \fdecl{unsigned long int htonl(unsigned long int hostlong)}
889 \fdesc{Converte l'intero a 32 bit \param{hostlong} dal formato della macchina a
891 \fdecl{unsigned short int htons(unsigned short int hostshort)}
892 \fdesc{Converte l'intero a 16 bit \param{hostshort} dal formato della macchina a
894 \fdecl{unsigned long int ntohl(unsigned long int netlong)}
895 \fdesc{Converte l'intero a 32 bit \param{netlong} dal formato della rete a
896 quello della macchina.}
897 \fdecl{unsigned sort int ntohs(unsigned short int netshort)}
898 \fdesc{Converte l'intero a 16 bit \param{netshort} dal formato della rete a
899 quello della macchina.}
902 {Tutte le funzioni restituiscono il valore convertito, e non prevedono
906 I nomi sono assegnati usando la lettera \texttt{n} come mnemonico per indicare
907 l'ordinamento usato sulla rete (da \textit{network order}) e la lettera
908 \texttt{h} come mnemonico per l'ordinamento usato sulla macchina locale (da
909 \textit{host order}), mentre le lettere \texttt{s} e \texttt{l} stanno ad
910 indicare i tipi di dato (\ctyp{long} o \ctyp{short}, riportati anche dai
913 Usando queste funzioni si ha la conversione automatica: nel caso in cui la
914 macchina che si sta usando abbia una architettura \textit{big endian} queste
915 funzioni sono definite come macro che non fanno nulla. Per questo motivo vanno
916 sempre utilizzate, anche quando potrebbero non essere necessarie, in modo da
917 assicurare la portabilità del codice su tutte le architetture.
920 \subsection{Le funzioni di conversione per gli indirizzi IPv4}
921 \label{sec:sock_func_ipv4}
923 Un secondo insieme di funzioni di manipolazione è quello che serve per passare
924 dalla rappresentazione simbolica degli indirizzi IP al formato binario
925 previsto dalla struttura degli indirizzi di
926 fig.~\ref{fig:sock_sa_ipv4_struct}, e viceversa. La notazione più comune è la
927 cosiddetta notazione \itindex{dotted-decimal} \textit{dotted-decimal}, che
928 prevede che gli indirizzi IPv4 siano indicati con l'espressione del valore
929 numerico decimale di ciascuno dei 4 byte che li costituiscono separati da un
930 punto (ad esempio \texttt{192.168.0.1}).
932 In realtà le funzioni che illustreremo supportano una notazione che più
933 propriamente dovrebbe esser chiamata \textit{numbers-and-dot} in quanto il
934 valore può essere indicato con numeri espressi sia in decimale, che in ottale
935 (se indicati apponendo uno zero) che in esadecimale (se indicati apponendo
936 \texttt{0x}). Inoltre per la parte meno significativa dell'espressione, quella
937 che riguarda l'indirizzo locale, si può usare, eliminando altrettanti punti,
938 valori a 16 o a 24 bit, e togliendo tutti i punti, si può usare anche
939 direttamente un valore numerico a 32 bit.\footnote{la funzionalità si trova
940 anche in gran parte dei programmi che usano indirizzi di rete, e deriva
941 direttamente da queste funzioni.}
943 Tradizionalmente la conversione di un indirizzo \textit{dotted-decimal} al
944 valore numerico veniva eseguita dalla funzione \funcd{inet\_addr} (prevista
945 fin dalle origini in BSD e inclusa in POSIX.1-2001) il cui prototipo è:
949 \fdecl{in\_addr\_t inet\_addr(const char *strptr)}
950 \fdesc{Converte la stringa dell'indirizzo \textit{dotted decimal} in nel
951 numero IP in network order.}
954 {La funzione ritorna il valore dell'indirizzo in caso di successo e
955 \const{INADDR\_NONE} per un errore e non genera codici di errore.}
958 La prima funzione, \func{inet\_addr}, restituisce l'indirizzo a 32 bit in
959 \textit{network order} (del tipo \type{in\_addr\_t}) a partire dalla stringa
960 passata nell'argomento \param{strptr}. In caso di errore (quando la stringa
961 non esprime un indirizzo valido) restituisce invece il valore
962 \const{INADDR\_NONE}, che tipicamente sono trentadue bit a uno. Questo però
963 comporta che la stringa \texttt{255.255.255.255}, che pure è un indirizzo
964 valido, non può essere usata con questa funzione dato che genererebe comunque
965 un errore; per questo motivo essa è generalmente deprecata in favore di
968 Per effettuare la conversione inversa la funzione usata tradizionalmente è
969 \funcd{inet\_ntoa}, anch'essa presente fin da BSD 4.3, in cui si riprende la
970 notazione già vista in sez.~\ref{sec:sock_func_ord} che usa la lettera
971 \texttt{n} come mnemonico per indicare la rete ed \texttt{a} (per ASCII) come
972 mnemonico per indicare la stringa corrispodente all'indirizzo; il suo
977 \fdecl{char *inet\_ntoa(struct in\_addr addrptr)}
978 \fdesc{Converte un indirizzo IP in una stringa \textit{dotted decimal}.}
981 {La funzione l'indirizzo della stringa con il valore dell'indirizzo convertito
982 e non prevede errori.}
985 La funzione converte il valore a 32 bit dell'indirizzo, espresso in
986 \textit{network order}, e preso direttamente con un puntatore al relativo
987 campo della struttura degli indirizzi, restituendo il puntatore alla stringa
988 che contiene l'espressione in formato \textit{dotted-decimal}. Si deve tenere
989 presente che la stringa risiede in un segmento di memoria statica, per cui
990 viene riscritta ad ogni chiamata e la funzione non è rientrante.
992 Per rimediare ai problemi di \funcd{inet\_addr} è stata sostituita da
993 \funcd{inet\_aton}, che però non è stata standardizzata e non è presente in
994 POSIX.1-2001, anche se è definita sulla gran parte dei sistemi Unix; il suo
999 \fdecl{int inet\_aton(const char *src, struct in\_addr *dest)}
1000 \fdesc{Converte la stringa dell'indirizzo \textit{dotted decimal} in un
1004 {La funzione ritorna un valore non nullo in caso di successo e $0$ per un
1005 errore e non genera codici di errore.}
1008 La funzione converte la stringa puntata da \param{src} nell'indirizzo binario
1009 che viene memorizzato nell'opportuna struttura \struct{in\_addr} (si veda
1010 fig.~\ref{fig:sock_sa_ipv4_struct}) situata all'indirizzo dato
1011 dall'argomento \param{dest} (è espressa in questa forma in modo da poterla
1012 usare direttamente con il puntatore usato per passare la struttura degli
1013 indirizzi). La funzione restituisce un valore diverso da zero se l'indirizzo è
1014 valido e la conversione ha successo e 0 in caso contrario. Se usata
1015 con \param{dest} inizializzato a \val{NULL} può essere usata per effettuare la
1016 validazione dell'indirizzo espresso da \param{src}.
1018 Oltre a queste tre funzioni esistono le ulteriori \funcm{inet\_lnaof},
1019 \funcm{inet\_netof} e \funcm{inet\_makeaddr} che assumono la ormai obsoleta e
1020 deprecata suddivisione in classi degli indirizzi IP per fornire la parte di
1021 rete e quella di indirizzo locale. Ad oggi il loro uso non ha più alcun senso
1022 per ciò non le tratteremo.
1025 \subsection{Le funzioni di conversione per indirizzi IP generici}
1026 \label{sec:sock_conv_func_gen}
1028 Le tre funzioni precedenti sono limitate solo ad indirizzi IPv4, per questo
1029 motivo è preferibile usare le due nuove funzioni \func{inet\_pton} e
1030 \func{inet\_ntop} che possono convertire anche gli indirizzi IPv6. Anche in
1031 questo caso le lettere \texttt{n} e \texttt{p} sono degli mnemonici per
1032 ricordare il tipo di conversione effettuata e stanno per \textit{presentation}
1035 Entrambe le funzioni accettano l'argomento \param{af} che indica il tipo di
1036 indirizzo, e che può essere soltanto \const{AF\_INET} o \const{AF\_INET6}. La
1037 prima funzione, \funcd{inet\_pton}, serve a convertire una stringa in un
1038 indirizzo; il suo prototipo è:
1041 \fhead{sys/socket.h}
1042 \fdecl{int inet\_pton(int af, const char *src, void *addr\_ptr)}
1043 \fdesc{Converte l'indirizzo espresso tramite una stringa nel valore numerico.}
1046 {La funzione ritorna $1$ in caso di successo, $0$ se \param{src} non contiene
1047 una rappresentazione valida per la famiglia di indirizzi indicati
1048 da \param{af} e $-1$ se \param{af} specifica una famiglia di indirizzi non
1049 valida, e solo in quest'ultimo caso \var{errno} assumerà il valore
1050 \errcode{EAFNOSUPPORT}.
1054 La funzione converte la stringa indicata tramite \param{src} nel valore
1055 numerico dell'indirizzo IP del tipo specificato da \param{af} che viene
1056 memorizzato all'indirizzo puntato da \param{addr\_ptr}. La funzione supporta
1057 per IPv4 la sola notazione \textit{dotted-decimal}, e non quella più completa
1058 \textit{number-and-dot} che abbiamo visto per \func{inet\_aton}. Per IPv6 la
1059 notazione prevede la suddivisione dei 128 bit dell'indirizzo in 16 parti di 16
1060 bit espresse con valori esadecimali separati dal carattere ``\texttt{:}'' ed
1061 una serie di valori nulli possono essere sostituiti (una sola volta, sempre a
1062 partire dalla sinistra) con la notazione ``\texttt{::}'', un esempio di
1063 indirizzo in questa forma potrebbe essere \texttt{2001:db8::8:ba98:2078:e3e3},
1064 per una descrizione più completa si veda sez.~\ref{sec:IP_ipv6_notation}.
1066 La seconda funzione di conversione è \funcd{inet\_ntop} che converte un
1067 indirizzo in una stringa; il suo prototipo è:
1070 \fhead{sys/socket.h}
1071 \fdecl{char *inet\_ntop(int af, const void *addr\_ptr, char *dest, size\_t len)}
1072 \fdesc{Converte l'indirizzo dalla relativa struttura in una stringa simbolica.}
1075 {La funzione ritorna un puntatore non nullo alla stringa convertita in caso di
1076 successo e \val{NULL} per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno
1079 \item[\errcode{ENOSPC}] le dimensioni della stringa con la conversione
1080 dell'indirizzo eccedono la lunghezza specificata da \param{len}.
1081 \item[\errcode{ENOAFSUPPORT}] la famiglia di indirizzi \param{af} non è
1088 La funzione converte la struttura dell'indirizzo puntata da \param{addr\_ptr}
1089 in una stringa che viene copiata nel buffer puntato dall'indirizzo
1090 \param{dest}; questo deve essere preallocato dall'utente e la lunghezza deve
1091 essere almeno \constd{INET\_ADDRSTRLEN} in caso di indirizzi IPv4 e
1092 \constd{INET6\_ADDRSTRLEN} per indirizzi IPv6; la lunghezza del buffer deve
1093 comunque essere specificata con il parametro \param{len}.
1095 Gli indirizzi vengono convertiti da/alle rispettive strutture di indirizzo
1096 (una struttura \struct{in\_addr} per IPv4, e una struttura \struct{in6\_addr}
1097 per IPv6), che devono essere precedentemente allocate e passate attraverso il
1098 puntatore \param{addr\_ptr}; l'argomento \param{dest} di \func{inet\_ntop} non
1099 può essere nullo e deve essere allocato precedentemente.
1105 % LocalWords: socket sez cap BSD SVr XTI Transport Interface TCP stream UDP PF
1106 % LocalWords: datagram broadcast descriptor sys int domain type protocol errno
1107 % LocalWords: EPROTONOSUPPORT ENFILE kernel EMFILE EACCES EINVAL ENOBUFS raw
1108 % LocalWords: ENOMEM table family AF address name glibc UNSPEC LOCAL Local IPv
1109 % LocalWords: communication INET protocols ip AX Amateur IPX Novell APPLETALK
1110 % LocalWords: Appletalk ddp NETROM NetROM Multiprotocol ATMPVC Access to ATM
1111 % LocalWords: PVCs ITU ipv PLP DECnet Reserved for project NETBEUI LLC KEY key
1112 % LocalWords: SECURITY Security callback NETLINK interface device netlink Low
1113 % LocalWords: PACKET level packet ASH Ash ECONET Acorn Econet ATMSVC SVCs SNA
1114 % LocalWords: IRDA PPPOX PPPoX WANPIPE Wanpipe BLUETOOTH Bluetooth POSIX bits
1115 % LocalWords: dall'header tab SOCK capabilities capability styles DGRAM read
1116 % LocalWords: SEQPACKET RDM sockaddr reference void fig Header uint socklen at
1117 % LocalWords: addr netinet port len Stevens unsigned short casting nell'header
1118 % LocalWords: BIND SERVICE bind union order big endian flowinfo dell'header ll
1119 % LocalWords: multicast multicasting local socketpair sun path filesystem AARP
1120 % LocalWords: pathname AppleTalk netatalk personal Apple ATPROTO atalk sat if
1121 % LocalWords: ANYNET node ANYNODE ATADDR BCAST pcap IEEE linux ether ETH ALL
1122 % LocalWords: sll ifindex ethernet halen MAC hatype ARP arp pkttype HOST recv
1123 % LocalWords: OTHERHOST OUTGOING recvfrom recvmsg endianness little endtest Mac
1124 % LocalWords: Intel Digital Motorola IBM VME PowerPC l'Intel xABCD ptr htonl
1125 % LocalWords: htons ntohl ntohs long hostlong hostshort netlong
1126 % LocalWords: sort netshort host inet aton ntoa dotted decimal const char src
1127 % LocalWords: strptr struct dest addrptr INADDR NULL pton ntop presentation af
1128 % LocalWords: numeric EAFNOSUPPORT size ENOSPC ENOAFSUPPORT ADDRSTRLEN ROUTE
1129 % LocalWords: of tcpdump page
1132 %%% Local Variables:
1134 %%% TeX-master: "gapil"