From 9a6d19e384fe9b1afbe4d9124ac34eaf7aa57562 Mon Sep 17 00:00:00 2001 From: Simone Piccardi Date: Sun, 12 Jun 2005 12:52:37 +0000 Subject: [PATCH 1/1] Varie correzioni da Fabio Rossi, e relative aggiunte nei ringrazimenti per lui e per Truelite che da un bel po' fornisce il repository subversion e TRAC --- html/stato.html | 7 ++++--- prochand.tex | 6 +++--- ringraziamenti.tex | 13 +++++++++---- signal.tex | 12 ++++++------ sockctrl.tex | 2 +- 5 files changed, 23 insertions(+), 17 deletions(-) diff --git a/html/stato.html b/html/stato.html index a2e3fc0..19ee0af 100644 --- a/html/stato.html +++ b/html/stato.html @@ -209,8 +209,9 @@ Cap. 16 Gestione dei socket Completata la gestione degli - indirizzi, iniziate le opzioni dei - socket. + indirizzi, completate le opzioni dei + socket generiche. Iniziate le opzioni dei socket IP. + Mancano sysctl e ioctl. @@ -237,7 +238,7 @@

- Versione corrente: 555 pagine. + Versione corrente: 569 pagine.

diff --git a/prochand.tex b/prochand.tex index 870014c..651e145 100644 --- a/prochand.tex +++ b/prochand.tex @@ -1298,7 +1298,7 @@ vari parametri connessi ai processi. \label{sec:proc_perms} In questa sezione esamineremo le problematiche relative al controllo di -accesso dal punto di vista del processi; vedremo quali sono gli identificatori +accesso dal punto di vista dei processi; vedremo quali sono gli identificatori usati, come questi possono essere modificati nella creazione e nel lancio di nuovi processi, le varie funzioni per la loro manipolazione diretta e tutte le problematiche connesse ad una gestione accorta dei privilegi. @@ -1336,7 +1336,7 @@ kernel nella gestione dei permessi di accesso. Dato che tutte le operazioni del sistema vengono compiute dai processi, è evidente che per poter implementare un controllo sulle operazioni occorre anche poter identificare chi è che ha lanciato un certo programma, e pertanto -anche a ciascun processo dovrà essere associato ad un utente e ad un gruppo. +anche a ciascun processo dovrà essere associato un utente e un gruppo. Un semplice controllo di una corrispondenza fra identificativi non garantisce però sufficiente flessibilità per tutti quei casi in cui è necessario poter @@ -1401,7 +1401,7 @@ nel sistema. Al secondo gruppo appartengono lo \textsl{user-ID effettivo} ed il \textsl{group-ID effettivo} (a cui si aggiungono gli eventuali \textsl{group-ID supplementari} dei gruppi dei quali l'utente fa parte). Questi sono invece -gli identificatori usati nella verifiche dei permessi del processo e per il +gli identificatori usati nelle verifiche dei permessi del processo e per il controllo di accesso ai file (argomento affrontato in dettaglio in sez.~\ref{sec:file_perm_overview}). diff --git a/ringraziamenti.tex b/ringraziamenti.tex index 71645c3..2d988c3 100644 --- a/ringraziamenti.tex +++ b/ringraziamenti.tex @@ -24,12 +24,17 @@ GaPiL. In ordine rigorosamente alfabetico desidero citare: \item[\textbf{Mirko Maischberger}] per la rilettura, le numerose correzioni, la segnalazione dei passi poco chiari ed il grande lavoro svolto per produrre una versione della guida in un HTML piacevole ed accurato. +\item[\textbf{Fabio Rossi}] per la rilettura, le innumerevoli correzioni, ed i + vari consigli stilistici ed i suggerimenti per il miglioramento della + comprensione di vari passaggi. \end{description} -Infine, ultimo, ma primo per importanza, voglio ringraziare il Firenze Linux -User Group (FLUG), di cui mi pregio di fare parte, che ha messo a disposizione -il repository CVS, lo spazio web e tutto quanto è necessario alla -pubblicazione della guida. +Infine, vorrei ringraziare il Firenze Linux User Group (FLUG), di cui mi +pregio di fare parte, che ha messo a disposizione il repository CVS, lo spazio +web e tutto quanto è necessario alla pubblicazione della guida e Truelite Srl, +che fornisce il nuovo repository SVN ed il sistema di tracciamento dei +sorgenti su \href{http://gapil.truelite.it/sources} +{\texttt{http://gapil.truelite.it/sources}}. %%% Local Variables: diff --git a/signal.tex b/signal.tex index 047ad53..3adaee3 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -279,7 +279,7 @@ di identificarli, e le funzioni che ne stampano la descrizione. Ciascun segnale è identificato rispetto al sistema da un numero, ma l'uso diretto di questo numero da parte dei programmi è da evitare, in quanto esso -può variare a seconda dell'implementazione del sistema, e nel caso si Linux, +può variare a seconda dell'implementazione del sistema, e nel caso di Linux, anche a seconda dell'architettura hardware. Per questo motivo ad ogni segnale viene associato un nome, definendo con una macro di preprocessore una costante uguale al suddetto numero. Sono questi @@ -512,8 +512,8 @@ segnali sono: interruzione per il programma. È quello che viene generato di default dal comando \cmd{kill} o dall'invio sul terminale del carattere di controllo INTR (interrupt, generato dalla sequenza \cmd{C-c}). -\item[\const{SIGQUIT}] È analogo a \const{SIGINT} con la differenze che è - controllato da un'altro carattere di controllo, QUIT, corrispondente alla +\item[\const{SIGQUIT}] È analogo a \const{SIGINT} con la differenza che è + controllato da un altro carattere di controllo, QUIT, corrispondente alla sequenza \verb|C-\|. A differenza del precedente l'azione predefinita, oltre alla terminazione del processo, comporta anche la creazione di un core dump. @@ -890,7 +890,7 @@ Il numero di segnale passato in \param{signum} pu direttamente con una delle costanti definite in sez.~\ref{sec:sig_standard}. Il gestore \param{handler} invece, oltre all'indirizzo della funzione da chiamare all'occorrenza del segnale, può assumere anche i due valori costanti -\const{SIG\_IGN} con cui si dice ignorare il segnale e \const{SIG\_DFL} per +\const{SIG\_IGN} con cui si dice di ignorare il segnale e \const{SIG\_DFL} per reinstallare l'azione predefinita.\footnote{si ricordi però che i due segnali \const{SIGKILL} e \const{SIGSTOP} non possono essere né ignorati né intercettati; l'uso di \const{SIG\_IGN} per questi segnali non ha alcun @@ -1077,7 +1077,7 @@ questo pu La funzione inoltre ritorna il numero di secondi rimanenti all'invio dell'allarme programmato in precedenza. In questo modo è possibile controllare -se non si è cancellato un precedente allarme ed predisporre eventuali misure +se non si è cancellato un precedente allarme e predisporre eventuali misure che permettano di gestire il caso in cui servono più interruzioni. In sez.~\ref{sec:sys_unix_time} abbiamo visto che ad ogni processo sono @@ -1888,7 +1888,7 @@ Uno dei problemi evidenziatisi con l'esempio di fig.~\ref{fig:sig_event_wrong} è che in molti casi è necessario proteggere delle sezioni di codice (nel caso in questione la sezione fra il controllo e la eventuale cancellazione del flag che testimoniava l'avvenuta occorrenza del segnale) in modo da essere sicuri -che essi siano eseguiti senza interruzioni. +che essi siano eseguite senza interruzioni. Le operazioni più semplici, come l'assegnazione o il controllo di una variabile (per essere sicuri si può usare il tipo \type{sig\_atomic\_t}) di diff --git a/sockctrl.tex b/sockctrl.tex index 5d978e0..8880438 100644 --- a/sockctrl.tex +++ b/sockctrl.tex @@ -2970,7 +2970,7 @@ socket IPv4, descritti anche nella rispettiva pagina di manuale.\footnote{quella accessibile con \texttt{man 7 ip}.} I principali sono: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{3cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} -\item[\texttt{ip_no_pmtu_disc}] imposta la discliplina di ricerca della +\item[\texttt{ip\_no\_pmtu\_disc}] imposta la discliplina di ricerca della \textit{Path MTU} (vedi sez.~\ref{sec:net_lim_dim} e sez.~\ref{sec:sock_ipv4_options}). \end{basedescript} -- 2.30.2