From: Simone Piccardi Date: Thu, 7 Mar 2002 00:30:56 +0000 (+0000) Subject: Si passa agli esempi X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=commitdiff_plain;h=aa515f91c33e598ff4e139c070dc938bc5134801 Si passa agli esempi --- diff --git a/signal.tex b/signal.tex index bdb1edb..bfacf64 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -1254,15 +1254,52 @@ tempo lo standard POSIX.1 definisce la funzione \func{sleep}, il cui prototipo Pone il processo in stato di sleep per \param{seconds} secondi. - \bodydesc{} + \bodydesc{La funzione restituisce zero se l'attesa viene completata, o il + numero di secondi restanti se viene interrotta da un segnale.} \end{prototype} +La funzione attende per il tempo specificato, a meno di non essere interrotta +da un segnale. In questo caso non è una buona idea ripetere la chiamata per il +tempo rimanente, in quanto la riattivazione del processo può avvenire in un +qualunque momento, ma il valore restituito sarà sempre arrotondato al secondo, +con la conseguenza che, se la successione dei segnali è particolarmente +sfortunata, si potranno avere ritardi anche di parecchi secondi. In genere la +scelta più sicura è quella di stabilire un termine per l'attesa, e ricalcolare +tutte le volte il numero di secondi da aspettare. +In alcune implementazioni inoltre l'uso di \func{sleep} può avere conflitti +con quello di \macro{SIGALRM}, dato che la funzione può essere realizzata +attraverso \func{pause} e \func{alarm} (in maniera analoga all'esempio che +vedremo fra poco). In tal caso mescolare chiamata di \func{alarm} e +\func{sleep} o modificare l'azione di \macro{SIGALRM}, può causare risultati +indefiniti. Nel caso delle \acr{glibc} è stata usata una implementazione +completamente indipendente e questi problemi non ci sono. +La granularità di \func{sleep} è -\subsection{Le semantiche di \macro{SIGCHLD}} + + +Come accennato è possibile implementare \func{sleep} a partire da dall'uso di +\func{pause} e \func{alarm}; + + +\subsection{La gestione di \macro{SIGCHLD}} \label{sec:sig_sigchld} +Un semplice esempio per illustrare il funzionamento di un manipolatore di +segnale è quello della gestione di \macro{SIGCHLD}. Abbiamo visto in +\secref{sec:proc_termination} che una delle azioni eseguite dal kernel alla +conclusione di un processo è quella di inviare questo segnale al +padre;\footnote{in realtà in SRV4 eredita la semantica di System V, in cui il + segnale si chiama \macro{SIGCLD} e viene trattato in maniera speciale; se si + setta esplicitamente l'azione a \macro{SIG_IGN} il segnale non viene + generato ed il sistema non genera zombie (lo stato di terminazione viene + scartato senza dover chiamare una wait), l'azione di default è sempre quella + di ignorare il segnale, ma non attiva questo comportamento. Linux, come BSD + e POSIX, non supporta questa semantica ed usa il nome di \macro{SIGCLD} come + sinonimo di \macro{SIGCHLD}.} è pertanto naturale completare qui la +trattazione della terminazione dei processi illustrando le modalità per +gestire questo segnale.