From: Simone Piccardi Date: Mon, 19 Nov 2001 20:44:11 +0000 (+0000) Subject: Correzioni ortografiche varie e aggiunte all'introduzione. X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=commitdiff_plain;h=6b667429ed5d78c967b88bda7ee33be7077096f5 Correzioni ortografiche varie e aggiunte all'introduzione. --- diff --git a/fileadv.tex b/fileadv.tex index 6f192ee..ffd7f2a 100644 --- a/fileadv.tex +++ b/fileadv.tex @@ -13,6 +13,11 @@ +\subsection{Il \textit{mandatory locking}} +\label{sec:file_mand_locking} + + + \section{I/O multiplexato} \label{sec:file_multiplexing} diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index c3513a6..93af489 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -143,7 +143,7 @@ restrizioni Una delle caratteristiche di queste funzioni è che la creazione/rimozione della nome dalla directory e l'incremento/decremento del numero di riferimenti nell'inode deve essere una operazione atomica (si veda -\secref{cha:proc_atom_oper}), per questo entrambe queste funzioni sono +\secref{sec:proc_atom_oper}), per questo entrambe queste funzioni sono realizzate tramite una singola system call. Si ricordi infine che il file non viene eliminato dal disco fintanto che tutti @@ -1288,7 +1288,7 @@ Infine Linux utilizza il bit \acr{sgid} per una ulteriore estensione mutuata da SVR4. Il caso in cui il file abbia il bit \acr{sgid} settato ma non il corrispondente bit di esecuzione viene utilizzato per attivare per quel file il \textit{mandatory locking} (argomento che affronteremo nei -dettagli in \secref{sec:xxx_mandatory_lock}). +dettagli in \secref{sec:file_mand_locking}). \subsection{Il bit \textsl{sticky}} diff --git a/intro.tex b/intro.tex index d08e951..18708c7 100644 --- a/intro.tex +++ b/intro.tex @@ -212,7 +212,7 @@ accesso ai file e quindi anche alle periferiche, in maniera pi definendo gruppi di lavoro, di accesso a determinate risorse, etc. L'utente e il gruppo sono identificati da due numeri (la cui corrispondenza ad -un nome espresso in caratteri è inserita nei due files \file{/etc/passwd} e +un nome espresso in caratteri è inserita nei due file \file{/etc/passwd} e \file{/etc/groups}). Questi numeri sono l'\textit{user identifier}, detto in breve \acr{uid}, e il \textit{group identifier}, detto in breve \acr{gid}, che sono quelli che poi vengono usati dal kernel per identificare l'utente. @@ -253,7 +253,7 @@ GNU/Linux (sia per quanto riguarda il kernel che le \acr{glibc}). Lo standard ANSI C è stato definito nel 1989 dall'\textit{American National Standard Institute}, come standard del linguaggio C ed è stato -successivamente adottatto dalla \textit{International Standard Organisation} +successivamente adottato dalla \textit{International Standard Organisation} come standard internazionale con la sigla ISO/IEC 9899:1990, e va anche sotto il nome di standard ISO C. @@ -266,7 +266,7 @@ qualunque sistema operativo. Per questo motivo, anche se lo standard non ha alcun riferimento ad un sistema di tipo unix, GNU/Linux (per essere precisi le glibc), come molti unix moderni, provvede la compatibilità con questo standard, fornendo le funzioni -di libreria da esso previste. Queste sono dichiarate in quindici header files +di libreria da esso previste. Queste sono dichiarate in quindici header file (anch'essi provvisti dalla \acr{glibc}), uno per ciascuna delle quindici aree in cui è stata suddivisa una libreria standard. In \ntab\ si sono riportati questi header, insieme a quelli definiti negli altri standard descritti nelle @@ -275,7 +275,7 @@ sezioni successive. In realtà \acr{glibc} ed i relativi header file definiscono un insieme di funzionalità in cui sono incluse come sottoinsieme anche quelle previste dallo standard ANSI C. È possibile ottenere una conformità stretta allo standard -(scartando le funzionalità adizionali) usando il \cmd{gcc} con l'opzione +(scartando le funzionalità addizionali) usando il \cmd{gcc} con l'opzione \cmd{-ansi}. Questa opzione istruisce il compilatore a definire nei vari header file soltanto le funzionalità previste dallo standard ANSI C e a non usare le varie estensioni al linguaggio e al preprocessore da esso supportate. @@ -331,18 +331,33 @@ Questo standard, detto anche XPG3 dal nome della suddetta guida, basato sullo standard POSIX.1, ma prevede una serie di funzionalità aggiuntive fra cui le specifiche delle API per l'interfaccia grafica (X11). -Nel 1992 lo standard venne rivisto con una nuova versione della guida (XPG4) -che aggiungeva l'interfaccia XTI (\textit{X transport Interface}) mirante a -soppiantare (senza molto successo) quella l'interfaccia dei socket derivata da -BSD. +Nel 1992 lo standard venne rivisto con una nuova versione della guida, la +Issue 4 (da cui la sigla XPG4) che aggiungeva l'interfaccia XTI (\textit{X + transport Interface}) mirante a soppiantare (senza molto successo) +l'interfaccia dei socket derivata da BSD. Una seconda versione della guida fu +rilasciata nel 1994, questa è nota con il nome di Spec 1170 (dal numero delle +interfacce, header e comandi definiti). + +Nel 1993 il marchio Unix passò di proprietà dalla Novell (che a sua volta lo +aveva comprato dalla AT\&T) al consorzio X/Open che iniziò a pubblicare le sue +specifiche sotto il nome di \textit{Single UNIX Specification}, l'ultima +versione di Spec 1170 diventò così la prima versione delle \textit{Single UNIX + Specification}, più comunemente nota come \textit{Unix 95}. \subsection{Gli standard UNIX -- Open Group} \label{sec:intro_opengroup} -Nel 1993 il marchio Unix passò di proprietà dalla Novell (che a sua volta lo -aveva comprato dalla AT\&T) al consorzio X/Open, che iniziò a pubblicare le -sue specifiche sotto il nome di \textit{Single UNIX Specification}, +Nel 1996 la fusione del consorzio X/Open con la Open Software Foundation (nata +da un gruppo di aziende concorrenti rispetto ai fondatori di X/Open) portò +alla costituzione dell'Open Group, un consorzio internazionale che raccoglie +produttori, utenti industriali, entità accademiche e governative. + +Nel 1997 fu annunciata la seconda versione delle \textit{Single UNIX + Specification}, che portava le interfacce specificate a 1434 (e a 3030 per +le stazioni grafiche, comprendendo pure la definizione di CDE che richiede sia +X11 che Motif). La conformità a questa versione permette l'uso del nome +\textit{Unix 98}, usato spesso anche per riferirsi allo standard. \subsection{Il comportamento standard del \cmd{gcc}} @@ -354,7 +369,7 @@ sue specifiche sotto il nome di \textit{Single UNIX Specification}, \subsection{Lo ``standard'' BSD} \label{sec:intro_bsd} -Lo sviluppo di BSD inziò quando la fine della collaborazione fra l'Università +Lo sviluppo di BSD iniziò quando la fine della collaborazione fra l'Università di Berkley e la AT/T generò una delle prime e più importanti fratture del mondo Unix. L'Università di Berkley proseguì nello sviluppo della base di codice di cui disponeva, e che presentava parecchie migliorie rispetto alle @@ -363,7 +378,7 @@ completa di unix, chiamata appunto BSD, del tutto indipendente dal codice della AT/T. Benchè BSD non sia uno standard formalizzato, l'implementazione di unix -dell'Università di Berkley, ha provveduto nel tempo una serie di estenzioni e +dell'Università di Berkley, ha provveduto nel tempo una serie di estensioni e di API grande rilievo, come il link simbolici (vedi \secref{sec:file_symlink}, la funzione \func{select}, i socket. @@ -376,7 +391,15 @@ sono state in gran parte incorporate negli standard successivi. \subsection{Lo standard System V} \label{sec:intro_sysv} -System V +Come noto Unix nasce nei laboratori della AT/T, che per molti anni ne detiene +il marchio depositato; le varie versioni + + +System V è la denominazione dello Unix sviluppato ufficialmente dalla AT/T; la +sua interfaccia è descritta in un documento dal titolo \textit{System V + Interface Description}, a cui si fa spesso riferimento con la sigla +SVID. Anche questo costituisce un sovrainsieme delle interfacce definite dallo +standard POSIX. diff --git a/signal.tex b/signal.tex index bd836fa..b675fde 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -736,3 +736,10 @@ intercettati). \subsection{Funzioni rientranti e default dei segnali} \label{sec:sig_reentrant} + + + + +\subsection{La funzione \func{sigpending}} +\label{sec:sig_sigpending} +