+\subsection{Il controllo di accesso}
+\label{sec:ipc_sysv_access_control}
+
+Oltre alle chiavi, abbiamo visto che ad ogni oggetto sono associate in
+\var{ipc\_perm} ulteriori informazioni, come gli identificatori del creatore
+(nei campi \var{cuid} e \var{cgid}) e del proprietario (nei campi \var{uid} e
+\var{gid}) dello stesso, e un insieme di permessi (nel campo \var{mode}). In
+questo modo è possibile definire un controllo di accesso sugli oggetti, simile
+a quello che si ha per i file (vedi \secref{sec:file_perm_overview}).
+
+Benché il controllo di accesso relativo agli oggetti di intercomunicazione sia
+molto simile a quello dei file, restano delle importanti differenze. La prima
+è che il permesso di esecuzione non esiste (e viene ignorato), per cui si può
+parlare solo di permessi di lettura e scrittura (nel caso dei semafori poi
+quest'ultimo è più propriamente il permesso di modificarne lo stato). I valori
+di \var{mode} sono gli stessi ed hanno lo stesso significato di quelli
+riportati in \secref{tab:file_mode_flags}\footnote{se però si vogliono usare
+ le costanti simboliche ivi definite occorrerà includere il file
+ \file{sys/stat.h}, alcuni sistemi definiscono le costanti \macro{MSG\_R}
+ (\texttt{0400}) e \macro{MSG\_W} (\texttt{0200}) per indicare i permessi
+ base di lettura e scrittura per il proprietario, da utilizzare, con gli
+ opportuni shift, pure per il gruppo e gli altri, in Linux, visto la loro
+ scarsa utilità, queste costanti non sono definite.} e come per i file
+definiscono gli accessi per il proprietario, il suo gruppo e tutti gli altri.
+
+Si tenga presente che per gli oggetti di IPC han senso solo i permessi di
+lettura e scrittura, quelli di esecuzione vengono ignorati. Quando l'oggetto
+viene creato i campi \var{cuid} e \var{uid} di \var{ipc\_perm} ed i campi
+\var{cgid} e \var{gid} vengono settati rispettivamente al valore dell'userid e
+del groupid effettivo del processo che ha chiamato la funzione, ma mentre i
+campi \var{uid} e \var{gid} possono essere cambiati, \var{cuid} e \var{cgid}
+restano sempre gli stessi.
+
+Il controllo di accesso è effettuato a due livelli. Il primo è nelle funzioni
+che richiedono l'identificatore di un oggetto data la chiave, che specificano
+tutte un argomento \param{flag}. In tal caso quando viene effettuata la
+ricerca di una chiave, se \param{flag} specifica dei permessi, questi vengono
+controllati e l'identificatore viene restituito solo se essi corrispondono a
+quelli dell'oggetto. Se sono presenti dei permessi non presenti in \var{mode}
+l'accesso sarà invece negato. Questo però è di utilità indicativa, dato che è
+sempre possibile specificare un valore nullo per \param{flag}, nel qual caso
+il controllo avrà sempre successo.
+
+Il secondo livello è quello delle varie funzioni che accedono (in lettura o
+scrittura) all'oggetto. In tal caso lo schema dei controlli è simile a quello
+dei file, ed avviene secondo questa sequenza:
+\begin{enumerate}
+\item se il processo ha i privilegi di amministatore l'accesso è sempre
+ consentito.
+\item se l'userid effettivo del processo corrisponde o al valore del campo
+ \var{cuid} o a quello del campo \var{uid} ed il permesso per il proprietario
+ in \var{mode} è appropriato\footnote{per appropriato si intende che è
+ settato il permesso di scrittura per le operazioni di scrittura e quello
+ di lettura per le operazioni di lettura.} l'accesso è consentito.
+\item se il groupid effettivo del processo corrisponde o al
+ valore del campo \var{cgid} o a quello del campo \var{gid} ed il permesso
+ per il gruppo in \var{mode} è appropriato l'accesso è consentito.
+\item
+\end{enumerate}
+
+
+