X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=tcpsock.tex;h=613aea4de6e9afa31dfdbee8925dc179d4b01bc8;hp=19a9898e0a4a948c3fa70bcb291e1c4ac160fcbf;hb=6c2be511ebf59148d64ae0da7f44e21b2bd92e73;hpb=18f401b26dcb222f30925a0cf03cca8db52495cb diff --git a/tcpsock.tex b/tcpsock.tex index 19a9898..613aea4 100644 --- a/tcpsock.tex +++ b/tcpsock.tex @@ -1298,7 +1298,7 @@ Quando ci si trova ad affrontare questo comportamento tutto quello che si deve fare è semplicemente ripetere la lettura (o la scrittura) per la quantità di byte restanti, tenendo conto che le funzioni si possono bloccare se i dati non sono disponibili: è lo stesso comportamento che si può avere scrivendo più di -\const{PIPE\_BUF} byte in una pipe (si riveda quanto detto in +\const{PIPE\_BUF} byte in una \textit{pipe} (si riveda quanto detto in sez.~\ref{sec:ipc_pipes}). Per questo motivo, seguendo l'esempio di R. W. Stevens in \cite{UNP1}, si sono @@ -2491,12 +2491,12 @@ Per capire come questa avvenga comunque, non avendo inserito nel codice nessun controllo di errore, occorre ricordare che, a parte la bidirezionalità del flusso dei dati, dal punto di vista del funzionamento nei confronti delle funzioni di lettura e scrittura, i socket sono del tutto analoghi a delle -pipe. Allora, da quanto illustrato in sez.~\ref{sec:ipc_pipes}, sappiamo che -tutte le volte che si cerca di scrivere su una pipe il cui altro capo non è -aperto il lettura il processo riceve un segnale di \signal{SIGPIPE}, e questo è -esattamente quello che avviene in questo caso, e siccome non abbiamo un -gestore per questo segnale, viene eseguita l'azione preimpostata, che è quella -di terminare il processo. +\textit{pipe}. Allora, da quanto illustrato in sez.~\ref{sec:ipc_pipes}, +sappiamo che tutte le volte che si cerca di scrivere su una \textit{pipe} il +cui altro capo non è aperto il lettura il processo riceve un segnale di +\signal{SIGPIPE}, e questo è esattamente quello che avviene in questo caso, e +siccome non abbiamo un gestore per questo segnale, viene eseguita l'azione +preimpostata, che è quella di terminare il processo. Per gestire in maniera più corretta questo tipo di evento dovremo allora modificare il nostro client perché sia in grado di trattare le varie tipologie @@ -2772,13 +2772,14 @@ sappiamo che la funzione ritorna quando uno o più dei file descriptor messi sotto controllo è pronto per la relativa operazione. In quell'occasione non abbiamo però definito cosa si intende per pronto, -infatti per dei normali file, o anche per delle pipe, la condizione di essere -pronti per la lettura o la scrittura è ovvia; invece lo è molto meno nel caso -dei socket, visto che possono intervenire tutte una serie di possibili -condizioni di errore dovute alla rete. Occorre allora specificare chiaramente -quali sono le condizioni per cui un socket risulta essere ``\textsl{pronto}'' -quando viene passato come membro di uno dei tre \itindex{file~descriptor~set} -\textit{file descriptor set} usati da \func{select}. +infatti per dei normali file, o anche per delle \textit{pipe}, la condizione +di essere pronti per la lettura o la scrittura è ovvia; invece lo è molto meno +nel caso dei socket, visto che possono intervenire tutte una serie di +possibili condizioni di errore dovute alla rete. Occorre allora specificare +chiaramente quali sono le condizioni per cui un socket risulta essere +``\textsl{pronto}'' quando viene passato come membro di uno dei tre +\itindex{file~descriptor~set} \textit{file descriptor set} usati da +\func{select}. Le condizioni che fanno si che la funzione \func{select} ritorni segnalando che un socket (che sarà riportato nel primo insieme di file descriptor) è