X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=system.tex;h=f2569bf90a08beaedfe5654b421cbfe5fd784a78;hp=d9b86d27071e46c7fce9e150949b347c8db4bd6b;hb=ff76d56c6a2c280cbe4f153173488871d7b12336;hpb=b38fb9f5c8fb8360f7ac296baa8f4a0bdd692d1c diff --git a/system.tex b/system.tex index d9b86d2..f2569bf 100644 --- a/system.tex +++ b/system.tex @@ -1,6 +1,6 @@ %% system.tex %% -%% Copyright (C) 2000-2005 Simone Piccardi. Permission is granted to +%% Copyright (C) 2000-2007 Simone Piccardi. Permission is granted to %% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free %% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the %% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Un preambolo", @@ -8,6 +8,7 @@ %% license is included in the section entitled "GNU Free Documentation %% License". %% + \chapter{La gestione del sistema, del tempo e degli errori} \label{cha:system} @@ -149,7 +150,7 @@ sez.~\ref{sec:sys_file_limits}. Purtroppo la sezione dello standard che tratta questi argomenti è una delle meno chiare\footnote{tanto che Stevens, in \cite{APUE}, la porta come esempio - di ``standardese''.}. Lo standard prevede che ci siano 13 macro che + di ``\textsl{standardese}''.}. Lo standard prevede che ci siano 13 macro che descrivono le caratteristiche del sistema (7 per le caratteristiche generiche, riportate in tab.~\ref{tab:sys_generic_macro}, e 6 per le caratteristiche dei file, riportate in tab.~\ref{tab:sys_file_macro}). @@ -218,7 +219,7 @@ riportati in tab.~\ref{tab:sys_posix1_general}. \const{\_POSIX\_STREAM\_MAX} & 8& massimo numero di stream aperti per processo in contemporanea.\\ \const{\_POSIX\_TZNAME\_MAX} & & dimensione massima del nome di una - \texttt{timezone} (vedi + \textit{timezone} (vedi sez.~\ref{sec:sys_date}). \\ \const{\_POSIX\_NGROUPS\_MAX}& 0& numero di gruppi supplementari per processo (vedi @@ -316,40 +317,52 @@ relative spiegazioni, si pu \textbf{Parametro}&\textbf{Macro sostituita} &\textbf{Significato}\\ \hline \hline - \texttt{\_SC\_ARG\_MAX} &\const{ARG\_MAX}& - La dimensione massima degli argomenti passati ad una funzione - della famiglia \func{exec}.\\ - \texttt{\_SC\_CHILD\_MAX}&\const{\_CHILD\_MAX}& - Il numero massimo di processi contemporanei che un utente può - eseguire.\\ - \texttt{\_SC\_OPEN\_MAX}&\const{\_OPEN\_MAX}& - Il numero massimo di file che un processo può mantenere aperti in - contemporanea.\\ + \texttt{\_SC\_ARG\_MAX} & \const{ARG\_MAX}& + La dimensione massima degli argomenti passati + ad una funzione della famiglia \func{exec}.\\ + \texttt{\_SC\_CHILD\_MAX} & \const{\_CHILD\_MAX}& + Il numero massimo di processi contemporanei + che un utente può eseguire.\\ + \texttt{\_SC\_OPEN\_MAX} & \const{\_OPEN\_MAX}& + Il numero massimo di file che un processo può + mantenere aperti in contemporanea.\\ \texttt{\_SC\_STREAM\_MAX}& \const{STREAM\_MAX}& - Il massimo numero di stream che un processo può mantenere aperti in - contemporanea. Questo limite previsto anche dallo standard ANSI C, che - specifica la macro {FOPEN\_MAX}.\\ - \texttt{\_SC\_TZNAME\_MAX}&\const{TZNAME\_MAX}& - La dimensione massima di un nome di una \texttt{timezone} (vedi - sez.~\ref{sec:sys_date}).\\ + Il massimo numero di stream che un processo + può mantenere aperti in contemporanea. Questo + limite previsto anche dallo standard ANSI C, + che specifica la macro {FOPEN\_MAX}.\\ + \texttt{\_SC\_TZNAME\_MAX}& \const{TZNAME\_MAX}& + La dimensione massima di un nome di una + \texttt{timezone} (vedi + sez.~\ref{sec:sys_date}).\\ \texttt{\_SC\_NGROUPS\_MAX}&\const{NGROUP\_MAX}& - Massimo numero di gruppi supplementari che può avere un processo (vedi - sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\ - \texttt{\_SC\_SSIZE\_MAX}&\const{SSIZE\_MAX}& - valore massimo del tipo di dato \type{ssize\_t}.\\ - \texttt{\_SC\_CLK\_TCK}& \const{CLK\_TCK} & - Il numero di \textit{clock tick} al secondo, cioè l'unità di misura del - \textit{process time} (vedi sez.~\ref{sec:sys_unix_time}).\\ + Massimo numero di gruppi supplementari che + può avere un processo (vedi + sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\ + \texttt{\_SC\_SSIZE\_MAX} & \const{SSIZE\_MAX}& + Valore massimo del tipo di dato + \type{ssize\_t}.\\ + \texttt{\_SC\_CLK\_TCK} & \const{CLK\_TCK} & + Il numero di \textit{clock tick} al secondo, + cioè l'unità di misura del + \itindex{process~time} \textit{process + time} (vedi + sez.~\ref{sec:sys_unix_time}).\\ \texttt{\_SC\_JOB\_CONTROL}&\macro{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}& - Indica se è supportato il \textit{job control} (vedi - sez.~\ref{sec:sess_job_control}) in stile POSIX.\\ - \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS}&\macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}& - Indica se il sistema supporta i \textit{saved id} (vedi - sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\ - \texttt{\_SC\_VERSION}& \const{\_POSIX\_VERSION} & - Indica il mese e l'anno di approvazione della revisione dello standard - POSIX.1 a cui il sistema fa riferimento, nel formato YYYYMML, la - revisione più recente è 199009L, che indica il Settembre 1990.\\ + Indica se è supportato il \textit{job + control} (vedi + sez.~\ref{sec:sess_job_control}) in stile + POSIX.\\ + \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS} & \macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}& + Indica se il sistema supporta i + \textit{saved id} (vedi + sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\ + \texttt{\_SC\_VERSION} & \const{\_POSIX\_VERSION} & + Indica il mese e l'anno di approvazione + della revisione dello standard POSIX.1 a cui + il sistema fa riferimento, nel formato + YYYYMML, la revisione più recente è 199009L, + che indica il Settembre 1990.\\ \hline \end{tabular} \caption{Parametri del sistema leggibili dalla funzione \func{sysconf}.} @@ -391,7 +404,7 @@ riportate in tab.~\ref{tab:sys_file_macro}. \const{LINK\_MAX} &8 & numero massimo di link a un file\\ \const{NAME\_MAX}& 14 & lunghezza in byte di un nome di file. \\ \const{PATH\_MAX}& 256 & lunghezza in byte di un - \itindex{pathname}\textit{pathname}.\\ + \itindex{pathname} \textit{pathname}.\\ \const{PIPE\_BUF}&4096 & byte scrivibili atomicamente in una pipe (vedi sez.~\ref{sec:ipc_pipes}).\\ \const{MAX\_CANON}&255 & dimensione di una riga di terminale in modo @@ -422,7 +435,7 @@ le analoghe di tab.~\ref{tab:sys_posix1_general}. \const{\_POSIX\_LINK\_MAX} &8 & numero massimo di link a un file.\\ \const{\_POSIX\_NAME\_MAX}& 14 & lunghezza in byte di un nome di file. \\ \const{\_POSIX\_PATH\_MAX}& 256 & lunghezza in byte di un - \itindex{pathname}\textit{pathname}.\\ + \itindex{pathname} \textit{pathname}.\\ \const{\_POSIX\_PIPE\_BUF}& 512 & byte scrivibili atomicamente in una pipe.\\ \const{\_POSIX\_MAX\_CANON}&255 & dimensione di una riga di @@ -465,12 +478,12 @@ E si noti come la funzione in questo caso richieda un argomento che specifichi a quale file si fa riferimento, dato che il valore del limite cercato può variare a seconda del filesystem. Una seconda versione della funzione, \funcd{fpathconf}, opera su un file descriptor invece che su un -\itindex{pathname}\textit{pathname}. Il suo prototipo è: +\itindex{pathname} \textit{pathname}. Il suo prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{long fpathconf(int fd, int name)} Restituisce il valore del parametro \param{name} per il file \param{fd}. \bodydesc{È identica a \func{pathconf} solo che utilizza un file descriptor - invece di un \itindex{pathname}\textit{pathname}; pertanto gli errori + invece di un \itindex{pathname} \textit{pathname}; pertanto gli errori restituiti cambiano di conseguenza.} \end{prototype} \noindent ed il suo comportamento è identico a quello di \func{pathconf}. @@ -589,7 +602,7 @@ maniera gerarchica all'interno di un albero;\footnote{si tenga presente che occorrerà includere anche i file \file{linux/unistd.h} e \file{linux/sysctl.h}.} per accedere ad uno di essi occorre specificare un cammino attraverso i vari nodi dell'albero, in maniera analoga a come avviene -per la risoluzione di un \itindex{pathname}\textit{pathname} (da cui l'uso +per la risoluzione di un \itindex{pathname} \textit{pathname} (da cui l'uso alternativo del filesystem \file{/proc}, che vedremo dopo). Ciascun nodo dell'albero è identificato da un valore intero, ed il cammino che @@ -633,7 +646,7 @@ forma di file alcune delle strutture interne del kernel stesso. In particolare l'albero dei valori di \func{sysctl} viene presentato in forma di file nella directory \file{/proc/sys}, cosicché è possibile accedervi -specificando un \itindex{pathname}\textit{pathname} e leggendo e scrivendo sul +specificando un \itindex{pathname} \textit{pathname} e leggendo e scrivendo sul file corrispondente al parametro scelto. Il kernel si occupa di generare al volo il contenuto ed i nomi dei file corrispondenti, e questo ha il grande vantaggio di rendere accessibili i vari parametri a qualunque comando di shell @@ -689,7 +702,7 @@ sulla directory \param{target}. \textit{mount point} o di spostarlo quando \param{target} non è un \textit{mount point} o è \file{/}. \item[\errcode{EACCES}] non si ha il permesso di accesso su uno dei - componenti del \itindex{pathname}\textit{pathname}, o si è cercato + componenti del \itindex{pathname} \textit{pathname}, o si è cercato di montare un filesystem disponibile in sola lettura senza averlo specificato o il device \param{source} è su un filesystem montato con l'opzione \const{MS\_NODEV}. @@ -753,24 +766,27 @@ valori riportati in tab.~\ref{tab:sys_mount_flags}. \textbf{Parametro} & \textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ \hline \hline - \const{MS\_RDONLY} & 1 & monta in sola lettura\\ - \const{MS\_NOSUID} & 2 & ignora i bit \acr{suid} e \acr{sgid}\\ - \const{MS\_NODEV} & 4 & impedisce l'accesso ai file di dispositivo\\ - \const{MS\_NOEXEC} & 8 & impedisce di eseguire programmi \\ - \const{MS\_SYNCHRONOUS}& 16 & abilita la scrittura sincrona \\ - \const{MS\_REMOUNT} & 32 & rimonta il filesystem cambiando i flag\\ - \const{MS\_MANDLOCK} & 64 & consente il \textit{mandatory locking} (vedi - sez.~\ref{sec:file_mand_locking})\\ - \const{S\_WRITE} & 128 & scrive normalmente \\ - \const{S\_APPEND} & 256 & consente la scrittura solo in \textit{append - mode} (vedi sez.~\ref{sec:file_sharing})\\ - \const{S\_IMMUTABLE} & 512 & impedisce che si possano modificare i file \\ + \const{MS\_RDONLY} & 1 & monta in sola lettura.\\ + \const{MS\_NOSUID} & 2 & ignora i bit \itindex{suid~bit} \acr{suid} e + \itindex{sgid~bit} \acr{sgid}.\\ + \const{MS\_NODEV} & 4 & impedisce l'accesso ai file di dispositivo.\\ + \const{MS\_NOEXEC} & 8 & impedisce di eseguire programmi.\\ + \const{MS\_SYNCHRONOUS}& 16 & abilita la scrittura sincrona.\\ + \const{MS\_REMOUNT} & 32 & rimonta il filesystem cambiando le opzioni.\\ + \const{MS\_MANDLOCK} & 64 & consente il \textit{mandatory locking} + \itindex{mandatory~locking} (vedi + sez.~\ref{sec:file_mand_locking}).\\ + \const{S\_WRITE} & 128 & scrive normalmente.\\ + \const{S\_APPEND} & 256 & consente la scrittura solo in + \itindex{append~mode} \textit{append mode} + (vedi sez.~\ref{sec:file_sharing}).\\ + \const{S\_IMMUTABLE} & 512 & impedisce che si possano modificare i file.\\ \const{MS\_NOATIME} &1024 & non aggiorna gli \textit{access time} (vedi - sez.~\ref{sec:file_file_times})\\ + sez.~\ref{sec:file_file_times}).\\ \const{MS\_NODIRATIME}&2048 & non aggiorna gli \textit{access time} delle - directory\\ - \const{MS\_BIND} &4096 & monta il filesystem altrove\\ - \const{MS\_MOVE} &8192 & sposta atomicamente il punto di montaggio \\ + directory.\\ + \const{MS\_BIND} &4096 & monta il filesystem altrove.\\ + \const{MS\_MOVE} &8192 & sposta atomicamente il punto di montaggio.\\ \hline \end{tabular} \caption{Tabella dei codici dei flag di montaggio di un filesystem.} @@ -897,12 +913,13 @@ semplice invocare direttamente il programma \cmd{mount}, per cui ne tralasceremo la trattazione, rimandando al manuale delle \acr{glibc} \cite{glibc} per la documentazione completa. +% TODO scrivere relativamente alle varie funzioni (getfsent e getmntent &C) \subsection{La gestione delle informazioni su utenti e gruppi} \label{sec:sys_user_group} Tradizionalmente le informazioni utilizzate nella gestione di utenti e gruppi -(password, corripondenze fra nomi simbolici e user-id, home directory, ecc.) +(password, corrispondenze fra nomi simbolici e user-id, home directory, ecc.) venivano registrate all'interno dei due file di testo \file{/etc/passwd} ed \file{/etc/group},\footnote{in realtà oltre a questi nelle distribuzioni più recenti è stato introdotto il sistema delle \textit{shadow password} che @@ -933,11 +950,11 @@ dall'altra con il diffondersi delle reti la necessit informazioni degli utenti e dei gruppi per insiemi di macchine, in modo da mantenere coerenti i dati, ha portato anche alla necessità di poter recuperare e memorizzare dette informazioni su supporti diversi, introducendo il sistema -del \itindex{Name~Service~Switch}\textit{Name Service Switch} che tratteremo +del \itindex{Name~Service~Switch} \textit{Name Service Switch} che tratteremo brevemente più avanti (in sez.~\ref{sec:sock_resolver}) dato che la maggior parte delle sua applicazioni sono relative alla risoluzioni di nomi di rete. -In questo paragrafo ci limiteremo comunque a trattere le funzioni classiche +In questo paragrafo ci limiteremo comunque a trattare le funzioni classiche per la lettura delle informazioni relative a utenti e gruppi tralasciando completamente quelle relative all'autenticazione. % Per questo non tratteremo @@ -1067,7 +1084,7 @@ fig.~\ref{fig:sys_group_struct}. Le funzioni viste finora sono in grado di leggere le informazioni sia direttamente dal file delle password in \file{/etc/passwd} che tramite il -sistema del \itindex{Name~Service~Switch}\textit{Name Service Switch} e +sistema del \itindex{Name~Service~Switch} \textit{Name Service Switch} e sono completamente generiche. Si noti però che non c'è una funzione che permetta di impostare direttamente una password.\footnote{in realtà questo può essere fatto ricorrendo a PAM, ma questo è un altro discorso.} Dato che @@ -1319,7 +1336,7 @@ argomenti \param{line}, \param{name} e \param{host} per costruire la voce che poi aggiunge chiamando \func{updwtmp}. -\section{Limitazione ed uso delle risorse} +\section{Il controllo dell'uso delle risorse} \label{sec:sys_res_limits} @@ -1352,19 +1369,20 @@ di tipo \struct{rusage}, la cui definizione (che si trova in \end{figure} La definizione della struttura in fig.~\ref{fig:sys_rusage_struct} è ripresa -da BSD 4.3,\footnote{questo non ha a nulla a che fare con il \textit{BSD - accounting} che si trova nelle opzioni di compilazione del kernel (e di - norma è disabilitato) che serve per mantenere una contabilità delle risorse - usate da ciascun processo in maniera molto più dettagliata.} ma attualmente -(con i kernel della serie 2.4.x e 2.6.x) i soli campi che sono mantenuti sono: -\var{ru\_utime}, \var{ru\_stime}, \var{ru\_minflt}, \var{ru\_majflt}, e -\var{ru\_nswap}. I primi due indicano rispettivamente il tempo impiegato dal -processo nell'eseguire le istruzioni in user space, e quello impiegato dal -kernel nelle system call eseguite per conto del processo. +da BSD 4.3,\footnote{questo non ha a nulla a che fare con il cosiddetto + \textit{BSD accounting} (vedi sez. \ref{sec:sys_bsd_accounting}) che si trova + nelle opzioni di compilazione del kernel (e di norma è disabilitato) che + serve per mantenere una contabilità delle risorse usate da ciascun processo + in maniera molto più dettagliata.} ma attualmente (con i kernel della serie +2.4.x e 2.6.x) i soli campi che sono mantenuti sono: \var{ru\_utime}, +\var{ru\_stime}, \var{ru\_minflt}, \var{ru\_majflt}, e \var{ru\_nswap}. I +primi due indicano rispettivamente il tempo impiegato dal processo +nell'eseguire le istruzioni in user space, e quello impiegato dal kernel nelle +system call eseguite per conto del processo. Gli altri tre campi servono a quantificare l'uso della memoria virtuale\index{memoria~virtuale} e corrispondono rispettivamente al numero di -\textit{page fault}\itindex{page~fault} (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_gen}) +\itindex{page~fault} \textit{page fault} (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_gen}) avvenuti senza richiedere I/O su disco (i cosiddetti \textit{minor page fault}), a quelli che invece han richiesto I/O su disco (detti invece \textit{major page fault}) ed al numero di volte che il processo è stato @@ -1404,42 +1422,137 @@ ricevuto lo stato di terminazione. \subsection{Limiti sulle risorse} \label{sec:sys_resource_limit} -Come accennato nell'introduzione oltre a mantenere i dati relativi all'uso -delle risorse da parte dei vari processi, il kernel mette anche a disposizione -delle funzioni con cui si possono imporre dei limiti sulle risorse che essi -possono utilizzare. In generale ad ogni processo vengono associati due -diversi limiti per ogni risorsa; questi sono detti il \textsl{limite corrente} -(o \textit{current limit}) che esprime il valore massimo che attualmente il -processo non può superare, ed il \textsl{limite massimo} (o \textit{maximum - limit}) che esprime il valore massimo che può assumere il \textsl{limite - corrente}. +Come accennato nell'introduzione il kernel mette a disposizione delle +funzionalità che permettono non solo di mantenere dati statistici relativi +all'uso delle risorse, ma anche di imporre dei limiti precisi sul loro +utilizzo da parte dei vari processi o degli utenti. + +Per far questo esistono una serie di risorse e ad ogni processo vengono +associati due diversi limiti per ciascuna di esse; questi sono il +\textsl{limite corrente} (o \textit{current limit}) che esprime un valore +massimo che il processo non può superare ad un certo momento, ed il +\textsl{limite massimo} (o \textit{maximum limit}) che invece esprime il +valore massimo che può assumere il \textsl{limite corrente}. In generale il +primo viene chiamato anche \textit{soft limit} dato che il suo valore può +essere aumentato dal processo stesso durante l'esecuzione, ciò può però essere +fatto solo fino al valore del secondo, che per questo viene detto \textit{hard + limit}. -\begin{figure}[!htb] +\begin{table}[htb] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} - \includestruct{listati/rlimit.h} - \end{minipage} - \normalsize - \caption{La struttura \structd{rlimit} per impostare i limiti di utilizzo - delle risorse usate da un processo.} - \label{fig:sys_rlimit_struct} -\end{figure} - -In generale il primo viene chiamato anche \textsl{limite soffice} (o -\textit{soft limit}) dato che il suo valore può essere aumentato fino al -valore del secondo, mentre il secondo è detto \textsl{limite duro} (o -\textit{hard limit}), in quanto un processo normale può solo diminuirne il -valore. Il valore di questi due limiti è mantenuto in una struttura -\struct{rlimit}, la cui definizione è riportata in -fig.~\ref{fig:sys_rlimit_struct}, ed i cui campi corrispondono appunto a -limite corrente e limite massimo. + \begin{tabular}[c]{|l|p{12cm}|} + \hline + \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\ + \hline + \hline + \const{RLIMIT\_AS} & La dimensione massima della memoria virtuale di + un processo, il cosiddetto \textit{Address + Space}, (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_gen}). Se + il limite viene superato dall'uso di funzioni + come \func{brk}, \func{mremap} o \func{mmap} + esse falliranno con un errore di + \errcode{ENOMEM}, mentre se il superamento viene + causato dalla crescita dello \itindex{stack} + stack il processo riceverà un segnale di + \const{SIGSEGV}. \\ + \const{RLIMIT\_CORE} & La massima dimensione per di un file di + \itindex{core~dump} \textit{core dump} (vedi + sez.~\ref{sec:sig_prog_error}) creato nella + terminazione di un processo; file di dimensioni + maggiori verranno troncati a questo valore, + mentre con un valore si bloccherà la creazione + dei \itindex{core~dump} \textit{core dump}.\\ + \const{RLIMIT\_CPU} & Il massimo tempo di CPU (vedi + sez.~\ref{sec:sys_cpu_times}) che il processo può + usare. Il superamento del limite corrente + comporta l'emissione di un segnale di + \const{SIGXCPU} la cui azione predefinita (vedi + sez.~\ref{sec:sig_classification}) è terminare + il processo. Il superamento del limite massimo + comporta l'emissione di un segnale di + \const{SIGKILL}.\footnotemark\\ + \const{RLIMIT\_DATA} & La massima dimensione del \index{segmento!dati} + segmento dati di un + processo (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_layout}). + Il tentativo di allocare più memoria di quanto + indicato dal limite corrente causa il fallimento + della funzione di allocazione (\func{brk} o + \func{sbrk}) con un errore di \errcode{ENOMEM}.\\ + \const{RLIMIT\_FSIZE} & La massima dimensione di un file che un processo + può creare. Se il processo cerca di scrivere + oltre questa dimensione riceverà un segnale di + \const{SIGXFSZ}, che di norma termina il + processo; se questo viene intercettato la + system call che ha causato l'errore fallirà con + un errore di \errcode{EFBIG}.\\ + \const{RLIMIT\_LOCKS}& È un limite presente solo nelle prime versioni + del kernel 2.4 sul numero massimo di + \index{file!locking} \textit{file lock} (vedi + sez.~\ref{sec:file_locking}) che un + processo poteva effettuare.\\ + \const{RLIMIT\_MEMLOCK}& L'ammontare massimo di memoria che può essere + bloccata in RAM da un processo (vedi + sez.~\ref{sec:proc_mem_lock}). Dal kernel 2.6.9 + questo limite comprende anche la memoria che può + essere bloccata da ciascun utente nell'uso della + memoria condivisa (vedi + sez.~\ref{sec:ipc_sysv_shm}) che viene + contabilizzata separatamente ma sulla quale + viene applicato questo stesso limite.\\ + \const{RLIMIT\_NOFILE} & Il numero massimo di file che il processo può + aprire. L'apertura di un ulteriore file farà + fallire la funzione (\func{open}, \func{dup} o + \func{pipe}) con un errore \errcode{EMFILE}.\\ + \const{RLIMIT\_NPROC} & Il numero massimo di processi che possono essere + creati sullo stesso user id real. Se il limite + viene raggiunto \func{fork} fallirà con un + \errcode{EAGAIN}.\\ + \const{RLIMIT\_SIGPENDING}& Il numero massimo di segnali che possono + essere mantenuti in coda per ciascun utente, + considerando sia i segnali normali che real-time + (vedi sez.~\ref{sec:sig_real_time}). Il limite è + attivo solo per \func{sigqueue}, con \func{kill} + si potrà sempre inviare un segnale che non sia + già presente su una coda.\footnotemark\\ + \const{RLIMIT\_STACK} & La massima dimensione dello \itindex{stack} + stack del + processo. Se il processo esegue operazioni che + estendano lo stack oltre questa dimensione + riceverà un segnale di \const{SIGSEGV}.\\ + \const{RLIMIT\_RSS} & L'ammontare massimo di pagine di memoria dato al + \index{segmento!testo} testo del processo. Il + limite è solo una indicazione per il kernel, + qualora ci fosse un surplus di memoria questa + verrebbe assegnata.\\ +% TODO integrare con la roba di madvise + \hline + \end{tabular} + \caption{Valori possibili dell'argomento \param{resource} delle funzioni + \func{getrlimit} e \func{setrlimit}.} + \label{tab:sys_rlimit_values} +\end{table} -In genere il superamento di un limite comporta o l'emissione di un segnale o -il fallimento della system call che lo ha provocato; per permettere di leggere -e di impostare i limiti di utilizzo delle risorse da parte di un processo -Linux prevede due funzioni, \funcd{getrlimit} e \funcd{setrlimit}, i cui -prototipi sono: +\footnotetext[18]{questo è quanto avviene per i kernel dalla serie 2.2 fino ad + oggi (la 2.6.x); altri kernel possono avere comportamenti diversi per quanto + avviene quando viene superato il \textit{soft limit}; perciò per avere + operazioni portabili è sempre opportuno intercettare \const{SIGXCPU} e + terminare in maniera ordinata il processo.} + +\footnotetext{il limite su questa risorsa è stato introdotto con il kernel + 2.6.8.} + +In generale il superamento di un limite corrente\footnote{di norma quanto + riportato in tab.~\ref{tab:sys_rlimit_values} fa riferimento a quanto + avviene al superamento del limite corrente, con l'eccezione + \const{RLIMIT\_CPU} in cui si ha in comportamento diverso per il superamento + dei due limiti.} comporta o l'emissione di un segnale o il fallimento della +system call che lo ha provocato;\footnote{si nuovo c'è una eccezione per + \const{RLIMIT\_CORE} che influenza soltanto la dimensione (o l'eventuale + creazione) dei file di \itindex{core~dump} \textit{core dump}.} per +permettere di leggere e di impostare i limiti di utilizzo delle risorse da +parte di un processo sono previste due funzioni, \funcd{getrlimit} e +\funcd{setrlimit}, i cui prototipi sono: \begin{functions} \headdecl{sys/time.h} \headdecl{sys/resource.h} @@ -1469,73 +1582,34 @@ Entrambe le funzioni permettono di specificare, attraverso l'argomento questo argomento sono elencati in tab.~\ref{tab:sys_rlimit_values}. L'acceso (rispettivamente in lettura e scrittura) ai valori effettivi dei limiti viene poi effettuato attraverso la struttura \struct{rlimit} puntata da -\param{rlim}. +\param{rlim}, la cui definizione è riportata in +fig.~\ref{fig:sys_rlimit_struct}, ed i cui campi corrispondono appunto a +limite corrente e limite massimo. -\begin{table}[htb] + +\begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{tabular}[c]{|l|p{12cm}|} - \hline - \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\ - \hline - \hline - \const{RLIMIT\_CPU} & Il massimo tempo di CPU che il processo può - usare. Il superamento del limite comporta - l'emissione di un segnale di \const{SIGXCPU}.\\ - \const{RLIMIT\_FSIZE} & La massima dimensione di un file che un processo - può usare. Se il processo cerca di scrivere - oltre questa dimensione riceverà un segnale di - \const{SIGXFSZ}.\\ - \const{RLIMIT\_DATA} & La massima dimensione della memoria dati di un - processo. Il tentativo di allocare più memoria - causa il fallimento della funzione di - allocazione. \\ - \const{RLIMIT\_STACK} & La massima dimensione dello stack del - processo. Se il processo esegue operazioni che - estendano lo stack oltre questa dimensione - riceverà un segnale di \const{SIGSEGV}.\\ - \const{RLIMIT\_CORE} & La massima dimensione di un file di \textit{core - dump} creato da un processo. Nel caso le - dimensioni dovessero essere maggiori il file non - verrebbe generato.\footnotemark\\ - \const{RLIMIT\_RSS} & L'ammontare massimo di memoria fisica dato al - processo. Il limite è solo una indicazione per - il kernel, qualora ci fosse un surplus di - memoria questa verrebbe assegnata.\\ - \const{RLIMIT\_NPROC} & Il numero massimo di processi che possono essere - creati sullo stesso user id. Se il limite viene - raggiunto \func{fork} fallirà con un - \errcode{EAGAIN}.\\ - \const{RLIMIT\_NOFILE} & Il numero massimo di file che il processo può - aprire. L'apertura di un ulteriore file fallirà - con un errore \errcode{EMFILE}.\\ - \const{RLIMIT\_MEMLOCK}& L'ammontare massimo di memoria che può essere - bloccata in RAM senza - paginazione\index{paginazione} (vedi - sez.~\ref{sec:proc_mem_lock}).\\ - \const{RLIMIT\_AS} & La dimensione massima di tutta la memoria che il - processo può ottenere. Se il processo tenta di - allocarne di più funzioni come \func{brk}, - \func{malloc} o \func{mmap} falliranno. \\ - \hline - \end{tabular} - \caption{Valori possibili dell'argomento \param{resource} delle funzioni - \func{getrlimit} e \func{setrlimit}.} - \label{tab:sys_rlimit_values} -\end{table} + \begin{minipage}[c]{15cm} + \includestruct{listati/rlimit.h} + \end{minipage} + \normalsize + \caption{La struttura \structd{rlimit} per impostare i limiti di utilizzo + delle risorse usate da un processo.} + \label{fig:sys_rlimit_struct} +\end{figure} -\footnotetext{Impostare questo limite a zero è la maniera più semplice per - evitare la creazione di \file{core} file (al proposito si veda - sez.~\ref{sec:sig_prog_error}).} Nello specificare un limite, oltre a fornire dei valori specifici, si può anche usare la costante \const{RLIM\_INFINITY} che permette di sbloccare l'uso di una risorsa; ma si ricordi che solo un processo con i privilegi di -amministratore può innalzare un limite al di sopra del valore corrente del -limite massimo. Si tenga conto infine che tutti i limiti vengono ereditati dal -processo padre attraverso una \func{fork} (vedi sez.~\ref{sec:proc_fork}) e -mantenuti per gli altri programmi eseguiti attraverso una \func{exec} (vedi -sez.~\ref{sec:proc_exec}). +amministratore\footnote{per essere precisi in questo caso quello che serve è + la \itindex{capabilities} \textit{capability} \const{CAP\_SYS\_RESOURCE}.} +può innalzare un limite al di sopra del valore corrente del limite massimo ed +usare un valore qualsiasi per entrambi i limiti. Si tenga conto infine che +tutti i limiti vengono ereditati dal processo padre attraverso una \func{fork} +(vedi sez.~\ref{sec:proc_fork}) e mantenuti per gli altri programmi eseguiti +attraverso una \func{exec} (vedi sez.~\ref{sec:proc_exec}). \subsection{Le risorse di memoria e processore} @@ -1543,7 +1617,7 @@ sez.~\ref{sec:proc_exec}). La gestione della memoria è già stata affrontata in dettaglio in sez.~\ref{sec:proc_memory}; abbiamo visto allora che il kernel provvede il -meccanismo della memoria virtuale\index{memoria~virtuale} attraverso la +meccanismo della \index{memoria~virtuale} memoria virtuale attraverso la divisione della memoria fisica in pagine. In genere tutto ciò è del tutto trasparente al singolo processo, ma in certi @@ -1551,7 +1625,7 @@ casi, come per l'I/O mappato in memoria (vedi sez.~\ref{sec:file_memory_map}) che usa lo stesso meccanismo per accedere ai file, è necessario conoscere le dimensioni delle pagine usate dal kernel. Lo stesso vale quando si vuole gestire in maniera ottimale l'interazione della memoria che si sta allocando -con il meccanismo della paginazione\index{paginazione}. +con il meccanismo della \index{paginazione} paginazione. Di solito la dimensione delle pagine di memoria è fissata dall'architettura hardware, per cui il suo valore di norma veniva mantenuto in una costante che @@ -1562,9 +1636,10 @@ scelta di dimensioni, Dato che si tratta di una caratteristica generale del sistema, questa dimensione può essere ottenuta come tutte le altre attraverso una chiamata a -\func{sysconf} (nel caso \code{sysconf(\_SC\_PAGESIZE)}, ma in BSD 4.2 è stata -introdotta una apposita funzione, \funcd{getpagesize}, che restituisce la -dimensione delle pagine di memoria; il suo prototipo è: +\func{sysconf}, \footnote{nel caso specifico si dovrebbe utilizzare il + parametro \const{\_SC\_PAGESIZE}.} ma in BSD 4.2 è stata introdotta una +apposita funzione, \funcd{getpagesize}, che restituisce la dimensione delle +pagine di memoria; il suo prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{int getpagesize(void)} Legge le dimensioni delle pagine di memoria. @@ -1576,13 +1651,15 @@ La funzione standard la etichetta come obsoleta, mentre lo standard POSIX 1003.1-2001 la ha eliminata. In Linux è implementata come una system call nelle architetture in cui essa è necessaria, ed in genere restituisce il valore del simbolo -\const{PAGE\_SIZE} del kernel, anche se le versioni delle librerie del C -precedenti le \acr{glibc} 2.1 implementavano questa funzione restituendo -sempre un valore statico. +\const{PAGE\_SIZE} del kernel, che dipende dalla architettura hardware, anche +se le versioni delle librerie del C precedenti le \acr{glibc} 2.1 +implementavano questa funzione restituendo sempre un valore statico. + +% TODO verificare meglio la faccenda di const{PAGE\_SIZE} -Le \acr{glibc} forniscono, come specifica estensione GNU, altre due funzioni, -\funcd{get\_phys\_pages} e \funcd{get\_avphys\_pages} che permettono di -ottenere informazioni riguardo la memoria; i loro prototipi sono: +Le \textsl{glibc} forniscono, come specifica estensione GNU, altre due +funzioni, \funcd{get\_phys\_pages} e \funcd{get\_avphys\_pages} che permettono +di ottenere informazioni riguardo la memoria; i loro prototipi sono: \begin{functions} \headdecl{sys/sysinfo.h} @@ -1621,13 +1698,75 @@ Il suo prototipo \end{prototype} La funzione restituisce in ciascun elemento di \param{loadavg} il numero medio -di processi attivi sulla coda dello scheduler\itindex{scheduler}, calcolato su -un diverso intervalli di tempo. Il numero di intervalli che si vogliono +di processi attivi sulla coda dello \itindex{scheduler} scheduler, calcolato +su diversi intervalli di tempo. Il numero di intervalli che si vogliono leggere è specificato da \param{nelem}, dato che nel caso di Linux il carico viene valutato solo su tre intervalli (corrispondenti a 1, 5 e 15 minuti), questo è anche il massimo valore che può essere assegnato a questo argomento. +\subsection{La \textsl{contabilità} in stile BSD} +\label{sec:sys_bsd_accounting} + +Una ultima modalità per monitorare l'uso delle risorse è, se si è compilato il +kernel con il relativo supporto,\footnote{se cioè si è abilitata l'opzione di + compilazione \texttt{CONFIG\_BSD\_PROCESS\_ACCT}.} quella di attivare il +cosiddetto \textit{BSD accounting}, che consente di registrare su file una +serie di informazioni\footnote{contenute nella struttura \texttt{acct} + definita nel file \texttt{include/linux/acct.h} dei sorgenti del kernel.} +riguardo alla \textsl{contabilità} delle risorse utilizzate da ogni processo +che viene terminato. + +Linux consente di salvare la contabilità delle informazioni relative alle +risorse utilizzate dai processi grazie alla funzione \funcd{acct}, il cui +prototipo è: +\begin{prototype}{unistd.h}{int acct(const char *filename)} + Abilita il \textit{BSD accounting}. + + \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo o $-1$ in caso di + errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: + \begin{errlist} + \item[\errcode{EACCESS}] non si hanno i permessi per accedere a + \param{pathname}. + \item[\errcode{EPERM}] Il processo non ha privilegi sufficienti ad + abilitare il \textit{BSD accounting}. + \item[\errcode{ENOSYS}] il kernel non supporta il \textit{BSD accounting}. + \item[\errcode{EUSER}] non sono disponibili nel kernel strutture per il + file o si è finita la memoria. + \end{errlist} + ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{EIO}, \errval{ELOOP}, + \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENFILE}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, + \errval{ENOTDIR}, \errval{EROFS}.} +\end{prototype} + +La funzione attiva il salvataggio dei dati sul file indicato dal pathname +contenuti nella stringa puntata da \param{filename}; la funzione richiede che +il processo abbia i privilegi di amministratore (è necessaria la +\itindex{capabilities} capability \const{CAP\_SYS\_PACCT}, vedi +sez.~\ref{sec:proc_capabilities}). Se si specifica il valore \const{NULL} per +\param{filename} il \textit{BSD accounting} viene invece disabilitato. Un +semplice esempio per l'uso di questa funzione è riportato nel programma +\texttt{AcctCtrl.c} dei sorgenti allegati alla guida. + +Quando si attiva la contabilità, il file che si indica deve esistere; esso +verrà aperto in sola scrittura;\footnote{si applicano al pathname indicato da + \param{filename} tutte le restrizioni viste in cap.~\ref{cha:file_intro}.} +le informazioni verranno registrate in \itindex{append~mode} \textit{append} +in coda al file tutte le volte che un processo termina. Le informazioni +vengono salvate in formato binario, e corrispondono al contenuto della +apposita struttura dati definita all'interno del kernel. + +Il funzionamento di \func{acct} viene inoltre modificato da uno specifico +parametro di sistema, modificabile attraverso \file{/proc/sys/kernel/acct} (o +tramite la corrispondente \func{sysctl}). Esso contiene tre valori interi, il +primo indica la percentuale di spazio disco libero sopra il quale viene +ripresa una registrazione che era stata sospesa per essere scesi sotto il +minimo indicato dal secondo valore (sempre in percentuale di spazio disco +libero). Infine l'ultimo valore indica la frequenza in secondi con cui deve +essere controllata detta percentuale. + + + \section{La gestione dei tempi del sistema} \label{sec:sys_time} @@ -1645,25 +1784,25 @@ gestione di data e ora. Storicamente i sistemi unix-like hanno sempre mantenuto due distinti tipi di dati per la misure dei tempi all'interno del sistema: essi sono -rispettivamente chiamati \textit{calendar time} e \textit{process time}, -secondo le definizioni: +rispettivamente chiamati \itindend{calendar~time} \textit{calendar time} e +\itindex{process~time} \textit{process time}, secondo le definizioni: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} -\item[\textit{calendar time}] detto anche \textsl{tempo di calendario}. È il - numero di secondi dalla mezzanotte del primo gennaio 1970, in tempo - universale coordinato (o UTC), data che viene usualmente indicata con - 00:00:00 Jan, 1 1970 (UTC) e chiamata \textit{the Epoch}. Questo tempo viene - anche chiamato anche GMT (Greenwich Mean Time) dato che l'UTC corrisponde - all'ora locale di Greenwich. È il tempo su cui viene mantenuto l'orologio - del kernel, e viene usato ad esempio per indicare le date di modifica dei - file o quelle di avvio dei processi. Per memorizzare questo tempo è stato - riservato il tipo primitivo \type{time\_t}. -\item[\textit{process time}] detto talvolta \textsl{tempo di processore}. - Viene misurato in \textit{clock tick}. Un tempo questo corrispondeva al - numero di interruzioni effettuate dal timer di sistema, adesso lo standard - POSIX richiede che esso sia pari al valore della costante - \const{CLOCKS\_PER\_SEC}, che deve essere definita come 1000000, qualunque - sia la risoluzione reale dell'orologio di sistema e la frequenza delle - interruzioni del timer.\footnote{quest'ultima, come accennato in +\item[\textit{calendar time}] \itindend{calendar~time} detto anche + \textsl{tempo di calendario}. È il numero di secondi dalla mezzanotte del + primo gennaio 1970, in tempo universale coordinato (o UTC), data che viene + usualmente indicata con 00:00:00 Jan, 1 1970 (UTC) e chiamata \textit{the + Epoch}. Questo tempo viene anche chiamato anche GMT (Greenwich Mean Time) + dato che l'UTC corrisponde all'ora locale di Greenwich. È il tempo su cui + viene mantenuto l'orologio del kernel, e viene usato ad esempio per indicare + le date di modifica dei file o quelle di avvio dei processi. Per memorizzare + questo tempo è stato riservato il tipo primitivo \type{time\_t}. +\item[\textit{process time}] \itindex{process~time} detto talvolta + \textsl{tempo di processore}. Viene misurato in \textit{clock tick}. Un + tempo questo corrispondeva al numero di interruzioni effettuate dal timer di + sistema, adesso lo standard POSIX richiede che esso sia pari al valore della + costante \const{CLOCKS\_PER\_SEC}, che deve essere definita come 1000000, + qualunque sia la risoluzione reale dell'orologio di sistema e la frequenza + delle interruzioni del timer.\footnote{quest'ultima, come accennato in sez.~\ref{sec:proc_hierarchy}, è invece data dalla costante \const{HZ}.} Il dato primitivo usato per questo tempo è \type{clock\_t}, che ha quindi una risoluzione del microsecondo. Il numero di tick al secondo può essere @@ -1672,10 +1811,10 @@ secondo le definizioni: considerato obsoleto. \end{basedescript} -In genere si usa il \textit{calendar time} per esprimere le date dei file e le -informazioni analoghe che riguardano i cosiddetti \textsl{tempi di orologio}, -che vengono usati ad esempio per i demoni che compiono lavori amministrativi -ad ore definite, come \cmd{cron}. +In genere si usa il \itindend{calendar~time} \textit{calendar time} per +esprimere le date dei file e le informazioni analoghe che riguardano i +cosiddetti \textsl{tempi di orologio}, che vengono usati ad esempio per i +demoni che compiono lavori amministrativi ad ore definite, come \cmd{cron}. Di solito questo tempo viene convertito automaticamente dal valore in UTC al tempo locale, utilizzando le opportune informazioni di localizzazione @@ -1683,11 +1822,11 @@ tempo locale, utilizzando le opportune informazioni di localizzazione mantenuto dal sistema e non è detto che corrisponda al tempo tenuto dall'orologio hardware del calcolatore. -Anche il \textit{process time} di solito si esprime in secondi, ma provvede -una precisione ovviamente superiore al \textit{calendar time} (che è mantenuto -dal sistema con una granularità di un secondo) e viene usato per tenere conto -dei tempi di esecuzione dei processi. Per ciascun processo il kernel calcola -tre tempi diversi: +Anche il \itindex{process~time} \textit{process time} di solito si esprime in +secondi, ma fornisce una precisione ovviamente superiore al \textit{calendar + time} (che è mantenuto dal sistema con una granularità di un secondo) e +viene usato per tenere conto dei tempi di esecuzione dei processi. Per ciascun +processo il kernel calcola tre tempi diversi: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} \item[\textit{clock time}] il tempo \textsl{reale} (viene chiamato anche \textit{wall clock time} o \textit{elapsed time}) passato dall'avvio del @@ -1717,13 +1856,15 @@ del comando \cmd{time}. \subsection{La gestione del \textit{process time}} \label{sec:sys_cpu_times} +\itindbeg{process~time} + Di norma tutte le operazioni del sistema fanno sempre riferimento al -\textit{calendar time}, l'uso del \textit{process time} è riservato a quei -casi in cui serve conoscere i tempi di esecuzione di un processo (ad esempio -per valutarne l'efficienza). In tal caso infatti fare ricorso al -\textit{calendar time} è inutile in quanto il tempo può essere trascorso mentre -un altro processo era in esecuzione o in attesa del risultato di una -operazione di I/O. +\itindend{calendar~time} \textit{calendar time}, l'uso del \textit{process + time} è riservato a quei casi in cui serve conoscere i tempi di esecuzione +di un processo (ad esempio per valutarne l'efficienza). In tal caso infatti +fare ricorso al \textit{calendar time} è inutile in quanto il tempo può essere +trascorso mentre un altro processo era in esecuzione o in attesa del risultato +di una operazione di I/O. La funzione più semplice per leggere il \textit{process time} di un processo è \funcd{clock}, che da una valutazione approssimativa del tempo di CPU @@ -1755,10 +1896,10 @@ possono essere letti attraverso la funzione \funcd{times}, il cui prototipo in caso di successo e -1 in caso di errore.} \end{prototype} -La funzione restituisce i valori di process time del processo corrente in una -struttura di tipo \struct{tms}, la cui definizione è riportata in -fig.~\ref{fig:sys_tms_struct}. La struttura prevede quattro campi; i primi due, -\var{tms\_utime} e \var{tms\_stime}, sono l'\textit{user time} ed il +La funzione restituisce i valori di \textit{process time} del processo +corrente in una struttura di tipo \struct{tms}, la cui definizione è riportata +in fig.~\ref{fig:sys_tms_struct}. La struttura prevede quattro campi; i primi +due, \var{tms\_utime} e \var{tms\_stime}, sono l'\textit{user time} ed il \textit{system time} del processo, così come definiti in sez.~\ref{sec:sys_unix_time}. @@ -1783,13 +1924,17 @@ ricevuto lo stato di terminazione, e lo stesso vale per \var{tms\_cstime}. Si tenga conto che l'aggiornamento di \var{tms\_cutime} e \var{tms\_cstime} viene eseguito solo quando una chiamata a \func{wait} o \func{waitpid} è ritornata. Per questo motivo se un processo figlio termina prima di ricevere -lo stato di terminazione di tutti i suoi figli, questi processi ``nipoti'' non -verranno considerati nel calcolo di questi tempi. +lo stato di terminazione di tutti i suoi figli, questi processi +``\textsl{nipoti}'' non verranno considerati nel calcolo di questi tempi. + +\itindend{process~time} \subsection{Le funzioni per il \textit{calendar time}} \label{sec:sys_time_base} +\itindbeg{calendar~time} + Come anticipato in sez.~\ref{sec:sys_unix_time} il \textit{calendar time} è mantenuto dal kernel in una variabile di tipo \type{time\_t}, che usualmente corrisponde ad un tipo elementare (in Linux è definito come \ctyp{long int}, @@ -1953,22 +2098,22 @@ a descrivere in tab.~\ref{tab:sys_timex_mode} i principali valori utilizzabili per il campo \var{mode}, un elenco più dettagliato del significato dei vari campi della struttura \struct{timex} può essere ritrovato in \cite{glibc}. -\begin{table}[htb] +\begin{table}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{tabular}[c]{|l|c|p{7cm}|} + \begin{tabular}[c]{|l|c|p{8.5cm}|} \hline \textbf{Nome} & \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\ \hline \hline \const{ADJ\_OFFSET} & 0x0001 & Imposta la differenza fra il tempo - reale e l'orologio di sistema, che + reale e l'orologio di sistema: deve essere indicata in microsecondi nel campo \var{offset} di \struct{timex}.\\ \const{ADJ\_FREQUENCY} & 0x0002 & Imposta la differenze in frequenza fra il tempo reale e l'orologio di - sistema, che deve essere indicata + sistema: deve essere indicata in parti per milione nel campo \var{frequency} di \struct{timex}.\\ \const{ADJ\_MAXERROR} & 0x0004 & Imposta il valore massimo @@ -2036,6 +2181,7 @@ un errore; al solito se si cercher amministratore si otterrà un errore di \errcode{EPERM}. + \subsection{La gestione delle date.} \label{sec:sys_date} @@ -2109,7 +2255,7 @@ e impostano anche la variabile \var{tzname} con l'informazione della \textit{time zone} corrente; \func{ctime} è banalmente definita in termini di \func{asctime} come \code{asctime(localtime(t)}. Dato che l'uso di una stringa statica rende le funzioni non rientranti POSIX.1c e SUSv2 prevedono due -sostitute rientranti, il cui nome è al solito ottenuto appendendo un +sostitute rientranti, il cui nome è al solito ottenuto aggiungendo un \code{\_r}, che prendono un secondo argomento \code{char *buf}, in cui l'utente deve specificare il buffer su cui la stringa deve essere copiata (deve essere di almeno 26 caratteri). @@ -2238,6 +2384,7 @@ viene utilizzato come modificatore; alcuni\footnote{per la precisione quelli in tab.~\ref{tab:sys_strftime_format}. La funzione tiene conto anche della presenza di una localizzazione per stampare in maniera adeguata i vari nomi. +\itindend{calendar~time} \section{La gestione degli errori} @@ -2332,7 +2479,7 @@ La funzione utilizza una stringa statica che non deve essere modificata dal programma; essa è utilizzabile solo fino ad una chiamata successiva a \func{strerror} o \func{perror}, nessun'altra funzione di libreria tocca questa stringa. In ogni caso l'uso di una stringa statica rende la funzione -non rientrante, per cui nel caso nel caso si usino i thread le librerie +non rientrante, per cui nel caso si usino i thread le librerie forniscono\footnote{questa funzione è la versione prevista dalle \acr{glibc}, ed effettivamente definita in \file{string.h}, ne esiste una analoga nello standard SUSv3 (quella riportata dalla pagina di manuale), che restituisce @@ -2490,3 +2637,51 @@ che errori relativi alla stessa linea non vengano ripetuti. %%% mode: latex %%% TeX-master: "gapil" %%% End: + +% LocalWords: filesystem like kernel saved header limits sysconf sez tab float +% LocalWords: FOPEN stdio MB LEN CHAR char UCHAR unsigned SCHAR MIN signed INT +% LocalWords: SHRT short USHRT int UINT LONG long ULONG LLONG ULLONG POSIX ARG +% LocalWords: Stevens exec CHILD STREAM stream TZNAME timezone NGROUPS SSIZE +% LocalWords: ssize LISTIO JOB CONTROL job control IDS VERSION YYYYMML bits bc +% LocalWords: dall'header posix lim nell'header glibc run unistd name errno SC +% LocalWords: NGROUP CLK TCK clock tick process PATH pathname BUF CANON path +% LocalWords: pathconf fpathconf descriptor fd uname sys struct utsname info +% LocalWords: EFAULT fig SOURCE NUL LENGTH DOMAIN NMLN UTSLEN system call proc +% LocalWords: domainname sysctl BSD nlen void oldval size oldlenp newval EPERM +% LocalWords: newlen ENOTDIR EINVAL ENOMEM linux l'array oldvalue paging stack +% LocalWords: TCP shell Documentation ostype hostname osrelease version mount +% LocalWords: const source filesystemtype mountflags ENODEV ENOTBLK block read +% LocalWords: device EBUSY only superblock point EACCES NODEV ENXIO major xC +% LocalWords: number EMFILE dummy ENAMETOOLONG ENOENT ELOOP virtual devfs MGC +% LocalWords: magic MSK RDONLY NOSUID suid sgid NOEXEC SYNCHRONOUS REMOUNT MNT +% LocalWords: MANDLOCK mandatory locking WRITE APPEND append IMMUTABLE NOATIME +% LocalWords: access NODIRATIME BIND MOVE umount flags FORCE statfs fstatfs ut +% LocalWords: buf ENOSYS EIO EBADF type fstab mntent home shadow username uid +% LocalWords: passwd PAM Pluggable Authentication Method Service Switch pwd ru +% LocalWords: getpwuid getpwnam NULL buflen result ERANGE getgrnam getgrgid AS +% LocalWords: grp group gid SVID fgetpwent putpwent getpwent setpwent endpwent +% LocalWords: fgetgrent putgrent getgrent setgrent endgrent accounting init HZ +% LocalWords: runlevel Hierarchy logout setutent endutent utmpname utmp paths +% LocalWords: WTMP getutent getutid getutline pututline LVL OLD DEAD EMPTY dev +% LocalWords: line libc XPG utmpx getutxent getutxid getutxline pututxline who +% LocalWords: setutxent endutxent wmtp updwtmp logwtmp wtmp host rusage utime +% LocalWords: minflt majflt nswap fault swap timeval wait getrusage usage SELF +% LocalWords: CHILDREN current limit soft RLIMIT Address brk mremap mmap dump +% LocalWords: SIGSEGV SIGXCPU SIGKILL sbrk FSIZE SIGXFSZ EFBIG LOCKS lock dup +% LocalWords: MEMLOCK NOFILE NPROC fork EAGAIN SIGPENDING sigqueue kill RSS tv +% LocalWords: resource getrlimit setrlimit rlimit rlim INFINITY capabilities +% LocalWords: capability CAP l'I Sun Sparc PAGESIZE getpagesize SVr SUSv get +% LocalWords: phys pages avphys NPROCESSORS CONF ONLN getloadavg stdlib double +% LocalWords: loadavg nelem scheduler CONFIG ACCT acct filename EACCESS EUSER +% LocalWords: ENFILE EROFS PACCT AcctCtrl cap calendar UTC Jan the Epoch GMT +% LocalWords: Greenwich Mean l'UTC timer CLOCKS SEC cron wall elapsed times tz +% LocalWords: tms dell' cutime cstime waitpid gettimeofday settimeofday timex +% LocalWords: timespec adjtime olddelta adjtimex David Mills nell' RFC NTP ntp +% LocalWords: nell'RFC ADJ FREQUENCY frequency MAXERROR maxerror ESTERROR PLL +% LocalWords: esterror TIMECONST constant SINGLESHOT MOD INS insert leap OOP +% LocalWords: second delete progress has occurred BAD broken tm gmtoff asctime +% LocalWords: ctime timep gmtime localtime mktime tzname tzset daylight format +% LocalWords: strftime thread EOF modifiable lvalue app errcode strerror LC at +% LocalWords: perror string errnum MESSAGES error message ErrCode strtol log +% LocalWords: program invocation argv printf print progname exit count fname +% LocalWords: lineno one standardese Di