X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=system.tex;h=ce09475445585569adffd012a5cacd5db977415d;hp=ca0510985e39fdad1f8b623e0fa648a8e47ada13;hb=04a547df13e4c672d95e1060e1ada9ae2e1fcb2f;hpb=4d46f47e3a0e08440812b334f79489d92814e6d2 diff --git a/system.tex b/system.tex index ca05109..ce09475 100644 --- a/system.tex +++ b/system.tex @@ -679,7 +679,7 @@ modalità per effettuare lo spegnimento o il riavvio di una macchina. Tradizionalmente le informazioni utilizzate nella gestione di utenti e gruppi (password, corrispondenze fra nomi simbolici e \ids{UID} numerici, home directory, ecc.) venivano registrate all'interno dei due file di testo -\conffile{/etc/passwd} ed \conffile{/etc/group}, il cui formato è descritto +\conffiled{/etc/passwd} ed \conffiled{/etc/group}, il cui formato è descritto dalle relative pagine del manuale\footnote{nella quinta sezione, quella dei file di configurazione (esistono comandi corrispondenti), una trattazione sistemistica dell'intero argomento coperto in questa sezione si consulti @@ -689,7 +689,7 @@ file. In realtà oltre a questi due file da molto tempo gran parte dei sistemi unix-like usano il cosiddetto sistema delle \textit{shadow password} che -prevede anche i due file \conffile{/etc/shadow} e \conffile{/etc/gshadow}, in +prevede anche i due file \conffiled{/etc/shadow} e \conffiled{/etc/gshadow}, in cui sono state spostate le informazioni di autenticazione (ed inserite alcune estensioni di gestione avanzata) per toglierle dagli altri file che devono poter essere letti da qualunque processo per poter effettuare l'associazione @@ -856,7 +856,6 @@ prototipi sono: sottostanti.} \end{funcproto} - Il comportamento di tutte queste funzioni è assolutamente identico alle precedenti che leggono le informazioni sugli utenti, l'unica differenza è che in questo caso le informazioni vengono restituite in una struttura di tipo @@ -2099,7 +2098,7 @@ operativi,\footnote{è possibile, ancorché assolutamente sconsigliabile, sistema viene mantenuto sempre in UTC e che la conversione all'ora locale del proprio fuso orario viene effettuata dalle funzioni di libreria utilizzando le opportune informazioni di localizzazione (specificate in -\conffile{/etc/timezone}). In questo modo si ha l'assicurazione che l'orologio +\conffiled{/etc/timezone}). In questo modo si ha l'assicurazione che l'orologio di sistema misuri sempre un tempo monotono crescente come nella realtà, anche in presenza di cambi di fusi orari. @@ -2156,6 +2155,7 @@ sistema come vedremo seguono questa convenzione, in tal caso il numero di definito in \headfile{time.h} è ormai considerato obsoleto e non deve essere usato. +\constbeg{HZ} In realtà tutti calcoli dei tempi vengono effettuati dal kernel per il cosiddetto \textit{software clock}, utilizzando il \textit{timer di sistema} e facendo i conti in base al numero delle interruzioni generate dello stesso, i @@ -2174,6 +2174,8 @@ valori determinino anche la corrispondente durata dei \textit{clock tick}, ma in realtà questa granularità viene calcolata in maniera indipendente usando la costante del kernel \const{USER\_HZ}. +\constend{HZ} + Fino al kernel 2.6.21 la durata di un \textit{jiffy} costituiva la risoluzione massima ottenibile nella misura dei tempi impiegabile in una \textit{system call} (ad esempio per i timeout). Con il 2.6.21 e l'introduzione degli @@ -2814,7 +2816,7 @@ chiamando direttamente la funzione \funcd{tzset}, il cui prototipo è: La funzione inizializza le variabili di fig.~\ref{fig:sys_tzname} a partire dal valore della variabile di ambiente \envvar{TZ}, se quest'ultima non è -definita verrà usato il file \conffile{/etc/localtime}. La variabile +definita verrà usato il file \conffiled{/etc/localtime}. La variabile \var{tzname} contiene due stringhe, che indicano i due nomi standard della \itindex{timezone} \textit{timezone} corrente. La prima è il nome per l'ora solare, la seconda per l'ora legale. Anche se in fig.~\ref{fig:sys_tzname} @@ -2971,7 +2973,7 @@ come un cosiddetto ``\textit{modifiable lvalue}'', cosa che consente di usare anche una macro, e questo è infatti il metodo usato da Linux per renderla locale ai singoli \itindex{thread} \textit{thread}. -La variabile è in genere definita come \direct{volatile} dato che può essere +La variabile è in genere definita come \dirct{volatile} dato che può essere cambiata in modo asincrono da un segnale, per un esempio si veda sez.~\ref{sec:sig_sigchld} ricordando quanto trattato in sez.~\ref{sec:proc_race_cond}). Dato che un gestore di segnale scritto bene si