X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=system.tex;h=ca0510985e39fdad1f8b623e0fa648a8e47ada13;hp=127095d603400be6e07b647da4ee324d274337a9;hb=7208522fd60468969d96dba5d8dd2cbd24b75b89;hpb=3f50b8e3fd683f710e34a88436109157d328e1b6 diff --git a/system.tex b/system.tex index 127095d..ca05109 100644 --- a/system.tex +++ b/system.tex @@ -774,9 +774,9 @@ La struttura usata da entrambe le funzioni è allocata staticamente, per questo motivo viene sovrascritta ad ogni nuova invocazione, lo stesso dicasi per la memoria dove sono scritte le stringhe a cui i puntatori in essa contenuti fanno riferimento. Ovviamente questo implica che dette funzioni non possono -essere \index{funzioni!rientranti} rientranti; per questo motivo ne esistono -anche due versioni alternative (denotate dalla solita estensione \code{\_r}), -i cui prototipi sono: +essere rientranti; per questo motivo ne esistono anche due versioni +alternative (denotate dalla solita estensione \code{\_r}), i cui prototipi +sono: \begin{funcproto}{ \fhead{pwd.h} @@ -836,8 +836,8 @@ i loro prototipi sono: \end{funcproto} Come per le precedenti per gli utenti esistono anche le analoghe versioni -\index{funzioni!rientranti} rientranti che di nuovo utilizzano la stessa -estensione \code{\_r}; i loro prototipi sono: +rientranti che di nuovo utilizzano la stessa estensione \code{\_r}; i loro +prototipi sono: \begin{funcproto}{ \fhead{grp.h} @@ -898,23 +898,19 @@ di utenti e gruppi, con il formato classico di \conffile{/etc/passwd} e \hline \funcm{fgetpwent} & Legge una voce dal file di registro degli utenti specificato.\\ - \funcm{fgetpwent\_r}& Come la precedente, ma \index{funzioni!rientranti} - rientrante.\\ + \funcm{fgetpwent\_r}& Come la precedente, ma rientrante.\\ \funcm{putpwent} & Immette una voce in un file di registro degli utenti.\\ \funcm{getpwent} & Legge una voce da \conffile{/etc/passwd}.\\ - \funcm{getpwent\_r} & Come la precedente, ma \index{funzioni!rientranti} - rientrante.\\ + \funcm{getpwent\_r} & Come la precedente, ma rientrante.\\ \funcm{setpwent} & Ritorna all'inizio di \conffile{/etc/passwd}.\\ \funcm{endpwent} & Chiude \conffile{/etc/passwd}.\\ \funcm{fgetgrent} & Legge una voce dal file di registro dei gruppi specificato.\\ - \funcm{fgetgrent\_r}& Come la precedente, ma \index{funzioni!rientranti} - rientrante.\\ + \funcm{fgetgrent\_r}& Come la precedente, ma rientrante.\\ \funcm{putgrent} & Immette una voce in un file di registro dei gruppi.\\ \funcm{getgrent} & Legge una voce da \conffile{/etc/group}.\\ - \funcm{getgrent\_r} & Come la precedente, ma \index{funzioni!rientranti} - rientrante.\\ + \funcm{getgrent\_r} & Come la precedente, ma rientrante.\\ \funcm{setgrent} & Ritorna all'inizio di \conffile{/etc/group}.\\ \funcm{endgrent} & Chiude \conffile{/etc/group}.\\ \hline @@ -1132,11 +1128,10 @@ hanno lo stesso identico comportamento. Per completezza viene definita anche Come già visto in sez.~\ref{sec:sys_user_group}, l'uso di strutture allocate staticamente rende le funzioni di lettura dei dati appena illustrate non -\index{funzioni!rientranti} rientranti. Per questo motivo le \acr{glibc} -forniscono anche delle versioni \index{funzioni!rientranti} rientranti: -\func{getutent\_r}, \func{getutid\_r}, \func{getutline\_r}, che invece di -restituire un puntatore restituiscono un intero e prendono due argomenti -aggiuntivi, i rispettivi prototipi sono: +rientranti. Per questo motivo le \acr{glibc} forniscono anche delle versioni +rientranti: \func{getutent\_r}, \func{getutid\_r}, \func{getutline\_r}, che +invece di restituire un puntatore restituiscono un intero e prendono due +argomenti aggiuntivi, i rispettivi prototipi sono: \begin{funcproto}{ \fhead{utmp.h} @@ -1156,10 +1151,9 @@ aggiuntivi, i rispettivi prototipi sono: \end{funcproto} Le funzioni si comportano esattamente come le precedenti analoghe non -\index{funzioni!rientranti} rientranti, solo che restituiscono il risultato -all'indirizzo specificato dal primo argomento aggiuntivo \param{buffer} mentre -il secondo, \param{result)} viene usato per restituire il puntatore al buffer -stesso. +rientranti, solo che restituiscono il risultato all'indirizzo specificato dal +primo argomento aggiuntivo \param{buffer} mentre il secondo, \param{result)} +viene usato per restituire il puntatore al buffer stesso. Infine le \acr{glibc} forniscono altre due funzioni, \funcd{updwtmp} e \funcd{logwtmp}, come estensione per scrivere direttamente delle voci nel file @@ -1693,7 +1687,7 @@ riportati nel seguente elenco: processo con la prima ricezione. \item[\const{RLIMIT\_DATA}] Questa risorsa indica, in byte, la massima - dimensione del \index{segmento!dati} segmento dati di un processo (vedi + dimensione del segmento dati di un processo (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_layout}). Il tentativo di allocare più memoria di quanto indicato dal limite corrente causa il fallimento della funzione di allocazione eseguita (\func{brk} o \func{sbrk}) con un errore di @@ -1714,14 +1708,13 @@ riportati nel seguente elenco: \item[\const{RLIMIT\_MEMLOCK}] Questa risorsa indica, in byte, l'ammontare massimo di memoria che può essere bloccata in RAM da un processo (vedi - sez.~\ref{sec:proc_mem_lock}). Dato che il \itindex{memory~locking} - \textit{memory locking} viene effettuato sulle pagine di memoria, il valore - indicato viene automaticamente arrotondato al primo multiplo successivo - della dimensione di una pagina di memoria. Il limite comporta il fallimento - delle \textit{system call} che eseguono il \textit{memory locking} - (\func{mlock}, \func{mlockall} ed anche, vedi - sez.~\ref{sec:file_memory_map}, \func{mmap} con l'operazione - \const{MAP\_LOCKED}). + sez.~\ref{sec:proc_mem_lock}). Dato che il \textit{memory locking} viene + effettuato sulle pagine di memoria, il valore indicato viene automaticamente + arrotondato al primo multiplo successivo della dimensione di una pagina di + memoria. Il limite comporta il fallimento delle \textit{system call} che + eseguono il \textit{memory locking} (\func{mlock}, \func{mlockall} ed anche, + vedi sez.~\ref{sec:file_memory_map}, \func{mmap} con l'operazione + \const{MAP\_LOCKED}). Dal kernel 2.6.9 questo limite comprende anche la memoria che può essere bloccata da ciascun utente nell'uso della memoria condivisa (vedi @@ -1767,10 +1760,10 @@ messaggi vuoti che comunque richiede delle risorse di gestione. Questa risorsa \itindex{Resident~Set~Size~(RSS)} \textit{Resident Set Size}) cioè l'ammontare della memoria associata al processo che risiede effettivamente in RAM e non a quella eventualmente portata sulla \textit{swap} o non ancora - caricata dal filesystem per il \index{segmento!testo} segmento testo del - programma. Ha effetto solo sulle chiamate a \func{madvise} con - \const{MADV\_WILLNEED} (vedi sez.~\ref{sec:file_memory_map}). Presente solo - sui i kernel precedenti il 2.4.30. + caricata dal filesystem per il segmento testo del programma. Ha effetto + solo sulle chiamate a \func{madvise} con \const{MADV\_WILLNEED} (vedi + sez.~\ref{sec:file_memory_map}). Presente solo sui i kernel precedenti il + 2.4.30. \item[\const{RLIMIT\_RTPRIO}] Questa risorsa indica il valore massimo della priorità statica che un processo può assegnarsi o assegnare con @@ -2722,9 +2715,8 @@ a \func{tzset} (che vedremo a breve), in modo che la data espressa tenga conto del fuso orario. In realtà \func{ctime} è banalmente definita in termini di \func{asctime} come \code{asctime(localtime(t)}. -Dato che l'uso di una stringa statica rende le funzioni non -\index{funzioni!rientranti} rientranti POSIX.1c e SUSv2 prevedono due -sostitute \index{funzioni!rientranti} rientranti, il cui nome è al solito +Dato che l'uso di una stringa statica rende le funzioni non rientranti +POSIX.1c e SUSv2 prevedono due sostitute rientranti, il cui nome è al solito ottenuto aggiungendo un \code{\_r}, che prendono un secondo argomento \code{char *buf}, in cui l'utente deve specificare il buffer su cui la stringa deve essere copiata (deve essere di almeno 26 caratteri). @@ -2761,12 +2753,11 @@ effettua una chiamata preventiva a \func{tzset}. Anche in questo caso le due funzioni restituiscono l'indirizzo di una struttura allocata staticamente, per questo sono state definite anche altre -due versioni \index{funzioni!rientranti} rientranti (con la solita estensione -\code{\_r}), che prevedono un secondo argomento \code{struct tm *result}, -fornito dal chiamante, che deve preallocare la struttura su cui sarà -restituita la conversione. La versione rientrante di \func{localtime} però non -effettua la chiamata preventiva a \func{tzset} che deve essere eseguita a cura -dell'utente. +due versioni rientranti (con la solita estensione \code{\_r}), che prevedono +un secondo argomento \code{struct tm *result}, fornito dal chiamante, che deve +preallocare la struttura su cui sarà restituita la conversione. La versione +rientrante di \func{localtime} però non effettua la chiamata preventiva a +\func{tzset} che deve essere eseguita a cura dell'utente. Infine \func{mktime} esegue la conversione di un \textit{broken-down time} a partire da una struttura \struct{tm} restituendo direttamente un valore di @@ -2782,12 +2773,11 @@ informazioni relative al proprio fuso orario per determinare lo stato dell'ora legale. La funzione inoltre modifica i valori della struttura \struct{tm} in forma di -\itindex{value~result~argument} \textit{value result argument}, normalizzando -i valori dei vari campi, impostando i valori risultanti per \var{tm\_wday} e -\var{tm\_yday} e assegnando a \var{tm\_isdst} il valore (positivo o nullo) -corrispondente allo stato dell'ora legale. La funzione inoltre provvede ad -impostare il valore della \index{variabili!globali} variabile globale -\var{tzname}. +\textit{value result argument}, normalizzando i valori dei vari campi, +impostando i valori risultanti per \var{tm\_wday} e \var{tm\_yday} e +assegnando a \var{tm\_isdst} il valore (positivo o nullo) corrispondente allo +stato dell'ora legale. La funzione inoltre provvede ad impostare il valore +della variabile globale \var{tzname}. \itindend{calendar~time} @@ -2798,8 +2788,8 @@ impostare il valore della \index{variabili!globali} variabile globale \includestruct{listati/time_zone_var.c} \end{minipage} \normalsize - \caption{Le \index{variabili!globali} variabili globali usate per la - gestione delle \itindex{timezone} \textit{timezone}.} + \caption{Le variabili globali usate per la gestione delle \itindex{timezone} + \textit{timezone}.} \label{fig:sys_tzname} \end{figure} @@ -2807,12 +2797,11 @@ Come accennato l'uso del \textit{broken-down time} permette di tenere conto anche della differenza fra tempo universale e ora locale, compresa l'eventuale ora legale. Questo viene fatto dalle funzioni di conversione grazie alle informazioni riguardo la propria \itindex{timezone} \textit{timezone} -mantenute nelle tre \index{variabili!globali} variabili globali mostrate in -fig.~\ref{fig:sys_tzname}, cui si si può accedere direttamente includendo -\headfile{time.h}. Come illustrato queste variabili vengono impostate -internamente da alcune delle delle precedenti funzioni di conversione, ma lo -si può fare esplicitamente chiamando direttamente la funzione \funcd{tzset}, -il cui prototipo è: +mantenute nelle tre variabili globali mostrate in fig.~\ref{fig:sys_tzname}, +cui si si può accedere direttamente includendo \headfile{time.h}. Come +illustrato queste variabili vengono impostate internamente da alcune delle +delle precedenti funzioni di conversione, ma lo si può fare esplicitamente +chiamando direttamente la funzione \funcd{tzset}, il cui prototipo è: \begin{funcproto}{ \fhead{sys/timex.h} @@ -2974,13 +2963,13 @@ c'è stato un errore. Di solito questo valore, a seconda della funzione, è $-1$ o un puntatore nullo o la costante \val{EOF}; ma questo valore segnala solo che c'è stato un errore, e non il tipo di errore. -Per riportare il tipo di errore il sistema usa \index{variabili!globali} la -variabile globale \var{errno}, definita nell'header \headfile{errno.h}. Come -accennato l'uso di una variabile globale può comportare problemi nel caso dei -\itindex{thread} \textit{thread}, ma lo standard ISO C consente anche di -definire \var{errno} come un cosiddetto ``\textit{modifiable lvalue}'', cosa -che consente di usare anche una macro, e questo è infatti il metodo usato da -Linux per renderla locale ai singoli \itindex{thread} \textit{thread}. +Per riportare il tipo di errore il sistema usa la variabile globale +\var{errno}, definita nell'header \headfile{errno.h}. Come accennato l'uso di +una variabile globale può comportare problemi nel caso dei \itindex{thread} +\textit{thread}, ma lo standard ISO C consente anche di definire \var{errno} +come un cosiddetto ``\textit{modifiable lvalue}'', cosa che consente di usare +anche una macro, e questo è infatti il metodo usato da Linux per renderla +locale ai singoli \itindex{thread} \textit{thread}. La variabile è in genere definita come \direct{volatile} dato che può essere cambiata in modo asincrono da un segnale, per un esempio si veda @@ -3053,10 +3042,9 @@ La funzione \func{strerror} utilizza una stringa statica che non deve essere modificata dal programma; essa è utilizzabile solo fino ad una chiamata successiva a \func{strerror} o \func{perror} e nessun'altra funzione di libreria tocca questa stringa. In ogni caso l'uso di una stringa statica rende -la funzione non \index{funzioni!rientranti} rientrante, per cui nel caso si -usino i \itindex{thread} \textit{thread} la \acr{glibc} fornisce una apposita -versione \index{funzioni!rientranti} rientrante \funcd{strerror\_r}, il cui -prototipo è: +la funzione non rientrante, per cui nel caso si usino i \itindex{thread} +\textit{thread} la \acr{glibc} fornisce una apposita versione rientrante +\funcd{strerror\_r}, il cui prototipo è: \begin{funcproto}{ \fhead{string.h} @@ -3109,7 +3097,7 @@ riferiscono all'ultimo errore avvenuto. La stringa specificata con personalizzazione (ad esempio l'indicazione del contesto in cui si è verificato), seguita dai due punti e da uno spazio, il messaggio è terminato con un a capo. Il messaggio può essere riportato anche usando le due -\index{variabili!globali} variabili globali: +variabili globali: \includecodesnip{listati/errlist.c} dichiarate in \headfile{errno.h}. La prima contiene i puntatori alle stringhe di errore indicizzati da \var{errno}; la seconda esprime il valore più alto @@ -3184,12 +3172,11 @@ sez.~\ref{sec:file_formatted_io}), ed i relativi argomenti devono essere forniti allo stesso modo, mentre \param{errnum} indica l'errore che si vuole segnalare (non viene quindi usato il valore corrente di \var{errno}). -La funzione stampa sullo \itindex{standard~error} \textit{standard error} il -nome del programma, come indicato dalla \index{variabili!globali} variabile -globale \var{program\_name}, seguito da due punti ed uno spazio, poi dalla -stringa generata da \param{format} e dagli argomenti seguenti, seguita da due -punti ed uno spazio infine il messaggio di errore relativo ad \param{errnum}, -il tutto è terminato da un a capo. +La funzione stampa sullo \textit{standard error} il nome del programma, come +indicato dalla variabile globale \var{program\_name}, seguito da due punti ed +uno spazio, poi dalla stringa generata da \param{format} e dagli argomenti +seguenti, seguita da due punti ed uno spazio infine il messaggio di errore +relativo ad \param{errnum}, il tutto è terminato da un a capo. Il comportamento della funzione può essere ulteriormente controllato se si definisce una variabile \var{error\_print\_progname} come puntatore ad una @@ -3200,8 +3187,8 @@ L'argomento \param{status} può essere usato per terminare direttamente il programma in caso di errore, nel qual caso \func{error} dopo la stampa del messaggio di errore chiama \func{exit} con questo stato di uscita. Se invece il valore è nullo \func{error} ritorna normalmente ma viene incrementata -un'altra \index{variabili!globali} variabile globale, -\var{error\_message\_count}, che tiene conto di quanti errori ci sono stati. +un'altra variabile globale, \var{error\_message\_count}, che tiene conto di +quanti errori ci sono stati. Un'altra funzione per la stampa degli errori, ancora più sofisticata, che prende due argomenti aggiuntivi per indicare linea e file su cui è avvenuto @@ -3221,10 +3208,9 @@ l'errore è \funcd{error\_at\_line}; il suo prototipo è: \noindent ed il suo comportamento è identico a quello di \func{error} se non per il fatto che, separati con il solito due punti-spazio, vengono inseriti un nome di file indicato da \param{fname} ed un numero di linea subito dopo la -stampa del nome del programma. Inoltre essa usa un'altra -\index{variabili!globali} variabile globale, \var{error\_one\_per\_line}, che -impostata ad un valore diverso da zero fa si che errori relativi alla stessa -linea non vengano ripetuti. +stampa del nome del programma. Inoltre essa usa un'altra variabile globale, +\var{error\_one\_per\_line}, che impostata ad un valore diverso da zero fa si +che errori relativi alla stessa linea non vengano ripetuti. % LocalWords: filesystem like kernel saved header limits sysconf sez tab float