X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=system.tex;h=446c0f67c51648c1ad29ad48f441b57495ccddea;hp=1efb2b9b88886a9c2b46e1646ded7c45a3e20acf;hb=6f8e0ca42d3d0b97b5e5747798a1eaffb44e8521;hpb=fa6f00d7ff97c2b7e88a40885be73ae54824f139 diff --git a/system.tex b/system.tex index 1efb2b9..446c0f6 100644 --- a/system.tex +++ b/system.tex @@ -316,40 +316,52 @@ relative spiegazioni, si pu \textbf{Parametro}&\textbf{Macro sostituita} &\textbf{Significato}\\ \hline \hline - \texttt{\_SC\_ARG\_MAX} &\const{ARG\_MAX}& - La dimensione massima degli argomenti passati ad una funzione - della famiglia \func{exec}.\\ - \texttt{\_SC\_CHILD\_MAX}&\const{\_CHILD\_MAX}& - Il numero massimo di processi contemporanei che un utente può - eseguire.\\ - \texttt{\_SC\_OPEN\_MAX}&\const{\_OPEN\_MAX}& - Il numero massimo di file che un processo può mantenere aperti in - contemporanea.\\ + \texttt{\_SC\_ARG\_MAX} & \const{ARG\_MAX}& + La dimensione massima degli argomenti passati + ad una funzione della famiglia \func{exec}.\\ + \texttt{\_SC\_CHILD\_MAX} & \const{\_CHILD\_MAX}& + Il numero massimo di processi contemporanei + che un utente può eseguire.\\ + \texttt{\_SC\_OPEN\_MAX} & \const{\_OPEN\_MAX}& + Il numero massimo di file che un processo può + mantenere aperti in contemporanea.\\ \texttt{\_SC\_STREAM\_MAX}& \const{STREAM\_MAX}& - Il massimo numero di stream che un processo può mantenere aperti in - contemporanea. Questo limite previsto anche dallo standard ANSI C, che - specifica la macro {FOPEN\_MAX}.\\ - \texttt{\_SC\_TZNAME\_MAX}&\const{TZNAME\_MAX}& - La dimensione massima di un nome di una \texttt{timezone} (vedi - sez.~\ref{sec:sys_date}).\\ + Il massimo numero di stream che un processo + può mantenere aperti in contemporanea. Questo + limite previsto anche dallo standard ANSI C, + che specifica la macro {FOPEN\_MAX}.\\ + \texttt{\_SC\_TZNAME\_MAX}& \const{TZNAME\_MAX}& + La dimensione massima di un nome di una + \texttt{timezone} (vedi + sez.~\ref{sec:sys_date}).\\ \texttt{\_SC\_NGROUPS\_MAX}&\const{NGROUP\_MAX}& - Massimo numero di gruppi supplementari che può avere un processo (vedi - sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\ - \texttt{\_SC\_SSIZE\_MAX}&\const{SSIZE\_MAX}& - valore massimo del tipo di dato \type{ssize\_t}.\\ - \texttt{\_SC\_CLK\_TCK}& \const{CLK\_TCK} & - Il numero di \textit{clock tick} al secondo, cioè l'unità di misura del - \textit{process time} (vedi sez.~\ref{sec:sys_unix_time}).\\ + Massimo numero di gruppi supplementari che + può avere un processo (vedi + sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\ + \texttt{\_SC\_SSIZE\_MAX} & \const{SSIZE\_MAX}& + Valore massimo del tipo di dato + \type{ssize\_t}.\\ + \texttt{\_SC\_CLK\_TCK} & \const{CLK\_TCK} & + Il numero di \textit{clock tick} al secondo, + cioè l'unità di misura del + \itindex{process~time} \textit{process + time} (vedi + sez.~\ref{sec:sys_unix_time}).\\ \texttt{\_SC\_JOB\_CONTROL}&\macro{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}& - Indica se è supportato il \textit{job control} (vedi - sez.~\ref{sec:sess_job_control}) in stile POSIX.\\ - \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS}&\macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}& - Indica se il sistema supporta i \textit{saved id} (vedi - sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\ - \texttt{\_SC\_VERSION}& \const{\_POSIX\_VERSION} & - Indica il mese e l'anno di approvazione della revisione dello standard - POSIX.1 a cui il sistema fa riferimento, nel formato YYYYMML, la - revisione più recente è 199009L, che indica il Settembre 1990.\\ + Indica se è supportato il \textit{job + control} (vedi + sez.~\ref{sec:sess_job_control}) in stile + POSIX.\\ + \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS} & \macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}& + Indica se il sistema supporta i + \textit{saved id} (vedi + sez.~\ref{sec:proc_access_id}).\\ + \texttt{\_SC\_VERSION} & \const{\_POSIX\_VERSION} & + Indica il mese e l'anno di approvazione + della revisione dello standard POSIX.1 a cui + il sistema fa riferimento, nel formato + YYYYMML, la revisione più recente è 199009L, + che indica il Settembre 1990.\\ \hline \end{tabular} \caption{Parametri del sistema leggibili dalla funzione \func{sysconf}.} @@ -754,7 +766,8 @@ valori riportati in tab.~\ref{tab:sys_mount_flags}. \hline \hline \const{MS\_RDONLY} & 1 & monta in sola lettura\\ - \const{MS\_NOSUID} & 2 & ignora i bit \acr{suid} e \acr{sgid}\\ + \const{MS\_NOSUID} & 2 & ignora i bit \itindex{suid~bit} \acr{suid} e + \itindex{sgid~bit}\acr{sgid}\\ \const{MS\_NODEV} & 4 & impedisce l'accesso ai file di dispositivo\\ \const{MS\_NOEXEC} & 8 & impedisce di eseguire programmi \\ \const{MS\_SYNCHRONOUS}& 16 & abilita la scrittura sincrona \\ @@ -897,6 +910,7 @@ semplice invocare direttamente il programma \cmd{mount}, per cui ne tralasceremo la trattazione, rimandando al manuale delle \acr{glibc} \cite{glibc} per la documentazione completa. +% TODO scrivere relativamente alle varie funzioni (getfsent e getmntent &C) \subsection{La gestione delle informazioni su utenti e gruppi} \label{sec:sys_user_group} @@ -1319,7 +1333,7 @@ argomenti \param{line}, \param{name} e \param{host} per costruire la voce che poi aggiunge chiamando \func{updwtmp}. -\section{Limitazione ed uso delle risorse} +\section{Il controllo dell'uso delle risorse} \label{sec:sys_res_limits} @@ -1352,15 +1366,16 @@ di tipo \struct{rusage}, la cui definizione (che si trova in \end{figure} La definizione della struttura in fig.~\ref{fig:sys_rusage_struct} è ripresa -da BSD 4.3,\footnote{questo non ha a nulla a che fare con il \textit{BSD - accounting} che si trova nelle opzioni di compilazione del kernel (e di - norma è disabilitato) che serve per mantenere una contabilità delle risorse - usate da ciascun processo in maniera molto più dettagliata.} ma attualmente -(con i kernel della serie 2.4.x e 2.6.x) i soli campi che sono mantenuti sono: -\var{ru\_utime}, \var{ru\_stime}, \var{ru\_minflt}, \var{ru\_majflt}, e -\var{ru\_nswap}. I primi due indicano rispettivamente il tempo impiegato dal -processo nell'eseguire le istruzioni in user space, e quello impiegato dal -kernel nelle system call eseguite per conto del processo. +da BSD 4.3,\footnote{questo non ha a nulla a che fare con il cosiddetto + \textit{BSD accounting} (vedi sez. \ref{sec:sys_bsd_accounting}) che si trova + nelle opzioni di compilazione del kernel (e di norma è disabilitato) che + serve per mantenere una contabilità delle risorse usate da ciascun processo + in maniera molto più dettagliata.} ma attualmente (con i kernel della serie +2.4.x e 2.6.x) i soli campi che sono mantenuti sono: \var{ru\_utime}, +\var{ru\_stime}, \var{ru\_minflt}, \var{ru\_majflt}, e \var{ru\_nswap}. I +primi due indicano rispettivamente il tempo impiegato dal processo +nell'eseguire le istruzioni in user space, e quello impiegato dal kernel nelle +system call eseguite per conto del processo. Gli altri tre campi servono a quantificare l'uso della memoria virtuale\index{memoria~virtuale} e corrispondono rispettivamente al numero di @@ -1435,8 +1450,9 @@ fatto solo fino al valore del secondo, che per questo viene detto \textit{hard come \func{brk}, \func{mremap} o \func{mmap} esse falliranno con un errore di \errcode{ENOMEM}, mentre se il superamento viene - causato dalla crescita dello stack il processo - riceverà un segnale di \const{SIGSEGV}. \\ + causato dalla crescita dello \itindex{stack} + stack il processo riceverà un segnale di + \const{SIGSEGV}. \\ \const{RLIMIT\_CORE} & La massima dimensione per di un file di \textit{core dump}\itindex{core~dump} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}) creato nella @@ -1453,7 +1469,8 @@ fatto solo fino al valore del secondo, che per questo viene detto \textit{hard il processo. Il superamento del limite massimo comporta l'emissione di un segnale di \const{SIGKILL}.\footnotemark\\ - \const{RLIMIT\_DATA} & La massima dimensione del segmento dati di un + \const{RLIMIT\_DATA} & La massima dimensione del ndex{segmento!dati} + segmento dati di un processo (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_layout}). Il tentativo di allocare più memoria di quanto indicato dal limite corrente causa il fallimento @@ -1468,7 +1485,7 @@ fatto solo fino al valore del secondo, che per questo viene detto \textit{hard un errore di \errcode{EFBIG}.\\ \const{RLIMIT\_LOCKS}& È un limite presente solo nelle prime versioni del kernel 2.4 sul numero massimo di - \index{file!lock}\texttt{file lock} (vedi + \index{file!locking}\textit{file lock} (vedi sez.~\ref{sec:file_locking}) che un processo poteva effettuare.\\ \const{RLIMIT\_MEMLOCK}& L'ammontare massimo di memoria che può essere @@ -1495,14 +1512,16 @@ fatto solo fino al valore del secondo, che per questo viene detto \textit{hard attivo solo per \func{sigqueue}, con \func{kill} si potrà sempre inviare un segnale che non sia già presente su una coda.\footnotemark\\ - \const{RLIMIT\_STACK} & La massima dimensione dello stack del + \const{RLIMIT\_STACK} & La massima dimensione dello \itindex{stack} + stack del processo. Se il processo esegue operazioni che estendano lo stack oltre questa dimensione riceverà un segnale di \const{SIGSEGV}.\\ \const{RLIMIT\_RSS} & L'ammontare massimo di pagine di memoria dato al - testo del processo. Il limite è solo una - indicazione per il kernel, qualora ci fosse un - surplus di memoria questa verrebbe assegnata.\\ + \index{segmento!testo} testo del processo. Il + limite è solo una indicazione per il kernel, + qualora ci fosse un surplus di memoria questa + verrebbe assegnata.\\ % TODO integrare con la roba di madvise \hline \end{tabular} @@ -1582,8 +1601,8 @@ Nello specificare un limite, oltre a fornire dei valori specifici, si pu anche usare la costante \const{RLIM\_INFINITY} che permette di sbloccare l'uso di una risorsa; ma si ricordi che solo un processo con i privilegi di amministratore\footnote{per essere precisi in questo caso quello che serve è - la \itindex{capability}\textit{capability} \const{CAP\_SYS\_RESOURCE}.} può -innalzare un limite al di sopra del valore corrente del limite massimo ed + la \itindex{capabilities}\textit{capability} \const{CAP\_SYS\_RESOURCE}.} +può innalzare un limite al di sopra del valore corrente del limite massimo ed usare un valore qualsiasi per entrambi i limiti. Si tenga conto infine che tutti i limiti vengono ereditati dal processo padre attraverso una \func{fork} (vedi sez.~\ref{sec:proc_fork}) e mantenuti per gli altri programmi eseguiti @@ -1614,9 +1633,10 @@ scelta di dimensioni, Dato che si tratta di una caratteristica generale del sistema, questa dimensione può essere ottenuta come tutte le altre attraverso una chiamata a -\func{sysconf} (nel caso \code{sysconf(\_SC\_PAGESIZE)}, ma in BSD 4.2 è stata -introdotta una apposita funzione, \funcd{getpagesize}, che restituisce la -dimensione delle pagine di memoria; il suo prototipo è: +\func{sysconf}, \footnote{nel caso specifico si dovrebbe utilizzare il + parametro \const{\_SC\_PAGESIZE}.} ma in BSD 4.2 è stata introdotta una +apposita funzione, \funcd{getpagesize}, che restituisce la dimensione delle +pagine di memoria; il suo prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{int getpagesize(void)} Legge le dimensioni delle pagine di memoria. @@ -1628,15 +1648,15 @@ La funzione standard la etichetta come obsoleta, mentre lo standard POSIX 1003.1-2001 la ha eliminata. In Linux è implementata come una system call nelle architetture in cui essa è necessaria, ed in genere restituisce il valore del simbolo -\const{PAGE\_SIZE} del kernel, anche se le versioni delle librerie del C -precedenti le \acr{glibc} 2.1 implementavano questa funzione restituendo -sempre un valore statico. +\const{PAGE\_SIZE} del kernel, che dipende dalla architettura hardware, anche +se le versioni delle librerie del C precedenti le \acr{glibc} 2.1 +implementavano questa funzione restituendo sempre un valore statico. % TODO verificare meglio la faccenda di const{PAGE\_SIZE} -Le \acr{glibc} forniscono, come specifica estensione GNU, altre due funzioni, -\funcd{get\_phys\_pages} e \funcd{get\_avphys\_pages} che permettono di -ottenere informazioni riguardo la memoria; i loro prototipi sono: +Le \textsl{glibc} forniscono, come specifica estensione GNU, altre due +funzioni, \funcd{get\_phys\_pages} e \funcd{get\_avphys\_pages} che permettono +di ottenere informazioni riguardo la memoria; i loro prototipi sono: \begin{functions} \headdecl{sys/sysinfo.h} @@ -1682,6 +1702,66 @@ viene valutato solo su tre intervalli (corrispondenti a 1, 5 e 15 minuti), questo è anche il massimo valore che può essere assegnato a questo argomento. +\subsection{La contabilità in stile BSD} +\label{sec:sys_bsd_accounting} + +Una ultima modalità per monitorare l'uso delle risorse è quella, se si è +compilato il kernel con il relativo supporto,\footnote{se cioè si è abilitata + l'opzione di compilazione \texttt{CONFIG\_BSD\_PROCESS\_ACCT}.} di attivare +il cosiddetto \textit{BSD accounting}, che consente di registrare su file una +serie di informazioni\footnote{contenute nella struttura \texttt{acct} + definita nel file \texttt{include/linux/acct.h} dei sorgenti del kernel.} +riguardo alla \textsl{contabilità} delle risorse utilizzate da ogni processo +che viene terminato. + +Linux consente di salvare la contabilità delle informazioni relative alle +risorse utilizzate dai processi grazie alla funzione \funcd{acct}, il cui +prototipo è: +\begin{prototype}{unistd.h}{int acct(const char *filename)} + Abilita il \textit{BSD accounting}. + + \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo o $-1$ in caso di + errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: + \begin{errlist} + \item[\errcode{EACCESS}] non si hanno i permessi per accedere a + \param{pathname}. + \item[\errcode{EPERM}] Il processo non ha privilegi sufficienti ad + abilitare il \textit{BSD accounting}. + \item[\errcode{ENOSYS}] il kernel non supporta il \textit{BSD accounting}. + \item[\errcode{EUSER}] non sono disponibili nel kernel strutture per il + file o si è finita la memoria. + \end{errlist} + ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{EIO}, \errval{ELOOP}, + \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENFILE}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, + \errval{ENOTDIR}, \errval{EROFS}.} +\end{prototype} + +La funzione attiva il salvataggio dei dati sul file indicato dal pathname +contenuti nella stringa puntata da \param{filename}; la funzione richiede che +il processo abbia i privilegi di amministratore (è necessaria la +\itindex{capabilities} capability \const{CAP\_SYS\_PACCT}, vedi +sez.~\ref{sec:proc_capabilities}). Se si specifica il valore \const{NULL} per +\param{filename} il \textit{BSD accounting} viene invece disabilitato. + +Quando si attiva la contabilità il file che si indica deve esistere; esso +verrà aperto in sola scrittura;\footnote{si applicano al pathname indicato da + \param{filename} tutte le restrizioni viste in cap.~\ref{cha:file_intro}.} +le informazioni verranno registrate in \textit{append} in coda al file tutte +le volte che un processo termina. Le informazioni vengono salvate in formato +binario, e corrispondono al contenuto della apposita struttura dati definita +all'interno del kernel. + +Il funzionamento di \func{acct} viene inoltre modificato da uno specifico +parametro di sistema, modificabile attraverso \file{/proc/sys/kernel/acct} (o +tramite la corrispondente \func{sysctl}). Esso contiene tre valori interi, il +primo indica la percentuale di spazio disco libero sopra il quale viene +ripresa una registrazione che era stata sospesa per essere scesi sotto il +minimo indicato dal secondo valore (sempre in percentuale di spazio disco +libero). Infine l'ultimo valore indica la frequenza in secondi con cui deve +essere controllata detta percentuale. + + + \section{La gestione dei tempi del sistema} \label{sec:sys_time} @@ -1699,25 +1779,25 @@ gestione di data e ora. Storicamente i sistemi unix-like hanno sempre mantenuto due distinti tipi di dati per la misure dei tempi all'interno del sistema: essi sono -rispettivamente chiamati \textit{calendar time} e \textit{process time}, -secondo le definizioni: +rispettivamente chiamati \itindend{calendar~time} \textit{calendar time} e +\itindex{process~time} \textit{process time}, secondo le definizioni: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} -\item[\textit{calendar time}] detto anche \textsl{tempo di calendario}. È il - numero di secondi dalla mezzanotte del primo gennaio 1970, in tempo - universale coordinato (o UTC), data che viene usualmente indicata con - 00:00:00 Jan, 1 1970 (UTC) e chiamata \textit{the Epoch}. Questo tempo viene - anche chiamato anche GMT (Greenwich Mean Time) dato che l'UTC corrisponde - all'ora locale di Greenwich. È il tempo su cui viene mantenuto l'orologio - del kernel, e viene usato ad esempio per indicare le date di modifica dei - file o quelle di avvio dei processi. Per memorizzare questo tempo è stato - riservato il tipo primitivo \type{time\_t}. -\item[\textit{process time}] detto talvolta \textsl{tempo di processore}. - Viene misurato in \textit{clock tick}. Un tempo questo corrispondeva al - numero di interruzioni effettuate dal timer di sistema, adesso lo standard - POSIX richiede che esso sia pari al valore della costante - \const{CLOCKS\_PER\_SEC}, che deve essere definita come 1000000, qualunque - sia la risoluzione reale dell'orologio di sistema e la frequenza delle - interruzioni del timer.\footnote{quest'ultima, come accennato in +\item[\textit{calendar time}] \itindend{calendar~time} detto anche + \textsl{tempo di calendario}. È il numero di secondi dalla mezzanotte del + primo gennaio 1970, in tempo universale coordinato (o UTC), data che viene + usualmente indicata con 00:00:00 Jan, 1 1970 (UTC) e chiamata \textit{the + Epoch}. Questo tempo viene anche chiamato anche GMT (Greenwich Mean Time) + dato che l'UTC corrisponde all'ora locale di Greenwich. È il tempo su cui + viene mantenuto l'orologio del kernel, e viene usato ad esempio per indicare + le date di modifica dei file o quelle di avvio dei processi. Per memorizzare + questo tempo è stato riservato il tipo primitivo \type{time\_t}. +\item[\textit{process time}] \itindex{process~time} detto talvolta + \textsl{tempo di processore}. Viene misurato in \textit{clock tick}. Un + tempo questo corrispondeva al numero di interruzioni effettuate dal timer di + sistema, adesso lo standard POSIX richiede che esso sia pari al valore della + costante \const{CLOCKS\_PER\_SEC}, che deve essere definita come 1000000, + qualunque sia la risoluzione reale dell'orologio di sistema e la frequenza + delle interruzioni del timer.\footnote{quest'ultima, come accennato in sez.~\ref{sec:proc_hierarchy}, è invece data dalla costante \const{HZ}.} Il dato primitivo usato per questo tempo è \type{clock\_t}, che ha quindi una risoluzione del microsecondo. Il numero di tick al secondo può essere @@ -1726,10 +1806,10 @@ secondo le definizioni: considerato obsoleto. \end{basedescript} -In genere si usa il \textit{calendar time} per esprimere le date dei file e le -informazioni analoghe che riguardano i cosiddetti \textsl{tempi di orologio}, -che vengono usati ad esempio per i demoni che compiono lavori amministrativi -ad ore definite, come \cmd{cron}. +In genere si usa il \itindend{calendar~time} \textit{calendar time} per +esprimere le date dei file e le informazioni analoghe che riguardano i +cosiddetti \textsl{tempi di orologio}, che vengono usati ad esempio per i +demoni che compiono lavori amministrativi ad ore definite, come \cmd{cron}. Di solito questo tempo viene convertito automaticamente dal valore in UTC al tempo locale, utilizzando le opportune informazioni di localizzazione @@ -1737,11 +1817,11 @@ tempo locale, utilizzando le opportune informazioni di localizzazione mantenuto dal sistema e non è detto che corrisponda al tempo tenuto dall'orologio hardware del calcolatore. -Anche il \textit{process time} di solito si esprime in secondi, ma provvede -una precisione ovviamente superiore al \textit{calendar time} (che è mantenuto -dal sistema con una granularità di un secondo) e viene usato per tenere conto -dei tempi di esecuzione dei processi. Per ciascun processo il kernel calcola -tre tempi diversi: +Anche il \itindex{process~time} \textit{process time} di solito si esprime in +secondi, ma provvede una precisione ovviamente superiore al \textit{calendar + time} (che è mantenuto dal sistema con una granularità di un secondo) e +viene usato per tenere conto dei tempi di esecuzione dei processi. Per ciascun +processo il kernel calcola tre tempi diversi: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} \item[\textit{clock time}] il tempo \textsl{reale} (viene chiamato anche \textit{wall clock time} o \textit{elapsed time}) passato dall'avvio del @@ -1771,13 +1851,15 @@ del comando \cmd{time}. \subsection{La gestione del \textit{process time}} \label{sec:sys_cpu_times} +\itindbeg{process~time} + Di norma tutte le operazioni del sistema fanno sempre riferimento al -\textit{calendar time}, l'uso del \textit{process time} è riservato a quei -casi in cui serve conoscere i tempi di esecuzione di un processo (ad esempio -per valutarne l'efficienza). In tal caso infatti fare ricorso al -\textit{calendar time} è inutile in quanto il tempo può essere trascorso mentre -un altro processo era in esecuzione o in attesa del risultato di una -operazione di I/O. +\itindend{calendar~time} \textit{calendar time}, l'uso del \textit{process + time} è riservato a quei casi in cui serve conoscere i tempi di esecuzione +di un processo (ad esempio per valutarne l'efficienza). In tal caso infatti +fare ricorso al \textit{calendar time} è inutile in quanto il tempo può essere +trascorso mentre un altro processo era in esecuzione o in attesa del risultato +di una operazione di I/O. La funzione più semplice per leggere il \textit{process time} di un processo è \funcd{clock}, che da una valutazione approssimativa del tempo di CPU @@ -1809,10 +1891,10 @@ possono essere letti attraverso la funzione \funcd{times}, il cui prototipo in caso di successo e -1 in caso di errore.} \end{prototype} -La funzione restituisce i valori di process time del processo corrente in una -struttura di tipo \struct{tms}, la cui definizione è riportata in -fig.~\ref{fig:sys_tms_struct}. La struttura prevede quattro campi; i primi due, -\var{tms\_utime} e \var{tms\_stime}, sono l'\textit{user time} ed il +La funzione restituisce i valori di \textit{process time} del processo +corrente in una struttura di tipo \struct{tms}, la cui definizione è riportata +in fig.~\ref{fig:sys_tms_struct}. La struttura prevede quattro campi; i primi +due, \var{tms\_utime} e \var{tms\_stime}, sono l'\textit{user time} ed il \textit{system time} del processo, così come definiti in sez.~\ref{sec:sys_unix_time}. @@ -1840,10 +1922,14 @@ ritornata. Per questo motivo se un processo figlio termina prima di ricevere lo stato di terminazione di tutti i suoi figli, questi processi ``nipoti'' non verranno considerati nel calcolo di questi tempi. +\itindend{process~time} + \subsection{Le funzioni per il \textit{calendar time}} \label{sec:sys_time_base} +\itindbeg{calendar~time} + Come anticipato in sez.~\ref{sec:sys_unix_time} il \textit{calendar time} è mantenuto dal kernel in una variabile di tipo \type{time\_t}, che usualmente corrisponde ad un tipo elementare (in Linux è definito come \ctyp{long int}, @@ -2007,22 +2093,22 @@ a descrivere in tab.~\ref{tab:sys_timex_mode} i principali valori utilizzabili per il campo \var{mode}, un elenco più dettagliato del significato dei vari campi della struttura \struct{timex} può essere ritrovato in \cite{glibc}. -\begin{table}[htb] +\begin{table}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{tabular}[c]{|l|c|p{7cm}|} + \begin{tabular}[c]{|l|c|p{8.5cm}|} \hline \textbf{Nome} & \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\ \hline \hline \const{ADJ\_OFFSET} & 0x0001 & Imposta la differenza fra il tempo - reale e l'orologio di sistema, che + reale e l'orologio di sistema: deve essere indicata in microsecondi nel campo \var{offset} di \struct{timex}.\\ \const{ADJ\_FREQUENCY} & 0x0002 & Imposta la differenze in frequenza fra il tempo reale e l'orologio di - sistema, che deve essere indicata + sistema: deve essere indicata in parti per milione nel campo \var{frequency} di \struct{timex}.\\ \const{ADJ\_MAXERROR} & 0x0004 & Imposta il valore massimo @@ -2090,6 +2176,7 @@ un errore; al solito se si cercher amministratore si otterrà un errore di \errcode{EPERM}. + \subsection{La gestione delle date.} \label{sec:sys_date} @@ -2292,6 +2379,7 @@ viene utilizzato come modificatore; alcuni\footnote{per la precisione quelli in tab.~\ref{tab:sys_strftime_format}. La funzione tiene conto anche della presenza di una localizzazione per stampare in maniera adeguata i vari nomi. +\itindend{calendar~time} \section{La gestione degli errori} @@ -2386,7 +2474,7 @@ La funzione utilizza una stringa statica che non deve essere modificata dal programma; essa è utilizzabile solo fino ad una chiamata successiva a \func{strerror} o \func{perror}, nessun'altra funzione di libreria tocca questa stringa. In ogni caso l'uso di una stringa statica rende la funzione -non rientrante, per cui nel caso nel caso si usino i thread le librerie +non rientrante, per cui nel caso si usino i thread le librerie forniscono\footnote{questa funzione è la versione prevista dalle \acr{glibc}, ed effettivamente definita in \file{string.h}, ne esiste una analoga nello standard SUSv3 (quella riportata dalla pagina di manuale), che restituisce