X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=system.tex;h=27f484c83ad837d969c5fe75a91f6aec45365ad4;hp=211b112c73484470796d4add138504079302def2;hb=7bd1670460aea5107ad0aeeb5f0639587ceb4399;hpb=e0eff09ed0bb2f15afcd95620dcdfeec6de960bc diff --git a/system.tex b/system.tex index 211b112..27f484c 100644 --- a/system.tex +++ b/system.tex @@ -171,9 +171,9 @@ caratteristiche dei file, riportate in \tabref{tab:sys_file_macro}). Lo standard prevede che queste macro devono essere definite in \file{limits.h} quando i valori a cui fanno riferimento sono fissi, e altrimenti devono essere lasciate indefinite, ed i loro valori dei limiti devono essere accessibili -solo attraverso \func{sysconf}. In realtà in Linux queste sono comunque -definite e spesso indicano un limite generico, che può però essere superato -dal valore restituito da \func{sysconf}. +solo attraverso \func{sysconf}. Si tenga presente poi che alcuni di questi +limiti possono assumere valori molto elevati (come \macro{CHILD\_MAX}), e non +è pertanto il caso di utilizzarli per allocare staticamente della memoria. A complicare la faccenda si aggiunge il fatto che POSIX.1 prevede una serie di altre macro (che iniziano sempre con \code{\_POSIX\_}) che definiscono i @@ -217,44 +217,64 @@ riportati in \tabref{tab:sys_posix1_base}. \label{tab:sys_posix1_general} \end{table} -In genere questi valori sono di scarsa utilità, la loro unica utilità è quella +In genere questi valori non servono a molto, la loro unica utilità è quella di indicare un limite superiore che assicura la portabilità senza necessità di ulteriori controlli. Tuttavia molti di essi sono troppo ristretti, ed -ampiamente superati in tutti i sistemi POSIX in uso oggigiorno. - -Oltre ai precedenti valori, previsti obbligatoriamente, lo standard POSIX +ampiamente superati in tutti i sistemi POSIX in uso oggigiorno. Per questo è +sempre meglio usare i valori provvisti da \func{sysconf}. \begin{table}[htb] \centering \footnotesize - \begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|} + \begin{tabular}[c]{|l|p{8cm}|} \hline - \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ + \textbf{Macro}&\textbf{Significato}\\ \hline \hline - \macro{\_POSIX\_MQ\_OPEN\_MAX}& 8& \\ - \macro{\_POSIX\_MQ\_PRIO\_MAX}& 32& \\ - \macro{\_POSIX\_FD\_SETSIZE}& 16 & \\ - \macro{\_POSIX\_DELAYTIMER\_MAX}& 32 & \\ + \macro{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}& il sistema supporta il + \textit{job control} (vedi + \secref{sec:sess_xxx}).\\ + \macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS} & il sistema supporta i \textit{saved id} + (vedi \secref{sec:proc_access_id}). + per il controllo di accesso dei processi\\ + \macro{\_POSIX\_VERSION} & fornisce la versione dello standard POSIX.1 + supportata nel formato YYYYMML (ad esempio + 199009L).\\ \hline \end{tabular} - \caption{Macro definite in \file{limits.h} in conformità allo standard + \caption{Alcune macro definite in \file{limits.h} in conformità allo standard POSIX.1.} \label{tab:sys_posix1_other} \end{table} -Oltre a questi - +Oltre ai precedenti valori (e a quelli elencati in +\tabref{tab:sys_posix1_file}), che devono essere obbligatoriamente definiti, +lo standard POSIX.1 ne prevede parecchi altri; in Linux la lista completa si +può ricavare dall'header file \file{bits/posix1\_lim.h} (da non usare mai +direttamente, è incluso automaticamente all'interno di \file{limits.h}); di +questi vale la pena menzionare quelli di uso più comune, riportati in +\tabref{tab:sys_posix1_other}, che permettono di ricavare alcune +caratteristiche del sistema (come il supporto del \textit{job control} o dei +\textit{saved id}). + +Oltre allo standard POSIX.1, anche lo standard POSIX.2 definisce una serie di +altre macro. Siccome queste sono principalmente attinenti a limiti relativi +alle applicazioni di sistema presenti (come quelli su alcuni parametri delle +espressioni regolari o del comando \cmd{bc}), non li tratteremo +esplicitamente, se ne trova una menzione completa nell'header file +\file{bits/posix2\_lim.h}, e alcuni di loro sono descritti nella man page di +\func{sysconf} e nel manuale delle \acr{glibc}. \subsection{La funzione \func{sysconf}} \label{sec:sys_sysconf} Come accennato in \secref{sec:sys_limits} quando uno dei limiti o delle -caratteristiche del sistema può variare, per evitare di dover ricompilare un -programma tutte le volte che si cambiano le opzioni con cui è compilato il -kernel, o alcuni dei parametri modificabili a run time, è necessario ottenerne -il valore attraverso la funzione \func{sysconf}, il cui prototipo è: +caratteristiche del sistema può variare, è necessario ottenerne il valore +attraverso la funzione \func{sysconf}, per non dover essere costretti a +ricompilare un programma tutte le volte che si cambiano le opzioni con cui è +compilato il kernel, o alcuni dei parametri modificabili a run time. Il suo +prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{long sysconf(int name)} Restituisce il valore del parametro di sistema \param{name}. @@ -264,10 +284,10 @@ il valore attraverso la funzione \func{sysconf}, il cui prototipo \end{prototype} La funzione prende come argomento un intero che specifica quale dei limiti si -vuole conoscere; uno specchietto contenente i principali valori disponibili -in Linux (l'elenco completo è contenuto in \file{bits/confname}, una lista più -esaustiva si può trovare nel manuale delle \acr{glibc}), e la corrispondente -macro di sistema, è riportato in \tabref{tab:sys_sysconf_par}. +vuole conoscere; uno specchietto contenente i principali valori disponibili in +Linux è riportato in \tabref{tab:sys_sysconf_par}; l'elenco completo è +contenuto in \file{bits/confname}, ed una lista più esaustiva, con le relative +spiegazioni, si può trovare nel manuale delle \acr{glibc}. \begin{table}[htb] \centering @@ -316,12 +336,32 @@ macro di sistema, \label{tab:sys_sysconf_par} \end{table} -In generale ogni valore per cui è definita una macro, sia dagli standard ANSI -C e ISO C90, che da POSIX.1 e POSIX.2, può essere ottenuto attraverso una -chiamata a \func{sysconf}, ed il valore di \param{name} si ottiene appendendo -un \code{\_SC\_} per o primi due o sostituendolo a \code{\_POSIX\_} per gli -altri due. Lo stesso dicasi per le macro relative alle caratteristiche dei -file. +In generale ogni limite o caratteristica del sistema per cui è definita una +macro, sia dagli standard ANSI C e ISO C90, che da POSIX.1 e POSIX.2, può +essere ottenuto attraverso una chiamata a \func{sysconf}. Il valore si otterrà +speficando come valore del parametro \param{name} il nome ottenuto aggiungendo +\code{\_SC\_} ai nomi delle macro definite dai primi due, o sostituendolo a +\code{\_POSIX\_} per le macro definite dagli gli altri due. + +In generale si dovrebbe fare uso di \func{sysconf} solo quando la relativa +macro non è definita, quindi con un codice analogo al seguente: +\begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} +get_child_max(void) +{ +#ifdef CHILD_MAX + return CHILD_MAX; +#else + int val = sysconf(_SC_CHILD_MAX); + if (val < 0) { + perror("fatal error"); + exit(-1); + } + return val; +} +\end{lstlisting} +ma in realtà in Linux queste macro sono comunque definite e indicando un +limite generico, per cui è sempre meglio usare i valori restituiti da +quest'ultima. \subsection{I limiti dei file} @@ -358,7 +398,7 @@ riportate in \tabref{tab:sys_file_macro}. Come per i limiti di sistema POSIX.1 detta una serie di valori minimi per queste caratteristiche, che ogni sistema che vuole essere conforme deve rispettare; le relative macro sono riportate in \tabref{tab:sys_posix1_file}, -e vale lo stesso discorso fatto per le analoghe di +e per esse vale lo stesso discorso fatto per le analoghe di \tabref{tab:sys_posix1_general}. \begin{table}[htb] @@ -390,18 +430,92 @@ e vale lo stesso discorso fatto per le analoghe di \label{tab:sys_posix1_file} \end{table} +Tutti questi limiti sono definiti in \file{limits.h}; come nel caso precedente +il loro uso è di scarsa utilità in quanto ampiamente superati in tutte le +implementazioni moderne. + \subsection{La funzione \func{pathconf}} \label{sec:sys_pathconf} +In generale i limiti per i file sono molto più soggetti ad essere variabili +rispetto ai precedenti limiti generali del sistema; ad esempio parametri come +la lunghezza del nome del file o il numero di link possono variare da +filesystem a filesystem; per questo motivo questi limiti devono essere sempre +controllati con la funzione \func{pathconf}, il cui prototipo è: +\begin{prototype}{unistd.h}{long pathconf(char *path, int name)} + Restituisce il valore del parametro \param{name} per il file \param{path}. + + \bodydesc{La funzione restituisce indietro il valore del parametro + richiesto, o -1 in caso di errore (ed \var{errno} viene settata ad uno + degli errori possibili relativi all'accesso a \param{path}).} +\end{prototype} + +E si noti come la funzione in questo caso richieda un parametro che specifichi +a quale file si fa riferimento, dato che il valore del limite cercato può +variare a seconda del filesystem. Una seconda versione della funzione, +\func{fpathconf}, opera su un file descriptor invece che su un pathname, il +suo prototipo è: +\begin{prototype}{unistd.h}{long fpathconf(int fd, int name)} + Restituisce il valore del parametro \param{name} per il file \param{fd}. + + \bodydesc{È identica a \func{pathconf} solo che utilizza un file descriptor + invece di un pathname; pertanto gli errori restituiti cambiano di + conseguenza.} +\end{prototype} +\noindent ed il suo comportamento è identico a quello di \func{fpathconf}. + + +\subsection{La funzione \func{uname}} +\label{sec:sys_uname} + +Una altra funzione che si può utilizzare per raccogliere informazioni riguardo +al sistema ed al computer su cui esso sta girando è \func{uname}, il suo +prototipo è: +\begin{prototype}{sys/utsname.h}{int uname(struct utsname *info)} + Restituisce informazioni sul sistema nella struttura \param{info}. + + \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e -1 in caso di + fallimento, nel qual caso \var{errno} viene settata a \macro{EFAULT}.} +\end{prototype} +\noindent la struttura è anch'essa definita in \file{sys/utsname.h} come: +\begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} + struct utsname { + char sysname[_UTSNAME_LENGTH]; + char nodename[_UTSNAME_LENGTH]; + char release[_UTSNAME_LENGTH]; + char version[_UTSNAME_LENGTH]; + char machine[_UTSNAME_LENGTH]; +#ifdef _GNU_SOURCE + char domainname[_UTSNAME_DOMAIN_LENGTH]; +#endif + }; +\end{lstlisting} +ed i suoi menbri indicano rispettivamente: +\begin{itemize*} +\item il nome del systema operativo; +\item il nome della release del kernel; +\item il nome della versione del kernel; +\item il tipo di macchina in uso; +\item il nome della stazione; +\item il nome del domino (è una estensione recente). +\end{itemize*} + \section{Opzioni e configurazione del sistema} \label{sec:sys_config} +In questa sezione prenderemo in esame le funzioni per leggere e settare i vari +parametri di configurazione del sistema. + + \subsection{La funzione \func{sysctl}} \label{sec:sys_sysctl} +\subsection{Il filesystem \file{/proc}} +\label{sec:sys_proc_files} + \subsection{La configurazione dei filesystem} \label{sec:sys_file_config}