X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=socket.tex;h=23d920650c241368332836c625463b012019c52d;hp=4adb5c74187d37833a3b910e92ba69d8c182ee2d;hb=f106efb7d5752f2d002490c144308925e9da4016;hpb=46e47e7eec85ac93132762fed65b84e4b7bcb047 diff --git a/socket.tex b/socket.tex index 4adb5c7..23d9206 100644 --- a/socket.tex +++ b/socket.tex @@ -1,6 +1,6 @@ %% socket.tex %% -%% Copyright (C) 2000-2002 Simone Piccardi. Permission is granted to +%% Copyright (C) 2000-2003 Simone Piccardi. Permission is granted to %% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free %% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the %% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Prefazione", @@ -13,8 +13,8 @@ In questo capitolo inizieremo a spiegare le caratteristiche salienti della principale interfaccia per la programmazione di rete, quella dei -\textit{socket}, che, pur essendo nata in ambiente Unix è usata ormai da tutti -i sistemi operativi. +\textit{socket}, che, pur essendo nata in ambiente Unix, è usata ormai da +tutti i sistemi operativi. Dopo una breve panoramica sulle caratteristiche di questa interfaccia vedremo come creare un socket e come collegarlo allo specifico protocollo di rete che @@ -732,12 +732,11 @@ cos \label{sec:sock_addr_func} In questa sezione tratteremo delle varie funzioni usate per manipolare gli -indirizzi, limitandoci però agli indirizzi internet. - -Come accennato gli indirizzi e i numeri di porta usati nella rete devono -essere forniti in formato opportuno (il \textit{network order}). Per capire -cosa significa tutto ciò occorre introdurre un concetto generale che tornerà -utile anche in seguito. +indirizzi, limitandoci però agli indirizzi internet. Come accennato gli +indirizzi e i numeri di porta usati nella rete devono essere forniti in +formato opportuno (il \textit{network order}). Per capire cosa significa tutto +ciò occorre introdurre un concetto generale che tornerà utile anche in +seguito. \subsection{La \textit{endianess}\index{endianess}} @@ -762,18 +761,43 @@ parte dal bit meno significativo \begin{figure}[htb] \centering - \includegraphics[height=5cm]{img/endianess} + \includegraphics[height=3cm]{img/endianess} \caption{Schema della disposizione dei dati in memoria a seconda della \textit{endianess}\index{endianess}.} \label{fig:sock_endianess} \end{figure} +Si può allora verificare quale tipo di endianess usa il proprio computer con +un programma elementare che si limita ad assegnare un valore ad una variabile +per poi ristamparne il contenuto leggendolo un byte alla volta. Il codice di +detto programma, \file{endtest.c}, è nei sorgenti allegati, allora se lo +eseguiamo su un PC otterremo: +\begin{verbatim} +[piccardi@gont sources]$ ./endtest +Using value ABCDEF01 +val[0]= 1 +val[1]=EF +val[2]=CD +val[3]=AB +\end{verbatim}%$ +mentre su di un Mac avremo: +\begin{verbatim} +piccardi@anarres:~/gapil/sources$ ./endtest +Using value ABCDEF01 +val[0]=AB +val[1]=CD +val[2]=EF +val[3]= 1 +\end{verbatim}%$ + + La \textit{endianess}\index{endianess} di un computer dipende essenzialmente dalla architettura hardware usata; Intel e Digital usano il \textit{little endian}, Motorola, IBM, Sun (sostanzialmente tutti gli altri) usano il -\textit{big endian}. Il formato della rete è anch'esso \textit{big endian}, -altri esempi di uso di questi formati sono quello del bus PCI, che è -\textit{little endian}, o quello del bus VME che è \textit{big endian}. +\textit{big endian}. Il formato dei dati contenuti nelle intestazioni dei +protocolli di rete è anch'esso \textit{big endian}; altri esempi di uso di +questi due diversi formati sono quello del bus PCI, che è \textit{little + endian}, o quello del bus VME che è \textit{big endian}. Esistono poi anche dei processori che possono scegliere il tipo di formato all'avvio e alcuni che, come il PowerPC o l'Intel i860, possono pure passare @@ -782,21 +806,47 @@ in Linux l'ordinamento resta sempre lo stesso, anche quando il processore permetterebbe di eseguire questi cambiamenti. +Per controllare quale tipo di ordinamento si ha sul proprio computer si è +scritta una piccola funzione di controllo, il cui codice è riportato +\figref{fig:sock_endian_code}, che restituisce un valore nullo (falso) se +l'architettura è \textit{big endian} ed uno non nullo (vero) se l'architettura +è \textit{little endian}. + +\begin{figure}[htb] + \footnotesize \centering + \begin{minipage}[c]{15cm} + \includecodesample{listati/endian.c} + \end{minipage} + \normalsize + \caption{La funzione \func{endian}, usata per controllare il tipo di + architettura della macchina.} + \label{fig:sock_endian_code} +\end{figure} + +Come si vede la funzione è molto semplice, e si limita, una volta assegnato +(\texttt{\small 9}) un valore di test pari a \texttt{0xABCD} ad una variabile +di tipo \ctyp{short} (cioè a 16 bit), a ricostruirne una copia byte a byte. +Per questo prima (\texttt{\small 10}) si definisce il puntatore \var{ptr} per +accedere al contenuto della prima variabile, ed infine calcola (\texttt{\small + 11}) il valore della seconda assumendo che il primo byte sia quello meno +significativo (cioè, per quanto visto in \secref{fig:sock_endianess}, che sia +\textit{little endian}). Infine la funzione restituisce (\texttt{\small 12}) +il valore del confonto delle due variabili. + + + + \subsection{Le funzioni per il riordinamento} \label{sec:sock_func_ord} Il problema connesso all'endianess\index{endianess} è che quando si passano dei dati da un tipo di architettura all'altra i dati vengono interpretati in maniera diversa, e ad esempio nel caso dell'intero a 16 bit ci si ritroverà -con i due byte in cui è suddiviso scambiati di posto, e ne sarà quindi -invertito l'ordine di lettura per cui, per riavere il valore originale, -dovranno essere rovesciati. - -Per questo motivo si usano delle funzioni di conversione che servono a tener -conto automaticamente della possibile differenza fra l'ordinamento usato sul -computer e quello che viene usato nelle trasmissione sulla rete; queste -funzioni sono \funcd{htonl}, \funcd{htons}, \funcd{ntohl} e \funcd{ntohs} ed i -rispettivi prototipi sono: +con i due byte in cui è suddiviso scambiati di posto. Per questo motivo si +usano delle funzioni di conversione che servono a tener conto automaticamente +della possibile differenza fra l'ordinamento usato sul computer e quello che +viene usato nelle trasmissione sulla rete; queste funzioni sono \funcd{htonl}, +\funcd{htons}, \funcd{ntohl} e \funcd{ntohs} ed i rispettivi prototipi sono: \begin{functions} \headdecl{netinet/in.h} \funcdecl{unsigned long int htonl(unsigned long int hostlong)}