X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=sockctrl.tex;h=df3ed6921e0c0feb3ffb826be486b32ca4913bf8;hp=1b8d37a48b8b4b0be5f20ce8f7d124384e8bce41;hb=ff76d56c6a2c280cbe4f153173488871d7b12336;hpb=6e257bf71f9acd5839dbae72de3dc9523cfb47c9 diff --git a/sockctrl.tex b/sockctrl.tex index 1b8d37a..df3ed69 100644 --- a/sockctrl.tex +++ b/sockctrl.tex @@ -1,6 +1,6 @@ %% sockctrl.tex %% -%% Copyright (C) 2004-2006 Simone Piccardi. Permission is granted to +%% Copyright (C) 2004-2007 Simone Piccardi. Permission is granted to %% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free %% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the %% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Prefazione", @@ -8,6 +8,7 @@ %% license is included in the section entitled "GNU Free Documentation %% License". %% + \chapter{La gestione dei socket} \label{cha:sock_generic_management} @@ -617,7 +618,7 @@ argomento (che si presume sia dato da \var{h\_errno}). \subsection{La risoluzione dei nomi a dominio} \label{sec:sock_name_services} -La principale funzionalità del \itindex{resolver}\textit{resolver} resta +La principale funzionalità del \itindex{resolver} \textit{resolver} resta quella di risolvere i nomi a dominio in indirizzi IP, per cui non ci dedicheremo oltre alle funzioni di richiesta generica ed esamineremo invece le funzioni a questo dedicate. La prima funzione è \funcd{gethostbyname} il cui @@ -682,7 +683,7 @@ Con l'uso di \func{gethostbyname} normalmente si ottengono solo gli indirizzi IPv4, se si vogliono ottenere degli indirizzi IPv6 occorrerà prima impostare l'opzione \const{RES\_USE\_INET6} nel campo \texttt{\_res.options} e poi chiamare \func{res\_init} (vedi sez.~\ref{sec:sock_resolver_functions}) per -modificare le opzioni del \itindex{resolver}\textit{resolver}; dato che +modificare le opzioni del \itindex{resolver} \textit{resolver}; dato che questo non è molto comodo è stata definita\footnote{questa è una estensione fornita dalle \acr{glibc}, disponibile anche in altri sistemi unix-like.} un'altra funzione, \funcd{gethostbyname2}, il cui prototipo è: @@ -719,7 +720,7 @@ suoi risultati. Vediamo allora un primo esempio dell'uso delle funzioni di risoluzione, in fig.~\ref{fig:mygethost_example} è riportato un estratto del codice di un programma che esegue una semplice interrogazione al -\itindex{resolver}\textit{resolver} usando \func{gethostbyname} e poi ne +\itindex{resolver} \textit{resolver} usando \func{gethostbyname} e poi ne stampa a video i risultati. Al solito il sorgente completo, che comprende il trattamento delle opzioni ed una funzione per stampare un messaggio di aiuto, è nel file \texttt{mygethost.c} dei sorgenti allegati alla guida. @@ -776,14 +777,14 @@ chiamate i dati potranno essere sovrascritti. Si tenga presente poi che copiare il contenuto della sola struttura non è sufficiente per salvare tutti i dati, in quanto questa contiene puntatori ad altri dati, che pure possono essere sovrascritti; per questo motivo, se si vuole salvare il risultato di -una chiamata, occorrerà eseguire quella che si chiama una -\itindex{deep~copy}\textit{deep copy}.\footnote{si chiama così quella tecnica - per cui, quando si deve copiare il contenuto di una struttura complessa (con - puntatori che puntano ad altri dati, che a loro volta possono essere - puntatori ad altri dati) si deve copiare non solo il contenuto della - struttura, ma eseguire una scansione per risolvere anche tutti i puntatori - contenuti in essa (e così via se vi sono altre sottostrutture con altri - puntatori) e copiare anche i dati da questi referenziati.} +una chiamata, occorrerà eseguire quella che si chiama una \itindex{deep~copy} +\textit{deep copy}.\footnote{si chiama così quella tecnica per cui, quando si + deve copiare il contenuto di una struttura complessa (con puntatori che + puntano ad altri dati, che a loro volta possono essere puntatori ad altri + dati) si deve copiare non solo il contenuto della struttura, ma eseguire una + scansione per risolvere anche tutti i puntatori contenuti in essa (e così + via se vi sono altre sottostrutture con altri puntatori) e copiare anche i + dati da questi referenziati.} Per ovviare a questi problemi nelle \acr{glibc} sono definite anche delle versioni rientranti delle precedenti funzioni, al solito queste sono @@ -818,7 +819,7 @@ lunghezza di questo buffer devono essere indicati con gli argomenti \param{buf} e \param{buflen}. Gli ultimi due argomenti vengono utilizzati per avere indietro i risultati -come \itindex{value~result~argument}\textit{value result argument}, si deve +come \itindex{value~result~argument} \textit{value result argument}, si deve specificare l'indirizzo della variabile su cui la funzione dovrà salvare il codice di errore con \param{h\_errnop} e quello su cui dovrà salvare il puntatore che si userà per accedere i dati con \param{result}. @@ -1255,7 +1256,7 @@ utilizzata dalla funzione per riportare (come \itindex{value~result~argument} rientrante, ed alloca autonomamente tutta la memoria necessaria in cui verranno riportati i risultati della risoluzione. La funzione scriverà all'indirizzo puntato da \param{res} il puntatore iniziale ad una -\itindex{linked~list}\textit{linked list} di strutture di tipo +\itindex{linked~list} \textit{linked list} di strutture di tipo \struct{addrinfo} contenenti tutte le informazioni ottenute. \begin{figure}[!htb] @@ -1462,13 +1463,13 @@ lista illustrata in fig.~\ref{fig:sock_addrinfo_list}. \begin{figure}[!htb] \centering \includegraphics[width=10cm]{img/addrinfo_list} - \caption{La \itindex{linked~list}\textit{linked list} delle strutture + \caption{La \itindex{linked~list} \textit{linked list} delle strutture \struct{addrinfo} restituite da \func{getaddrinfo}.} \label{fig:sock_addrinfo_list} \end{figure} Come primo esempio di uso di \func{getaddrinfo} vediamo un programma -elementare di interrogazione del \itindex{resolver}\textit{resolver} basato +elementare di interrogazione del \itindex{resolver} \textit{resolver} basato questa funzione, il cui corpo principale è riportato in fig.~\ref{fig:mygetaddr_example}. Il codice completo del programma, compresa la gestione delle opzioni in cui è gestita l'eventuale inizializzazione @@ -1559,7 +1560,7 @@ IPv4 address: \end{Verbatim} %$ -Una volta estratti i risultati dalla \itindex{linked~list}\textit{linked list} +Una volta estratti i risultati dalla \itindex{linked~list} \textit{linked list} puntata da \param{res} se questa non viene più utilizzata si dovrà avere cura di disallocare opportunamente tutta la memoria, per questo viene fornita l'apposita funzione \funcd{freeaddrinfo}, il cui prototipo è: @@ -1581,7 +1582,7 @@ per \param{res}. Si tenga presente infine che se si copiano i risultati da una delle strutture \struct{addrinfo} restituite nella lista indicizzata da \param{res}, occorre -avere cura di eseguire una \itindex{deep~copy}\textit{deep copy} in cui +avere cura di eseguire una \itindex{deep~copy} \textit{deep copy} in cui si copiano anche tutti i dati presenti agli indirizzi contenuti nella struttura \struct{addrinfo}, perché una volta disallocati i dati con \func{freeaddrinfo} questi non sarebbero più disponibili. @@ -1979,7 +1980,7 @@ di \func{setsockopt}, anche se non per entrambe le funzioni. In questo caso \param{optval} viene usato per ricevere le informazioni ed indica l'indirizzo a cui andranno scritti i dati letti dal socket, infine \param{optlen} diventa un puntatore ad una variabile -che viene usata come \itindex{value~result~argument}\textit{value result +che viene usata come \itindex{value~result~argument} \textit{value result argument} per indicare, prima della chiamata della funzione, la lunghezza del buffer allocato per \param{optval} e per ricevere indietro, dopo la chiamata della funzione, la dimensione effettiva dei dati scritti su di esso.