X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=sockctrl.tex;h=a1490ade0640bf06b4e330eca2fed241ead24a3e;hp=69894b38bcee7acf474f037ee8070383bc6f3ef9;hb=b8a79028184003289dc1c92fdcfab416b130ce20;hpb=20d2dafe03f5ab376e6f5a5e8168d7016ccb55aa diff --git a/sockctrl.tex b/sockctrl.tex index 69894b3..a1490ad 100644 --- a/sockctrl.tex +++ b/sockctrl.tex @@ -2775,7 +2775,9 @@ seguente elenco: una struttura \struct{pktinfo} (vedi fig.~\ref{fig:sock_pktinfo_struct}) che mantiene una serie di informazioni riguardo i pacchetti in arrivo. In particolare è possibile conoscere l'interfaccia su cui è stato ricevuto un - pacchetto (nel campo \var{ipi\_ifindex}), l'indirizzo locale da esso + pacchetto (nel campo \var{ipi\_ifindex}),\footnote{in questo campo viene + restituito il valore numerico dell'indice dell'interfaccia, + sec.~\ref{sec:sock_ioctl_netdevice}.} l'indirizzo locale da esso utilizzato (nel campo \var{ipi\_spec\_dst}) e l'indirizzo remoto dello stesso (nel campo \var{ipi\_addr}). @@ -3297,7 +3299,7 @@ quantit \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering \begin{minipage}[c]{15cm} - \includestruct{listati/is_closing.c} + \includecodesnip{listati/is_closing.c} \end{minipage} \caption{Codice della funzione \texttt{is\_closing.c}, che controlla lo stato di un socket TCP per verificare se si sta chiudendo.} @@ -3595,9 +3597,10 @@ sono le seguenti: effettivamente la identifica nelle operazioni a basso livello, il nome dell'interfaccia è soltanto una etichetta associata a detto \textsl{indice}, che permette di rendere più comprensibile l'indicazione dell'interfaccia - all'interno dei comandi; si può ottenere un elenco delle interfacce che - contiene anche il valore del relativo indice usando il comando \cmd{ip - link}. + all'interno dei comandi. Una modalità per ottenere questo valore è usare il + comando \cmd{ip link}, che fornisce un elenco delle interfacce presenti + ordinato in base a tale valore (riportato come primo campo). + \item[\const{SIOCGIFINDEX}] restituisce nel campo \var{ifr\_ifindex} il valore numerico dell'indice dell'interfaccia specificata con \var{ifr\_name}, è in @@ -3665,8 +3668,8 @@ sono le seguenti: \item[\const{SIOCGIFMETRIC}] permette di leggere il valore della metrica del dispositivo associato all'interfaccia specificata nel campo - \var{ifr\_metric}, attualmente non ancora implementato, restituisce sempre 0 - come valore. + \var{ifr\_metric}. Attualmente non è implementato, e l'operazione + restituisce sempre un valore nullo. \item[\const{SIOCSIFMETRIC}] permette di impostare il valore della metrica del dispositivo al valore specificato nel campo \var{ifr\_metric}, attualmente @@ -3750,11 +3753,12 @@ sono le seguenti: \end{basedescript} -Una ulteriore operazione che consente di ricavare le caratteristiche delle -interfacce di rete, che però è disponibile soltanto per socket della famiglia -\const{AF\_INET} (vale ad dire per socket IPv4), è \const{SIOCGIFCONF}. In -questo caso l'utente dovrà passare come argomento una struttura -\struct{ifconf}, definita in fig.~\ref{fig:netdevice_ifconf_struct}. +Una ulteriore operazione, che consente di ricavare le caratteristiche delle +interfacce di rete, è \const{SIOCGIFCONF}; però per ragioni di compatibilità +questa operazione è disponibile soltanto per i socket della famiglia +\const{AF\_INET} (vale ad dire per socket IPv4). In questo caso l'utente dovrà +passare come argomento una struttura \struct{ifconf}, definita in +fig.~\ref{fig:netdevice_ifconf_struct}. \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering @@ -3765,6 +3769,69 @@ questo caso l'utente dovr \label{fig:netdevice_ifconf_struct} \end{figure} +Per eseguire questa operazione occorrerà allocare preventivamente un buffer di +contentente un vettore di strutture \struct{ifreq}. La dimensione (in byte) di +questo buffer deve essere specificata nel campo \var{ifc\_len} di +\struct{ifconf}, mentre il suo indirizzo andrà specificato nel campo +\var{ifc\_req}. Qualora il buffer sia stato allocato come una stringa, il suo +indirizzo potrà essere fornito usando il campo \var{ifc\_buf}.\footnote{si + noti che l'indirizzo del buffer è definito in \struct{ifconf} con una + \ctyp{union}, questo consente di utilizzare una delle due forme a piacere.} + +La funzione restituisce nel buffer indicato una serie di strutture +\struct{ifreq} contenenti nel campo \var{ifr\_name} il nome dell'interfaccia e +nel campo \var{ifr\_addr} il relativo indirizzo IP. Se lo spazio allocato nel +buffer è sufficiente il kernel scriverà una struttura \struct{ifreq} per +ciascuna interfaccia attiva, restituendo nel campo \var{ifc\_len} il totale +dei byte effettivamente scritti. Il valore di ritorno è 0 se l'operazione ha +avuto successo e negativo in caso contrario. + +Si tenga presente che il kernel non scriverà mai sul buffer di uscita dati +eccedenti numero di byte specificato col valore di \var{ifc\_len} impostato +alla chiamata della funzione, troncando il risultato se questi non dovessero +essere sufficienti. Questa condizione non viene segnalata come errore per cui +occorre controllare il valore di \var{ifc\_len} all'uscita della funzione, e +verificare che esso sia inferiore a quello di ingresso. In caso contrario si è +probabilmente\footnote{probabilmente perché si potrebbe essere nella + condizione in cui sono stati usati esattamente quel numero di byte.} avuta +una situazione di troncamento dei dati. + +\begin{figure}[!htb] + \footnotesize \centering + \begin{minipage}[c]{15cm} + \includecodesample{listati/iflist.c} + \end{minipage} + \caption{Il corpo principale del programma \texttt{iflist.c}.} + \label{fig:netdevice_iflist} +\end{figure} + +Come esempio dell'uso di queste funzioni si è riportato in +fig.~\ref{fig:netdevice_iflist} il corpo principale del programma +\texttt{iflist} in cui si utilizza l'operazione \const{SIOCGIFCONF} per +ottenere una lista delle interfacce attive e dei relativi indirizzi. Al solito +il codice completo è fornito nei sorgenti allegati alla guida. + +Il programma inizia (\texttt{\small 7--11}) con la creazione del socket +necessario ad eseguire l'operazone, dopo di che si inizializzano +opportunamente (\texttt{\small 13--14}) i valori della struttura +\struct{ifconf} indicando la dimensione del buffer ed il suo +indirizzo;\footnote{si noti come in questo caso si sia specificato l'indirizzo + usando il campo \var{ifc\_buf}, mentre nel seguito del programma si accederà + ai valori contenuti nel buffer usando \var{ifc\_req}.} si esegue poi +l'operazione invocando \func{ioctl}, controllando come sempre la corretta +esecuzione, ed uscendo in caso di errore (\texttt{\small 15--19}). + +Si esegue poi un controllo sulla quantità di dati restituiti segnalando un +eventuale overflow del buffer (\texttt{\small 21--23}); se invece è tutto a +posto (\texttt{\small 24--27}) si calcola e si stampa a video il numero di +interfacce attive trovate. L'ultima parte del programma (\texttt{\small + 28--33}) è il ciclo sul contenuto delle varie strutture \struct{ifreq} +restituite in cui si estrae (\texttt{\small 30}) l'indirizzo ad esse +assegnato\footnote{si è definito \var{access} come puntatore ad una struttura + di tipo \struct{sockaddr\_in} per poter eseguire un \textit{casting} + dell'indirizzo del valore restituito nei vari campi \var{ifr\_addr}, così + poi da poterlo poi usare come argomento di \func{inet\_ntoa}.} e lo si +stampa (\texttt{\small 31--32}) insieme al nome dell'interfaccia.