X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=sockctrl.tex;h=9d5279e6ab62856b34ff617697608b440c23c03e;hp=d8667d2da8c13b3776b3f41ae3ae35ed47f0f442;hb=0e932d7963332ca87688c3695d7386d45ddcc46a;hpb=90dde6d4d39507811d2bf3cf4d011714d0e1697a diff --git a/sockctrl.tex b/sockctrl.tex index d8667d2..9d5279e 100644 --- a/sockctrl.tex +++ b/sockctrl.tex @@ -1,6 +1,6 @@ %% sockctrl.tex %% -%% Copyright (C) 2004-2018 Simone Piccardi. Permission is granted to +%% Copyright (C) 2004-2019 Simone Piccardi. Permission is granted to %% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free %% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the %% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Prefazione", @@ -36,8 +36,8 @@ porte o altre proprietà del sistema. \label{sec:sock_resolver} \itindbeg{resolver} La risoluzione dei nomi è associata tradizionalmente al -servizio del \itindex{Domain~Name~Service} \textit{Domain Name Service} che -permette di identificare le macchine su internet invece che per numero IP +servizio del \itindex{Domain~Name~Service~(DNS)} \textit{Domain Name Service} +che permette di identificare le macchine su internet invece che per numero IP attraverso il relativo \textsl{nome a dominio}.\footnote{non staremo ad entrare nei dettagli della definizione di cosa è un nome a dominio, dandolo per noto, una introduzione alla problematica si trova in \cite{AGL} (cap.~9) @@ -87,7 +87,7 @@ dominio, e prevedeva solo l'utilizzo del DNS e del file statico Per questo aspetto il file di configurazione principale del sistema è \conffile{/etc/resolv.conf} che contiene in sostanza l'elenco degli indirizzi -IP dei server DNS da contattare; a questo si affiancava (fino alle \acr{glibc} +IP dei server DNS da contattare; a questo si affiancava (fino alla \acr{glibc} 2.4) il file \conffile{/etc/host.conf} il cui scopo principale era indicare l'ordine in cui eseguire la risoluzione dei nomi (se usare prima i valori di \conffile{/etc/hosts} o quelli del DNS). Tralasciamo i dettagli relativi alle @@ -125,9 +125,9 @@ generico per la risoluzione di corrispondenze fra nomi ed informazioni ad essi associate chiamato \textit{Name Service Switch}, cui abbiamo accennato anche in sez.~\ref{sec:sys_user_group} per quanto riguarda la gestione dei dati associati a utenti e gruppi. Il sistema è stato introdotto la prima volta -nelle librerie standard di Solaris e le \acr{glibc} hanno ripreso lo stesso +nella libreria standard di Solaris e la \acr{glibc} ha ripreso lo stesso schema; si tenga presente che questo sistema non esiste per altre librerie -standard come le \acr{libc5} o le \acr{uclib}. +standard come la \acr{libc5} o la \acr{uClib}. Il \textit{Name Service Switch} (cui spesso si fa riferimento con l'acronimo NSS) è un sistema di librerie dinamiche che permette di definire in maniera @@ -198,7 +198,7 @@ su cui vengono mantenuti, e che si usino o meno funzionalità aggiuntive fornite dal sistema del \textit{Name Service Switch}, dal punto di vista di un programma che deve effettuare la risoluzione di un nome a dominio, tutto quello che conta sono le funzioni classiche che il \textit{resolver} mette a -disposizione (è cura delle \acr{glibc} tenere conto della presenza del +disposizione (è cura della \acr{glibc} tenere conto della presenza del \textit{Name Service Switch}) e sono queste quelle che tratteremo nelle sezioni successive. @@ -749,7 +749,7 @@ vogliono ottenere degli indirizzi IPv6 occorrerà prima impostare l'opzione \const{RES\_USE\_INET6} nel campo \texttt{\_res.options} e poi chiamare \func{res\_init} (vedi sez.~\ref{sec:sock_resolver_functions}) per modificare le opzioni del \textit{resolver}; dato che questo non è molto comodo è stata -definita (è una estensione fornita dalle \acr{glibc}, disponibile anche in +definita (è una estensione fornita dalla \acr{glibc}, disponibile anche in altri sistemi unix-like) un'altra funzione, \funcd{gethostbyname2}, il cui prototipo è: @@ -822,7 +822,7 @@ come, essendo il campo \var{h\_addr\_list} un puntatore ad strutture di indirizzi generiche, questo sia ancora di tipo \texttt{char **} e si possa riutilizzare lo stesso puntatore usato per i nomi. -Per ciascun indirizzo valido si provvederà (\texttt{\small 41}) ad una +Per ciascun indirizzo valido si provvederà (\texttt{\small 41}) a una conversione con la funzione \func{inet\_ntop} (vedi sez.~\ref{sec:sock_addr_func}) passandole gli opportuni argomenti, questa restituirà la stringa da stampare (\texttt{\small 42}) con il valore @@ -853,7 +853,7 @@ chiama una \itindex{deep~copy} \textit{deep copy}.\footnote{si chiama così contenuti in essa (e così via se vi sono altre sotto-strutture con altri puntatori) e copiare anche i dati da questi referenziati.} -Per ovviare a questi problemi nelle \acr{glibc} sono definite anche delle +Per ovviare a questi problemi nella \acr{glibc} sono definite anche delle versioni rientranti delle precedenti funzioni, al solito queste sono caratterizzate dall'avere un suffisso \texttt{\_r}, pertanto avremo le due funzioni \funcd{gethostbyname\_r} e \funcd{gethostbyname2\_r} i cui prototipi @@ -976,7 +976,7 @@ dominio, la funzione comunque inizializza anche il primo campo della lista Dato che \func{gethostbyaddr} usa un buffer statico, anche di questa funzione esiste una versione rientrante \funcd{gethostbyaddr\_r} fornita come -estensione dalle \acr{glibc}, il cui prototipo è: +estensione dalla \acr{glibc}, il cui prototipo è: \begin{funcproto}{ \fhead{netdb.h} @@ -1017,7 +1017,7 @@ del DNS. Nel caso della \acr{glibc} questa viene usata allora solo per la lettura delle voci presenti in quest'ultimo, come avviene anche in altri sistemi unix-like, ed inoltre ignora le voci relative ad indirizzi IPv6. -Della stessa funzione le \acr{glibc} forniscono anche una versione rientrante +Della stessa funzione la \acr{glibc} fornisce anche una versione rientrante \funcd{gethostent\_r}, il cui prototipo è: \begin{funcproto}{ @@ -1041,8 +1041,8 @@ tipo di indirizzi voluto (cosa che non è possibile con \func{gethostbyname}), è stata successivamente proposta, nell'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc2553.txt}{RFC~2553} un diversa interfaccia con l'introduzione due nuove funzioni di -risoluzione,\footnote{dette funzioni sono presenti nelle \acr{glibc} versione - 2.1.96, ma essendo considerate deprecate (vedi +risoluzione,\footnote{dette funzioni sono presenti nella \acr{glibc} 2.1.96, + ma essendo considerate deprecate (vedi sez.~\ref{sec:sock_advanced_name_services}) sono state rimosse nelle versioni successive.} \funcd{getipnodebyname} e \funcd{getipnodebyaddr}, i cui prototipi sono: @@ -1529,7 +1529,7 @@ tab.~\ref{tab:ai_flags_values}, ciascuna delle quali identifica un bit della maschera. Nella seconda parte della tabella si sono riportati i valori delle costanti -aggiunte a partire dalle \acr{glibc} 2.3.4 per gestire la +aggiunte a partire dalla \acr{glibc} 2.3.4 per gestire la internazionalizazione dei nomi a dominio (IDN o \textit{Internationalized Domain Names}) secondo quanto specificato nell'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc3490.txt}{RFC~3490} (potendo cioè usare @@ -1794,7 +1794,7 @@ argomento \param{flags} è una maschera binaria i cui bit consentono di impostare le modalità con cui viene eseguita la ricerca, e deve essere specificato attraverso l'OR aritmetico dei valori illustrati in tab.~\ref{tab:getnameinfo_flags}, nella seconda parte della tabella si sono -aggiunti i valori introdotto con le \acr{glibc} 2.3.4 per gestire la +aggiunti i valori introdotto con la \acr{glibc} 2.3.4 per gestire la internazionalizzione dei nomi a dominio. \begin{table}[!htb] @@ -2130,7 +2130,7 @@ socket, mentre l'ultimo argomento \param{optlen},\footnote{questo argomento è in realtà sempre di tipo \ctyp{int}, come era nelle \acr{libc4} e \acr{libc5}; l'uso di \type{socklen\_t} è stato introdotto da POSIX (valgono le stesse considerazioni per l'uso di questo tipo di dato fatte in - sez.~\ref{sec:TCP_func_accept}) ed adottato dalle \acr{glibc}.} è la + sez.~\ref{sec:TCP_func_accept}) ed adottato dalla \acr{glibc}.} è la dimensione in byte dei dati presenti all'indirizzo indicato da \param{optval}. Dato che il tipo di dati varia a seconda dell'opzione scelta, occorrerà individuare qual è quello che deve essere usato, ed utilizzare le opportune @@ -2318,7 +2318,7 @@ tab.~\ref{tab:sock_opt_socklevel} sul significato delle varie opzioni: \func{setsockopt} ed utilizza per \param{optval} un puntatore ad una struttura \struct{sock\_fprog} (definita in \headfile{linux/filter.h}). Questa opzione viene usata principalmente con i - socket di tipo \const{PF\_PACKET} (torneremo su questo in + socket di tipo \const{AF\_PACKET} (torneremo su questo in sez.~\ref{sec:packet_socket}) dalla libreria \texttt{libpcap} per implementare programmi di cattura dei pacchetti, e per questo tipo di applicazione è opportuno usare sempre quest'ultima.\footnote{la trattazione @@ -2347,17 +2347,17 @@ tab.~\ref{tab:sock_opt_socklevel} sul significato delle varie opzioni: \const{SOCK\_STREAM}. \item[\constd{SO\_BSDCOMPAT}] questa opzione abilita la compatibilità con il - comportamento di BSD (in particolare ne riproduce alcuni bug). Attualmente è una - opzione usata solo per il protocollo UDP e ne è prevista la rimozione. + comportamento di BSD (in particolare ne riproduce alcuni bug). Attualmente + è una opzione usata solo per il protocollo UDP e ne è prevista la rimozione. L'opzione utilizza per \param{optval} un intero usato come valore logico. Quando viene abilitata gli errori riportati da messaggi ICMP per un socket - UDP non vengono passati al programma in user space. Con le versioni 2.0.x - del kernel erano anche abilitate altre opzioni di compatibilità per i socket - raw (modifiche casuali agli header, perdita del flag di \textit{broadcast}) - che sono state rimosse con il passaggio al 2.2; è consigliato correggere i - programmi piuttosto che usare questa funzione. Dal kernel 2.4 viene - ignorata, e dal 2.6 genera un messaggio di log del kernel. + UDP non vengono passati al programma in \textit{user space}. Con le versioni + 2.0.x del kernel erano anche abilitate altre opzioni di compatibilità per i + socket raw (modifiche casuali agli header, perdita del flag di + \textit{broadcast}) che sono state rimosse con il passaggio al 2.2; è + consigliato correggere i programmi piuttosto che usare questa funzione. Dal + kernel 2.4 viene ignorata, e dal 2.6 genera un messaggio di log del kernel. \item[\constd{SO\_BUSY\_POLL}] questa opzione, presente dal kernel 3.11, imposta un tempo approssimato in microsecondi, per cui in caso di ricezione @@ -2529,10 +2529,10 @@ tab.~\ref{tab:sock_opt_socklevel} sul significato delle varie opzioni: specificare come argomento per questa opzione sono impostabili tramiti gli opportuni valori di \func{sysctl} (vedi sez.~\ref{sec:sock_sysctl}). - Si tenga presente che nel caso di socket TCP, per entrambe le opzioni - \const{SO\_RCVBUF} e \const{SO\_SNDBUF}, il kernel alloca effettivamente una - quantità di memoria doppia rispetto a quanto richiesto con - \func{setsockopt}. Questo comporta che una successiva lettura con + Si tenga presente che nel caso di socket TCP il kernel alloca effettivamente + una quantità di memoria doppia rispetto a quanto richiesto con + \func{setsockopt} per entrambe le opzioni \const{SO\_RCVBUF} e + \const{SO\_SNDBUF}. Questo comporta che una successiva lettura con \func{getsockopt} riporterà un valore diverso da quello impostato con \func{setsockopt}. Questo avviene perché TCP necessita dello spazio in più per mantenere dati amministrativi e strutture interne, e solo una parte @@ -2549,8 +2549,8 @@ tab.~\ref{tab:sock_opt_socklevel} sul significato delle varie opzioni: \item[\constd{SO\_RCVBUFFORCE}] questa opzione, presente dal kernel 2.6.14, è identica a \const{SO\_RCVBUF} ma consente ad un processo con i privilegi di - amministratore (con la \textit{capability} \const{CAP\_NET\_ADMIN}) di - impostare in valore maggiore del limite di + amministratore (per la precisione con la \textit{capability} + \const{CAP\_NET\_ADMIN}) di impostare in valore maggiore del limite di \sysctlrelfile{net/core}{rmem\_max}. \item[\constd{SO\_RCVLOWAT}] questa opzione imposta il valore che indica il @@ -2639,8 +2639,8 @@ tab.~\ref{tab:sock_opt_socklevel} sul significato delle varie opzioni: \item[\constd{SO\_SNDBUFFORCE}] questa opzione, presente dal kernel 2.6.14, è identica a \const{SO\_SNDBUF} ma consente ad un processo con i privilegi di - amministratore (con la \textit{capability} \const{CAP\_NET\_ADMIN}) di - impostare in valore maggiore del limite di + amministratore (per la precisione con la \textit{capability} + \const{CAP\_NET\_ADMIN}) di impostare in valore maggiore del limite di \sysctlrelfile{net/core}{wmem\_max}. % TODO verificare il timeout con un programma di test @@ -3098,7 +3098,7 @@ manuale, nel caso specifico la documentazione si può consultare con \begin{table}[!htb] \centering \footnotesize - \begin{tabular}[c]{|l|c|c|c|l|p{5.cm}|} + \begin{tabular}[c]{|l|c|c|c|l|p{4.8cm}|} \hline \textbf{Opzione}&\texttt{get}&\texttt{set}&\textbf{flag}&\textbf{Tipo}& \textbf{Descrizione}\\ @@ -3192,7 +3192,7 @@ seguente elenco: \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{0.70\textwidth} + \begin{minipage}[c]{0.90\textwidth} \includestruct{listati/ip_mreqn.h} \end{minipage} \caption{La struttura \structd{ip\_mreqn} utilizzata per unirsi a un gruppo di @@ -3213,7 +3213,7 @@ differente dimensione passata in \param{optlen}. \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{0.70\textwidth} + \begin{minipage}[c]{0.90\textwidth} \includestruct{listati/ip_mreq_source.h} \end{minipage} \caption{La struttura \structd{ip\_mreqn} utilizzata per unirsi a un gruppo di @@ -3280,7 +3280,7 @@ per collegarsi a diverse sorgenti. \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{0.70\textwidth} + \begin{minipage}[c]{0.90\textwidth} \includestruct{listati/ip_msfilter.h} \end{minipage} \caption{La struttura \structd{ip\_msfilter} utilizzata per il @@ -3288,13 +3288,14 @@ per collegarsi a diverse sorgenti. \label{fig:ip_msfilter_struct} \end{figure} -L'argomento \param{optval} è una struttura \struct{ip\_msfilter} illustrata in -fig.~\ref{fig:ip_msfilter_struct}, il campo \var{imsf\_multiaddr} è -l'indirizzo del gruppo di \textit{multicast}, il campo \var{imsf\_interface} -l'indirizzo dell'interfaccia locale, il campo \var{imsf\_mode} indica la -modalità di filtraggio e con i campi \var{imsf\_numsrc} e \var{imsf\_slist} +L'argomento \param{optval} deve essere una struttura di tipo +\struct{ip\_msfilter} (illustrata in fig.~\ref{fig:ip_msfilter_struct}); il +campo \var{imsf\_multiaddr} indica l'indirizzo del gruppo di +\textit{multicast}, il campo \var{imsf\_interface} l'indirizzo +dell'interfaccia locale, il campo \var{imsf\_mode} indica la modalità di +filtraggio e con i campi \var{imsf\_numsrc} e \var{imsf\_slist} rispettivamente la lunghezza della lista, e la lista stessa, degli indirizzi -sorgente. +sorgente. Come ausilio all'uso di questa opzione sono disponibili le macro \macro{MCAST\_INCLUDE} e \macro{MCAST\_EXCLUDE} che si possono usare per @@ -3314,18 +3315,17 @@ di \param{optlen} con una struttura \struct{ip\_msfilter} contenente questo protocollo, senza doversi curare di verificarne la validità.\footnote{l'attacco viene in genere portato per causare un \textit{Denial of Service} aumentando il consumo di CPU del router nella - verifica dell'autenticità di un gran numero di pacchetti di pacchetti - falsi; questi, arrivando da sorgenti diverse da un router adiacente, non - potrebbero più avere un TTL di 255 anche qualora questo fosse stato il - valore di partenza, e l'impostazione dell'opzione consente di scartarli - senza carico aggiuntivo sulla CPU (che altrimenti dovrebbe calcolare una - checksum).} + verifica dell'autenticità di un gran numero di pacchetti falsi; questi, + arrivando da sorgenti diverse da un router adiacente, non potrebbero più + avere un TTL di 255 anche qualora questo fosse stato il valore di + partenza, e l'impostazione dell'opzione consente di scartarli senza carico + aggiuntivo sulla CPU (che altrimenti dovrebbe calcolare una checksum).} \itindbeg{Path~MTU} \item[\constd{IP\_MTU}] Permette di leggere il valore della \textit{Path MTU} - di percorso del socket. L'opzione richiede per \param{optval} un intero che - conterrà il valore della \textit{Path MTU} in byte. Questa è una opzione - introdotta con i kernel della serie 2.2.x, ed è specifica di Linux. + del socket. L'opzione richiede per \param{optval} un intero che conterrà il + valore della \textit{Path MTU} in byte. Questa è una opzione introdotta con + i kernel della serie 2.2.x, ed è specifica di Linux. È tramite questa opzione che un programma può leggere, quando si è avuto un errore di \errval{EMSGSIZE}, il valore della MTU corrente del socket. Si @@ -3333,7 +3333,7 @@ di \param{optlen} con una struttura \struct{ip\_msfilter} contenente la scoperta della \textit{Path MTU}, occorre che il socket sia stato esplicitamente connesso con \func{connect}. - Ad esempio con i socket UDP si potrà ottenere una stima iniziale della + Ad esempio con i socket UDP si può ottenere una stima iniziale della \textit{Path MTU} eseguendo prima una \func{connect} verso la destinazione, e poi usando \func{getsockopt} con questa opzione. Si può anche avviare esplicitamente il procedimento di scoperta inviando un pacchetto di grosse @@ -3804,7 +3804,7 @@ quantità di dettagli è fornita nel seguente elenco: \item[\constd{TCP\_INFO}] questa opzione, specifica di Linux, ma introdotta anche in altri kernel (ad esempio FreeBSD) permette di controllare lo stato - interno di un socket TCP direttamente da un programma in user space. + interno di un socket TCP direttamente da un programma in \textit{user space}. L'opzione restituisce in una speciale struttura \struct{tcp\_info}, la cui definizione è riportata in fig.~\ref{fig:tcp_info_struct}, tutta una serie di dati che il kernel mantiene, relativi al socket. Anche questa opzione @@ -3866,7 +3866,7 @@ quantità di dettagli è fornita nel seguente elenco: situazione.} utilizzare per il singolo socket. L'opzione è stata introdotta con il kernel 2.6.13,\footnote{alla data di stesura di queste note (Set. 2006) è pure scarsamente documentata, tanto che non è neanche - definita nelle intestazioni delle \acr{glibc} per cui occorre definirla a + definita nelle intestazioni della \acr{glibc} per cui occorre definirla a mano al suo valore che è 13.} e prende come per \param{optval} il puntatore ad un buffer contenente il nome dell'algoritmo di controllo che si vuole usare. @@ -4532,10 +4532,11 @@ socket. Quelli descritti anche nella pagina di manuale, accessibile con dati ancillari e di controllo (vedi sez.~\ref{sec:net_ancillary_data}). \end{basedescript} -Oltre a questi nella directory \texttt{/proc/sys/net/core} si trovano altri -file, la cui documentazione dovrebbe essere mantenuta nei sorgenti del kernel, -nel file \texttt{Documentation/networking/ip-sysctl.txt}; la maggior parte di -questi però non è documentato: +Oltre a questi, nella directory \texttt{/proc/sys/net/core} si trovano diversi +altri file, la cui documentazione, come per gli altri, dovrebbe essere +mantenuta nei sorgenti del kernel nel file +\texttt{Documentation/networking/ip-sysctl.txt}; la maggior parte di questi +però non è documentato: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.2cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} \item[\sysctlrelfiled{net/core}{dev\_weight}] blocco di lavoro (\textit{work quantum}) dello \textit{scheduler} di processo dei pacchetti. @@ -4641,7 +4642,7 @@ di manuale accessibile con \texttt{man 7 ip}, sono i seguenti: disabilitare globalmente il procedimento con questo parametro ha pesanti ripercussioni in termini di prestazioni di rete. -\item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{ip\_always\_defrag}] fa si che tutti i +\item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{ip\_always\_defrag}] fa sì che tutti i pacchetti IP frammentati siano riassemblati, anche in caso in successivo immediato inoltro.\footnote{introdotto con il kernel 2.2.13, nelle versioni precedenti questo comportamento poteva essere solo stabilito un volta per @@ -4653,12 +4654,12 @@ di manuale accessibile con \texttt{man 7 ip}, sono i seguenti: \item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{ipfrag\_high\_thresh}] indica il limite massimo (espresso in numero di byte) sui pacchetti IP frammentati presenti - in coda; quando questo valore viene raggiunta la coda viene ripulita fino al + in coda; quando questo valore viene raggiunto la coda viene ripulita fino al valore \texttt{ipfrag\_low\_thresh}. Prende un valore intero. -\item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{ipfrag\_low\_thresh}] soglia bassa - (specificata in byte) a cui viene riportata la coda dei pacchetti IP - frammentati quando si raggiunge il valore massimo dato da +\item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{ipfrag\_low\_thresh}] indica la dimensione + (specificata in byte) della soglia inferiore a cui viene riportata la coda + dei pacchetti IP frammentati quando si raggiunge il valore massimo dato da \texttt{ipfrag\_high\_thresh}. Prende un valore intero. \item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{ip\_nonlocal\_bind}] se abilitato rende @@ -4708,7 +4709,7 @@ pagina di manuale (accessibile con \texttt{man 7 tcp}), sono i seguenti: \item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{tcp\_app\_win}] indica la frazione della finestra TCP che viene riservata per gestire l'overhaed dovuto alla - bufferizzazione. Prende un valore valore intero che consente di calcolare la + bufferizzazione. Prende un valore intero che consente di calcolare la dimensione in byte come il massimo fra la MSS e $\texttt{window}/2^\texttt{tcp\_app\_win}$. Un valore nullo significa che non viene riservato nessuno spazio; il valore di default è 31. @@ -4734,8 +4735,8 @@ pagina di manuale (accessibile con \texttt{man 7 tcp}), sono i seguenti: \item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{tcp\_ecn}] abilita il meccanismo della \textit{Explicit Congestion Notification} (in breve ECN) nelle connessioni TCP. Prende valore logico che di default è disabilitato. La \textit{Explicit - Congestion Notification} \itindex{Explicit~Congestion~Notification} è un - meccanismo che consente di notificare quando una rotta o una rete è + Congestion Notification} \itindex{Explicit~Congestion~Notification~(ECN)} + è un meccanismo che consente di notificare quando una rotta o una rete è congestionata da un eccesso di traffico,\footnote{il meccanismo è descritto in dettaglio nell'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc3168.txt}{RFC~3168} mentre gli effetti sulle prestazioni del suo utilizzo sono documentate @@ -4787,13 +4788,12 @@ pagina di manuale (accessibile con \texttt{man 7 tcp}), sono i seguenti: risposta prima che il kernel decida che la connessione è caduta e la termini. Prende un valore intero che di default è 9. -\item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{tcp\_keepalive\_time}] indica il numero - di secondi che devono passare senza traffico sulla connessione prima che il - kernel inizi ad inviare pacchetti di pacchetti di - \textit{keepalive}.\footnote{ha effetto solo per i socket per cui si è - impostata l'opzione \const{SO\_KEEPALIVE} (vedi - sez.~\ref{sec:sock_options_main}.} Prende un valore intero che di default - è 7200, pari a due ore. +\item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{tcp\_keepalive\_time}] indica il numero di + secondi che devono passare senza traffico sulla connessione prima che il + kernel inizi ad inviare pacchetti di \textit{keepalive}.\footnote{ha effetto + solo per i socket per cui si è impostata l'opzione \const{SO\_KEEPALIVE} + (vedi sez.~\ref{sec:sock_options_main}.} Prende un valore intero che di + default è 7200, pari a due ore. \item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{tcp\_low\_latency}] indica allo stack TCP del kernel di ottimizzare il comportamento per ottenere tempi di latenza @@ -4991,11 +4991,12 @@ pagina di manuale (accessibile con \texttt{man 7 tcp}), sono i seguenti: \item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{tcp\_tw\_recycle}] abilita il riutilizzo rapido dei socket in stato \texttt{TIME\_WAIT}. Prende un valore logico e di default è disabilitato. Non è opportuno abilitare questa opzione che può - causare problemi con il NAT.\footnote{il - \itindex{Network~Address~Translation} \textit{Network Address Translation} - è una tecnica, impiegata nei firewall e nei router, che consente di - modificare al volo gli indirizzi dei pacchetti che transitano per una - macchina, Linux la supporta con il \textit{netfilter}.} + causare problemi con il NAT.\footnote{la + \itindex{Network~Address~Translation~(NAT)} \textit{Network Address + Translation} (abbreviato in NAT) è una tecnica, impiegata nei firewall e + nei router, che consente di modificare al volo gli indirizzi dei pacchetti + che transitano per una macchina, Linux la supporta con il + \textit{netfilter}.} \item[\sysctlrelfiled{net/ipv4}{tcp\_tw\_reuse}] abilita il riutilizzo dello stato \texttt{TIME\_WAIT} quando questo è sicuro dal punto di vista @@ -5038,9 +5039,9 @@ pagina di manuale (accessibile con \texttt{man 7 tcp}), sono i seguenti: \item il secondo valore, denominato \textit{default}, indica la dimensione di default in byte del buffer di spedizione di un socket TCP. Questo valore sovrascrive il default iniziale impostato per tutti i tipi di - socket con \sysctlfile{net/core/wmem\_default}. Il default è 87380 byte, - ridotto a 43689 per sistemi con poca memoria. Si può aumentare questo - valore quando si desiderano dimensioni più ampie del buffer di + socket sul file \sysctlfile{net/core/wmem\_default}. Il default è 87380 + byte, ridotto a 43689 per sistemi con poca memoria. Si può aumentare + questo valore quando si desiderano dimensioni più ampie del buffer di trasmissione per i socket TCP, ma come per il precedente \sysctlrelfile{net/ipv4}{tcp\_rmem}) se si vuole che in corrispondenza aumentino anche le dimensioni usate per la finestra TCP si deve abilitare