X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=sockctrl.tex;h=43314d8c6075584e31a51a4421835cfb547f01ee;hp=709887390f5eb15d59178645f012523127db5b47;hb=b81723c64c1d63b89cd3cec12f2fcccc4a756967;hpb=c6c3ca02fdb433ef054e56f288d50d74ce8ec4ec diff --git a/sockctrl.tex b/sockctrl.tex index 7098873..43314d8 100644 --- a/sockctrl.tex +++ b/sockctrl.tex @@ -1,6 +1,6 @@ %% sockctrl.tex %% -%% Copyright (C) 2004-2007 Simone Piccardi. Permission is granted to +%% Copyright (C) 2004-2010 Simone Piccardi. Permission is granted to %% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free %% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the %% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Prefazione", @@ -781,25 +781,25 @@ ci sono precauzioni particolari da prendere.\footnote{volendo essere pignoli Le funzioni illustrate finora hanno un difetto: utilizzando una area di memoria interna per allocare i contenuti della struttura \struct{hostent} non -possono essere rientranti. Questo comporta anche che in due successive -chiamate i dati potranno essere sovrascritti. Si tenga presente poi che -copiare il contenuto della sola struttura non è sufficiente per salvare tutti -i dati, in quanto questa contiene puntatori ad altri dati, che pure possono -essere sovrascritti; per questo motivo, se si vuole salvare il risultato di -una chiamata, occorrerà eseguire quella che si chiama una \itindex{deep~copy} -\textit{deep copy}.\footnote{si chiama così quella tecnica per cui, quando si - deve copiare il contenuto di una struttura complessa (con puntatori che - puntano ad altri dati, che a loro volta possono essere puntatori ad altri - dati) si deve copiare non solo il contenuto della struttura, ma eseguire una - scansione per risolvere anche tutti i puntatori contenuti in essa (e così - via se vi sono altre sotto-strutture con altri puntatori) e copiare anche i - dati da questi referenziati.} +possono essere\index{funzioni!rientranti} rientranti. Questo comporta anche +che in due successive chiamate i dati potranno essere sovrascritti. Si tenga +presente poi che copiare il contenuto della sola struttura non è sufficiente +per salvare tutti i dati, in quanto questa contiene puntatori ad altri dati, +che pure possono essere sovrascritti; per questo motivo, se si vuole salvare +il risultato di una chiamata, occorrerà eseguire quella che si chiama una +\itindex{deep~copy} \textit{deep copy}.\footnote{si chiama così quella tecnica + per cui, quando si deve copiare il contenuto di una struttura complessa (con + puntatori che puntano ad altri dati, che a loro volta possono essere + puntatori ad altri dati) si deve copiare non solo il contenuto della + struttura, ma eseguire una scansione per risolvere anche tutti i puntatori + contenuti in essa (e così via se vi sono altre sotto-strutture con altri + puntatori) e copiare anche i dati da questi referenziati.} Per ovviare a questi problemi nelle \acr{glibc} sono definite anche delle -versioni rientranti delle precedenti funzioni, al solito queste sono -caratterizzate dall'avere un suffisso \texttt{\_r}, pertanto avremo le due -funzioni \funcd{gethostbyname\_r} e \funcd{gethostbyname2\_r} i cui prototipi -sono: +versioni \index{funzioni!rientranti} rientranti delle precedenti funzioni, al +solito queste sono caratterizzate dall'avere un suffisso \texttt{\_r}, +pertanto avremo le due funzioni \funcd{gethostbyname\_r} e +\funcd{gethostbyname2\_r} i cui prototipi sono: \begin{functions} \headdecl{netdb.h} \headdecl{sys/socket.h} @@ -837,8 +837,8 @@ In caso di successo entrambe le funzioni restituiscono un valore nullo, altrimenti restituiscono un codice di errore negativo e all'indirizzo puntato da \param{result} sarà salvato un puntatore nullo, mentre a quello puntato da \param{h\_errnop} sarà salvato il valore del codice di errore, dato che per -essere rientrante la funzione non può la variabile globale \var{h\_errno}. In -questo caso il codice di errore, oltre ai valori di +essere \index{funzioni!rientranti} rientrante la funzione non può la variabile +globale \var{h\_errno}. In questo caso il codice di errore, oltre ai valori di tab.~\ref{tab:h_errno_values}, può avere anche quello di \errcode{ERANGE} qualora il buffer allocato su \param{buf} non sia sufficiente a contenere i dati, in tal caso si dovrà semplicemente ripetere l'esecuzione della funzione @@ -1103,7 +1103,7 @@ specificati; se la risoluzione ha successo viene restituito un puntatore ad una apposita struttura \struct{servent} contenente tutti i risultati, altrimenti viene restituito un puntatore nullo. Si tenga presente che anche in questo caso i dati vengono mantenuti in una area di memoria statica e che -quindi la funzione non è rientrante. +quindi la funzione non è \index{funzioni!rientranti} rientrante. \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering @@ -1265,11 +1265,11 @@ Come ultimo argomento in \param{res} deve essere passato un puntatore ad una variabile (di tipo puntatore ad una struttura \struct{addrinfo}) che verrà utilizzata dalla funzione per riportare (come \itindex{value~result~argument} \textit{value result argument}) i propri risultati. La funzione infatti è -rientrante, ed alloca autonomamente tutta la memoria necessaria in cui -verranno riportati i risultati della risoluzione. La funzione scriverà -all'indirizzo puntato da \param{res} il puntatore iniziale ad una -\itindex{linked~list} \textit{linked list} di strutture di tipo -\struct{addrinfo} contenenti tutte le informazioni ottenute. +\index{funzioni!rientranti} rientrante, ed alloca autonomamente tutta la +memoria necessaria in cui verranno riportati i risultati della risoluzione. +La funzione scriverà all'indirizzo puntato da \param{res} il puntatore +iniziale ad una \itindex{linked~list} \textit{linked list} di strutture di +tipo \struct{addrinfo} contenenti tutte le informazioni ottenute. \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering @@ -2333,6 +2333,12 @@ tab.~\ref{tab:sock_opt_socklevel} sul significato delle varie opzioni: %without using the netfilter MARK target. Changing the mark can be used %for mark based routing without netfilter or for packet filtering. + +% TODO documentare SO_TIMESTAMP e le altre opzioni di timestamping dei +% pacchetti, introdotte nel 2.6.30, vedi nei sorgenti del kernel: +% Documentation/networking/timestamping.txt + + \end{basedescript} @@ -2590,7 +2596,7 @@ altro socket. Questo ovviamente non ha senso per il normale traffico di rete, in cui i pacchetti vengono scambiati direttamente fra due applicazioni; ma quando un sistema supporta il traffico in \itindex{multicast} \textit{multicast}, in cui una applicazione invia i pacchetti a molte altre -(vedi sez.~\ref{sec:multicast_xxx}), allora ha senso che su una macchina i +(vedi sez.~\ref{sec:xxx_multicast}), allora ha senso che su una macchina i pacchetti provenienti dal traffico in \itindex{multicast} \textit{multicast} possano essere ricevuti da più applicazioni\footnote{l'esempio classico di traffico in \textit{multicast} è quello di uno streaming di dati (audio, @@ -3140,7 +3146,7 @@ quantit \index{algoritmo~di~Nagle} l'\textsl{algoritmo di Nagle}.} Questo meccanismo è controllato da un apposito algoritmo (detto \index{algoritmo~di~Nagle} \textsl{algoritmo di Nagle}, vedi - sez.~\ref{sez:tcp_protocol_xxx}). Il comportamento normale del protocollo + sez.~\ref{sec:tcp_protocol_xxx}). Il comportamento normale del protocollo prevede che i dati siano accumulati fintanto che non si raggiunge una quantità considerata adeguata per eseguire la trasmissione di un singolo segmento. @@ -3168,7 +3174,7 @@ quantit \item[\const{TCP\_MAXSEG}] con questa opzione si legge o si imposta il valore della \itindex{Maximum~Segment~Size} MSS (\textit{Maximum~Segment~Size}, - vedi sez.~\ref{sec:net_lim_dim} e sez.~\ref{sez:tcp_protocol_xxx}) dei + vedi sez.~\ref{sec:net_lim_dim} e sez.~\ref{sec:tcp_protocol_xxx}) dei segmenti TCP uscenti. Se l'opzione è impostata prima di stabilire la connessione, si cambia anche il valore della \itindex{Maximum~Segment~Size} MSS annunciata all'altro capo della connessione. Se si specificano valori @@ -3304,7 +3310,7 @@ quantit \item[\const{TCP\_WINDOW\_CLAMP}] con questa opzione si legge o si imposta alla dimensione specificata, in byte, il valore dichiarato della \itindex{advertised~window} \textit{advertised window} (vedi - sez.~\ref{sez:tcp_protocol_xxx}). Il kernel impone comunque una dimensione + sez.~\ref{sec:tcp_protocol_xxx}). Il kernel impone comunque una dimensione minima pari a \texttt{SOCK\_MIN\_RCVBUF/2}. Questa opzione non deve essere utilizzata in codice che vuole essere portabile. @@ -3374,7 +3380,7 @@ quantit \item[\const{TCP\_CONGESTION}] questa opzione permette di impostare quale algoritmo per il controllo della congestione\footnote{il controllo della congestione è un meccanismo previsto dal protocollo TCP (vedi - sez.~\ref{sez:tcp_protocol_xxx}) per evitare di trasmettere inutilmente + sez.~\ref{sec:tcp_protocol_xxx}) per evitare di trasmettere inutilmente dati quando una connessione è congestionata; un buon algoritmo è fondamentale per il funzionamento del protocollo, dato che i pacchetti persi andrebbero ritrasmessi, per cui inviare un pacchetto su una linea @@ -4399,7 +4405,7 @@ pagina di manuale (accessibile con \texttt{man 7 tcp}), sono i seguenti: \item[\procrelfile{/proc/sys/net/ipv4}{tcp\_reordering}] indica il numero massimo di volte che un pacchetto può essere riordinato nel flusso di dati, prima che lo stack TCP assuma che è andato perso e si ponga nello stato di - \textit{slow start} (si veda sez.~\ref{sez:tcp_protocol_xxx}) viene usata + \textit{slow start} (si veda sez.~\ref{sec:tcp_protocol_xxx}) viene usata questa metrica di riconoscimento dei riordinamenti per evitare inutili ritrasmissioni provocate dal riordinamento. Prende un valore intero che di default che è 3, e che non è opportuno modificare.