X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=signal.tex;h=ce3611deefe598019aa6de22b3cb3b71ca1fe1ad;hp=3784e17d2db656863ece8eefae69096f810d5277;hb=b5f480c523e18a6f1fad62ee66c784e598c65bba;hpb=0c9d95dfc21869e96f8a3e3ab8111c842e85a1f9 diff --git a/signal.tex b/signal.tex index 3784e17..ce3611d 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -957,6 +957,15 @@ la funzione \func{kill}; il cui prototipo \headdecl{signal.h} \funcdecl{int kill(pid\_t pid, int sig)} Invia il segnale \param{sig} al processo specificato con \param{pid}. + + \bodydesc{ La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di + errore nel qual caso \var{errno} può assumere i valori: + \begin{errlist} + \item[\macro{EINVAL}] Il segnale specificato non esiste. + \item[\macro{ESRCH}] Il processo selezionato non esiste. + \item[\macro{EPERM}] Non si hanno privilegi sufficienti ad inviare il + segnale. + \end{errlist}} \end{functions} Lo standard POSIX prevede che il valore 0 per \param{sig} sia usato per @@ -992,7 +1001,6 @@ riportati in \tabref{tab:sig_kill_values}. \label{tab:sig_kill_values} \end{table} - Si noti pertanto che la funzione \code{raise(sig)} può essere definita in termini di \func{kill}, ed è sostanzialmente equivalente ad una \code{kill(getpid(), sig)}. Siccome \func{raise}, che è definita nello @@ -1623,17 +1631,70 @@ permettano di gestire i segnali in maniera pi Come evidenziato nel paragrafo precedente, le funzioni di gestione dei segnali dei primi Unix, nate con la semantica inaffidabile, hanno dei limiti non superabili; in particolare non è prevista nessuna funzione che permetta di -gestire correttamente i segnali pendenti e bloccati. +gestire gestire il blocco dei segnali o di verificare lo stato dei segnali +pendenti. Per questo motivo lo standard POSIX, insieme alla nuova semantica dei segnali -ha introdotto una interfaccia di gestione completamente nuova, che permette un -controllo molto più dettagliato. In particolare lo standard ha introdotto un -nuovo tipo di dato \type{sigset\_t}. +ha introdotto una interfaccia di gestione completamente nuova, che permette di +ottenete un controllo molto più dettagliato. In particolare lo standard ha +introdotto un nuovo tipo di dato \type{sigset\_t}, che permette di +rappresentare un insieme di segnali (un \textit{signal set}, come viene +usualmente chiamato), che è il tipo di dato che viene usato per gestire il +blocco dei segnali. + +In genere un \textit{signal set} è rappresentato da un intero di dimensione +opportuna, di solito si pari al numero di bit dell'architettura della +macchina\footnote{nel caso dei PC questo comporta un massimo di 32 segnali + distinti, dato che in Linux questi sono sufficienti non c'è necessità di + nessuna struttura più complicata}, ciascun bit del quale è associato ad uno +specifico segnale; in questo modo è di solito possibile implementare le +operazioni direttamente con istruzioni elementari del processore; lo standard +POSIX definisce cinque funzioni per la manipolazione dei \textit{signal set}, +\func{sigemptyset}, \func{sigfillset}, \func{sigaddset}, \func{sigdelset} e +\func{sigismember}, i cui prototipi sono: +\begin{functions} + \headdecl{signal.h} + + \funcdecl{int sigemptyset(sigset\_t *set)} Inizializza un \textit{signal set} + vuoto. + + \funcdecl{int sigfillset(sigset\_t *set)} Inizializza un \textit{signal set} + pieno (con tutti i segnali). + + \funcdecl{int sigaddset(sigset\_t *set, int signum)} Aggiunge il segnale + \param{signum} al \textit{signal set} \param{set}. + + \funcdecl{int sigdelset(sigset\_t *set, int signum)} Toglie il segnale + \param{signum} dal \textit{signal set} \param{set}. + + \funcdecl{int sigismember(const sigset\_t *set, int signum)} Controlla se il + segnale \param{signum} è nel \textit{signal set} \param{set} + + \bodydesc{Le prime quattro funzioni ritornano 0 in caso di successo, mentre + \func{sigismember} ritorna 1 se \param{signum} è in \param{set} e 0 + altrimenti. In caso di errore tutte ritornano -1, con \var{errno} settata a + \macro{EINVAL} (il solo errore possibile è che \param{signum} non sia un + segnale valido).} +\end{functions} + +Dato che in generale non si può fare conto sulle caratteristiche di una +implementazione (non è detto che si disponga di un numero di bit sufficienti +per mettere tutti i segnali in un intero, o in \type{sigset\_t} possono essere +immagazzinate ulteriori informazioni) tutte le operazioni devono essere +comunque eseguite attraverso queste funzioni. + +In genere si usa un \textit{signal set} per specificare quali segnali si vuole +bloccare, o per riottenere dalle varie funzioni di gestione la maschera dei +segnali attivi. Essi possono essere definiti in due diverse maniere, +aggiungendo i segnali voluti ad un insieme vuoto ottenuto con +\func{sigemptyset} o togliendo quelli che non servono da un insieme completo +ottenuto con \func{sigfillset}. Infine \func{sigismember} permette di vericare +la presenza di uno specifico segnale in un \textit{signal set}. + \subsection{La funzione \func{sigaction}} \label{sec:sig_sigaction} - La funzione principale di questa nuova interfaccia è \func{sigaction}; il cui prototipo è: @@ -1694,6 +1755,15 @@ struct sigaction { +\subsection{La gestione del blocco dei segnali} +\label{sec:sig_sigmask} + +Una delle informazioni che ciascun processo porta con se è l'insieme +(anch'esso un signal set) dei segnali bloccati (la cosiddetta \textit{signal + mask}, mantenuta nel campo \var{blocked} di \var{task\_struct}); abbiamo +accennato in \secref{sec:proc_fork} che essa viene ereditata da un processo + + \subsection{Le funzioni \func{sigpending} e \func{sigsuspend}} \label{sec:sig_sigpending}