X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=signal.tex;h=1f0649db98fba4f9895f8a0af72ca997c2b57234;hp=58454408615332f9a7bc5d78e41a8c6de8f8e3f1;hb=042d89a299fa60bc6e08ddba02f36986cae1fd6c;hpb=b8cd0e2a11c5e2766b26fb3df5e6bf32f91ec30e diff --git a/signal.tex b/signal.tex index 5845440..1f0649d 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -1636,10 +1636,10 @@ superabili; in particolare non gestire gestire il blocco dei segnali o di verificare lo stato dei segnali pendenti. -Per questo motivo lo standard POSIX, insieme alla nuova semantica dei segnali -ha introdotto una interfaccia di gestione completamente nuova, che permette di -ottenete un controllo molto più dettagliato. In particolare lo standard ha -introdotto un nuovo tipo di dato \type{sigset\_t}, che permette di +Per questo motivo lo standard POSIX.1, insieme alla nuova semantica dei +segnali ha introdotto una interfaccia di gestione completamente nuova, che +permette di ottenete un controllo molto più dettagliato. In particolare lo +standard ha introdotto un nuovo tipo di dato \type{sigset\_t}, che permette di rappresentare un insieme di segnali (un \textit{signal set}, come viene usualmente chiamato), che è il tipo di dato che viene usato per gestire il blocco dei segnali. @@ -1651,7 +1651,7 @@ macchina\footnote{nel caso dei PC questo comporta un massimo di 32 segnali nessuna struttura più complicata.}, ciascun bit del quale è associato ad uno specifico segnale; in questo modo è di solito possibile implementare le operazioni direttamente con istruzioni elementari del processore; lo standard -POSIX definisce cinque funzioni per la manipolazione dei \textit{signal set}, +POSIX.1 definisce cinque funzioni per la manipolazione dei \textit{signal set}, \func{sigemptyset}, \func{sigfillset}, \func{sigaddset}, \func{sigdelset} e \func{sigismember}, i cui prototipi sono: \begin{functions} @@ -1697,7 +1697,7 @@ la presenza di uno specifico segnale in un \textit{signal set}. \subsection{La funzione \func{sigaction}} \label{sec:sig_sigaction} -La funzione principale dell'interfaccia standard POSIX per i segnali è +La funzione principale dell'interfaccia standard POSIX.1 per i segnali è \func{sigaction}, essa ha sostanzialemente le stesse funzioni di \func{signal}, permette cioè di specificare come un segnale può essere gestito da un processo. Il suo prototipo è: @@ -1717,14 +1717,14 @@ da un processo. Il suo prototipo \end{errlist}} \end{prototype} -La funzione serve ad installare una nuova azione per il segnale -\param{signum}; si parla di azione e non di manipolatore come nel caso di -\func{signal}, in quanto la funzione consente di specificare le varie -caratteristiche della risposta al segnale, non solo la funzione del -manipolatore. Lo standard POSIX raccomanda di usare sempre questa funzione al -posto di \func{signal} (che in genere viene definita tramite essa), in quanto -offre un controllo completo su tutti gli aspetti della gestione di un segnale, -sia pure al prezzo di una maggiore complessità d'uso. +La funzione serve ad installare una nuova \textsl{azione} per il segnale +\param{signum}; si parla di \textsl{azione} e non di \textsl{manipolatore} +come nel caso di \func{signal}, in quanto la funzione consente di specificare +le varie caratteristiche della risposta al segnale, non solo la funzione del +manipolatore. Per questo lo standard raccomanda di usare sempre questa +funzione al posto di \func{signal} (che in genere viene definita tramite +essa), in quanto offre un controllo completo su tutti gli aspetti della +gestione di un segnale, sia pure al prezzo di una maggiore complessità d'uso. Se il puntatore \param{act} non è nullo, la funzione installa la nuova azione da esso specificata, se \param{oldact} non è nullo il valore dell'azione @@ -1734,7 +1734,7 @@ che non consente di ottenere l'azione corrente senza installarne una nuova. Entrambi i puntatori fanno riferimento alla struttura \var{sigaction}, tramite la quale si specificano tutte le caratteristiche dell'azione associata ad un -segnale. Anch'essa è descritta dallo standard POSIX ed in Linux è definita +segnale. Anch'essa è descritta dallo standard POSIX.1 ed in Linux è definita secondo quanto riportato in \figref{fig:sig_sigaction}. Il campo \var{sa\_restorer}, non previsto dallo standard, è obsoleto e non deve essere più usato. @@ -1743,7 +1743,8 @@ pi \footnotesize \centering \begin{minipage}[c]{15cm} \begin{lstlisting}[labelstep=0]{}%,frame=,indent=1cm]{} -struct sigaction { +struct sigaction +{ void (*sa_handler)(int); void (*sa_sigaction)(int, siginfo_t *, void *); sigset_t sa_mask; @@ -1757,26 +1758,89 @@ struct sigaction { \label{fig:sig_sigaction} \end{figure} -Come riportato in \figref{fig:sig_sigaction} in Linux \func{sigaction} permette -di specificare il manipolatore in due forme diverse, indicate dai campi -\var{sa\_handler} e \var{sa\_sigaction}; esse devono essere usate in maniera -alternativa (in certe implementazioni questi vengono specificati come -\ctyp{union}); la prima è quella classica usata anche con \func{signal}, la -seconda permette invece di usare un manipolatore in grado di ricevere -informazioni più dettagliate dal sistema (ad esempio il tipo di errore in caso -di \macro{SIGFPE}). +Come si può notare da quanto riportato in \figref{fig:sig_sigaction} in Linux +\func{sigaction} permette di specificare il manipolatore in due forme diverse, +indicate dai campi \var{sa\_handler} e \var{sa\_sigaction}; esse devono essere +usate in maniera alternativa (in certe implementazioni questi vengono +specificati come \ctyp{union}): la prima è quella classica usata anche con +\func{signal}, la seconda permette invece di usare un manipolatore in grado di +ricevere informazioni più dettagliate dal sistema (ad esempio il tipo di +errore in caso di \macro{SIGFPE}), attraverso dei parametri aggiuntivi; per i +dettagli si consulti la man page di \func{sigaction}). + +Il campo \var{sa\_mask} serve ad indicare l'insieme dei segnali che devono +essere bloccati durante l'esecuzione del manipolatore, ad essi viene comunque +sempre aggiunto il segnale che ne ha causato la chiamata, a meno che non si +sia specificato con \var{sa\_flag} un comportamento diverso. + +Il valore di \var{sa\_flag} permette di specificare vari aspetti del +comportamento di \func{sigaction}, e della reazione del processo ai vari +segnali; i valori possibili ed il relativo significato sono riportati in +\tabref{tab:sig_sa_flag}. + +\begin{table}[htb] + \footnotesize + \centering + \begin{tabular}[c]{|l|p{8cm}|} + \hline + \textbf{Valore} & \textbf{Timer} \\ + \hline + \hline + \macro{SA\_NOCLDSTOP}& Se il segnale è \macro{SIGCHLD} allora non deve + essere notificato quando il processo figlio viene fermato da uno dei + segnali \macro{SIGSTOP}, \macro{SIGTSTP}, \macro{SIGTTIN} or + \macro{SIGTTOU}.\\ + \macro{SA\_ONESHOT} & Ristabilisce l'azione per il segnale al valore di + default una volta che il manipolatore è stato lanciato, riproduce cioè il + comportamento della semantica inaffidabile.\\ + \macro{SA\_RESETHAND}& Sinonimo di \macro{SA\_ONESHOT}. \\ + \macro{SA\_RESTART} & Riavvia automaticamente le \textit{slow system + call} quando vengono interrotte dal suddetto segnale; riproduce cioè il + comportamento standard di BSD.\\ + \macro{SA\_NOMASK} & Evita che il segnale corrente sia bloccato durante + l'esecuzione del manipolatore.\\ + \macro{SA\_NODEFER} & Sinonimo di \macro{SA\_NOMASK}.\\ + \macro{SA\_SIGINFO} & Deve essere specificato quando si vuole usare un + manipolatore in forma estesa usando \var{sa\_sigaction} al posto di + \var{sa\_handler}. \\ + \macro{SA\_ONSTACK} & Stabilisce l'uso di uno stack alternativo per + l'esecuzione del manipolatore (vedi \secref{sec:sig_altstack}).\\ + \hline + \end{tabular} + \caption{Valori del campo \var{sa\_flag} della struttura \var{sigaction}.} + \label{tab:sig_sa_flag} +\end{table} +Benché sia possibile usare nello stesso programma sia \func{sigaction} che +\func{signal} occorre comunque stare attenti, in quanto le due funzioni +possono interagire in maniera anomala. In generale infatti l'azione +specificata da \var{sigaction} contiene un maggior numero di informazioni +rispetto al semplice indirizzo del manipolatore restituito da \func{signal}. +Per questo motivo se si usa quest'ultima per installare un manipolatore +sostituendone uno precedentemente installato con \func{sigaction}, non sarà +possibile effettuare il ripristino dello stesso con il valore di ritorno. +Per questo motivo è sempre il caso di usare \func{sigaction}, che è in grado +di ripristinare correttamente un manipolatore precedente, anche se questo è +stato installato con \func{signal}. In generale poi non è il caso di usare il +valore di ritorno di \func{signal} come campo \var{sa\_handler}, o viceversa, +dato che in certi sistemi questi possono essere diversi. In generale dunque, a +meno che non si sia vincolati allo standard ISO C, è sempre il caso di evitare +l'uso di \func{signal} a favore di \func{sigaction}. \subsection{La gestione del blocco dei segnali} \label{sec:sig_sigmask} -Una delle informazioni che ciascun processo porta con se è l'insieme -(anch'esso un signal set) dei segnali bloccati (la cosiddetta \textit{signal - mask}, mantenuta nel campo \var{blocked} di \var{task\_struct}); abbiamo -accennato in \secref{sec:proc_fork} che essa viene ereditata da un processo +Una delle informazioni che ciascun processo porta con se è l'insieme dei +segnali bloccati (la cosiddetta \textit{signal mask}, anch'essa un signal set, +mantenuta nel campo \var{blocked} di \var{task\_struct}); abbiamo accennato in +\secref{sec:proc_fork} che essa viene ereditata alla creazione di un processo +figlio, e abbiamo visto come essa viene controllata dal campo \var{sa\_mask} +di \var{sigaction}. + + \subsection{Le funzioni \func{sigpending} e \func{sigsuspend}}