X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=signal.tex;h=1a632833b87d14dbdda2b84198542c22c379511d;hp=ef80f9532b5630d8bb1ddc553e42c95a06eb0ca3;hb=d8d6fec662a11ed3f7b6377651eead05a77dd187;hpb=4aa6c51696d2b11c572eccd37238db1691785573 diff --git a/signal.tex b/signal.tex index ef80f95..1a63283 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -282,12 +282,12 @@ di identificarli, e le funzioni che ne stampano la descrizione. Ciascun segnale è identificato rispetto al sistema da un numero, ma l'uso diretto di questo numero da parte dei programmi è da evitare, in quanto esso può variare a seconda dell'implementazione del sistema, e nel caso di Linux, -anche a seconda dell'architettura hardware. -Per questo motivo ad ogni segnale viene associato un nome, definendo con una -macro di preprocessore una costante uguale al suddetto numero. Sono questi -nomi, che sono standardizzati e sostanzialmente uniformi rispetto alle varie -implementazioni, che si devono usare nei programmi. Tutti i nomi e le funzioni -che concernono i segnali sono definiti nell'header di sistema \file{signal.h}. +anche a seconda dell'architettura hardware. Per questo motivo ad ogni segnale +viene associato un nome, definendo con una macro di preprocessore una costante +uguale al suddetto numero. Sono questi nomi, che sono standardizzati e +sostanzialmente uniformi rispetto alle varie implementazioni, che si devono +usare nei programmi. Tutti i nomi e le funzioni che concernono i segnali sono +definiti nell'header di sistema \headfile{signal.h}. Il numero totale di segnali presenti è dato dalla macro \const{NSIG}, e dato che i numeri dei segnali sono allocati progressivamente, essa corrisponde @@ -447,7 +447,7 @@ programma al momento della terminazione. Questi segnali sono: segnale può condurre ad un ciclo infinito. % Per questo segnale le cose sono complicate dal fatto che possono esserci -% molte diverse eccezioni che \texttt{SIGFPE} non distingue, mentre lo +% molte diverse eccezioni che \signal{SIGFPE} non distingue, mentre lo % standard IEEE per le operazioni in virgola mobile definisce varie eccezioni % aritmetiche e richiede che esse siano notificate. % TODO trovare altre info su SIGFPE e trattare la notifica delle eccezioni @@ -751,8 +751,8 @@ La seconda funzione, \funcd{psignal}, deriva da BSD ed è analoga alla funzione Una modalità alternativa per utilizzare le descrizioni restituite da \func{strsignal} e \func{psignal} è quello di usare la variabile -\var{sys\_siglist}, che è definita in \file{signal.h} e può essere acceduta -con la dichiarazione: +\var{sys\_siglist}, che è definita in \headfile{signal.h} e può essere +acceduta con la dichiarazione: \includecodesnip{listati/siglist.c} L'array \var{sys\_siglist} contiene i puntatori alle stringhe di descrizione, @@ -938,7 +938,7 @@ primi Unix in cui il gestore viene disinstallato alla sua chiamata, secondo la semantica inaffidabile; anche Linux seguiva questa convenzione con le vecchie librerie del C come le \acr{libc4} e le \acr{libc5}.\footnote{nelle \acr{libc5} esiste però la possibilità di includere \file{bsd/signal.h} al - posto di \file{signal.h}, nel qual caso la funzione \func{signal} viene + posto di \headfile{signal.h}, nel qual caso la funzione \func{signal} viene ridefinita per seguire la semantica affidabile usata da BSD.} Al contrario BSD segue la semantica affidabile, non disinstallando il gestore @@ -946,7 +946,7 @@ e bloccando il segnale durante l'esecuzione dello stesso. Con l'utilizzo delle \acr{glibc} dalla versione 2 anche Linux è passato a questo comportamento. Il comportamento della versione originale della funzione, il cui uso è deprecato per i motivi visti in sez.~\ref{sec:sig_semantics}, può essere ottenuto -chiamando \func{sysv\_signal}, una volta che si sia definita la macro +chiamando \funcm{sysv\_signal}, una volta che si sia definita la macro \macro{\_XOPEN\_SOURCE}. In generale, per evitare questi problemi, l'uso di \func{signal}, che tra l'altro ha un comportamento indefinito in caso di processo \itindex{thread} multi-\textit{thread}, è da evitare; tutti i nuovi @@ -1202,7 +1202,7 @@ L'uso di \func{setitimer} consente dunque un controllo completo di tutte le caratteristiche dei timer, ed in effetti la stessa \func{alarm}, benché definita direttamente nello standard POSIX.1, può a sua volta essere espressa in termini di \func{setitimer}, come evidenziato dal manuale delle \acr{glibc} -\cite{glibc} che ne riporta la definizione mostrata in +\cite{GlibcMan} che ne riporta la definizione mostrata in fig.~\ref{fig:sig_alarm_def}.\footnote{questo comporta anche che non è il caso di mescolare chiamate ad \func{abort} e a \func{setitimer}.} @@ -1897,7 +1897,7 @@ altre informazioni specifiche. messaggi POSIX (vedi sez.~\ref{sec:ipc_posix_mq}).\footnotemark\\ \const{SI\_ASYNCIO}& una operazione di I/O asincrono (vedi - sez.~\ref{sec:file_asyncronous_access}) è stata + sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io}) è stata completata.\\ \const{SI\_SIGIO} & segnale di \signal{SIGIO} da una coda (vedi sez.~\ref{sec:file_asyncronous_operation}).\\ @@ -2263,7 +2263,7 @@ lista riportata in fig.~\ref{fig:sig_safe_functions}. \func{getsockname}, \func{getsockopt}, \func{getuid}, \func{kill}, \func{link}, \func{listen}, \func{lseek}, \func{lstat}, \func{mkdir}, \func{mkfifo}, \func{open}, \func{pathconf}, \func{pause}, \func{pipe}, - \func{poll}, \func{posix\_trace\_event}, \func{pselect}, \func{raise}, + \func{poll}, \funcm{posix\_trace\_event}, \func{pselect}, \func{raise}, \func{read}, \func{readlink}, \func{recv}, \func{recvfrom}, \func{recvmsg}, \func{rename}, \func{rmdir}, \func{select}, \func{sem\_post}, \func{send}, \func{sendmsg}, \func{sendto}, @@ -2271,7 +2271,7 @@ lista riportata in fig.~\ref{fig:sig_safe_functions}. \func{setuid}, \func{shutdown}, \func{sigaction}, \func{sigaddset}, \func{sigdelset}, \func{sigemptyset}, \func{sigfillset}, \func{sigismember}, \func{signal}, \func{sigpause}, \func{sigpending}, - \func{sigprocmask}, \func{sigqueue}, \func{sigset}, \func{sigsuspend}, + \func{sigprocmask}, \func{sigqueue}, \funcm{sigset}, \func{sigsuspend}, \func{sleep}, \func{socket}, \func{socketpair}, \func{stat}, \func{symlink}, \func{sysconf}, \func{tcdrain}, \func{tcflow}, \func{tcflush}, \func{tcgetattr}, \func{tcgetgrp}, \func{tcsendbreak}, @@ -2441,7 +2441,7 @@ Questo è una \direct{union} di tipo \struct{sigval} (la sua definizione è in fig.~\ref{fig:sig_sigval}) in cui può essere memorizzato o un valore numerico, se usata nella forma \var{sival\_int}, o un indirizzo, se usata nella forma \var{sival\_ptr}. L'unione viene usata dai segnali \textit{real-time} e da -vari meccanismi di notifica\footnote{un campo di tipo \struct{sigval\_t} è +vari meccanismi di notifica\footnote{un campo di tipo \type{sigval\_t} è presente anche nella struttura \struct{sigevent} (definita in fig.~\ref{fig:struct_sigevent}) che viene usata dai meccanismi di notifica come quelli per i timer POSIX (vedi sez.~\ref{sec:sig_timer_adv}), l'I/O @@ -2708,16 +2708,16 @@ tab.~\ref{tab:sig_timer_clockid_types}. Per poter utilizzare queste funzionalità le \acr{glibc} richiedono che la macro \macro{\_POSIX\_C\_SOURCE} sia definita ad un valore maggiore o uguale di \texttt{199309L} (vedi sez.~\ref{sec:intro_gcc_glibc_std}), inoltre i -programmi che le usano devono essere collegati con la libreria delle estensioni -\textit{real-time} usando esplicitamente l'opzione \texttt{-lrt}. Si tenga -presente inoltre che la disponibilità di queste funzionalità avanzate può -essere controllato dalla definizione della macro \macro{\_POSIX\_TIMERS} ad un -valore maggiore di 0, e che le ulteriori macro +programmi che le usano devono essere collegati con la libreria delle +estensioni \textit{real-time} usando esplicitamente l'opzione +\texttt{-lrt}. Si tenga presente inoltre che la disponibilità di queste +funzionalità avanzate può essere controllato dalla definizione della macro +\macro{\_POSIX\_TIMERS} ad un valore maggiore di 0, e che le ulteriori macro \macro{\_POSIX\_MONOTONIC\_CLOCK}, \macro{\_POSIX\_CPUTIME} e \macro{\_POSIX\_THREAD\_CPUTIME} indicano la presenza dei rispettivi orologi di tipo \const{CLOCK\_MONOTONIC}, \const{CLOCK\_PROCESS\_CPUTIME\_ID} e \const{CLOCK\_PROCESS\_CPUTIME\_ID}.\footnote{tutte queste macro sono definite - in \texttt{unistd.h}, che pertanto deve essere incluso per poterle + in \headfile{unistd.h}, che pertanto deve essere incluso per poterle controllarle.} Infine se il kernel ha il supporto per gli \textit{high resolution timer} un elenco degli orologi e dei timer può essere ottenuto tramite il file \procfile{/proc/timer\_list}. @@ -2881,8 +2881,8 @@ l'orologio associato ad un \textit{thread} invece che a un processo, è } \end{functions} - % TODO, dal 2.6.39 aggiunta clock_adjtime +% TODO manca clock_nanosleep Con l'introduzione degli orologi ad alta risoluzione è divenuto possibile ottenere anche una gestione più avanzata degli allarmi; abbiamo già visto in @@ -2947,14 +2947,14 @@ meccanismo di notifica. \label{fig:struct_sigevent} \end{figure} -La struttura \struct{sigevent} (accessibile includendo \texttt{time.h}) è +La struttura \struct{sigevent} (accessibile includendo \headfile{time.h}) è riportata in fig.~\ref{fig:struct_sigevent};\footnote{la definizione effettiva dipende dall'implementazione, quella mostrata è la versione descritta nella - pagina di manuale di \func{timer\_create}.} il campo \var{sigev\_notify} è il -più importante essendo quello che indica le modalità della notifica, gli altri -dipendono dal valore che si è specificato per \var{sigev\_notify}, si sono -riportati in tab.~\ref{tab:sigevent_sigev_notify}. La scelta del meccanismo di -notifica viene fatta impostando uno dei valori di + pagina di manuale di \func{timer\_create}.} il campo \var{sigev\_notify} è +il più importante essendo quello che indica le modalità della notifica, gli +altri dipendono dal valore che si è specificato per \var{sigev\_notify}, si +sono riportati in tab.~\ref{tab:sigevent_sigev_notify}. La scelta del +meccanismo di notifica viene fatta impostando uno dei valori di tab.~\ref{tab:sigevent_sigev_notify} per \var{sigev\_notify}, e fornendo gli eventuali ulteriori argomenti necessari a secondo della scelta effettuata. Diventa così possibile indicare l'uso di un segnale o l'esecuzione @@ -3082,28 +3082,28 @@ con una precisione fino al nanosecondo tramite una struttura \struct{timespec} (la cui definizione è riportata fig.~\ref{fig:sys_timespec_struct}). Il campo \var{it\_value} indica la prima scadenza dell'allarme. Di default, quando il valore di \param{flags} è nullo, questo valore viene considerato come un -intervallo relativo al tempo corrente,\footnote{il primo allarme scatterà cioè - dopo il numero di secondi e nanosecondi indicati da questo campo.} se invece -si usa per \param{flags} il valore \const{TIMER\_ABSTIME},\footnote{al momento - questo è l'unico valore valido per \param{flags}.} \var{it\_value} viene -considerato come un valore assoluto rispetto al valore usato dall'orologio a -cui è associato il timer.\footnote{quindi a seconda dei casi lo si potrà - indicare o come un tempo assoluto, quando si opera rispetto all'orologio di - sistema (nel qual caso il valore deve essere in secondi e nanosecondi dalla - \textit{epoch}) o come numero di secondi o nanosecondi rispetto alla - partenza di un orologio di CPU, quando si opera su uno di questi.} Infine -un valore nullo di \var{it\_value}\footnote{per nullo si intende con valori - nulli per entrambi i i campi \var{tv\_sec} e \var{tv\_nsec}.} può essere -utilizzato, indipendentemente dal tipo di orologio utilizzato, per disarmare -l'allarme. +intervallo relativo al tempo corrente, il primo allarme scatterà cioè dopo il +numero di secondi e nanosecondi indicati da questo campo. Se invece si usa +per \param{flags} il valore \const{TIMER\_ABSTIME}, che al momento è l'unico +valore valido per \param{flags}, allora \var{it\_value} viene considerato come +un valore assoluto rispetto al valore usato dall'orologio a cui è associato il +timer.\footnote{quindi a seconda dei casi lo si potrà indicare o come un tempo + assoluto, quando si opera rispetto all'orologio di sistema (nel qual caso il + valore deve essere in secondi e nanosecondi dalla \textit{epoch}) o come + numero di secondi o nanosecondi rispetto alla partenza di un orologio di + CPU, quando si opera su uno di questi.} Infine un valore nullo di +\var{it\_value}, dover per nullo si intende con valori nulli per entrambi i +campi \var{tv\_sec} e \var{tv\_nsec}, può essere utilizzato, indipendentemente +dal tipo di orologio utilizzato, per disarmare l'allarme. Il campo \var{it\_interval} di \struct{itimerspec} viene invece utilizzato per -impostare un allarme periodico. Se il suo valore è nullo (se cioè sono nulli -tutti e due i valori di detta struttura \struct{timespec}) l'allarme scatterà -una sola volta secondo quando indicato con \var{it\_value}, altrimenti il -valore specificato verrà preso come l'estensione del periodo di ripetizione -della generazione dell'allarme, che proseguirà indefinitamente fintanto che -non si disarmi il timer. +impostare un allarme periodico. Se il suo valore è nullo, se cioè sono nulli +tutti e due i due campi \var{tv\_sec} e \var{tv\_nsec} di detta struttura +\struct{timespec}, l'allarme scatterà una sola volta secondo quando indicato +con \var{it\_value}, altrimenti il valore specificato nella struttura verrà +preso come l'estensione del periodo di ripetizione della generazione +dell'allarme, che proseguirà indefinitamente fintanto che non si disarmi il +timer. Se il timer era già stato armato la funzione sovrascrive la precedente impostazione, se invece si indica come prima scadenza un tempo già passato, @@ -3262,7 +3262,7 @@ procedura: \end{enumerate*} In genere il primo passo viene effettuato allocando un'opportuna area di -memoria con \code{malloc}; in \file{signal.h} sono definite due costanti, +memoria con \code{malloc}; in \headfile{signal.h} sono definite due costanti, \const{SIGSTKSZ} e \const{MINSIGSTKSZ}, che possono essere utilizzate per allocare una quantità di spazio opportuna, in modo da evitare overflow. La prima delle due è la dimensione canonica per uno \itindex{stack}