X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=signal.tex;h=1a632833b87d14dbdda2b84198542c22c379511d;hp=75bcbac34c317b9ca7961c492f460cc9fab58b02;hb=d8d6fec662a11ed3f7b6377651eead05a77dd187;hpb=b3593007c4edd76ecbf7386967c1b25d27eed828 diff --git a/signal.tex b/signal.tex index 75bcbac..1a63283 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -946,7 +946,7 @@ e bloccando il segnale durante l'esecuzione dello stesso. Con l'utilizzo delle \acr{glibc} dalla versione 2 anche Linux è passato a questo comportamento. Il comportamento della versione originale della funzione, il cui uso è deprecato per i motivi visti in sez.~\ref{sec:sig_semantics}, può essere ottenuto -chiamando \func{sysv\_signal}, una volta che si sia definita la macro +chiamando \funcm{sysv\_signal}, una volta che si sia definita la macro \macro{\_XOPEN\_SOURCE}. In generale, per evitare questi problemi, l'uso di \func{signal}, che tra l'altro ha un comportamento indefinito in caso di processo \itindex{thread} multi-\textit{thread}, è da evitare; tutti i nuovi @@ -1202,7 +1202,7 @@ L'uso di \func{setitimer} consente dunque un controllo completo di tutte le caratteristiche dei timer, ed in effetti la stessa \func{alarm}, benché definita direttamente nello standard POSIX.1, può a sua volta essere espressa in termini di \func{setitimer}, come evidenziato dal manuale delle \acr{glibc} -\cite{glibc} che ne riporta la definizione mostrata in +\cite{GlibcMan} che ne riporta la definizione mostrata in fig.~\ref{fig:sig_alarm_def}.\footnote{questo comporta anche che non è il caso di mescolare chiamate ad \func{abort} e a \func{setitimer}.} @@ -1897,7 +1897,7 @@ altre informazioni specifiche. messaggi POSIX (vedi sez.~\ref{sec:ipc_posix_mq}).\footnotemark\\ \const{SI\_ASYNCIO}& una operazione di I/O asincrono (vedi - sez.~\ref{sec:file_asyncronous_access}) è stata + sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io}) è stata completata.\\ \const{SI\_SIGIO} & segnale di \signal{SIGIO} da una coda (vedi sez.~\ref{sec:file_asyncronous_operation}).\\ @@ -2263,7 +2263,7 @@ lista riportata in fig.~\ref{fig:sig_safe_functions}. \func{getsockname}, \func{getsockopt}, \func{getuid}, \func{kill}, \func{link}, \func{listen}, \func{lseek}, \func{lstat}, \func{mkdir}, \func{mkfifo}, \func{open}, \func{pathconf}, \func{pause}, \func{pipe}, - \func{poll}, \func{posix\_trace\_event}, \func{pselect}, \func{raise}, + \func{poll}, \funcm{posix\_trace\_event}, \func{pselect}, \func{raise}, \func{read}, \func{readlink}, \func{recv}, \func{recvfrom}, \func{recvmsg}, \func{rename}, \func{rmdir}, \func{select}, \func{sem\_post}, \func{send}, \func{sendmsg}, \func{sendto}, @@ -2271,7 +2271,7 @@ lista riportata in fig.~\ref{fig:sig_safe_functions}. \func{setuid}, \func{shutdown}, \func{sigaction}, \func{sigaddset}, \func{sigdelset}, \func{sigemptyset}, \func{sigfillset}, \func{sigismember}, \func{signal}, \func{sigpause}, \func{sigpending}, - \func{sigprocmask}, \func{sigqueue}, \func{sigset}, \func{sigsuspend}, + \func{sigprocmask}, \func{sigqueue}, \funcm{sigset}, \func{sigsuspend}, \func{sleep}, \func{socket}, \func{socketpair}, \func{stat}, \func{symlink}, \func{sysconf}, \func{tcdrain}, \func{tcflow}, \func{tcflush}, \func{tcgetattr}, \func{tcgetgrp}, \func{tcsendbreak}, @@ -2441,7 +2441,7 @@ Questo è una \direct{union} di tipo \struct{sigval} (la sua definizione è in fig.~\ref{fig:sig_sigval}) in cui può essere memorizzato o un valore numerico, se usata nella forma \var{sival\_int}, o un indirizzo, se usata nella forma \var{sival\_ptr}. L'unione viene usata dai segnali \textit{real-time} e da -vari meccanismi di notifica\footnote{un campo di tipo \struct{sigval\_t} è +vari meccanismi di notifica\footnote{un campo di tipo \type{sigval\_t} è presente anche nella struttura \struct{sigevent} (definita in fig.~\ref{fig:struct_sigevent}) che viene usata dai meccanismi di notifica come quelli per i timer POSIX (vedi sez.~\ref{sec:sig_timer_adv}), l'I/O @@ -3082,28 +3082,28 @@ con una precisione fino al nanosecondo tramite una struttura \struct{timespec} (la cui definizione è riportata fig.~\ref{fig:sys_timespec_struct}). Il campo \var{it\_value} indica la prima scadenza dell'allarme. Di default, quando il valore di \param{flags} è nullo, questo valore viene considerato come un -intervallo relativo al tempo corrente,\footnote{il primo allarme scatterà cioè - dopo il numero di secondi e nanosecondi indicati da questo campo.} se invece -si usa per \param{flags} il valore \const{TIMER\_ABSTIME},\footnote{al momento - questo è l'unico valore valido per \param{flags}.} \var{it\_value} viene -considerato come un valore assoluto rispetto al valore usato dall'orologio a -cui è associato il timer.\footnote{quindi a seconda dei casi lo si potrà - indicare o come un tempo assoluto, quando si opera rispetto all'orologio di - sistema (nel qual caso il valore deve essere in secondi e nanosecondi dalla - \textit{epoch}) o come numero di secondi o nanosecondi rispetto alla - partenza di un orologio di CPU, quando si opera su uno di questi.} Infine -un valore nullo di \var{it\_value}\footnote{per nullo si intende con valori - nulli per entrambi i i campi \var{tv\_sec} e \var{tv\_nsec}.} può essere -utilizzato, indipendentemente dal tipo di orologio utilizzato, per disarmare -l'allarme. +intervallo relativo al tempo corrente, il primo allarme scatterà cioè dopo il +numero di secondi e nanosecondi indicati da questo campo. Se invece si usa +per \param{flags} il valore \const{TIMER\_ABSTIME}, che al momento è l'unico +valore valido per \param{flags}, allora \var{it\_value} viene considerato come +un valore assoluto rispetto al valore usato dall'orologio a cui è associato il +timer.\footnote{quindi a seconda dei casi lo si potrà indicare o come un tempo + assoluto, quando si opera rispetto all'orologio di sistema (nel qual caso il + valore deve essere in secondi e nanosecondi dalla \textit{epoch}) o come + numero di secondi o nanosecondi rispetto alla partenza di un orologio di + CPU, quando si opera su uno di questi.} Infine un valore nullo di +\var{it\_value}, dover per nullo si intende con valori nulli per entrambi i +campi \var{tv\_sec} e \var{tv\_nsec}, può essere utilizzato, indipendentemente +dal tipo di orologio utilizzato, per disarmare l'allarme. Il campo \var{it\_interval} di \struct{itimerspec} viene invece utilizzato per -impostare un allarme periodico. Se il suo valore è nullo (se cioè sono nulli -tutti e due i valori di detta struttura \struct{timespec}) l'allarme scatterà -una sola volta secondo quando indicato con \var{it\_value}, altrimenti il -valore specificato verrà preso come l'estensione del periodo di ripetizione -della generazione dell'allarme, che proseguirà indefinitamente fintanto che -non si disarmi il timer. +impostare un allarme periodico. Se il suo valore è nullo, se cioè sono nulli +tutti e due i due campi \var{tv\_sec} e \var{tv\_nsec} di detta struttura +\struct{timespec}, l'allarme scatterà una sola volta secondo quando indicato +con \var{it\_value}, altrimenti il valore specificato nella struttura verrà +preso come l'estensione del periodo di ripetizione della generazione +dell'allarme, che proseguirà indefinitamente fintanto che non si disarmi il +timer. Se il timer era già stato armato la funzione sovrascrive la precedente impostazione, se invece si indica come prima scadenza un tempo già passato,