X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=session.tex;h=a4dad38f30623bb9a69677cd711474c9080376b3;hp=f0827b0202393b650f5e677b4b0cc1cd77648ae0;hb=dcf2c2df897955ff3503a7c426025457ab456fd7;hpb=e5ebac74268b5bca1c6d546f4776711026da740f diff --git a/session.tex b/session.tex index f0827b0..a4dad38 100644 --- a/session.tex +++ b/session.tex @@ -1,6 +1,6 @@ %% session.tex %% -%% Copyright (C) 2000-2011 Simone Piccardi. Permission is granted to +%% Copyright (C) 2000-2012 Simone Piccardi. Permission is granted to %% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free %% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the %% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Un preambolo", @@ -143,12 +143,12 @@ processi vengono raggruppati in \textit{process group} e \textsl{sessioni}; per far questo vengono utilizzati due ulteriori identificatori (oltre quelli visti in sez.~\ref{sec:proc_pid}) che il kernel associa a ciascun processo:\footnote{in Linux questi identificatori sono mantenuti nei campi - \var{pgrp} e \var{session} della struttura \struct{task\_struct} definita in - \file{sched.h}.} l'identificatore del \textit{process group} e -l'identificatore della \textsl{sessione}, che vengono indicati rispettivamente -con le sigle \acr{pgid} e \acr{sid}, e sono mantenuti in variabili di tipo -\type{pid\_t}. I valori di questi identificatori possono essere visualizzati -dal comando \cmd{ps} usando l'opzione \cmd{-j}. + \var{pgrp} e \var{session} della struttura \kstruct{task\_struct} definita + in \file{include/linux/sched.h}.} l'identificatore del \textit{process + group} e l'identificatore della \textsl{sessione}, che vengono indicati +rispettivamente con le sigle \acr{pgid} e \acr{sid}, e sono mantenuti in +variabili di tipo \type{pid\_t}. I valori di questi identificatori possono +essere visualizzati dal comando \cmd{ps} usando l'opzione \cmd{-j}. Un \textit{process group} è pertanto definito da tutti i processi che hanno lo stesso \acr{pgid}; è possibile leggere il valore di questo identificatore con @@ -170,7 +170,7 @@ i cui prototipi sono: esiste.} \end{functions} -La funzione \func{getpgid} permette di specificare il \acr{pid} del processo +La funzione \func{getpgid} permette di specificare il \ids{PID} del processo di cui si vuole sapere il \acr{pgid}; un valore nullo per \param{pid} restituisce il \acr{pgid} del processo corrente; \func{getpgrp} è di norma equivalente a \code{getpgid(0)}. @@ -207,7 +207,7 @@ processi dall'uno all'altro, ma sempre all'interno di una stessa sessione. Ciascun raggruppamento di processi ha sempre un processo principale, il cosiddetto \itindex{process~group~leader} \textit{process group leader}, che è -identificato dall'avere un \acr{pgid} uguale al suo \acr{pid}, in genere +identificato dall'avere un \acr{pgid} uguale al suo \ids{PID}, in genere questo è il primo processo del raggruppamento, che si incarica di lanciare tutti gli altri. Un nuovo raggruppamento si crea con la funzione \funcd{setpgrp},\footnote{questa è la definizione di POSIX.1, BSD definisce @@ -216,13 +216,13 @@ tutti gli altri. Un nuovo raggruppamento si crea con la funzione richiedere esplicitamente la compatibilità all'indietro con BSD, definendo la macro \macro{\_BSD\_SOURCE}.} il cui prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{int setpgrp(void)} - Modifica il \acr{pgid} al valore del \acr{pid} del processo corrente. + Modifica il \acr{pgid} al valore del \ids{PID} del processo corrente. \bodydesc{La funzione restituisce il valore del nuovo \textit{process group}.} \end{prototype} -La funzione, assegnando al \acr{pgid} il valore del \acr{pid} processo +La funzione, assegnando al \acr{pgid} il valore del \ids{PID} processo corrente, rende questo \itindex{process~group~leader} \textit{group leader} di un nuovo raggruppamento, tutti i successivi processi da esso creati apparterranno (a meno di non cambiare di nuovo il \acr{pgid}) al nuovo @@ -251,7 +251,7 @@ ancora eseguito una \func{exec}.\footnote{questa caratteristica è implementata dal kernel che mantiene allo scopo un altro campo, \var{did\_exec}, in \struct{task\_struct}.} Specificando un valore nullo per \param{pid} si indica il processo corrente, mentre specificando un valore nullo per -\param{pgid} si imposta il \textit{process group} al valore del \acr{pid} del +\param{pgid} si imposta il \textit{process group} al valore del \ids{PID} del processo selezionato; pertanto \func{setpgrp} è equivalente a \code{setpgid(0, 0)}. @@ -275,15 +275,15 @@ sessione ad un processo è quello di crearne una nuova con l'uso di \bodydesc{La funzione ritorna il valore del nuovo \acr{sid}, e -1 in caso di errore, il solo errore possibile è \errval{EPERM}, che si ha quando il - \acr{pgid} e \acr{pid} del processo coincidono.} + \acr{pgid} e \ids{PID} del processo coincidono.} \end{prototype} La funzione imposta il \acr{pgid} ed il \acr{sid} del processo corrente al -valore del suo \acr{pid}, creando così una nuova sessione ed un nuovo +valore del suo \ids{PID}, creando così una nuova sessione ed un nuovo \textit{process group} di cui esso diventa leader (come per i \textit{process group} un processo si dice leader di sessione\footnote{in Linux la proprietà è mantenuta in maniera indipendente con un apposito campo \var{leader} in - \struct{task\_struct}.} se il suo \acr{sid} è uguale al suo \acr{pid}) ed + \struct{task\_struct}.} se il suo \acr{sid} è uguale al suo \ids{PID}) ed unico componente. Inoltre la funzione distacca il processo da ogni terminale di controllo (torneremo sull'argomento in sez.~\ref{sec:sess_ctrl_term}) cui fosse in precedenza associato. @@ -292,13 +292,13 @@ La funzione ha successo soltanto se il processo non è già \itindex{process~group~leader} leader di un \textit{process group}, per cui per usarla di norma si esegue una \func{fork} e si esce, per poi chiamare \func{setsid} nel processo figlio, in modo che, avendo questo lo stesso -\acr{pgid} del padre ma un \acr{pid} diverso, non ci siano possibilità di +\acr{pgid} del padre ma un \ids{PID} diverso, non ci siano possibilità di errore.\footnote{potrebbe sorgere il dubbio che, per il riutilizzo dei valori - dei \acr{pid} fatto nella creazione dei nuovi processi (vedi + dei \ids{PID} fatto nella creazione dei nuovi processi (vedi sez.~\ref{sec:proc_pid}), il figlio venga ad assumere un valore corrispondente ad un \textit{process group} esistente; questo viene evitato - dal kernel che considera come disponibili per un nuovo \acr{pid} solo valori - che non corrispondono ad altri \acr{pid}, \acr{pgid} o \acr{sid} in uso nel + dal kernel che considera come disponibili per un nuovo \ids{PID} solo valori + che non corrispondono ad altri \ids{PID}, \acr{pgid} o \acr{sid} in uso nel sistema.} Questa funzione viene usata di solito nel processo di login (per i dettagli vedi sez.~\ref{sec:sess_login}) per raggruppare in una sessione tutti i comandi eseguiti da un utente dalla sua shell. @@ -377,7 +377,7 @@ Come accennato in sez.~\ref{sec:sess_job_control_overview}, tutti i processi (e relativi raggruppamenti) che non fanno parte del gruppo di \textit{foreground} sono detti in \textit{background}; se uno si essi cerca di accedere al terminale di controllo provocherà l'invio da parte del kernel di -uno dei due segnali \const{SIGTTIN} o \const{SIGTTOU} (a seconda che l'accesso +uno dei due segnali \signal{SIGTTIN} o \signal{SIGTTOU} (a seconda che l'accesso sia stato in lettura o scrittura) a tutto il suo \itindex{process~group} \textit{process group}; dato che il comportamento di default di questi segnali (si riveda quanto esposto in sez.~\ref{sec:sig_job_control}) è di fermare il @@ -420,8 +420,8 @@ decifrare, ma deve poi leggere la password dal terminale. Un'altra caratteristica del terminale di controllo usata nel job control è che utilizzando su di esso le combinazioni di tasti speciali (\texttt{C-z}, \texttt{C-c}, \texttt{C-y} e \texttt{C-|}) si farà sì che il kernel invii i -corrispondenti segnali (rispettivamente \const{SIGTSTP}, \const{SIGINT}, -\const{SIGQUIT} e \const{SIGTERM}, trattati in sez.~\ref{sec:sig_job_control}) +corrispondenti segnali (rispettivamente \signal{SIGTSTP}, \signal{SIGINT}, +\signal{SIGQUIT} e \signal{SIGTERM}, trattati in sez.~\ref{sec:sig_job_control}) a tutti i processi del raggruppamento di \textit{foreground}; in questo modo la shell può gestire il blocco e l'interruzione dei vari comandi. @@ -429,14 +429,14 @@ la shell può gestire il blocco e l'interruzione dei vari comandi. Per completare la trattazione delle caratteristiche del job control legate al terminale di controllo, occorre prendere in considerazione i vari casi legati alla terminazione anomala dei processi, che sono di norma gestite attraverso -il segnale \const{SIGHUP}. Il nome del segnale deriva da \textit{hungup}, +il segnale \signal{SIGHUP}. Il nome del segnale deriva da \textit{hungup}, termine che viene usato per indicare la condizione in cui il terminale diventa inutilizzabile, (letteralmente sarebbe \textsl{impiccagione}). Quando si verifica questa condizione, ad esempio se si interrompe la linea, o va giù la rete o più semplicemente si chiude forzatamente la finestra di terminale su cui si stava lavorando, il kernel provvederà ad inviare il -segnale di \const{SIGHUP} al processo di controllo. L'azione preimpostata in +segnale di \signal{SIGHUP} al processo di controllo. L'azione preimpostata in questo caso è la terminazione del processo, il problema che si pone è cosa accade agli altri processi nella sessione, che non han più un processo di controllo che possa gestire l'accesso al terminale, che potrebbe essere @@ -445,7 +445,7 @@ riutilizzato per qualche altra sessione. Lo standard POSIX.1 prevede che quando il processo di controllo termina, che ciò avvenga o meno per un \textit{hungup} del terminale (ad esempio si potrebbe terminare direttamente la shell con \cmd{kill}) venga inviato un -segnale di \const{SIGHUP} ai processi del raggruppamento di foreground. In +segnale di \signal{SIGHUP} ai processi del raggruppamento di foreground. In questo modo essi potranno essere avvisati che non esiste più un processo in grado di gestire il terminale (di norma tutto ciò comporta la terminazione anche di questi ultimi). @@ -464,7 +464,7 @@ cui processi hanno come padri esclusivamente o altri processi nel raggruppamento, o processi fuori della sessione. Lo standard prevede inoltre che se la terminazione di un processo fa sì che un raggruppamento di processi diventi orfano e se i suoi membri sono bloccati, ad essi vengano inviati in -sequenza i segnali di \const{SIGHUP} e \const{SIGCONT}. +sequenza i segnali di \signal{SIGHUP} e \signal{SIGCONT}. La definizione può sembrare complicata, e a prima vista non è chiaro cosa tutto ciò abbia a che fare con il problema della terminazione del processo di @@ -490,8 +490,8 @@ sez.~\ref{sec:proc_termination}, tutti i suoi figli vengono adottati da group creati direttamente dal leader di sessione (a meno di non aver spostato con \func{setpgid} un processo da un gruppo ad un altro, cosa che di norma non viene fatta) i quali riceveranno, nel caso siano bloccati, i due segnali; -\const{SIGCONT} ne farà proseguire l'esecuzione, ed essendo stato nel -frattempo inviato anche \const{SIGHUP}, se non c'è un gestore per +\signal{SIGCONT} ne farà proseguire l'esecuzione, ed essendo stato nel +frattempo inviato anche \signal{SIGHUP}, se non c'è un gestore per quest'ultimo, i processi bloccati verranno automaticamente terminati. @@ -534,9 +534,8 @@ comunque viene sempre fatto è di eseguire almeno una istanza di un programma che permetta l'accesso ad un terminale. Uno schema di massima della procedura è riportato in fig.~\ref{fig:sess_term_login}. -\begin{figure}[htb] - \centering - \includegraphics[width=15cm]{img/tty_login} +\begin{figure}[!htb] + \centering \includegraphics[width=13cm]{img/tty_login} \caption{Schema della procedura di login su un terminale.} \label{fig:sess_term_login} \end{figure} @@ -571,10 +570,10 @@ inoltre effettuerà, qualora servano, ulteriori impostazioni.\footnote{ad poi porsi in attesa dell'immissione del nome di un utente. Una volta che si sia immesso il nome di login \cmd{getty} esegue direttamente -il programma \cmd{login} con una \func{exevle}, passando come argomento la +il programma \cmd{login} con una \func{execle}, passando come argomento la stringa con il nome, ed un ambiente opportunamente costruito che contenga quanto necessario; ad esempio di solito viene opportunamente inizializzata la -variabile di ambiente \texttt{TERM} per identificare il terminale su cui si +variabile di ambiente \envvar{TERM} per identificare il terminale su cui si sta operando, a beneficio dei programmi che verranno lanciati in seguito. A sua volta \cmd{login}, che mantiene i privilegi di amministratore, usa il @@ -590,21 +589,21 @@ certo numero di volte dopo di che \cmd{login} esce ed \cmd{init} provvede a rilanciare un'altra istanza di \cmd{getty}. Se invece la password corrisponde \cmd{login} esegue \func{chdir} per -impostare come directory di lavoro la \textit{home directory} dell'utente, -cambia i diritti di accesso al terminale (con \func{chown} e \func{chmod}) per -assegnarne la titolarità all'utente ed al suo gruppo principale, assegnandogli -al contempo i diritti di lettura e scrittura.\footnote{oggi queste operazioni, - insieme ad altre relative alla contabilità ed alla tracciatura degli - accessi, vengono gestite dalle distribuzioni più recenti in una maniera - generica appoggiandosi a servizi di sistema come \textit{ConsoleKit}, ma il - concetto generale resta sostanzialmente lo stesso.} Inoltre il programma -provvede a costruire gli opportuni valori per le variabili di ambiente, come -\texttt{HOME}, \texttt{SHELL}, ecc. Infine attraverso l'uso di \func{setuid}, -\func{setgid} e \func{initgroups} verrà cambiata l'identità del proprietario -del processo, infatti, come spiegato in sez.~\ref{sec:proc_setuid}, avendo -invocato tali funzioni con i privilegi di amministratore, tutti gli user-ID ed -i group-ID (reali, effettivi e salvati) saranno impostati a quelli -dell'utente. +impostare come \index{directory~di~lavoro} directory di lavoro la \textit{home + directory} dell'utente, cambia i diritti di accesso al terminale (con +\func{chown} e \func{chmod}) per assegnarne la titolarità all'utente ed al suo +gruppo principale, assegnandogli al contempo i diritti di lettura e +scrittura.\footnote{oggi queste operazioni, insieme ad altre relative alla + contabilità ed alla tracciatura degli accessi, vengono gestite dalle + distribuzioni più recenti in una maniera generica appoggiandosi a servizi di + sistema come \textit{ConsoleKit}, ma il concetto generale resta + sostanzialmente lo stesso.} Inoltre il programma provvede a costruire gli +opportuni valori per le variabili di ambiente, come \envvar{HOME}, +\envvar{SHELL}, ecc. Infine attraverso l'uso di \func{setuid}, \func{setgid} +e \func{initgroups} verrà cambiata l'identità del proprietario del processo, +infatti, come spiegato in sez.~\ref{sec:proc_setuid}, avendo invocato tali +funzioni con i privilegi di amministratore, tutti gli \ids{UID} ed i \ids{GID} +(reali, effettivi e salvati) saranno impostati a quelli dell'utente. A questo punto \cmd{login} provvederà (fatte salve eventuali altre azioni iniziali, come la stampa di messaggi di benvenuto o il controllo della posta) @@ -615,7 +614,7 @@ controllo per il terminale, a gestire l'esecuzione dei comandi come illustrato in sez.~\ref{sec:sess_job_control_overview}. Dato che il processo padre resta sempre \cmd{init} quest'ultimo potrà -provvedere, ricevendo un \const{SIGCHLD} all'uscita della shell quando la +provvedere, ricevendo un \signal{SIGCHLD} all'uscita della shell quando la sessione di lavoro è terminata, a rilanciare \cmd{getty} sul terminale per ripetere da capo tutto il procedimento. @@ -661,7 +660,7 @@ occorrerà predisporlo in modo che esso compia le seguenti azioni: \item Eseguire una \func{fork} e terminare immediatamente il processo padre proseguendo l'esecuzione nel figlio. In questo modo si ha la certezza che il figlio non è un \itindex{process~group~leader} \textit{process group - leader}, (avrà il \acr{pgid} del padre, ma un \acr{pid} diverso) e si può + leader}, (avrà il \acr{pgid} del padre, ma un \ids{PID} diverso) e si può chiamare \func{setsid} con successo. Inoltre la shell considererà terminato il comando all'uscita del padre. \item Eseguire \func{setsid} per creare una nuova sessione ed un nuovo @@ -673,11 +672,11 @@ occorrerà predisporlo in modo che esso compia le seguenti azioni: eseguendo una ulteriore \func{fork} uscendo nel padre e proseguendo nel figlio. In questo caso, non essendo più quest'ultimo un leader di sessione non potrà ottenere automaticamente un terminale di controllo. -\item Eseguire una \func{chdir} per impostare la directory di lavoro del - processo (su \file{/} o su una directory che contenga dei file necessari per - il programma), per evitare che la directory da cui si è lanciato il processo - resti in uso e non sia possibile rimuoverla o smontare il filesystem che la - contiene. +\item Eseguire una \func{chdir} per impostare la \index{directory~di~lavoro} + directory di lavoro del processo (su \file{/} o su una directory che + contenga dei file necessari per il programma), per evitare che la directory + da cui si è lanciato il processo resti in uso e non sia possibile rimuoverla + o smontare il filesystem che la contiene. \item Impostare la \itindex{umask} maschera dei permessi (di solito con \code{umask(0)}) in modo da non essere dipendenti dal valore ereditato da chi ha lanciato originariamente il processo. @@ -704,9 +703,10 @@ La funzione esegue una \func{fork}, per uscire subito, con \func{\_exit}, nel padre, mentre l'esecuzione prosegue nel figlio che esegue subito una \func{setsid}. In questo modo si compiono automaticamente i passi 1 e 2 della precedente lista. Se \param{nochdir} è nullo la funzione imposta anche la -directory di lavoro su \file{/}, se \param{noclose} è nullo i file standard -vengono rediretti su \file{/dev/null} (corrispondenti ai passi 4 e 6); in caso -di valori non nulli non viene eseguita nessuna altra azione. +\index{directory~di~lavoro} directory di lavoro su \file{/}, +se \param{noclose} è nullo i file standard vengono rediretti su +\file{/dev/null} (corrispondenti ai passi 4 e 6); in caso di valori non nulli +non viene eseguita nessuna altra azione. Dato che un programma demone non può più accedere al terminale, si pone il problema di come fare per la notifica di eventuali errori, non potendosi più @@ -853,7 +853,7 @@ tab.~\ref{tab:sess_openlog_option}. sistema del \textit{syslog}.\\ \const{LOG\_PERROR} & Stampa anche su \file{stderr} (non previsto in POSIX.1-2001).\\ -\const{LOG\_PID} & Inserisce nei messaggi il \acr{pid} del processo +\const{LOG\_PID} & Inserisce nei messaggi il \ids{PID} del processo chiamante.\\ \hline \end{tabular} @@ -923,7 +923,7 @@ Una funzione sostanzialmente identica a \func{syslog}, la cui sola differenza è prendere invece di una lista esplicita di argomenti un unico argomento finale nella forma di una lista di argomenti passato come \macro{va\_list}, utile qualora si ottengano questi nella invocazione di una funzione -\index{variadic} \textit{variadic} (si rammenti quanto visto in +\index{funzioni!variadic} \textit{variadic} (si rammenti quanto visto in sez.~\ref{sec:proc_variadic}), è \funcd{vsyslog},\footnote{la funzione è originaria di BSD e per utilizzarla deve essere definito \macro{\_BSD\_SOURCE}.} il suo prototipo è: @@ -958,10 +958,10 @@ valore nullo per \param{mask} la maschera corrente non viene modificata; in questo modo si può leggere il valore della maschera corrente. Indicando un valore non nullo per \param{mask} la registrazione dei messaggi viene disabilitata per tutte quelle priorità che non rientrano nella maschera. In -genere il valore viene impostato usando la macro \macro{LOG\_MASK(p)} dove -\code{p} è una delle costanti di tab.~\ref{tab:sess_syslog_priority}. É -inoltre disponibile anche la macro \macro{LOG\_UPTO(p)} che permette di -specificare automaticamente tutte le priorità fino a quella indicata da +genere il valore viene impostato usando la macro \macro{LOG\_MASK}\texttt{(p)} +dove \code{p} è una delle costanti di tab.~\ref{tab:sess_syslog_priority}. É +inoltre disponibile anche la macro \macro{LOG\_UPTO}\texttt{(p)} che permette +di specificare automaticamente tutte le priorità fino a quella indicata da \code{p}. Una volta che si sia certi che non si intende registrare più nessun messaggio @@ -980,7 +980,7 @@ tab.~\ref{tab:sess_syslog_facility}, uno dei possibili utenti del servizio del \textit{syslog} è anche il kernel, che a sua volta può avere necessità di inviare messaggi verso l'\textit{user space}. I messaggi del kernel sono mantenuti in un apposito buffer circolare e generati all'interno del kernel -tramite la funzione \func{printk}, analoga alla \func{printf} usata in +tramite la funzione \texttt{printk}, analoga alla \func{printf} usata in \textit{user space}.\footnote{una trattazione eccellente dell'argomento si trova nel quarto capitolo di \cite{LinDevDri}.} @@ -994,23 +994,23 @@ sono riportati in fig.~\ref{fig:printk_priority} \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} + \begin{minipage}[c]{\textwidth} \includestruct{listati/printk_prio.c} \end{minipage} \normalsize \caption{Definizione delle stringhe coi relativi valori numerici che indicano le priorità dei messaggi del kernel (ripresa da - \texttt{linux/kernel.h}).} + \file{include/linux/kernel.h}).} \label{fig:printk_priority} \end{figure} -Dato che i messaggi generati da \func{printk} hanno un loro specifico formato -tradizionalmente si usava un demone ausiliario, \cmd{klogd}, per leggerli, -rimappare le priorità sui valori di tab.~\ref{tab:sess_syslog_priority} e -inviarli al sistema del \textit{syslog} nella facility \const{LOG\_KERN}. -Oggi i nuovi demoni più avanzati che realizzano il servizio (come -\texttt{rsyslog} o \texttt{syslog-ng}) sono in grado di fare tutto questo da -soli. +Dato che i messaggi generati da \texttt{printk} hanno un loro specifico +formato tradizionalmente si usava un demone ausiliario, \cmd{klogd}, per +leggerli, rimappare le priorità sui valori di +tab.~\ref{tab:sess_syslog_priority} e inviarli al sistema del \textit{syslog} +nella facility \const{LOG\_KERN}. Oggi i nuovi demoni più avanzati che +realizzano il servizio (come \texttt{rsyslog} o \texttt{syslog-ng}) sono in +grado di fare tutto questo da soli. Ma i messaggi del kernel non sono necessariamente connessi al sistema del \textit{syslog}; ad esempio possono anche essere letti direttamente dal buffer @@ -1022,23 +1022,26 @@ sistema,\footnote{quello che viene indicato con il parametro di avvio vederli anche in caso di blocco totale del sistema (nell'assunzione che la console sia collegata). -In particolare la stampa dei messaggi sulla console è controllata con -\procfile{/proc/sys/kernel/printk} (o dall'equivalente parametro di -\func{sysctl}) che prevede quattro valori numerici interi: il primo indica la -priorità di base oltre la quale vengono stampati i messaggi sulla console, il -secondo la priorità di default assegnata ai messaggi che non ne hanno -impostata una, il terzo il valore minimo che si può assegnare al primo -valore,\footnote{quello che può essere usato con una delle operazioni di +In particolare la stampa dei messaggi sulla console è controllata dal +contenuto del file \sysctlfile{kernel/printk} (o con l'equivalente +parametro di \func{sysctl}) che prevede quattro valori numerici interi: il +primo (\textit{console\_loglevel}) indica la priorità corrente oltre la quale +vengono stampati i messaggi sulla console, il secondo +(\textit{default\_message\_loglevel}) la priorità di default assegnata ai +messaggi che non ne hanno impostata una, il terzo +(\textit{minimum\_console\_level}) il valore minimo che si può assegnare al +primo valore,\footnote{quello che può essere usato con una delle operazioni di gestione che vedremo a breve per ``\textsl{silenziare}'' il kernel. } ed il -quarto come valore di default.\footnote{anch'esso viene usato nelle operazioni - di controllo per tornare ad un valore predefinito.} +quarto (\textit{default\_console\_loglevel}) il valore di +default.\footnote{anch'esso viene usato nelle operazioni di controllo per + tornare ad un valore predefinito.} Per la lettura dei messaggi del kernel e la gestione del relativo buffer circolare esiste una apposita \textit{system call} chiamata anch'essa \texttt{syslog}, ma dato il conflitto di nomi questa viene rimappata su un'altra funzione di libreria, in particolare nelle \acr{glibc} essa viene invocata tramite la funzione \funcd{klogctl},\footnote{nelle \acr{libc4} e - nelle \acr{libc5} la funzione invece era \func{SYS\_klog}.} il cui prototipo + nelle \acr{libc5} la funzione invece era \code{SYS\_klog}.} il cui prototipo è: \begin{prototype}{sys/klog.h}{int klogctl(int op, char *buffer, int len)} @@ -1048,10 +1051,13 @@ Gestisce i messaggi di log del kernel. nullo dipendente dall'operazione scelta e $-1$ in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori: \begin{errlist} - \item[\errcode{EINVAL}] l'argomento \param{op} non ha un valore valido. + \item[\errcode{EINVAL}] l'argomento \param{op} non ha un valore valido, o si + sono specificati valori non validi per gli altri argomenti quando questi + sono richiesti. \item[\errcode{ERESTARTSYS}] l'operazione è stata interrotta da un segnale. - \item[\errcode{EPERM}] non si hanno i privilegi richiesti per l'operazione. - \item[\errcode{ENOSYS}] il supporto per \func{printk} non è stato compilato + \item[\errcode{EPERM}] non si hanno i privilegi richiesti per l'operazione + richiesta. + \item[\errcode{ENOSYS}] il supporto per \texttt{printk} non è stato compilato nel kernel. \end{errlist} ed inoltre \errval{EBADF} ed \errval{ENOSYS}. @@ -1061,11 +1067,10 @@ Gestisce i messaggi di log del kernel. La funzione prevede che si passi come primo argomento \param{op} un codice numerico che indica l'operazione richiesta, il secondo argomento deve essere, per le operazioni che compiono una lettura di dati, l'indirizzo del buffer su -cui copiarli, mentre il terzo indica la lunghezza del buffer, quando questo è -richiesto, oppure un valore numerico. L'effettivo uso di questi due argomenti -dipende comunque dall'operazione richiesta, ma essi devono essere comunque -specificati, anche quando non servono, nel qual caso verranno semplicemente -ignorati. +cui copiarli, ed il terzo quanti leggerne. L'effettivo uso di questi due +argomenti dipende comunque dall'operazione richiesta, ma essi devono essere +comunque specificati, anche quando non servono, nel qual caso verranno +semplicemente ignorati. \begin{table}[htb] \footnotesize @@ -1094,34 +1099,36 @@ ignorati. \texttt{8} & imposta a \param{len} il livello dei messaggi stampati sulla console, \param{buffer} è ignorato.\\ \texttt{9} & ritorna il numero di byte da leggere presenti sul buffer di - log, \param{buffer} e \param{len} sono ignorati.\\ + log, \param{buffer} e \param{len} sono ignorati (dal kernel + 2.4.10).\\ \texttt{10}& ritorna la dimensione del buffer di log, \param{buffer} - e \param{len} sono ignorati.\\ + e \param{len} sono ignorati (dal kernel 2.6.6).\\ \hline \end{tabular} \caption{Valori possibili per l'argomento \param{op} di \func{klogctl}.} \label{tab:klogctl_operation} \end{table} -Si sono riportati i possibili valori di \param{op}, con una breve spiegazione -della relativa operazione e a come vengono usati gli altri due argomenti, in -tab.~\ref{tab:klogctl_operation}. Come si può notare la funzione è una sorta -di interfaccia comune usata per eseguire operazioni completamente diverse fra -loro. +Si sono riportati in tab.~\ref{tab:klogctl_operation} i possibili valori +utilizzabili per \param{op}, con una breve spiegazione della relativa +operazione e a come vengono usati gli altri due argomenti. Come si può notare +la funzione è una sorta di interfaccia comune usata per eseguire operazioni +completamente diverse fra loro. -L'operazione relativa al valore 2 \param{op} consente di leggere un messaggio -dal cosiddetto \textit{log} del kernel. Eseguire questa operazione è +L'operazione corrispondente al valore 2 \param{op} consente di leggere un +messaggio dal cosiddetto \textit{log} del kernel. Eseguire questa operazione è equivalente ad eseguire una lettura dal file -\procfile{/proc/kmsg}:\footnote{in realtà è vero l'opposto, è questa funzione +\procfile{/proc/kmsg},\footnote{in realtà è vero l'opposto, è questa funzione che viene eseguita quando si legge da questo file.} se non vi sono messaggi la funzione blocca in attesa di dati e ritorna soltanto quando questi -diventino disponibili. In tal caso verranno letti \param{len} byte -su \param{buffer} ed estratti dal log;\footnote{i dati del \textit{log} del - kernel cioè si possono leggere una volta sola, se più processi eseguono - l'operazione di lettura soltanto uno riceverà i dati, a meno che completata - la propria operazione di lettura non restino altri messaggi pendenti che a - questo punto potrebbero essere letti da un altro processo in attesa.} il -valore di ritorno di \func{klogctl} corrisponderà al numero di byte ottenuti. +diventino disponibili. In tal caso verranno letti ed +estratti\footnote{estratti in quanti i dati del \textit{log} del kernel si + possono leggere una volta sola, se più processi eseguono l'operazione di + lettura soltanto uno riceverà i dati, a meno che completata la propria + operazione di lettura non restino altri messaggi pendenti che a questo punto + potrebbero essere letti da un altro processo in attesa.} dal log \param{len} +byte che verranno scritti su \param{buffer}; il valore di ritorno di +\func{klogctl} corrisponderà al numero di byte ottenuti. Se invece si usa l'operazione 3 i dati vengono letti dal buffer circolare usato da \texttt{printk}, che mantiene tutti i messaggi stampati dal kernel @@ -1130,12 +1137,43 @@ letti più volte. Usando invece l'operazione 4 si richiede, dopo aver fatto la lettura, di cancellare il buffer circolare, che risulterà vuoto ad una lettura successiva. Anche con queste operazioni \param{len} indica il numero di byte da leggere e \param{buffer} il buffer dover leggerli, e la funzione ritorna il -numero di byte effettivamente letti. - -Le operazioni corrispondenti ai valori 6, 7 ed 8 fanno riferimento ai -parametri del kernel gestiti con \procfile{/proc/sys/kernel/printk} - - +numero di byte effettivamente letti. L'operazione 5 esegue soltanto la +cancellazione del buffer circolare, \param{len} e \param{buffer} sono ignorati +e la funzione ritorna un valore nullo. + +Le operazioni corrispondenti ai valori 6, 7 ed 8 consentono di modificare la +priorità oltre la quale i messaggi vengono stampati direttamente sulla +\textit{console} e fanno riferimento ai parametri del kernel gestiti con le +variabili contenute in \sysctlfile{kernel/printk} di cui abbiamo +parlato prima, ed in particolare con 6 si imposta come corrente il valore +minimo della terza variabile (\textit{minimum\_console\_level}), ottenendo +l'effetto di ridurre al minimo i messaggi che arrivano in console, mentre con +7 si ripristina il valore di default.\footnote{secondo la documentazione + questo sarebbe quello indicato della quarta variabile, + \textit{default\_console\_loglevel} in genere pari a 7, ma alcune prove con + il programma \texttt{mydmesg} che si trova nei sorgenti allegati alla guida + rivelano che l'unico effetto di questa operazione è riportare il valore a + quello precedente se lo si è ridotto al minimo con l'operazione 6.} Per +impostare direttamente un valore specifico infine si può usare 8, nel qual +caso il valore numerico del livello da impostare deve essere specificato +con \param{len}, che può assumere solo un valore fra 1 e 8. + +Infine le due operazioni 9 e 10 consentono di ottenere rispettivamente il +numero di byte ancora non letti dal log del kernel, e la dimensione totale di +questo. Per entrambe i dati sono restituiti come valore di ritorno, e gli +argomento \param{buffer} e \param{len} sono ignorati. + +Si tenga presente che la modifica del livello minimo per cui i messaggi +vengono stampati sulla console (operazioni 6, 7 e 8) e la cancellazione del +buffer circolare di \texttt{printk} (operazioni 4 e 5) sono privilegiate; fino +al kernel 2.6.30 era richiesta la capacità \const{CAP\_SYS\_ADMIN}, a partire +dal 2.6.38 detto privilegio è stato assegnato ad una capacità aggiuntiva, +\const{CAP\_SYSLOG}. Tutto questo è stato fatto per evitare che processi +eseguiti all'interno di un sistema di virtualizzazione ``\textsl{leggera}'' +(come i \textit{Linux Container} di LXC) che necessitano di +\const{CAP\_SYS\_ADMIN} per operare all'interno del proprio ambiente +ristretto, potessero anche avere la capacità di influire sui log del kernel +al di fuori di questo. \itindend{syslog} @@ -1191,8 +1229,8 @@ avremo che \func{read} leggerà quanto immesso dalla tastiera, mentre \func{write} scriverà sullo schermo. In realtà questo è vero solo a grandi linee, perché non tiene conto delle caratteristiche specifiche dei terminali; una delle principali infatti è che essi prevedono due modalità di operazione, -dette rispettivamente \textsl{modo canonico} e \textsl{modo non canonico}, che -comportano dei comportamenti nettamente diversi. +dette rispettivamente ``\textsl{modo canonico}'' e ``\textsl{modo non + canonico}'', che hanno dei comportamenti nettamente diversi. La modalità preimpostata all'apertura del terminale è quella canonica, in cui le operazioni di lettura vengono sempre effettuate assemblando i dati in una @@ -1201,8 +1239,8 @@ linea;\footnote{per cui eseguendo una \func{read} su un terminale in modo fintanto che non si preme il tasto di ritorno a capo: a questo punto la linea sarà completa e la funzione ritornerà.} ed in cui alcuni caratteri vengono interpretati per compiere operazioni (come la generazione dei segnali -illustrati in sez.~\ref{sec:sig_job_control}), questa di norma è la modalità in -cui funziona la shell. +illustrata in sez.~\ref{sec:sig_job_control}), questa di norma è la modalità +in cui funziona la shell. Un terminale in modo non canonico invece non effettua nessun accorpamento dei dati in linee né li interpreta; esso viene di solito usato dai programmi (gli @@ -1214,11 +1252,11 @@ modalità con cui esso viene effettuato; l'accesso, come per tutti i dispositivi, viene gestito da un driver apposito, la cui struttura generica è mostrata in fig.~\ref{fig:term_struct}. Ad un terminale sono sempre associate due code per gestire l'input e l'output, che ne implementano una -bufferizzazione\footnote{completamente indipendente dalla eventuale ulteriore - bufferizzazione fornita dall'interfaccia standard dei file.} all'interno del -kernel. +bufferizzazione all'interno del kernel.\footnote{completamente indipendente + dalla eventuale ulteriore bufferizzazione fornita dall'interfaccia standard + dei file.} -\begin{figure}[htb] +\begin{figure}[!htb] \centering \includegraphics[width=14.5cm]{img/term_struct} \caption{Struttura interna generica di un driver per un terminale.} \label{fig:term_struct} @@ -1251,103 +1289,117 @@ provvede automaticamente a bloccare la funzione chiamante. \label{sec:term_attr} Data le loro peculiarità, fin dall'inizio si è posto il problema di come -gestire le caratteristiche specifiche dei terminali; storicamente i vari -dialetti di Unix hanno utilizzato diverse funzioni, alla fine con POSIX.1, è -stata effettuata una standardizzazione, unificando le differenze fra BSD e -System V in una unica interfaccia, che è quella usata dal Linux. +gestire le caratteristiche specifiche dei terminali. Storicamente i vari +dialetti di Unix hanno utilizzato diverse funzioni, ma alla fine con POSIX.1 è +stata effettuata una standardizzazione unificando le differenze fra BSD e +System V in una unica interfaccia, che è quella usata da Linux. Alcune di queste funzioni prendono come argomento un file descriptor (in origine molte operazioni venivano effettuate con \func{ioctl}), ma ovviamente possono essere usate solo con file che corrispondano effettivamente ad un -terminale (altrimenti si otterrà un errore di \errcode{ENOTTY}); questo può -essere evitato utilizzando la funzione \funcd{isatty}, il cui prototipo è: -\begin{prototype}{unistd.h}{int isatty(int desc)} +terminale, altrimenti si otterrà un errore di \errcode{ENOTTY}; questo può +essere evitato utilizzando preventivamente la funzione \funcd{isatty}, il cui +prototipo è: +\begin{prototype}{unistd.h}{int isatty(int fd)} - Controlla se il file descriptor \param{desc} è un terminale. + Controlla se il file descriptor \param{fd} è un terminale. -\bodydesc{La funzione restituisce 1 se \param{desc} è connesso ad un - terminale, 0 altrimenti.} + \bodydesc{La funzione restituisce 1 se \param{fd} è connesso ad un + terminale, 0 altrimenti, ed in tal caso \var{errno} potrà assumere i + valori: + \begin{errlist} + \item[\errcode{EBADF}] \param{fd} non è un file descriptor valido. + \item[\errcode{EINVAL}] \param{fd} non è associato a un terminale (non + ottempera a POSIX.1-2001 che richiederebbe \errcode{ENOTTY}). + \end{errlist} +} \end{prototype} Un'altra funzione che fornisce informazioni su un terminale è \funcd{ttyname}, -che permette di ottenere il nome del terminale associato ad un file -descriptor; il suo prototipo è: -\begin{prototype}{unistd.h}{char *ttyname(int desc)} - - Restituisce il nome del terminale associato al file \param{desc}. - - \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore alla stringa contenente il - nome del terminale associato \param{desc} e \val{NULL} in caso di - errore.} -\end{prototype} - -Si tenga presente che la funzione restituisce un indirizzo di dati statici, -che pertanto possono essere sovrascritti da successive chiamate. Una funzione -funzione analoga, anch'essa prevista da POSIX.1, è \funcd{ctermid}, il cui -prototipo è: -\begin{prototype}{stdio.h}{char *ctermid(char *s)} +che permette di ottenere il nome del file di dispositivo del terminale +associato ad un file descriptor; il suo prototipo è: +\begin{prototype}{unistd.h}{char *ttyname(int fd)} - Restituisce il nome del terminale di controllo del processo. + Restituisce il nome del terminale associato a \param{fd}. \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore alla stringa contenente il - \textit{pathname} del terminale.} + nome del terminale associato \param{fd} e \val{NULL} in caso di errore, + nel qual caso \var{errno} assumerà i valori: + \begin{errlist} + \item[\errcode{EBADF}] \param{fd} non è un file descriptor valido. + \item[\errcode{ENOTTY}] \param{fd} non è associato a un terminale. + \end{errlist} +} \end{prototype} +\noindent ma si tenga presente che la funzione restituisce un indirizzo di +dati statici, che pertanto possono essere sovrascritti da successive chiamate. -La funzione scrive il \itindex{pathname} \textit{pathname} del terminale di -controllo del processo chiamante nella stringa posta all'indirizzo specificato -dall'argomento \param{s}. La memoria per contenere la stringa deve essere -stata allocata in precedenza ed essere lunga almeno -\const{L\_ctermid}\footnote{\const{L\_ctermid} è una delle varie costanti del - sistema, non trattata esplicitamente in sez.~\ref{sec:sys_characteristics} - che indica la dimensione che deve avere una stringa per poter contenere il - nome di un terminale.} caratteri. - -Esiste infine una versione \index{funzioni!rientranti} rientrante -\funcd{ttyname\_r} della funzione \func{ttyname}, che non presenta il problema -dell'uso di una zona di memoria statica; il suo prototipo è: -\begin{prototype}{unistd.h}{int ttyname\_r(int desc, char *buff, size\_t len)} +Della funzione esiste anche una versione \index{funzioni!rientranti} +rientrante, \funcd{ttyname\_r}, che non presenta il problema dell'uso di una +zona di memoria statica; il suo prototipo è: +\begin{prototype}{unistd.h}{int ttyname\_r(int fd, char *buff, size\_t len)} - Restituisce il nome del terminale associato al file \param{desc}. + Restituisce il nome del terminale associato a \param{fd}. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori: \begin{errlist} - \item[\errcode{ERANGE}] la lunghezza del buffer, \param{len}, non è + \item[\errcode{ERANGE}] la lunghezza del buffer \param{len} non è sufficiente per contenere la stringa restituita. \end{errlist} - ed inoltre \errval{EBADF} ed \errval{ENOSYS}. -} + oltre ai precedenti \errval{EBADF} ed \errval{ENOTTY}. } +\end{prototype} + +La funzione prende due argomenti in più, il puntatore \param{buff} alla zona +di memoria in cui l'utente vuole che il risultato venga scritto, che dovrà +essere stata allocata in precedenza, e la relativa dimensione, +\param{len}. Se la stringa che deve essere restituita, compreso lo zero di +terminazione finale, eccede questa dimensione si avrà una condizione di +errore. + +Una funzione funzione analoga alle precedenti anch'essa prevista da POSIX.1, +che restituisce sempre il nome di un file di dispositivo, è \funcd{ctermid}, +il cui prototipo è: +\begin{prototype}{stdio.h}{char *ctermid(char *s)} + + Restituisce il nome del terminale di controllo del processo. + + \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore alla stringa contenente il + \textit{pathname} del terminale o \val{NULL} se non non riesce ad eseguire + l'operazione.} \end{prototype} -La funzione prende due argomenti, il puntatore alla zona di memoria -\param{buff}, in cui l'utente vuole che il risultato venga scritto (dovrà -ovviamente essere stata allocata in precedenza), e la relativa dimensione, -\param{len}; se la stringa che deve essere restituita eccede questa dimensione -si avrà una condizione di errore. - -Se si passa come argomento \val{NULL} la funzione restituisce il puntatore ad -una stringa statica che può essere sovrascritta da chiamate successive. Si -tenga presente che il \itindex{pathname} \textit{pathname} restituito -potrebbe non identificare univocamente il terminale (ad esempio potrebbe -essere \file{/dev/tty}), inoltre non è detto che il processo possa -effettivamente aprire il terminale. - -I vari attributi vengono mantenuti per ciascun terminale in una struttura -\struct{termios}, (la cui definizione è riportata in -fig.~\ref{fig:term_termios}), usata dalle varie funzioni dell'interfaccia. In -fig.~\ref{fig:term_termios} si sono riportati tutti i campi della definizione -usata in Linux; di questi solo i primi cinque sono previsti dallo standard -POSIX.1, ma le varie implementazioni ne aggiungono degli altri per mantenere -ulteriori informazioni.\footnote{la definizione della struttura si trova in - \file{bits/termios.h}, da non includere mai direttamente, Linux, seguendo - l'esempio di BSD, aggiunge i due campi \var{c\_ispeed} e \var{c\_ospeed} per - mantenere le velocità delle linee seriali, ed un campo ulteriore, - \var{c\_line} per ... (NdT, trovare a che serve).} -% TODO trovare a che serve +La funzione restituisce un puntatore al \textit{pathname} del file di +dispositivo del terminale di controllo del processo chiamante. Se si passa +come argomento \val{NULL} la funzione restituisce il puntatore ad una stringa +statica che può essere sovrascritta da chiamate successive, e non è +rientrante. Indicando invece un puntatore ad una zona di memoria già allocata +la stringa sarà scritta su di essa, ma in questo caso il buffer preallocato +deve essere di almeno \const{L\_ctermid}\footnote{\const{L\_ctermid} è una + delle varie costanti del sistema, non trattata esplicitamente in + sez.~\ref{sec:sys_characteristics} che indica la dimensione che deve avere + una stringa per poter contenere il nome di un terminale.} caratteri. + +Si tenga presente che il \textit{pathname} restituito dalla funzione potrebbe +non identificare univocamente il terminale (ad esempio potrebbe essere +\file{/dev/tty}), inoltre non è detto che il processo possa effettivamente +essere in grado di aprire il terminale. + +I vari attributi associati ad un terminale vengono mantenuti per ciascuno di +essi in una struttura \struct{termios} che viene usata dalle varie funzioni +dell'interfaccia. In fig.~\ref{fig:term_termios} si sono riportati tutti i +campi della definizione di questa struttura usata in Linux; di questi solo i +primi cinque sono previsti dallo standard POSIX.1, ma le varie implementazioni +ne aggiungono degli altri per mantenere ulteriori informazioni.\footnote{la + definizione della struttura si trova in \file{bits/termios.h}, da non + includere mai direttamente, Linux, seguendo l'esempio di BSD, aggiunge i due + campi \var{c\_ispeed} e \var{c\_ospeed} per mantenere le velocità delle + linee seriali, ed un campo ulteriore, \var{c\_line} per indicare la + disciplina di linea.} \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} + \begin{minipage}[c]{\textwidth} \includestruct{listati/termios.h} \end{minipage} \normalsize @@ -1356,6 +1408,9 @@ ulteriori informazioni.\footnote{la definizione della struttura si trova in \label{fig:term_termios} \end{figure} +% per le definizioni dei dati vedi anche: +% http://www.lafn.org/~dave/linux/termios.txt + I primi quattro campi sono quattro flag che controllano il comportamento del terminale; essi sono realizzati come maschera binaria, pertanto il tipo \type{tcflag\_t} è di norma realizzato con un intero senza segno di lunghezza @@ -1370,9 +1425,20 @@ modificare i bit su cui non si interviene. \textbf{Valore}& \textbf{Significato}\\ \hline \hline - \const{INPCK} & Abilita il controllo di parità in ingresso. Se non viene - impostato non viene fatto nessun controllo ed i caratteri - vengono passati in input direttamente.\\ + \const{IGNBRK} & Ignora le condizioni di BREAK sull'input. Una + \textit{condizione di BREAK} è definita nel contesto di + una trasmissione seriale asincrona come una sequenza di + bit nulli più lunga di un byte.\\ + \const{BRKINT} & Controlla la reazione ad un BREAK quando + \const{IGNBRK} non è impostato. Se \const{BRKINT} è + impostato il BREAK causa lo scarico delle code, + e se il terminale è il terminale di controllo per un + gruppo in foreground anche l'invio di \signal{SIGINT} ai + processi di quest'ultimo. Se invece \const{BRKINT} non è + impostato un BREAK viene letto come un carattere + NUL, a meno che non sia impostato \const{PARMRK} + nel qual caso viene letto come la sequenza di caratteri + \texttt{0xFF 0x00 0x00}.\\ \const{IGNPAR} & Ignora gli errori di parità, il carattere viene passato come ricevuto. Ha senso solo se si è impostato \const{INPCK}.\\ @@ -1385,23 +1451,15 @@ modificare i bit su cui non si interviene. carattere ha il valore \texttt{0xFF} e \const{ISTRIP} non è impostato, per evitare ambiguità esso viene sempre riportato come \texttt{0xFF 0xFF}.\\ + \const{INPCK} & Abilita il controllo di parità in ingresso. Se non viene + impostato non viene fatto nessun controllo ed i caratteri + vengono passati in input direttamente.\\ \const{ISTRIP} & Se impostato i caratteri in input sono tagliati a sette bit mettendo a zero il bit più significativo, altrimenti vengono passati tutti gli otto bit.\\ - \const{IGNBRK} & Ignora le condizioni di BREAK sull'input. Una - \textit{condizione di BREAK} è definita nel contesto di - una trasmissione seriale asincrona come una sequenza di - bit nulli più lunga di un byte.\\ - \const{BRKINT} & Controlla la reazione ad un BREAK quando - \const{IGNBRK} non è impostato. Se \const{BRKINT} è - impostato il BREAK causa lo scarico delle code, - e se il terminale è il terminale di controllo per un - gruppo in foreground anche l'invio di \const{SIGINT} ai - processi di quest'ultimo. Se invece \const{BRKINT} non è - impostato un BREAK viene letto come un carattere - NUL, a meno che non sia impostato \const{PARMRK} - nel qual caso viene letto come la sequenza di caratteri - \texttt{0xFF 0x00 0x00}.\\ + \const{INLCR} & Se impostato in ingresso il carattere di a capo + (\verb|'\n'|) viene automaticamente trasformato in un + ritorno carrello (\verb|'\r'|).\\ \const{IGNCR} & Se impostato il carattere di ritorno carrello (\textit{carriage return}, \verb|'\r'|) viene scartato dall'input. Può essere utile per i terminali che inviano @@ -1411,9 +1469,6 @@ modificare i bit su cui non si interviene. (\verb|'\r'|) sul terminale viene automaticamente trasformato in un a capo (\verb|'\n'|) sulla coda di input.\\ - \const{INLCR} & Se impostato il carattere di a capo - (\verb|'\n'|) viene automaticamente trasformato in un - ritorno carrello (\verb|'\r'|).\\ \const{IUCLC} & Se impostato trasforma i caratteri maiuscoli dal terminale in minuscoli sull'ingresso (opzione non POSIX).\\ @@ -1435,6 +1490,9 @@ modificare i bit su cui non si interviene. di ingresso; in Linux non è implementato e il kernel si comporta cose se fosse sempre impostato (è una estensione BSD).\\ + \const{IUTF8} & Indica che l'input è in UTF-8, cosa che consente di + utilizzare la cancellazione dei caratteri in maniera + corretta (dal kernel 2.6.4 e non previsto in POSIX).\\ \hline \end{tabular} \caption{Costanti identificative dei vari bit del flag di controllo @@ -1455,7 +1513,16 @@ obsolete; la maggior parte inoltre è tipica di terminali seriali, e non ha alcun effetto su dispositivi diversi come le console virtuali o gli pseudo-terminali usati nelle connessioni di rete. -\begin{table}[htb] +Il secondo flag, mantenuto nel campo \var{c\_oflag}, è detto \textsl{flag di + output} e controlla le modalità di funzionamento dell'output dei caratteri, +come l'impacchettamento dei caratteri sullo schermo, la traslazione degli a +capo, la conversione dei caratteri speciali; un elenco dei vari bit, del loro +significato e delle costanti utilizzate per identificarli è riportato in +tab.~\ref{tab:sess_termios_oflag}, di questi solo \const{OPOST} era previsto +da POSIX.1, buona parte degli altri sono stati aggiunti in POSIX.1-2001, +quelli ancora assenti sono stati indicati esplicitamente. + +\begin{table}[!htb] \footnotesize \centering \begin{tabular}[c]{|l|p{10cm}|} @@ -1468,14 +1535,14 @@ pseudo-terminali usati nelle connessioni di rete. visualizzazione sul terminale, ad esempio al carattere di a capo (NL) può venire aggiunto un ritorno carrello (CR).\\ - \const{OCRNL} & Se impostato converte automaticamente il carattere di a - capo (NL) nella coppia di caratteri ritorno carrello, a - capo (CR-NL).\\ \const{OLCUC} & Se impostato trasforma i caratteri minuscoli in ingresso in caratteri maiuscoli sull'uscita (non previsto da - POSIX.1).\\ + POSIX).\\ \const{ONLCR} & Se impostato converte automaticamente il carattere di a capo (NL) in un carattere di ritorno carrello (CR).\\ + \const{OCRNL} & Se impostato converte automaticamente il carattere di a + capo (NL) nella coppia di caratteri ritorno carrello, a + capo (CR-NL).\\ \const{ONOCR} & Se impostato converte il carattere di ritorno carrello (CR) nella coppia di caratteri CR-NL.\\ \const{ONLRET}& Se impostato rimuove dall'output il carattere di ritorno @@ -1483,7 +1550,8 @@ pseudo-terminali usati nelle connessioni di rete. \const{OFILL} & Se impostato in caso di ritardo sulla linea invia dei caratteri di riempimento invece di attendere.\\ \const{OFDEL} & Se impostato il carattere di riempimento è DEL - (\texttt{0x3F}), invece che NUL (\texttt{0x00}).\\ + (\texttt{0x3F}), invece che NUL (\texttt{0x00}), (non + previsto da POSIX e non implementato su Linux).\\ \const{NLDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il carattere di a capo (NL), i valori possibili sono \val{NL0} o \val{NL1}.\\ @@ -1509,13 +1577,6 @@ pseudo-terminali usati nelle connessioni di rete. \label{tab:sess_termios_oflag} \end{table} -Il secondo flag, mantenuto nel campo \var{c\_oflag}, è detto \textsl{flag di - output} e controlla le modalità di funzionamento dell'output dei caratteri, -come l'impacchettamento dei caratteri sullo schermo, la traslazione degli a -capo, la conversione dei caratteri speciali; un elenco dei vari bit, del loro -significato e delle costanti utilizzate per identificarli è riportato in -tab.~\ref{tab:sess_termios_oflag}. - Si noti come alcuni dei valori riportati in tab.~\ref{tab:sess_termios_oflag} fanno riferimento a delle maschere di bit; essi infatti vengono utilizzati per impostare alcuni valori numerici relativi ai ritardi nell'output di alcuni @@ -1535,7 +1596,7 @@ sovrapporsi fra di loro. Occorrerà perciò utilizzare un codice del tipo: valore. -\begin{table}[htb] +\begin{table}[!htb] \footnotesize \centering \begin{tabular}[c]{|l|p{10cm}|} @@ -1543,25 +1604,24 @@ valore. \textbf{Valore}& \textbf{Significato}\\ \hline \hline - \const{CLOCAL} & Se impostato indica che il terminale è connesso in locale - e che le linee di controllo del modem devono essere - ignorate. Se non impostato effettuando una chiamata ad - \func{open} senza aver specificato il flag di - \const{O\_NOBLOCK} si bloccherà il processo finché - non si è stabilita una connessione con il modem; inoltre - se viene rilevata una disconnessione viene inviato un - segnale di \const{SIGHUP} al processo di controllo del - terminale. La lettura su un terminale sconnesso comporta - una condizione di \textit{end of file} e la scrittura un - errore di \errcode{EIO}.\\ - \const{HUPCL} & Se è impostato viene distaccata la connessione del - modem quando l'ultimo dei processi che ha ancora un file - aperto sul terminale lo chiude o esce.\\ + \const{CBAUD} & Maschera dei bit (4+1) usati per impostare della velocità + della linea (il \textit{baud rate}) in ingresso; non è + presente in POSIX ed in Linux non è implementato in + quanto viene usato un apposito campo di + \struct{termios}.\\ + \const{CBAUDEX}& Bit aggiuntivo per l'impostazione della velocità della + linea, non è presente in POSIX e per le stesse + motivazioni del precedente non è implementato in Linux.\\ + \const{CSIZE} & Maschera per i bit usati per specificare la dimensione + del carattere inviato lungo la linea di trasmissione, i + valore ne indica la lunghezza (in bit), ed i valori + possibili sono \val{CS5}, \val{CS6}, \val{CS7} e \val{CS8} + corrispondenti ad un analogo numero di bit.\\ + \const{CSTOPB} & Se impostato vengono usati due bit di stop sulla linea + seriale, se non impostato ne viene usato soltanto uno.\\ \const{CREAD} & Se è impostato si può leggere l'input del terminale, altrimenti i caratteri in ingresso vengono scartati quando arrivano.\\ - \const{CSTOPB} & Se impostato vengono usati due bit di stop sulla linea - seriale, se non impostato ne viene usato soltanto uno.\\ \const{PARENB} & Se impostato abilita la generazione il controllo di parità. La reazione in caso di errori dipende dai relativi valori per \var{c\_iflag}, riportati in @@ -1571,21 +1631,32 @@ valore. \const{PARODD} & Ha senso solo se è attivo anche \const{PARENB}. Se impostato viene usata una parità è dispari, altrimenti viene usata una parità pari.\\ - \const{CSIZE} & Maschera per i bit usati per specificare la dimensione - del carattere inviato lungo la linea di trasmissione, i - valore ne indica la lunghezza (in bit), ed i valori - possibili sono \val{CS5}, \val{CS6}, \val{CS7} e \val{CS8} - corrispondenti ad un analogo numero di bit.\\ - \const{CBAUD} & Maschera dei bit (4+1) usati per impostare della velocità - della linea (il \textit{baud rate}) in ingresso; in Linux - non è implementato in quanto viene usato un apposito - campo di \struct{termios}.\\ - \const{CBAUDEX}& Bit aggiuntivo per l'impostazione della velocità della - linea, per le stesse motivazioni del precedente non è - implementato in Linux.\\ + \const{HUPCL} & Se è impostato viene distaccata la connessione del + modem quando l'ultimo dei processi che ha ancora un file + aperto sul terminale lo chiude o esce.\\ + \const{LOBLK} & Se impostato blocca l'output su un layer di shell non + corrente, non è presente in POSIX e non è implementato + da Linux.\\ + \const{CLOCAL} & Se impostato indica che il terminale è connesso in locale + e che le linee di controllo del modem devono essere + ignorate. Se non impostato effettuando una chiamata ad + \func{open} senza aver specificato il flag di + \const{O\_NOBLOCK} si bloccherà il processo finché + non si è stabilita una connessione con il modem; inoltre + se viene rilevata una disconnessione viene inviato un + segnale di \signal{SIGHUP} al processo di controllo del + terminale. La lettura su un terminale sconnesso comporta + una condizione di \textit{end of file} e la scrittura un + errore di \errcode{EIO}.\\ \const{CIBAUD} & Maschera dei bit della velocità della linea in - ingresso; analogo a \const{CBAUD}, anch'esso in Linux è + ingresso; analogo a \const{CBAUD}, non è previsto da + POSIX e non è implementato in Linux dato che è mantenuto in un apposito campo di \struct{termios}.\\ + \const{CMSPAR} & imposta un bit di parità costante: se \const{PARODD} è + impostato la parità è sempre 1 (\textit{MARK}) se non è + impostato la parità è sempre 0 (\textit{SPACE}), non è + previsto da POSIX.\\ +% vedi: http://www.lothosoft.ch/thomas/libmip/markspaceparity.php \const{CRTSCTS}& Abilita il controllo di flusso hardware sulla seriale, attraverso l'utilizzo delle dei due fili di RTS e CTS.\\ \hline @@ -1604,17 +1675,28 @@ del loro significato e delle costanti utilizzate per identificarli è riportato in tab.~\ref{tab:sess_termios_cflag}. I valori di questo flag sono molto specifici, e completamente indirizzati al -controllo di un terminale mantenuto su una linea seriale; essi pertanto non -hanno nessuna rilevanza per i terminali che usano un'altra interfaccia, come -le console virtuali e gli pseudo-terminali usati dalle connessioni di rete. - -Inoltre alcuni valori sono previsti solo per quelle implementazioni (lo -standard POSIX non specifica nulla riguardo l'implementazione, ma solo delle -funzioni di lettura e scrittura) che mantengono le velocità delle linee -seriali all'interno dei flag; come accennato in Linux questo viene fatto -(seguendo l'esempio di BSD) attraverso due campi aggiuntivi, \var{c\_ispeed} e -\var{c\_ospeed}, nella struttura \struct{termios} (mostrati in -fig.~\ref{fig:term_termios}). +controllo di un terminale che opera attraverso una linea seriale; essi +pertanto non hanno nessuna rilevanza per i terminali che usano un'altra +interfaccia fisica, come le console virtuali e gli pseudo-terminali usati +dalle connessioni di rete. + +Inoltre alcuni valori di questi flag sono previsti solo per quelle +implementazioni (lo standard POSIX non specifica nulla riguardo +l'implementazione, ma solo delle funzioni di lettura e scrittura) che +mantengono le velocità delle linee seriali all'interno dei flag; come +accennato in Linux questo viene fatto (seguendo l'esempio di BSD) attraverso +due campi aggiuntivi, \var{c\_ispeed} e \var{c\_ospeed}, nella struttura +\struct{termios} (mostrati in fig.~\ref{fig:term_termios}). + +Il quarto flag, mantenuto nel campo \var{c\_lflag}, è detto \textsl{flag + locale}, e serve per controllare il funzionamento dell'interfaccia fra il +driver e l'utente, come abilitare l'eco, gestire i caratteri di controllo e +l'emissione dei segnali, impostare modo canonico o non canonico; un elenco dei +vari bit, del loro significato e delle costanti utilizzate per identificarli è +riportato in tab.~\ref{tab:sess_termios_lflag}. Con i terminali odierni l'unico +flag con cui probabilmente si può avere a che fare è questo, in quanto è con +questo che si impostano le caratteristiche generiche comuni a tutti i +terminali. \begin{table}[b!ht] \footnotesize @@ -1624,8 +1706,16 @@ fig.~\ref{fig:term_termios}). \textbf{Valore}& \textbf{Significato}\\ \hline \hline + \const{ISIG} & Se impostato abilita il riconoscimento dei caratteri + INTR, QUIT, e SUSP generando il relativo segnale.\\ \const{ICANON} & Se impostato il terminale opera in modo canonico, altrimenti opera in modo non canonico.\\ + \const{XCASE} & Se impostato il terminale funziona solo con le + maiuscole. L'input è convertito in minuscole tranne per i + caratteri preceduti da una ``\texttt{\bslash}''. In output + le maiuscole sono precedute da una ``\texttt{\bslash}'' e + le minuscole convertite in maiuscole. Non è presente in + POSIX.\\ \const{ECHO} & Se è impostato viene attivato l'eco dei caratteri in input sull'output del terminale.\\ \const{ECHOE} & Se è impostato l'eco mostra la cancellazione di un @@ -1634,22 +1724,11 @@ fig.~\ref{fig:term_termios}). schermo; altrimenti il carattere è rimandato in eco per mostrare quanto accaduto (usato per i terminali con l'uscita su una stampante).\\ - \const{ECHOPRT}& Se impostato abilita la visualizzazione del carattere di - cancellazione in una modalità adatta ai terminali con - l'uscita su stampante; l'invio del carattere di ERASE - comporta la stampa di un ``\texttt{|}'' seguito dal - carattere cancellato, e così via in caso di successive - cancellazioni, quando si riprende ad immettere carattere - normali prima verrà stampata una ``\texttt{/}''.\\ \const{ECHOK} & Se impostato abilita il trattamento della visualizzazione del carattere KILL, andando a capo dopo aver visualizzato lo stesso, altrimenti viene solo mostrato il carattere e sta all'utente ricordare che l'input precedente è stato cancellato.\\ - \const{ECHOKE} & Se impostato abilita il trattamento della visualizzazione - del carattere KILL cancellando i caratteri precedenti - nella linea secondo le modalità specificate dai valori di - \const{ECHOE} e \const{ECHOPRT}.\\ \const{ECHONL} & Se impostato viene effettuato l'eco di un a capo (\verb|\n|) anche se non è stato impostato \const{ECHO}.\\ @@ -1659,32 +1738,40 @@ fig.~\ref{fig:term_termios}). alla lettera ottenuta sommando \texttt{0x40} al valore del carattere (di solito questi si possono ottenere anche direttamente premendo il tasto \texttt{ctrl} più la - relativa lettera).\\ - \const{ISIG} & Se impostato abilita il riconoscimento dei caratteri - INTR, QUIT, e SUSP generando il relativo segnale.\\ - \const{IEXTEN} & Abilita alcune estensioni previste dalla - implementazione. Deve essere impostato perché caratteri - speciali come EOL2, LNEXT, REPRINT e WERASE possano - essere interpretati.\\ + relativa lettera). Non è presente in POSIX.\\ + \const{ECHOPRT}& Se impostato abilita la visualizzazione del carattere di + cancellazione in una modalità adatta ai terminali con + l'uscita su stampante; l'invio del carattere di ERASE + comporta la stampa di un ``\texttt{|}'' seguito dal + carattere cancellato, e così via in caso di successive + cancellazioni, quando si riprende ad immettere carattere + normali prima verrà stampata una ``\texttt{/}''. Non è + presente in POSIX.\\ + \const{ECHOKE} & Se impostato abilita il trattamento della visualizzazione + del carattere KILL cancellando i caratteri precedenti + nella linea secondo le modalità specificate dai valori di + \const{ECHOE} e \const{ECHOPRT}. Non è presente in + POSIX.\\ + \const{DEFECHO}& Se impostato effettua l'eco solo se c'è un processo in + lettura. Non è presente in POSIX e non è supportato da + Linux.\\ + \const{FLUSHO} & Effettua la cancellazione della coda di uscita. Viene + attivato dal carattere DISCARD. Non è presente in POSIX e + non è supportato da Linux.\\ \const{NOFLSH} & Se impostato disabilita lo scarico delle code di ingresso - e uscita quando vengono emessi i segnali \const{SIGINT}, - \const{SIGQUIT} e \const{SIGSUSP}.\\ + e uscita quando vengono emessi i segnali \signal{SIGINT}, + \signal{SIGQUIT} e \signal{SIGSUSP}.\\ \const{TOSTOP} & Se abilitato, con il supporto per il job control presente, - genera il segnale \const{SIGTTOU} per un processo in + genera il segnale \signal{SIGTTOU} per un processo in background che cerca di scrivere sul terminale.\\ - \const{XCASE} & Se impostato il terminale funziona solo con le - maiuscole. L'input è convertito in minuscole tranne per i - caratteri preceduti da una ``\texttt{\bslash}''. In output - le maiuscole sono precedute da una ``\texttt{\bslash}'' e - le minuscole convertite in maiuscole.\\ - \const{DEFECHO}& Se impostato effettua l'eco solo se c'è un processo in - lettura.\\ - \const{FLUSHO} & Effettua la cancellazione della coda di uscita. Viene - attivato dal carattere DISCARD. Non è supportato in - Linux.\\ \const{PENDIN} & Indica che la linea deve essere ristampata, viene attivato dal carattere REPRINT e resta attivo fino alla - fine della ristampa. Non è supportato in Linux.\\ + fine della ristampa. Non è presente in POSIX e + non è supportato in Linux.\\ + \const{IEXTEN} & Abilita alcune estensioni previste dalla + implementazione. Deve essere impostato perché caratteri + speciali come EOL2, LNEXT, REPRINT e WERASE possano + essere interpretati.\\ \hline \end{tabular} \caption{Costanti identificative dei vari bit del flag di controllo @@ -1692,16 +1779,6 @@ fig.~\ref{fig:term_termios}). \label{tab:sess_termios_lflag} \end{table} -Il quarto flag, mantenuto nel campo \var{c\_lflag}, è detto \textsl{flag - locale}, e serve per controllare il funzionamento dell'interfaccia fra il -driver e l'utente, come abilitare l'eco, gestire i caratteri di controllo e -l'emissione dei segnali, impostare modo canonico o non canonico; un elenco dei -vari bit, del loro significato e delle costanti utilizzate per identificarli è -riportato in tab.~\ref{tab:sess_termios_lflag}. Con i terminali odierni l'unico -flag con cui probabilmente si può avere a che fare è questo, in quanto è con -questo che si impostano le caratteristiche generiche comuni a tutti i -terminali. - Si tenga presente che i flag che riguardano le modalità di eco dei caratteri (\const{ECHOE}, \const{ECHOPRT}, \const{ECHOK}, \const{ECHOKE}, \const{ECHONL}) controllano solo il comportamento della visualizzazione, il @@ -1717,21 +1794,21 @@ POSIX ne specifica almeno 11, ma molte implementazioni ne definiscono molti altri.\footnote{in Linux il valore della costante è 32, anche se i caratteri effettivamente definiti sono solo 17.} -\begin{table}[htb] +\begin{table}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{tabular}[c]{|l|c|c|p{7cm}|} + \begin{tabular}[c]{|l|c|c|p{9cm}|} \hline \textbf{Indice} & \textbf{Valore}&\textbf{Codice} & \textbf{Funzione}\\ \hline \hline \const{VINTR} &\texttt{0x03}&(\texttt{C-c})& Carattere di interrupt, provoca l'emissione di - \const{SIGINT}.\\ - \const{VQUIT} &\texttt{0x1C}&(\texttt{C-|})& Carattere di uscita provoca - l'emissione di - \const{SIGQUIT}.\\ - \const{VERASE}&\texttt{0x7f}& DEL & Carattere di ERASE, cancella + \signal{SIGINT}.\\ + \const{VQUIT} &\texttt{0x1C}&(\texttt{C-\bslash})& Carattere di uscita, + provoca l'emissione di + \signal{SIGQUIT}.\\ + \const{VERASE}&\texttt{0x7f}&DEL,\texttt{C-?}& Carattere di ERASE, cancella l'ultimo carattere precedente nella linea.\\ \const{VKILL} &\texttt{0x15}&(\texttt{C-u})& Carattere di KILL, cancella @@ -1748,39 +1825,48 @@ altri.\footnote{in Linux il valore della costante è 32, anche se i caratteri zero caratteri, cioè la condizione di \textit{end-of-file}.\\ - \const{VTIME} & --- & --- & Timeout, in decimi di secondo, per - una lettura in modo non canonico.\\ \const{VMIN} & --- & --- & Numero minimo di caratteri per una lettura in modo non canonico.\\ + \const{VEOL} &\texttt{0x00}& NUL & Carattere di fine riga. Agisce come + un a capo, ma non viene scartato ed + è letto come l'ultimo carattere + nella riga.\\ + \const{VTIME} & --- & --- & Timeout, in decimi di secondo, per + una lettura in modo non canonico.\\ + \const{VEOL2} &\texttt{0x00}& NUL & Ulteriore carattere di fine + riga. Ha lo stesso effetto di + \const{VEOL} ma può essere un + carattere diverso. \\ \const{VSWTC} &\texttt{0x00}& NUL & Carattere di switch. Non supportato in Linux.\\ - \const{VSTART}&\texttt{0x21}&(\texttt{C-q})& Carattere di START. Riavvia un + \const{VSTART}&\texttt{0x17}&(\texttt{C-q})& Carattere di START. Riavvia un output bloccato da uno STOP.\\ - \const{VSTOP} &\texttt{0x23}&(\texttt{C-s})& Carattere di STOP. Blocca + \const{VSTOP} &\texttt{0x19}&(\texttt{C-s})& Carattere di STOP. Blocca l'output fintanto che non viene premuto un carattere di START.\\ \const{VSUSP} &\texttt{0x1A}&(\texttt{C-z})& Carattere di sospensione. Invia il segnale - \const{SIGTSTP}.\\ - \const{VEOL} &\texttt{0x00}& NUL & Carattere di fine riga. Agisce come - un a capo, ma non viene scartato ed - è letto come l'ultimo carattere - nella riga.\\ - \const{VREPRINT}&\texttt{0x12}&(\texttt{C-r})& Ristampa i caratteri non - ancora letti.\\ - \const{VDISCARD}&\texttt{0x07}&(\texttt{C-o})& Non riconosciuto in Linux.\\ - \const{VWERASE}&\texttt{0x17}&(\texttt{C-w})&Cancellazione di una - parola.\\ + \signal{SIGTSTP}.\\ + \const{VDSUSP}&\texttt{0x19}&(\texttt{C-y})& Carattere di sospensione + ritardata. Invia il segnale + \signal{SIGTSTP} quando il + carattere viene letto dal + programma, (non presente in + POSIX e non riconosciuto in + Linux).\\ \const{VLNEXT}&\texttt{0x16}&(\texttt{C-v})& Carattere di escape, serve a quotare il carattere successivo che non viene interpretato ma passato direttamente all'output.\\ - \const{VEOL2} &\texttt{0x00}& NUL & Ulteriore carattere di fine - riga. Ha lo stesso effetto di - \const{VEOL} ma può essere un - carattere diverso. \\ + \const{VWERASE}&\texttt{0x17}&(\texttt{C-w})&Cancellazione di una + parola.\\ + \const{VREPRINT}&\texttt{0x12}&(\texttt{C-r})& Ristampa i caratteri non + ancora letti (non presente in + POSIX).\\ + \const{VDISCARD}&\texttt{0x0F}&(\texttt{C-o})& Non riconosciuto in Linux.\\ + \const{VSTATUS} &\texttt{0x13}&(\texttt{C-t})& Non riconosciuto in Linux.\\ \hline \end{tabular} \caption{Valori dei caratteri di controllo mantenuti nel campo \var{c\_cc} @@ -1853,9 +1939,9 @@ terminale qualunque nella struttura puntata da \param{termios\_p}; \func{tcsetattr} invece effettua la scrittura delle impostazioni e quando viene invocata sul proprio terminale di controllo può essere eseguita con successo solo da un processo in foreground. Se invocata da un processo in -background infatti tutto il gruppo riceverà un segnale di \const{SIGTTOU} come +background infatti tutto il gruppo riceverà un segnale di \signal{SIGTTOU} come se si fosse tentata una scrittura, a meno che il processo chiamante non abbia -\const{SIGTTOU} ignorato o bloccato, nel qual caso l'operazione sarà eseguita. +\signal{SIGTTOU} ignorato o bloccato, nel qual caso l'operazione sarà eseguita. La funzione \func{tcsetattr} prevede tre diverse modalità di funzionamento, specificabili attraverso l'argomento \param{optional\_actions}, che permette @@ -1890,9 +1976,9 @@ se soltanto uno dei cambiamenti richiesti è stato eseguito. Pertanto se si effettuano più cambiamenti è buona norma controllare con una ulteriore chiamata a \func{tcgetattr} che essi siano stati eseguiti tutti quanti. -\begin{figure}[!htb] +\begin{figure}[!htbp] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} + \begin{minipage}[c]{\codesamplewidth} \includecodesample{listati/SetTermAttr.c} \end{minipage} \normalsize @@ -1907,25 +1993,25 @@ intatti gli altri; per questo motivo in generale si deve prima leggere il valore corrente delle impostazioni con \func{tcgetattr} per poi modificare i valori impostati. -In fig.~\ref{fig:term_set_attr} e fig.~\ref{fig:term_unset_attr} si è riportato -rispettivamente il codice delle due funzioni \func{SetTermAttr} e +In fig.~\ref{fig:term_set_attr} e fig.~\ref{fig:term_unset_attr} si è +riportato rispettivamente il codice delle due funzioni \func{SetTermAttr} e \func{UnSetTermAttr}, che possono essere usate per impostare o rimuovere, con -le dovute precauzioni, un qualunque bit di \var{c\_lflag}. Il codice di -entrambe le funzioni può essere trovato nel file \file{SetTermAttr.c} dei -sorgenti allegati. +le dovute precauzioni, un qualunque bit di \var{c\_lflag}. Il codice completo +di entrambe le funzioni può essere trovato nel file \file{SetTermAttr.c} dei +sorgenti allegati alla guida. La funzione \func{SetTermAttr} provvede ad impostare il bit specificato dall'argomento \param{flag}; prima si leggono i valori correnti -(\texttt{\small 10}) con \func{tcgetattr}, uscendo con un messaggio in caso di -errore (\texttt{\small 11--14}), poi si provvede a impostare solo i bit -richiesti (possono essere più di uno) con un OR binario (\texttt{\small 15}); +(\texttt{\small 8}) con \func{tcgetattr}, uscendo con un messaggio in caso di +errore (\texttt{\small 9--10}), poi si provvede a impostare solo i bit +richiesti (possono essere più di uno) con un OR binario (\texttt{\small 12}); infine si scrive il nuovo valore modificato con \func{tcsetattr} -(\texttt{\small 16}), notificando un eventuale errore (\texttt{\small 11--14}) +(\texttt{\small 13}), notificando un eventuale errore (\texttt{\small 14-15}) o uscendo normalmente. -\begin{figure}[!htb] +\begin{figure}[!htbp] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} + \begin{minipage}[c]{\codesamplewidth} \includecodesample{listati/UnSetTermAttr.c} \end{minipage} \normalsize @@ -1935,11 +2021,10 @@ o uscendo normalmente. \end{figure} La seconda funzione, \func{UnSetTermAttr}, è assolutamente identica alla -prima, solo che in questo caso, in (\texttt{\small 15}), si rimuovono i bit +prima, solo che in questo caso (\texttt{\small 9}) si rimuovono i bit specificati dall'argomento \param{flag} usando un AND binario del valore negato. - Al contrario di tutte le altre caratteristiche dei terminali, che possono essere impostate esplicitamente utilizzando gli opportuni campi di \struct{termios}, per le velocità della linea (il cosiddetto \textit{baud @@ -1998,6 +2083,22 @@ la connessione, qualora invece si utilizzi questo valore per la linea di input l'effetto sarà quello di rendere la sua velocità identica a quella della linea di output. +Dato che in genere si imposta sempre la stessa velocità sulle linee di uscita +e di ingresso è supportata anche la funzione \funcd{cfsetspeed}, una +estensione di BSD,\footnote{la funzione origina da 4.4BSD e richiede sua + definita la macro \macro{\_BSD\_SOURCE}.} il cui prototipo è: +\begin{functions} + \headdecl{unistd.h} + \headdecl{termios.h} + \funcdecl{int cfsetspeed(struct termios *termios\_p, speed\_t speed)} + Imposta la velocità delle linee seriali. + + \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di + errore, che avviene solo quando il valore specificato non è valido.} +\end{functions} +\noindent la funzione è identica alle due precedenti ma imposta la stessa +velocità sia per la linea di ingresso che per quella di uscita. + Analogamente a quanto avviene per l'impostazione, le velocità possono essere lette da una struttura \struct{termios} utilizzando altre due funzioni, \funcd{cfgetispeed} e \funcd{cfgetospeed}, i cui prototipi sono: @@ -2019,6 +2120,25 @@ linea da una struttura, il cui indirizzo è specificato dall'argomento \param{termios\_p} che deve essere stata letta in precedenza con \func{tcgetattr}. +Infine sempre da BSD è stata ripresa una funzione che consente di impostare il +teminale in una modalità analoga all cosiddetta modalità ``\textit{raw}'' di +System V, in cui i dati in input vengono resi disponibili un carattere alla +volta, e l'echo e tutte le interpretazioni dei caratteri in entrata e uscita +sono disabilitate. La funzione è \funcd{cfmakeraw} ed il suo prototipo è: +\begin{functions} + \headdecl{unistd.h} + \headdecl{termios.h} + \funcdecl{void cfmakeraw(struct termios *termios\_p)} + Importa il terminale in modalità ``\textit{raw}'' alla System V. + + \bodydesc{La funzione imposta solo i valori in \param{termios\_p}, e non + sono previste condizioni di errore.} +\end{functions} + +Anche in questo caso la funzione si limita a preparare i valori che poi +saranno impostato con una successiva chiamata a \func{tcsetattr}, in sostanza +la funzione è equivalente a: +\includecodesnip{listati/cfmakeraw.c} \subsection{La gestione della disciplina di linea.} @@ -2034,7 +2154,7 @@ direttamente sulla gestione di quest'ultime e sull'interazione fra i dati in ingresso ed uscita e le relative code. In generale tutte queste funzioni vengono considerate, dal punto di vista dell'accesso al terminale, come delle funzioni di scrittura, pertanto se usate da processi in background sul loro -terminale di controllo provocano l'emissione di \const{SIGTTOU} come +terminale di controllo provocano l'emissione di \signal{SIGTTOU} come illustrato in sez.~\ref{sec:sess_ctrl_term}.\footnote{con la stessa eccezione, già vista per \func{tcsetattr}, che quest'ultimo sia bloccato o ignorato dal processo chiamante.} @@ -2255,14 +2375,14 @@ Qui vanno le cose su \func{openpty} e compagnia. % LocalWords: kernel multitasking dell'I job control BSD POSIX shell sez group -% LocalWords: foreground process bg fg Di waitpid WUNTRACED pgrp session sched +% LocalWords: foreground process bg fg waitpid WUNTRACED pgrp session sched % LocalWords: struct pgid sid pid ps getpgid getpgrp SVr unistd void errno int % LocalWords: ESRCH getsid glibc system call XOPEN SOURCE EPERM setpgrp EACCES % LocalWords: setpgid exec EINVAL did fork race condition setsid l'I tty ioctl % LocalWords: NOCTTY TIOCSCTTY error tcsetpgrp termios fd pgrpid descriptor VT % LocalWords: ENOTTY ENOSYS EBADF SIGTTIN SIGTTOU EIO tcgetpgrp crypt SIGTSTP % LocalWords: SIGINT SIGQUIT SIGTERM SIGHUP hungup kill orphaned SIGCONT exit -% LocalWords: init Slackware run level inittab fig device getty exevle TERM at +% LocalWords: init Slackware run level inittab fig device getty TERM at % LocalWords: getpwnam chdir home chown chmod setuid setgid initgroups SIGCHLD % LocalWords: daemon like daemons NdT Stevens Programming FAQ filesystem umask % LocalWords: noclose syslog syslogd socket UDP klogd printk printf facility @@ -2289,7 +2409,8 @@ Qui vanno le cose su \func{openpty} e compagnia. % LocalWords: tcflush queue TCIFLUSH TCOFLUSH TCIOFLUSH tcflow action TCOOFF % LocalWords: TCOON TCIOFF TCION timer openpty Window nochdir embedded router % LocalWords: access point upstart systemd rsyslog vsyslog variadic src linux -% LocalWords: closelog dmesg sysctl klogctl sys ERESTARTSYS +% LocalWords: closelog dmesg sysctl klogctl sys ERESTARTSYS ConsoleKit to CoPy +% LocalWords: loglevel message libc klog mydmesg CAP ADMIN LXC %%% Local Variables: %%% mode: latex