X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=prochand.tex;h=db517e90d28db138259c6bf95bffbedb2466a792;hp=97b9c5e7d6d35521cf0adb178b303a200e2ccc4a;hb=bd18ae03e4b95cf99bec30653520049c75e6d028;hpb=33a26fb169d5a3e459b816cb79eb7956e8434ffb diff --git a/prochand.tex b/prochand.tex index 97b9c5e..db517e9 100644 --- a/prochand.tex +++ b/prochand.tex @@ -17,7 +17,7 @@ problematiche generiche della programmazione in ambiente multitasking. \label{sec:proc_gen} Partiremo con una introduzione generale ai concetti che stanno alla base della -gestione dei processi in un sitema unix-like. Introdurremo in questa sezione +gestione dei processi in un sistema unix-like. Introdurremo in questa sezione l'architettura della gestione dei processi e le sue principali caratteristiche, e daremo una panoramica sull'uso delle principali funzioni per la gestione dei processi. @@ -187,17 +187,16 @@ Tutti i processi inoltre memorizzano anche il \acr{pid} del genitore da cui sono stati creati, questo viene chiamato in genere \acr{ppid} (da \textit{parent process id}). Questi due identificativi possono essere ottenuti da programma usando le funzioni: - \begin{functions} \headdecl{sys/types.h} \headdecl{unistd.h} -\funcdecl{pid\_t getpid(void)} restituisce il pid del processo corrente. -\funcdecl{pid\_t getppid(void)} restituisce il pid del padre del processo +\funcdecl{pid\_t getpid(void)} Restituisce il pid del processo corrente. +\funcdecl{pid\_t getppid(void)} Restituisce il pid del padre del processo corrente. -Entrambe le funzioni non riportano condizioni di errore. +\bodydesc{Entrambe le funzioni non riportano condizioni di errore.} \end{functions} -esempi dell'uso di queste funzioni sono riportati in +\noindent esempi dell'uso di queste funzioni sono riportati in \figref{fig:proc_fork_code}, nel programma di esempio \file{ForkTest.c}. Il fatto che il \acr{pid} sia un numero univoco per il sistema lo rende il @@ -211,7 +210,7 @@ Tutti i processi figli dello stesso processo padre sono detti \textit{sibling}, questa è una delle relazioni usate nel \textsl{controllo di sessione}, in cui si raggruppano i processi creati su uno stesso terminale, o relativi allo stesso login. Torneremo su questo argomento in dettaglio in -\secref{cap:session}, dove esamineremo gli altri identificativi associati ad +\secref{cha:session}, dove esamineremo gli altri identificativi associati ad un processo e le varie relazioni fra processi utilizzate per definire una sessione. @@ -219,8 +218,8 @@ Oltre al \acr{pid} e al \acr{ppid}, e a quelli usati per il controllo di sessione, ad ogni processo sono associati altri identificatori, usati per il controllo di accesso, che servono per determinare se il processo può o meno eseguire le operazioni richieste, a seconda dei privilegi e dell'identità di -chi lo ha posto in esecuzione; su questi torneremo in dettaglii più avanti in -\secref{sec:proc_perm}. +chi lo ha posto in esecuzione; su questi torneremo in dettagli più avanti in +\secref{sec:proc_perms}. \subsection{La funzione \func{fork}} @@ -231,21 +230,22 @@ processi: come si attraverso l'uso di questa funzione, essa quindi riveste un ruolo centrale tutte le volte che si devono scrivere programmi che usano il multitasking. Il prototipo della funzione è: - \begin{functions} \headdecl{sys/types.h} \headdecl{unistd.h} \funcdecl{pid\_t fork(void)} - Restituisce zero al padre e il \acr{pid} al figlio in caso di successo, - ritorna -1 al padre (senza creare il figlio) in caso di errore; - \texttt{errno} può assumere i valori: + Crea un nuovo processo. + + \bodydesc{Restituisce zero al padre e il \acr{pid} al figlio in caso di + successo, ritorna -1 al padre (senza creare il figlio) in caso di errore; + \var{errno} può assumere i valori: \begin{errlist} - \item \macro{EAGAIN} non ci sono risorse sufficienti per creare un'altro + \item[\macro{EAGAIN}] non ci sono risorse sufficienti per creare un'altro processo (per allocare la tabella delle pagine e le strutture del task) o si è esaurito il numero di processi disponibili. - \item \macro{ENOMEM} non è stato possibile allocare la memoria per le + \item[\macro{ENOMEM}] non è stato possibile allocare la memoria per le strutture necessarie al kernel per creare il nuovo processo. - \end{errlist} + \end{errlist}} \end{functions} Dopo il successo dell'esecuzione di una \func{fork} sia il processo padre che @@ -539,7 +539,8 @@ Oltre ai file aperti i processi figli ereditano dal padre una serie di altre proprietà; la lista dettagliata delle proprietà che padre e figlio hanno in comune dopo l'esecuzione di una \func{fork} è la seguente: \begin{itemize*} -\item i file aperti e gli eventuali flag di \textit{close-on-exec} se settati. +\item i file aperti e gli eventuali flag di \textit{close-on-exec} (vedi +\secref{sec:proc_exec} e \secref{sec:file_fcntl}) se settati. \item gli identificatori per il controllo di accesso: il \textit{real user id}, il \textit{real group id}, l'\textit{effective user id}, l'\textit{effective group id} e i \textit{supplementary group id} (vedi @@ -551,9 +552,11 @@ comune dopo l'esecuzione di una \func{fork} \item la directory di lavoro e la directory radice (vedi \secref{sec:file_work_dir}). \item la maschera dei permessi di creazione (vedi \secref{sec:file_umask}). -\item la maschera dei segnali bloccati e le azioni installate. -\item i segmenti di memoria condivisa agganciati al processo. -\item i limiti sulle risorse. +\item la maschera dei segnali bloccati e le azioni installate (vedi +\secref{sec:sig_xxx}). +\item i segmenti di memoria condivisa agganciati al processo (vedi +\secref{sec:ipc_xxx}). +\item i limiti sulle risorse (vedi \secref{sec:sys_xxx}). \item le variabili di ambiente (vedi \secref{sec:proc_environ}). \end{itemize*} le differenze fra padre e figlio dopo la \func{fork} invece sono: @@ -562,10 +565,11 @@ le differenze fra padre e figlio dopo la \func{fork} invece sono: \item il \textit{process id}. \item il \textit{parent process id} (quello del figlio viene settato al \acr{pid} del padre). -\item i valori dei tempi di esecuzione (\var{tms\_utime}, \var{tms\_stime}, - \var{tms\_cutime}, \var{tms\_uetime}) che nel figlio sono posti a zero. -\item i \textit{file lock}, che non vengono ereditati dal figlio. -\item gli allarmi ed i segnali pendenti, che per il figlio vengono cancellati. +\item i valori dei tempi di esecuzione (vedi \secref{sec:sys_xxx}) che + nel figlio sono posti a zero. +\item i \textit{file lock} (vedi \secref{sec:file_locking}), che non + vengono ereditati dal figlio. +\item gli allarmi ed i segnali pendenti (vedi \secref{sec:sig_xxx}), che per il figlio vengono cancellati. \end{itemize*} @@ -623,13 +627,15 @@ eseguite alla chiusura di un processo \item tutti i descrittori dei file sono chiusi. \item viene memorizzato lo stato di terminazione del processo. \item ad ogni processo figlio viene assegnato un nuovo padre. -\item viene inviato il segnale \macro{SIGCHLD} al processo padre. +\item viene inviato il segnale \macro{SIGCHLD} al processo padre (vedi + \secref{sec:sig_xxx}) . \item se il processo è un leader di sessione viene mandato un segnale di - \macro{SIGHUP} a tutti i processi in background e il terminale di controllo - viene disconnesso. -\item se la conclusione di un processo rende orfano un \textit{process group} - ciascun membro del gruppo viene bloccato, e poi gli vengono inviati in - successione i segnali \macro{SIGHUP} e \macro{SIGCONT}. + \macro{SIGHUP} a tutti i processi in background e il terminale di + controllo viene disconnesso (vedi \secref{sec:sess_xxx}). +\item se la conclusione di un processo rende orfano un \textit{process + group} ciascun membro del gruppo viene bloccato, e poi gli vengono + inviati in successione i segnali \macro{SIGHUP} e \macro{SIGCONT} + (vedi \secref{sec:sess_xxx}). \end{itemize*} ma al di la di queste operazioni è necessario poter disporre di un meccanismo ulteriore che consenta di sapere come questa terminazione è avvenuta; dato che @@ -700,7 +706,7 @@ informazioni riguardo ai processi che sta terminando. Questo viene fatto mantenendo attiva la voce nella tabella dei processi, e memorizzando alcuni dati essenziali, come il \acr{pid}, i tempi di CPU usati -dal processo (vedi \secref{sec:intro_unix_time}) e lo stato di terminazione +dal processo (vedi \secref{sec:sys_unix_time}) e lo stato di terminazione \footnote{NdA verificare esattamente cosa c'è!}, mentre la memoria in uso ed i file aperti vengono rilasciati immediatamente. I processi che sono terminati, ma il cui stato di terminazione non è stato ancora ricevuto dal padre sono @@ -770,57 +776,60 @@ conclusione dei vari processi figli onde evitare di riempire di \textit{zombie} la tabella dei processi; le funzioni deputate a questo compito sono sostanzialmente due, \func{wait} e \func{waitpid}. La prima, il cui prototipo è: - \begin{functions} \headdecl{sys/types.h} \headdecl{sys/wait.h} \funcdecl{pid\_t wait(int * status)} Sospende il processo corrente finché un figlio non è uscito, o finché un -segnale termina il processo o chiama una funzione di gestione. Se un figlio è -già uscito la funzione ritorna immediatamente. Al ritorno lo stato di -termininazione del processo viene salvato nella variabile puntata da -\var{status} e tutte le informazioni relative al processo (vedi -\secref{sec:proc_termination}) vengono rilasciate. +segnale termina il processo o chiama una funzione di gestione. +\bodydesc{ La funzione restituisce il \acr{pid} del figlio in caso di successo e -1 in caso di errore; \var{errno} può assumere i valori: \begin{errlist} - \item \macro{EINTR} la funzione è stata interrotta da un segnale. + \item[\macro{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale. \end{errlist} +} \end{functions} - +\noindent è presente fin dalle prime versioni di unix; la funzione ritorna alla -conclusione del primo figlio (o immediatamente se un figlio è già uscito). Nel -caso un processo abbia più figli il valore di ritorno permette di identificare -qual'è quello che è uscito. - -Questa funzione però ha il difetto di essere poco flessibile, in quanto -ritorna all'uscita di un figlio qualunque. Nelle occasioni in cui è necessario -attendere la conclusione di un processo specifico occorre predisporre un -meccanismo che tenga conto dei processi già terminati, e ripeta la chiamata -alla funzione nel caso il processo cercato sia ancora attivo. +conclusione del primo figlio (o immediatamente se un figlio è già +uscito). Se un figlio è già uscito la funzione ritorna immediatamente. + +Al ritorno lo stato di termininazione del processo viene salvato nella +variabile puntata da \var{status} e tutte le informazioni relative al +processo (vedi \secref{sec:proc_termination}) vengono rilasciate. Nel +caso un processo abbia più figli il valore di ritorno permette di +identificare qual'è quello che è uscito. + +Questa funzione ha il difetto di essere poco flessibile, in quanto +ritorna all'uscita di un figlio qualunque. Nelle occasioni in cui è +necessario attendere la conclusione di un processo specifico occorre +predisporre un meccanismo che tenga conto dei processi già terminati, e +provveda a ripetere la chiamata alla funzione nel caso il processo +cercato sia ancora attivo. Per questo motivo lo standard POSIX.1 ha introdotto la funzione \func{waitpid} che effettua lo stesso servizio, ma dispone di una serie di funzionalità più ampie, legate anche al controllo di sessione. Dato che è possibile ottenere lo stesso comportamento di \func{wait} si consiglia di utilizzare sempre questa funzione; il suo prototipo è: - \begin{functions} \headdecl{sys/types.h} \headdecl{sys/wait.h} \funcdecl{pid\_t waitpid(pid\_t pid, int * status, int options)} +Attende la conclusione di un processo figlio. -La funzione restituisce il \acr{pid} del processo che è uscito, 0 se è stata -specificata l'opzione \macro{WNOHANG} e il processo non è uscito e -1 per un -errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori: +\bodydesc{La funzione restituisce il \acr{pid} del processo che è uscito, 0 se + è stata specificata l'opzione \macro{WNOHANG} e il processo non è uscito e + -1 per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori: \begin{errlist} - \item \macro{EINTR} se non è stata specificata l'opzione \macro{WNOHANG} e + \item[\macro{EINTR}] se non è stata specificata l'opzione \macro{WNOHANG} e la funzione è stata interrotta da un segnale. - \item \macro{ECHILD} il processo specificato da \var{pid} non esiste o non è + \item[\macro{ECHILD}] il processo specificato da \var{pid} non esiste o non è figlio del processo chiamante. - \end{errlist} + \end{errlist}} \end{functions} Le differenze principali fra le due funzioni sono che \func{wait} si blocca @@ -916,7 +925,6 @@ certezza che la chiamata a \func{wait} non si bloccher \label{tab:proc_status_macro} \end{table} - Entrambe le funzioni restituiscono lo stato di terminazione del processo tramite il puntatore \var{status} (se non interessa memorizzare lo stato si può passare un puntatore nullo). Il valore restituito da entrambe le funzioni @@ -947,7 +955,6 @@ lettura dello stato di terminazione di un processo, analoghe a \func{wait} e kernel può restituire al processo padre ulteriori informazioni sulle risorse usate dal processo terminato e dai vari figli. Queste funzioni, che diventano accessibili definendo la costante \macro{\_USE\_BSD}, sono: - \begin{functions} \headdecl{sys/times.h} \headdecl{sys/types.h} @@ -955,9 +962,9 @@ accessibili definendo la costante \macro{\_USE\_BSD}, sono: \headdecl{sys/resource.h} \funcdecl{pid\_t wait4(pid\_t pid, int * status, int options, struct rusage * rusage)} - La funzione è identica a \func{waitpid} sia per comportamento che per i + È identica a \func{waitpid} sia per comportamento che per i valori dei parametri, ma restituisce in \var{rusage} un sommario delle - risorse usate dal processo (per i dettagli vedi \secref{sec:xxx_limit_res}) + risorse usate dal processo (per i dettagli vedi \secref{sec:sys_xxx}) \funcdecl{pid\_t wait3(int *status, int options, struct rusage *rusage)} Prima versione, equivalente a \func{wait4(-1, \&status, opt, rusage)} è ormai deprecata in favore di \func{wait4}. @@ -965,7 +972,7 @@ accessibili definendo la costante \macro{\_USE\_BSD}, sono: \noindent la struttura \type{rusage} è definita in \file{sys/resource.h}, e viene utilizzata anche dalla funzione \func{getrusage} per ottenere le risorse di -sistema usate dal processo; in Linux è definita come: +sistema usate dal processo; la sua definizione è riportata in \nfig. \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering @@ -996,12 +1003,13 @@ struct rusage { delle risorse usate da un processo.} \label{fig:proc_rusage_struct} \end{figure} -In genere includere esplicitamente \file{} non è più necessario, -ma aumenta la portabilità, e serve in caso si debba accedere ai campi di -\var{rusage} definiti come \type{struct timeval}. La struttura è ripresa dalla -versione 4.3 Reno di BSD, attualmente (con il kernel 2.4.x) i soli campi che -sono mantenuti sono: \var{ru\_utime}, \var{ru\_stime}, \var{ru\_minflt}, -\var{ru\_majflt}, e \var{ru\_nswap}. + +In genere includere esplicitamente \file{} non è più +necessario, ma aumenta la portabilità, e serve in caso si debba accedere +ai campi di \var{rusage} definiti come \type{struct timeval}. La +struttura è ripresa da BSD 4.3, attualmente (con il kernel 2.4.x) i soli +campi che sono mantenuti sono: \var{ru\_utime}, \var{ru\_stime}, +\var{ru\_minflt}, \var{ru\_majflt}, e \var{ru\_nswap}. \subsection{Le funzioni \func{exec}} @@ -1020,44 +1028,45 @@ Ci sono sei diverse versioni di \func{exec} (per questo la si famiglia di funzioni) che possono essere usate per questo compito, che in realtà (come mostrato in \figref{fig:proc_exec_relat}), costituiscono un front-end a \func{execve}. Il prototipo di quest'ultima è: - \begin{prototype}{unistd.h} {int execve(const char * filename, char * const argv [], char * const envp[])} + Esegue il programma contenuto nel file \param{filename}. - La funzione esegue il file o lo script indicato da \var{filename}, - passandogli la lista di argomenti indicata da \var{argv} e come ambiente la - lista di stringhe indicata da \var{envp}; entrambe le liste devono essere - terminate da un puntatore nullo. I vettori degli argomenti e dell'ambiente - possono essere acceduti dal nuovo programma quando la sua funzione - \func{main} è dichiarata nella forma \func{main(int argc, char *argv[], char - *envp[])}. - - La funzione ritorna -1 solo in caso di errore, nel qual caso caso la - \var{errno} può assumere i valori: + \bodydesc{La funzione ritorna -1 solo in caso di errore, nel qual caso + caso la \var{errno} può assumere i valori: \begin{errlist} - \item \macro{EACCES} il file non è eseguibile, oppure il filesystem è + \item[\macro{EACCES}] il file non è eseguibile, oppure il filesystem è montato in \cmd{noexec}, oppure non è un file normale o un interprete. - \item \macro{EPERM} il file ha i bit \acr{suid} o \acr{sgid} ma l'utente non + \item[\macro{EPERM}] il file ha i bit \acr{suid} o \acr{sgid} ma l'utente non è root o il filesystem è montato con \cmd{nosuid}, oppure - \item \macro{ENOEXEC} il file è in un formato non eseguibile o non + \item[\macro{ENOEXEC}] il file è in un formato non eseguibile o non riconosciuto come tale, o compilato per un'altra architettura. - \item \macro{ENOENT} il file o una delle librerie dinamiche o l'interprete + \item[\macro{ENOENT}] il file o una delle librerie dinamiche o l'interprete necessari per eseguirlo non esistono. - \item \macro{ETXTBSY} L'eseguibile è aperto in scrittura da uno o più + \item[\macro{ETXTBSY}] L'eseguibile è aperto in scrittura da uno o più processi. - \item \macro{EINVAL} L'eseguibile ELF ha più di un segmento - \macro{PF\_INTERP}, cioè chiede di essere eseguito da più di un interprete. - \item \macro{ELIBBAD} Un interprete ELF non è in un formato riconoscibile. + \item[\macro{EINVAL}] L'eseguibile ELF ha più di un segmento + \macro{PF\_INTERP}, cioè chiede di essere eseguito da più di un + interprete. + \item[\macro{ELIBBAD}] Un interprete ELF non è in un formato + riconoscibile. \end{errlist} ed inoltre anche \macro{EFAULT}, \macro{ENOMEM}, \macro{EIO}, \macro{ENAMETOOLONG}, \macro{E2BIG}, \macro{ELOOP}, \macro{ENOTDIR}, - \macro{ENFILE}, \macro{EMFILE}. + \macro{ENFILE}, \macro{EMFILE}.} \end{prototype} +La funzione \func{exec} esegue il file o lo script indicato da +\var{filename}, passandogli la lista di argomenti indicata da \var{argv} +e come ambiente la lista di stringhe indicata da \var{envp}; entrambe le +liste devono essere terminate da un puntatore nullo. I vettori degli +argomenti e dell'ambiente possono essere acceduti dal nuovo programma +quando la sua funzione \func{main} è dichiarata nella forma +\func{main(int argc, char *argv[], char *envp[])}. + Le altre funzioni della famiglia servono per fornire all'utente una serie possibile di diverse interfacce per la creazione di un nuovo processo. I loro prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \funcdecl{int execl(const char *path, const char *arg, ...)} @@ -1071,9 +1080,9 @@ Sostituiscono l'immagine corrente del processo con quella indicata nel primo argomento. I parametri successivi consentono di specificare gli argomenti a linea di comando e l'ambiente ricevuti dal nuovo processo. -Queste funzioni ritornano solo in caso di errore, restituendo -1; nel qual -caso \var{errno} andrà ad assumere i valori visti in precedenza per -\func{execve}. +\bodydesc{Queste funzioni ritornano solo in caso di errore, restituendo + -1; nel qual caso \var{errno} andrà ad assumere i valori visti in + precedenza per \func{execve}.} \end{functions} Per capire meglio le differenze fra le funzioni della famiglia si può fare @@ -1143,7 +1152,7 @@ indicato dal parametro \var{path}, che viene interpretato come il \begin{figure}[htb] \centering - \includegraphics[width=13cm]{img/exec_rel.eps} + \includegraphics[width=13cm]{img/exec_rel} \caption{La interrelazione fra le sei funzioni della famiglia \func{exec}} \label{fig:proc_exec_relat} \end{figure} @@ -1172,24 +1181,24 @@ la lista completa \secref{sec:file_work_dir}). \item la maschera di creazione dei file (\var{umask}, vedi \secref{sec:file_umask}) ed i \textit{lock} sui file (vedi - \secref{sec:file_xxx}). + \secref{sec:file_locking}). \item i segnali sospesi (\textit{pending}) e la maschera dei segnali (si veda \secref{sec:sig_xxx}). -\item i limiti sulle risorse (vedi \secref{sec:limits_xxx}).. +\item i limiti sulle risorse (vedi \secref{sec:sys_limits}).. \item i valori delle variabili \var{tms\_utime}, \var{tms\_stime}, - \var{tms\_cutime}, \var{tms\_ustime} (vedi \secref{sec:xxx_xxx}).. + \var{tms\_cutime}, \var{tms\_ustime} (vedi \secref{sec:xxx_xxx}). \end{itemize*} Oltre a questo i segnali che sono stati settati per essere ignorati nel -processo chiamante mantengono lo stesso settaggio pure nuovo programma, tutti -gli altri segnali vengono settati alla loro azione di default. Un caso -speciale è il segnale \macro{SIGCHLD} che, quando settato a \macro{SIG\_IGN} +processo chiamante mantengono lo stesso settaggio pure nel nuovo programma, +tutti gli altri segnali vengono settati alla loro azione di default. Un caso +speciale è il segnale \macro{SIGCHLD} che, quando settato a \macro{SIG\_IGN}, può anche non essere resettato a \macro{SIG\_DFL} (si veda \secref{sec:sig_xxx}). La gestione dei file aperti dipende dal valore del flag di \textit{close-on-exec} per ciascun file descriptor (si veda -\secref{sec:file_xxx}); i file per cui è settato vengono chiusi, tutti gli +\secref{sec:file_fcntl}); i file per cui è settato vengono chiusi, tutti gli altri file restano aperti. Questo significa che il comportamento di default è che i file restano aperti attraverso una \func{exec}, a meno di una chiamata esplicita a \func{fcntl} che setti il suddetto flag. @@ -1277,7 +1286,6 @@ utente per un limitato insieme di operazioni. Per questo motivo in generale tutti gli unix prevedono che i processi abbiano almeno due gruppi di identificatori, chiamati rispettivamente \textit{real} ed \textit{effective}. - \begin{table}[htb] \footnotesize \centering @@ -1290,14 +1298,17 @@ identificatori, chiamati rispettivamente \textit{real} ed \textit{effective}. il programma\\ \acr{gid} & \textit{real group id} & indica il gruppo dell'utente che ha lanciato il programma \\ + \hline \acr{euid} & \textit{effective user id} & indica l'utente usato dal programma nel controllo di accesso \\ \acr{egid} & \textit{effective group id} & indica il gruppo usato dal programma nel controllo di accesso \\ -- & \textit{supplementary group id} & indica i gruppi cui l'utente appartiene \\ + \hline -- & \textit{saved user id} & copia dell'\acr{euid} iniziale\\ -- & \textit{saved group id} & copia dell'\acr{egid} iniziale \\ + \hline \acr{fsuid} & \textit{filesystem user id} & indica l'utente effettivo per il filesystem \\ \acr{fsgid} & \textit{filesystem group id} & indica il gruppo effettivo @@ -1332,26 +1343,28 @@ il programma che si settati (il significato di questi bit è affrontato in dettaglio in \secref{sec:file_suid_sgid}). In questo caso essi saranno settati all'utente e al gruppo proprietari del file; questo consente, per programmi in cui ci sia -necessità, di dare a qualunquee utente normale privilegi o permessi di +necessità, di dare a qualunque utente normale privilegi o permessi di un'altro (o dell'amministratore). Come nel caso del \acr{pid} e del \acr{ppid} tutti questi identificatori possono essere letti dal processo attraverso delle opportune funzioni, i cui prototipi sono i seguenti: - \begin{functions} -\headdecl{unistd.h} -\headdecl{sys/types.h} -\funcdecl{uid\_t getuid(void)} restituisce il \textit{real user ID} del -processo corrente. -\funcdecl{uid\_t geteuid(void)} restituisce l'\textit{effective user ID} del -processo corrente. -\funcdecl{gid\_t getgid(void)} restituisce il \textit{real group ID} del -processo corrente. -\funcdecl{gid\_t getegid(void)} restituisce l'\textit{effective group ID} del -processo corrente. - -Queste funzioni non riportano condizioni di errore. + \headdecl{unistd.h} + \headdecl{sys/types.h} + \funcdecl{uid\_t getuid(void)} Restituisce il \textit{real user ID} del + processo corrente. + + \funcdecl{uid\_t geteuid(void)} Restituisce l'\textit{effective user ID} del + processo corrente. + + \funcdecl{gid\_t getgid(void)} Restituisce il \textit{real group ID} del + processo corrente. + + \funcdecl{gid\_t getegid(void)} Restituisce l'\textit{effective group ID} del + processo corrente. + + \bodydesc{Queste funzioni non riportano condizioni di errore.} \end{functions} In generale l'uso di privilegi superiori deve essere limitato il più @@ -1397,24 +1410,23 @@ di utente e gruppo associati dal kernel ad ogni processo, \subsection{Le funzioni \func{setuid} e \func{setgid}} \label{sec:proc_setuid} -Le due funzioni che venfono usate per cambiare identità (cioè utente e gruppo +Le due funzioni che vengono usate per cambiare identità (cioè utente e gruppo di appartenenza) ad un processo sono rispettivamente \func{setuid} e \func{setgid}; come accennato in \secref{sec:proc_user_group} in Linux esse -seguono la sematica POSIX che prevede l'esistenza di \textit{saved user id} e +seguono la semantica POSIX che prevede l'esistenza di \textit{saved user id} e \textit{saved group id}; i loro prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/types.h} -\funcdecl{int setuid(uid\_t uid)} setta l'\textit{user ID} del processo +\funcdecl{int setuid(uid\_t uid)} Setta l'\textit{user ID} del processo corrente. -\funcdecl{int setgid(gid\_t gid)} setta il \textit{group ID} del processo +\funcdecl{int setgid(gid\_t gid)} Setta il \textit{group ID} del processo corrente. -Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di fallimento: -l'unico errore possibile è \macro{EPERM}. +\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso + di fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EPERM}.} \end{functions} Il funzionamento di queste due funzioni è analogo, per cui considereremo solo @@ -1426,7 +1438,7 @@ delle funzioni che tratteremo in questa sezione. L'effetto della chiamata è diverso a seconda dei privilegi del processo; se l'\textit{effective user id} è zero (cioè è quello dell'amministratore di -sistema) allora tutti gli identificatatori (\textit{real}, \textit{effective} +sistema) allora tutti gli identificatori (\textit{real}, \textit{effective} e \textit{saved}) vengono settati al valore specificato da \var{uid}, altrimenti viene settato solo l'\textit{effective user id}, e soltanto se il valore specificato corrisponde o al \textit{real user id} o al \textit{saved @@ -1441,7 +1453,7 @@ eventualmente tornare indietro. Come esempio per chiarire dell'uso di queste funzioni prediamo quello con cui viene gestito l'accesso al file \file{/var/log/utmp}. In questo file viene registrato chi sta usando il sistema al momento corrente; chiaramente non può -essere lasciato aperto in scrittura a qualunque utente, che protrebbe +essere lasciato aperto in scrittura a qualunque utente, che potrebbe falsificare la registrazione. Per questo motivo questo file (e l'analogo \file{/var/log/wtmp} su cui vengono registrati login e logout) appartengono ad un gruppo dedicato (\acr{utmp}) ed i programmi che devono accedervi (ad @@ -1502,24 +1514,23 @@ Queste due funzioni derivano da BSD che non supportando\footnote{almeno fino alla versione 4.3+BSD TODO, verificare e aggiornare la nota} i \textit{saved id} le usava per poter scambiare fra di loro effective e real id. I prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/types.h} -\funcdecl{int setreuid(uid\_t ruid, uid\_t euid)} setta il \textit{real user +\funcdecl{int setreuid(uid\_t ruid, uid\_t euid)} Setta il \textit{real user ID} e l'\textit{effective user ID} del processo corrente ai valori specificati da \var{ruid} e \var{euid}. -\funcdecl{int setregid(gid\_t rgid, gid\_t egid)} setta il \textit{real group +\funcdecl{int setregid(gid\_t rgid, gid\_t egid)} Setta il \textit{real group ID} e l'\textit{effective group ID} del processo corrente ai valori specificati da \var{rgid} e \var{egid}. -Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di fallimento: -l'unico errore possibile è \macro{EPERM}. +\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso + di fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EPERM}.} \end{functions} -I processi non privileguiati possono settare i \textit{real id} soltanto ai +I processi non privilegiati possono settare i \textit{real id} soltanto ai valori dei loro \textit{effective id} o \textit{real id} e gli \textit{effective id} ai valori dei loro \textit{real id}, \textit{effective id} o \textit{saved id}; valori diversi comportano il fallimento della @@ -1557,30 +1568,29 @@ sempre settato al valore dell'\textit{effective id}. Queste due funzioni sono una estensione introdotta in Linux dal kernel 2.1.44, e permettono un completo controllo su tutti gli identificatori (\textit{real}, \textit{effective} e \textit{saved}), i prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/types.h} -\funcdecl{int setresuid(uid\_t ruid, uid\_t euid, uid\_t suid)} setta il +\funcdecl{int setresuid(uid\_t ruid, uid\_t euid, uid\_t suid)} Setta il \textit{real user ID}, l'\textit{effective user ID} e il \textit{saved user ID} del processo corrente ai valori specificati rispettivamente da \var{ruid}, \var{euid} e \var{suid}. -\funcdecl{int setresgid(gid\_t rgid, gid\_t egid, gid\_t sgid)} setta il +\funcdecl{int setresgid(gid\_t rgid, gid\_t egid, gid\_t sgid)} Setta il \textit{real group ID}, l'\textit{effective group ID} e il \textit{saved group ID} del processo corrente ai valori specificati rispettivamente da \var{rgid}, \var{egid} e \var{sgid}. -Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di fallimento: -l'unico errore possibile è \macro{EPERM}. +\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso + di fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EPERM}.} \end{functions} I processi non privilegiati possono cambiare uno qualunque degli identificatori usando uno qualunque dei valori correnti di \textit{real id}, -\textit{effective id} o \textit{saved id}, l'ammnistratore può specificare i +\textit{effective id} o \textit{saved id}, l'amministratore può specificare i valori che vuole; un valore di -1 per un qualunque parametro lascia inalterato -l'dentificatore corrispondente. +l'identificatore corrispondente. @@ -1590,19 +1600,18 @@ l'dentificatore corrispondente. Queste funzioni sono un'estensione allo standard POSIX.1 (ma sono comunque supportate dalla maggior parte degli unix) e usate per cambiare gli \textit{effective id}; i loro prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/types.h} -\funcdecl{int seteuid(uid\_t uid)} setta l'\textit{effective user ID} del +\funcdecl{int seteuid(uid\_t uid)} Setta l'\textit{effective user ID} del processo corrente a \var{uid}. -\funcdecl{int setegid(gid\_t gid)} setta l'\textit{effective group ID} del +\funcdecl{int setegid(gid\_t gid)} Setta l'\textit{effective group ID} del processo corrente a \var{gid}. -Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di fallimento: -l'unico errore possibile è \macro{EPERM}. +\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso + di fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EPERM}.} \end{functions} Gli utenti normali possono settare l'\textit{effective id} solo al valore del @@ -1634,20 +1643,19 @@ ha temporaneamente assunto l'identit quelli originari per quanto riguarda tutti gli altri controlli di accesso. Le due funzioni usate per cambiare questi identificatori sono \func{setfsuid} -e \func{setfsgid}, ovviamenete sono specifiche di Linux e non devono essere +e \func{setfsgid}, ovviamente sono specifiche di Linux e non devono essere usate se si intendono scrivere programmi portabili; i loro prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{sys/fsuid.h} -\funcdecl{int setfsuid(uid\_t fsuid)} setta il \textit{filesystem user ID} del +\funcdecl{int setfsuid(uid\_t fsuid)} Setta il \textit{filesystem user ID} del processo corrente a \var{fsuid}. -\funcdecl{int setfsgid(gid\_t fsgid)} setta l'\textit{filesystem group ID} del +\funcdecl{int setfsgid(gid\_t fsgid)} Setta l'\textit{filesystem group ID} del processo corrente a \var{fsgid}. -Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di fallimento: -l'unico errore possibile è \macro{EPERM}. +\bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso + di fallimento: l'unico errore possibile è \macro{EPERM}.} \end{functions} Queste funzioni hanno successo solo se il processo chiamante ha i privilegi di @@ -1683,7 +1691,7 @@ quando si ha la certezza che, qualora essa venga effettuata, tutti i passaggi che devono essere compiuti per realizzarla verranno eseguiti senza possibilità di interruzione in una fase intermedia. -In un ambiente multitasking il concetto è esseziale, dato che un processo può +In un ambiente multitasking il concetto è essenziale, dato che un processo può essere interrotto in qualunque momento dal kernel che mette in esecuzione un altro processo o dalla ricezione di un segnale; occorre pertanto essere accorti nei confronti delle possibili \textit{race condition} (vedi @@ -1693,7 +1701,7 @@ cui non erano ancora state completate. Nel caso dell'interazione fra processi la situazione è molto più semplice, ed occorre preoccuparsi della atomicità delle operazioni solo quando si ha a che fare con meccanismi di intercomunicazione (che esamineremo in dettaglio in -\capref{cha:ipc}) o nella operazioni con i file (vedremo alcuni esempi in +\capref{cha:IPC}) o nella operazioni con i file (vedremo alcuni esempi in \secref{sec:file_atomic}). In questi casi in genere l'uso delle appropriate funzioni di libreria per compiere le operazioni necessarie è garanzia sufficiente di atomicità in quanto le system call con cui esse sono realizzate @@ -1701,11 +1709,11 @@ non possono essere interrotte (o subire interferenze pericolose) da altri processi. Nel caso dei segnali invece la situazione è molto più delicata, in quanto lo -stesso processo può essere interrotto in qualunque momento, e le operazioni di -un eventuale \textit{signal handler} saranno compiute nello stesso spazio di -indirizzi. Per questo anche solo il solo accesso o l'assegnazione di una -variabile possono non essere più operazioni atomiche (torneremo su questi -aspetti in \secref{sec:sign_xxx}). +stesso processo, e pure alcune system call, possono essere interrotti in +qualunque momento, e le operazioni di un eventuale \textit{signal handler} +sono compiute nello stesso spazio di indirizzi del processo. Per questo anche +solo il solo accesso o l'assegnazione di una variabile possono non essere più +operazioni atomiche (torneremo su questi aspetti in \secref{sec:sign_xxx}). In questo caso il sistema provvede un tipo di dato, il \type{sig\_atomic\_t}, il cui accesso è assicurato essere atomico. In pratica comunque si può @@ -1736,12 +1744,12 @@ di eseguire atomicamente le operazioni necessarie, occorre che le risorse condivise siano opportunamente protette da meccanismi di sincronizzazione (torneremo su queste problematiche di questo tipo in \secref{sec:ipc_semaph}). -Un caso particolare di \textit{race condition} sono poi i cosidetti +Un caso particolare di \textit{race condition} sono poi i cosiddetti \textit{deadlock}; l'esempio tipico è quello di un flag di ``occupazione'' che viene rilasciato da un evento asincrono fra il controllo (in cui viene trovato -occupato) e la successiva messa in attesa, attesa che a questo punto diventerà +occupato) e la successiva messa in attesa, che a questo punto diventerà perpetua (da cui il nome di \textit{deadlock}) in quanto l'evento di sblocco -di questa è stato perso. +del flag è stato perso fra il controllo e la messa in attesa. \subsection{Le funzioni rientranti} @@ -1761,7 +1769,7 @@ essere rientrante se usa e modifica un oggetto che le viene fornito dal chiamante: due chiamate possono interferire se viene passato lo stesso oggetto. -Le glibc mettono a disposizione due macro di compilatore \macro{_REENTRANT} e -\macro{_THREAD_SAFE} per assicurare che siano usate delle versioni rientranti +Le glibc mettono a disposizione due macro di compilatore \macro{\_REENTRANT} e +\macro{\_THREAD\_SAFE} per assicurare che siano usate delle versioni rientranti delle funzioni di libreria.