X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=prochand.tex;h=6e99c3cd56cd21ca618899c856e23edb9c77df06;hp=f81dcc95dcdcc76c9a09689031a2e9bfe07d991f;hb=0ab3f419ed7721862f3a3bc012d681fbefdf0cfa;hpb=f4469c536e047bd645eb84db1d5bed531ffde3b5 diff --git a/prochand.tex b/prochand.tex index f81dcc9..6e99c3c 100644 --- a/prochand.tex +++ b/prochand.tex @@ -187,7 +187,6 @@ Tutti i processi inoltre memorizzano anche il \acr{pid} del genitore da cui sono stati creati, questo viene chiamato in genere \acr{ppid} (da \textit{parent process id}). Questi due identificativi possono essere ottenuti da programma usando le funzioni: - \begin{functions} \headdecl{sys/types.h} \headdecl{unistd.h} @@ -211,7 +210,7 @@ Tutti i processi figli dello stesso processo padre sono detti \textit{sibling}, questa è una delle relazioni usate nel \textsl{controllo di sessione}, in cui si raggruppano i processi creati su uno stesso terminale, o relativi allo stesso login. Torneremo su questo argomento in dettaglio in -\secref{cap:session}, dove esamineremo gli altri identificativi associati ad +\secref{cha:session}, dove esamineremo gli altri identificativi associati ad un processo e le varie relazioni fra processi utilizzate per definire una sessione. @@ -220,7 +219,7 @@ sessione, ad ogni processo sono associati altri identificatori, usati per il controllo di accesso, che servono per determinare se il processo può o meno eseguire le operazioni richieste, a seconda dei privilegi e dell'identità di chi lo ha posto in esecuzione; su questi torneremo in dettagli più avanti in -\secref{sec:proc_perm}. +\secref{sec:proc_perms}. \subsection{La funzione \func{fork}} @@ -231,7 +230,6 @@ processi: come si attraverso l'uso di questa funzione, essa quindi riveste un ruolo centrale tutte le volte che si devono scrivere programmi che usano il multitasking. Il prototipo della funzione è: - \begin{functions} \headdecl{sys/types.h} \headdecl{unistd.h} @@ -770,7 +768,6 @@ conclusione dei vari processi figli onde evitare di riempire di \textit{zombie} la tabella dei processi; le funzioni deputate a questo compito sono sostanzialmente due, \func{wait} e \func{waitpid}. La prima, il cui prototipo è: - \begin{functions} \headdecl{sys/types.h} \headdecl{sys/wait.h} @@ -806,7 +803,6 @@ che effettua lo stesso servizio, ma dispone di una serie di funzionalit ampie, legate anche al controllo di sessione. Dato che è possibile ottenere lo stesso comportamento di \func{wait} si consiglia di utilizzare sempre questa funzione; il suo prototipo è: - \begin{functions} \headdecl{sys/types.h} \headdecl{sys/wait.h} @@ -916,7 +912,6 @@ certezza che la chiamata a \func{wait} non si bloccher \label{tab:proc_status_macro} \end{table} - Entrambe le funzioni restituiscono lo stato di terminazione del processo tramite il puntatore \var{status} (se non interessa memorizzare lo stato si può passare un puntatore nullo). Il valore restituito da entrambe le funzioni @@ -947,7 +942,6 @@ lettura dello stato di terminazione di un processo, analoghe a \func{wait} e kernel può restituire al processo padre ulteriori informazioni sulle risorse usate dal processo terminato e dai vari figli. Queste funzioni, che diventano accessibili definendo la costante \macro{\_USE\_BSD}, sono: - \begin{functions} \headdecl{sys/times.h} \headdecl{sys/types.h} @@ -1020,7 +1014,6 @@ Ci sono sei diverse versioni di \func{exec} (per questo la si famiglia di funzioni) che possono essere usate per questo compito, che in realtà (come mostrato in \figref{fig:proc_exec_relat}), costituiscono un front-end a \func{execve}. Il prototipo di quest'ultima è: - \begin{prototype}{unistd.h} {int execve(const char * filename, char * const argv [], char * const envp[])} @@ -1057,7 +1050,6 @@ front-end a \func{execve}. Il prototipo di quest'ultima Le altre funzioni della famiglia servono per fornire all'utente una serie possibile di diverse interfacce per la creazione di un nuovo processo. I loro prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \funcdecl{int execl(const char *path, const char *arg, ...)} @@ -1143,7 +1135,7 @@ indicato dal parametro \var{path}, che viene interpretato come il \begin{figure}[htb] \centering - \includegraphics[width=13cm]{img/exec_rel.eps} + \includegraphics[width=13cm]{img/exec_rel} \caption{La interrelazione fra le sei funzioni della famiglia \func{exec}} \label{fig:proc_exec_relat} \end{figure} @@ -1172,24 +1164,24 @@ la lista completa \secref{sec:file_work_dir}). \item la maschera di creazione dei file (\var{umask}, vedi \secref{sec:file_umask}) ed i \textit{lock} sui file (vedi - \secref{sec:file_xxx}). + \secref{sec:file_locking}). \item i segnali sospesi (\textit{pending}) e la maschera dei segnali (si veda \secref{sec:sig_xxx}). -\item i limiti sulle risorse (vedi \secref{sec:limits_xxx}).. +\item i limiti sulle risorse (vedi \secref{sec:sys_limits}).. \item i valori delle variabili \var{tms\_utime}, \var{tms\_stime}, - \var{tms\_cutime}, \var{tms\_ustime} (vedi \secref{sec:xxx_xxx}).. + \var{tms\_cutime}, \var{tms\_ustime} (vedi \secref{sec:xxx_xxx}). \end{itemize*} Oltre a questo i segnali che sono stati settati per essere ignorati nel -processo chiamante mantengono lo stesso settaggio pure nuovo programma, tutti -gli altri segnali vengono settati alla loro azione di default. Un caso -speciale è il segnale \macro{SIGCHLD} che, quando settato a \macro{SIG\_IGN} +processo chiamante mantengono lo stesso settaggio pure nel nuovo programma, +tutti gli altri segnali vengono settati alla loro azione di default. Un caso +speciale è il segnale \macro{SIGCHLD} che, quando settato a \macro{SIG\_IGN}, può anche non essere resettato a \macro{SIG\_DFL} (si veda \secref{sec:sig_xxx}). La gestione dei file aperti dipende dal valore del flag di \textit{close-on-exec} per ciascun file descriptor (si veda -\secref{sec:file_xxx}); i file per cui è settato vengono chiusi, tutti gli +\secref{sec:file_fcntl}); i file per cui è settato vengono chiusi, tutti gli altri file restano aperti. Questo significa che il comportamento di default è che i file restano aperti attraverso una \func{exec}, a meno di una chiamata esplicita a \func{fcntl} che setti il suddetto flag. @@ -1277,7 +1269,6 @@ utente per un limitato insieme di operazioni. Per questo motivo in generale tutti gli unix prevedono che i processi abbiano almeno due gruppi di identificatori, chiamati rispettivamente \textit{real} ed \textit{effective}. - \begin{table}[htb] \footnotesize \centering @@ -1338,20 +1329,23 @@ un'altro (o dell'amministratore). Come nel caso del \acr{pid} e del \acr{ppid} tutti questi identificatori possono essere letti dal processo attraverso delle opportune funzioni, i cui prototipi sono i seguenti: - \begin{functions} -\headdecl{unistd.h} -\headdecl{sys/types.h} -\funcdecl{uid\_t getuid(void)} restituisce il \textit{real user ID} del -processo corrente. -\funcdecl{uid\_t geteuid(void)} restituisce l'\textit{effective user ID} del -processo corrente. -\funcdecl{gid\_t getgid(void)} restituisce il \textit{real group ID} del -processo corrente. -\funcdecl{gid\_t getegid(void)} restituisce l'\textit{effective group ID} del -processo corrente. - -Queste funzioni non riportano condizioni di errore. + \headdecl{unistd.h} + \headdecl{sys/types.h} + + \funcdecl{uid\_t getuid(void)} restituisce il \textit{real user ID} del + processo corrente. + + \funcdecl{uid\_t geteuid(void)} restituisce l'\textit{effective user ID} del + processo corrente. + + \funcdecl{gid\_t getgid(void)} restituisce il \textit{real group ID} del + processo corrente. + + \funcdecl{gid\_t getegid(void)} restituisce l'\textit{effective group ID} del + processo corrente. + + Queste funzioni non riportano condizioni di errore. \end{functions} In generale l'uso di privilegi superiori deve essere limitato il più @@ -1402,7 +1396,6 @@ di appartenenza) ad un processo sono rispettivamente \func{setuid} e \func{setgid}; come accennato in \secref{sec:proc_user_group} in Linux esse seguono la semantica POSIX che prevede l'esistenza di \textit{saved user id} e \textit{saved group id}; i loro prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/types.h} @@ -1502,7 +1495,6 @@ Queste due funzioni derivano da BSD che non supportando\footnote{almeno fino alla versione 4.3+BSD TODO, verificare e aggiornare la nota} i \textit{saved id} le usava per poter scambiare fra di loro effective e real id. I prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/types.h} @@ -1557,7 +1549,6 @@ sempre settato al valore dell'\textit{effective id}. Queste due funzioni sono una estensione introdotta in Linux dal kernel 2.1.44, e permettono un completo controllo su tutti gli identificatori (\textit{real}, \textit{effective} e \textit{saved}), i prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/types.h} @@ -1590,7 +1581,6 @@ l'identificatore corrispondente. Queste funzioni sono un'estensione allo standard POSIX.1 (ma sono comunque supportate dalla maggior parte degli unix) e usate per cambiare gli \textit{effective id}; i loro prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/types.h} @@ -1636,7 +1626,6 @@ quelli originari per quanto riguarda tutti gli altri controlli di accesso. Le due funzioni usate per cambiare questi identificatori sono \func{setfsuid} e \func{setfsgid}, ovviamente sono specifiche di Linux e non devono essere usate se si intendono scrivere programmi portabili; i loro prototipi sono: - \begin{functions} \headdecl{sys/fsuid.h} @@ -1693,7 +1682,7 @@ cui non erano ancora state completate. Nel caso dell'interazione fra processi la situazione è molto più semplice, ed occorre preoccuparsi della atomicità delle operazioni solo quando si ha a che fare con meccanismi di intercomunicazione (che esamineremo in dettaglio in -\capref{cha:ipc}) o nella operazioni con i file (vedremo alcuni esempi in +\capref{cha:IPC}) o nella operazioni con i file (vedremo alcuni esempi in \secref{sec:file_atomic}). In questi casi in genere l'uso delle appropriate funzioni di libreria per compiere le operazioni necessarie è garanzia sufficiente di atomicità in quanto le system call con cui esse sono realizzate @@ -1701,11 +1690,11 @@ non possono essere interrotte (o subire interferenze pericolose) da altri processi. Nel caso dei segnali invece la situazione è molto più delicata, in quanto lo -stesso processo può essere interrotto in qualunque momento, e le operazioni di -un eventuale \textit{signal handler} saranno compiute nello stesso spazio di -indirizzi. Per questo anche solo il solo accesso o l'assegnazione di una -variabile possono non essere più operazioni atomiche (torneremo su questi -aspetti in \secref{sec:sign_xxx}). +stesso processo, e pure alcune system call, possono essere interrotti in +qualunque momento, e le operazioni di un eventuale \textit{signal handler} +sono compiute nello stesso spazio di indirizzi del processo. Per questo anche +solo il solo accesso o l'assegnazione di una variabile possono non essere più +operazioni atomiche (torneremo su questi aspetti in \secref{sec:sign_xxx}). In questo caso il sistema provvede un tipo di dato, il \type{sig\_atomic\_t}, il cui accesso è assicurato essere atomico. In pratica comunque si può @@ -1739,9 +1728,9 @@ condivise siano opportunamente protette da meccanismi di sincronizzazione Un caso particolare di \textit{race condition} sono poi i cosiddetti \textit{deadlock}; l'esempio tipico è quello di un flag di ``occupazione'' che viene rilasciato da un evento asincrono fra il controllo (in cui viene trovato -occupato) e la successiva messa in attesa, attesa che a questo punto diventerà +occupato) e la successiva messa in attesa, che a questo punto diventerà perpetua (da cui il nome di \textit{deadlock}) in quanto l'evento di sblocco -di questa è stato perso. +del flag è stato perso fra il controllo e la messa in attesa. \subsection{Le funzioni rientranti}