X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=prochand.tex;h=48af070bd1e6a7980b68b773fb3737c5ddfbd424;hp=5432fa6bc42e28db2b3fa07798acf295c062d960;hb=3f0b7dc79bb38d391505385754c9e3c222b6c86d;hpb=813faeabc683ae5e07061dea550d48af557ca406 diff --git a/prochand.tex b/prochand.tex index 5432fa6..48af070 100644 --- a/prochand.tex +++ b/prochand.tex @@ -109,9 +109,10 @@ Dato che tutti i processi attivi nel sistema sono comunque generati da possono classificare i processi con la relazione padre/figlio in un'organizzazione gerarchica ad albero, in maniera analoga a come i file sono organizzati in un albero di directory (si veda -\secref{sec:file_organization}); in \curfig\ si è mostrato il risultato del -comando \cmd{pstree} che permette di visualizzare questa struttura, alla cui -base c'è \cmd{init} che è progenitore di tutti gli altri processi. +\secref{sec:file_organization}); in \figref{fig:proc_tree} si è mostrato il +risultato del comando \cmd{pstree} che permette di visualizzare questa +struttura, alla cui base c'è \cmd{init} che è progenitore di tutti gli altri +processi. Il kernel mantiene una tabella dei processi attivi, la cosiddetta \textit{process table}; per ciascun processo viene mantenuta una voce nella @@ -120,7 +121,7 @@ contiene tutte le informazioni rilevanti per quel processo. Tutte le strutture usate a questo scopo sono dichiarate nell'header file \file{linux/sched.h}, ed uno schema semplificato, che riporta la struttura delle principali informazioni contenute nella \type{task\_struct} (che in seguito incontreremo a più -riprese), è mostrato in \nfig. +riprese), è mostrato in \figref{fig:proc_task_struct}. \begin{figure}[htb] \centering @@ -219,12 +220,14 @@ Il \acr{pid} viene assegnato in forma progressiva ogni volta che un nuovo processo viene creato, fino ad un limite che, essendo il \acr{pid} un numero positivo memorizzato in un intero a 16 bit, arriva ad un massimo di 32767. Oltre questo valore l'assegnazione riparte dal numero più basso disponibile a -partire da un minimo di 300,\footnote{questi valori sono definiti dalla macro - \macro{PID\_MAX} in \file{threads.h} e direttamente in \file{fork.c} nei - sorgenti del kernel.} che serve a riservare i \acr{pid} più bassi ai processi -eseguiti dal direttamente dal kernel. Per questo motivo, come visto in -\secref{sec:proc_hierarchy}, il processo di avvio (\cmd{init}) ha sempre il -\acr{pid} uguale a uno. +partire da un minimo di 300,\footnote{questi valori, fino al kernel 2.4.x, + sono definiti dalla macro \macro{PID\_MAX} in \file{threads.h} e + direttamente in \file{fork.c}, con il kernel 2.5.x e la nuova interfaccia + per i thread creata da Ingo Molnar anche il meccanismo di allocazione dei + \acr{pid} è stato modificato.} che serve a riservare i \acr{pid} più bassi +ai processi eseguiti dal direttamente dal kernel. Per questo motivo, come +visto in \secref{sec:proc_hierarchy}, il processo di avvio (\cmd{init}) ha +sempre il \acr{pid} uguale a uno. Tutti i processi inoltre memorizzano anche il \acr{pid} del genitore da cui sono stati creati, questo viene chiamato in genere \acr{ppid} (da @@ -1122,10 +1125,11 @@ linea di comando e l'ambiente ricevuti dal nuovo processo. \end{functions} Per capire meglio le differenze fra le funzioni della famiglia si può fare -riferimento allo specchietto riportato in \ntab. La prima differenza riguarda -le modalità di passaggio dei parametri che poi andranno a costituire gli -argomenti a linea di comando (cioè i valori di \var{argv} e \var{argc} visti -dalla funzione \func{main} del programma chiamato). +riferimento allo specchietto riportato in \tabref{tab:proc_exec_scheme}. La +prima differenza riguarda le modalità di passaggio dei parametri che poi +andranno a costituire gli argomenti a linea di comando (cioè i valori di +\var{argv} e \var{argc} visti dalla funzione \func{main} del programma +chiamato). Queste modalità sono due e sono riassunte dagli mnemonici \code{v} e \code{l} che stanno rispettivamente per \textit{vector} e \textit{list}. Nel primo caso @@ -1488,10 +1492,10 @@ all'\textsl{userid salvato}. Negli altri casi viene segnalato un errore (con \macro{EPERM}). Come accennato l'uso principale di queste funzioni è quello di poter -consentire ad un programma con i bit \acr{suid} o \acr{sgid} impostati di -riportare l'\textsl{userid effettivo} a quello dell'utente che ha lanciato il -programma, effettuare il lavoro che non necessita di privilegi aggiuntivi, ed -eventualmente tornare indietro. +consentire ad un programma con i bit \acr{suid} o \acr{sgid} impostati (vedi +\secref{sec:file_suid_sgid}) di riportare l'\textsl{userid effettivo} a quello +dell'utente che ha lanciato il programma, effettuare il lavoro che non +necessita di privilegi aggiuntivi, ed eventualmente tornare indietro. Come esempio per chiarire l'uso di queste funzioni prendiamo quello con cui viene gestito l'accesso al file \file{/var/log/utmp}. In questo file viene @@ -1883,6 +1887,7 @@ sia la sua priorit fintanto che esso si trova in uno qualunque degli altri stati. \begin{table}[htb] + \footnotesize \centering \begin{tabular}[c]{|p{2.8cm}|c|p{10cm}|} \hline @@ -2112,9 +2117,10 @@ priorit nel caso di Linux non si tratta di un vero hard real-time, in quanto in presenza di eventuali interrupt il kernel interrompe l'esecuzione di un processo qualsiasi sia la sua priorità,\footnote{questo a meno che non si - siano installate le patch di RTLinux o RTAI, con i quali è possibile + siano installate le patch di RTLinux, RTAI o Adeos, con i quali è possibile ottenere un sistema effettivamente hard real-time. In tal caso infatti gli - interrupt vengono intercettati dall'interfaccia real-time, e gestiti + interrupt vengono intercettati dall'interfaccia real-time (o nel caso di + Adeos gestiti dalle code del nano-kernel), in modo da poterlo controllare direttamente qualora ci sia la necessità di avere un processo con priorità più elevata di un \textit{interrupt handler}.} mentre con l'incorrere in un page fault\index{page fault} si possono avere ritardi non previsti. Se @@ -2138,17 +2144,16 @@ eseguito per primo quello con priorit processi con la stessa priorità assoluta questi vengono tenuti in una coda tocca al kernel decidere quale deve essere eseguito. - - Il meccanismo con cui vengono gestiti questi processi dipende dalla politica di scheduling che si è scelto; lo standard ne prevede due: -\begin{basedescript}{\desclabelwidth{3cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} -\item[\textit{FIFO}] il processo viene eseguito fintanto che non cede - volontariamente la CPU, si blocca, finisce o viene interrotto da un processo - a priorità più alta. -\item[\textit{Round Robin}] ciascun processo viene eseguito a turno per un - certo periodo di tempo (una \textit{time slice}). Solo i processi con la - stessa priorità ed in stato \textit{runnable} entrano nel circolo. +\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} +\item[\textit{FIFO}] \textit{First In First Out}. Il processo viene eseguito + fintanto che non cede volontariamente la CPU, si blocca, finisce o viene + interrotto da un processo a priorità più alta. +\item[\textit{RR}] \textit{Round Robin}. Ciascun processo viene eseguito a + turno per un certo periodo di tempo (una \textit{time slice}). Solo i + processi con la stessa priorità ed in stato \textit{runnable} entrano nel + circolo. \end{basedescript} La funzione per impostare le politiche di scheduling (sia real-time che