X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=prochand.tex;h=182ad5f29263bbc507b3a6c5aa88855cb8a22245;hp=b09fdfd62b2aee127b7c2f047c8634258907d241;hb=05658e26bf54190b200d77d7301ee34c4690f187;hpb=975734ea91207bfbf931d2dc3bff62510087d5ba diff --git a/prochand.tex b/prochand.tex index b09fdfd..182ad5f 100644 --- a/prochand.tex +++ b/prochand.tex @@ -490,7 +490,7 @@ codice. Un secondo aspetto molto importante nella creazione dei processi figli è quello dell'interazione dei vari processi con i file. Ne parleremo qui anche se buona parte dei concetti relativi ai file verranno trattati più avanti -(principalmente nel cap.~\ref{cha:file_unix_interface}). Per illustrare meglio +(principalmente in sez.~\ref{sec:file_unix_interface}). Per illustrare meglio quello che avviene si può redirigere su un file l'output del programma di test, quello che otterremo è: \begin{Command} @@ -524,8 +524,8 @@ Go to next child che come si vede è completamente diverso da quanto ottenevamo sul terminale. Il comportamento delle varie funzioni di interfaccia con i file è analizzato -in gran dettaglio in cap.~\ref{cha:file_unix_interface} per l'interfaccia -nativa Unix ed in cap.~\ref{cha:files_std_interface} per la standardizzazione +in gran dettaglio in sez.~\ref{sec:file_unix_interface} per l'interfaccia +nativa Unix ed in sez.~\ref{sec:files_std_interface} per la standardizzazione adottata nelle librerie del linguaggio C e valida per qualunque sistema operativo. Qui basta accennare che si sono usate le funzioni standard della libreria del C che prevedono l'output bufferizzato. Il punto è che questa @@ -556,7 +556,7 @@ padre e tutti i processi figli. Quello che succede è che quando lo \textit{standard output}\footnote{si chiama così il file su cui un programma scrive i suoi dati in uscita, tratteremo - l'argomento in dettaglio in sez.~\ref{sec:file_std_descr}.} del padre viene + l'argomento in dettaglio in sez.~\ref{sec:file_fd}.} del padre viene rediretto come si è fatto nell'esempio, lo stesso avviene anche per tutti i figli. La funzione \func{fork} infatti ha la caratteristica di duplicare nei processi figli tutti i \textit{file descriptor} (vedi sez.~\ref{sec:file_fd}) @@ -3917,10 +3917,10 @@ indicare la unità di esecuzione generica messa a disposizione del kernel che Oltre a questo la funzione consente, ad uso delle nuove funzionalità di virtualizzazione dei processi, di creare nuovi \textit{namespace} per una -serie di proprietà generali dei processi (come l'elenco dei PID, l'albero dei -file, i \itindex{mount~point} \textit{mount point}, la rete, ecc.), che -consentono di creare gruppi di processi che vivono in una sorta di spazio -separato dagli altri, che costituisce poi quello che viene chiamato un +serie di proprietà generali dei processi (come l'elenco dei \ids{PID}, +l'albero dei file, i \itindex{mount~point} \textit{mount point}, la rete, +ecc.), che consentono di creare gruppi di processi che vivono in una sorta di +spazio separato dagli altri, che costituisce poi quello che viene chiamato un \textit{container}. La \textit{system call} richiede soltanto due argomenti: il