X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=process.tex;h=e663713f93584f9029a0cc657cbee66cd7bed344;hp=750db60680b1ed2a6baef6c2506d6b74eb8c71c6;hb=d99b4995b23505a9afde30adf3a716aa7a55f0e9;hpb=daacafbdd3ae5d8fa4b68ecdcc2a5c97fd5128b7 diff --git a/process.tex b/process.tex index 750db60..e663713 100644 --- a/process.tex +++ b/process.tex @@ -388,7 +388,7 @@ programma C viene suddiviso nei seguenti segmenti: \begin{figure}[htb] \centering - + \includegraphics[width=5cm]{img/memory_layout.eps} \caption{Disposizione tipica dei segmenti di memoria di un processo} \label{fig:proc_mem_layout} \end{figure} @@ -496,8 +496,8 @@ la funzione lo utilzza, altrimenti rialloca altrove un blocco della dimensione voluta copiandoci automaticamente il contenuto, lo spazio in più non viene inizializzato. -Il fatto che il blocco di memoria restituito da \texttt{realloc} possa -camabiare comporta che si deve sempre riassegnare al puntatore passato per il +Il fatto che il blocco di memoria restituito da \func{realloc} possa +cambiare comporta che si deve sempre riassegnare al puntatore passato per il ridimensionamento il valore di ritorno della funzione, e che non ci devono essere altri puntatori che puntino all'interno di un'area che si vuole ridimensionare. @@ -537,6 +537,7 @@ le disallocazione, e definisce anche una serie di possibili agganci che permettono di sostituire alle funzioni di libreria una propria versione (che può essere più o meno specializzata per il debugging). + \subsection{La funzione \texttt{alloca}} \label{sec:proc_mem_alloca} @@ -558,8 +559,8 @@ viene rilasciata automaticamente al ritorno della funzione. Come è evidente questa funzione ha molti vantaggi, e permette di evitare i problemi di memory leak non essendo più necessaria la deallocazione esplicita; una delle ragioni principali per usarla è però che funziona anche quando si -usa \texttt{longjump} per uscire con un salto non locale da una funzione (vedi -\secref{sec:proc_longjmp}), +usa \func{longjump} per uscire con un salto non locale da una funzione (vedi +\secref{sec:proc_longjmp}), Un altro vantaggio e che in Linux la funzione è molto veloce e non viene sprecato spazio, infatti non è necessario gestire un pool di memoria da @@ -572,6 +573,17 @@ cerca di allocare troppa memoria non si ottiene un messaggio di errore, ma un segnale di \textit{segmentation violation} analogo a quello che si avrebbe da una ricorsione infinita. +Inoltre non è chiaramente possibile usare questa funzione per allocare memoria +che deve poi essere usata anche al di fuori della funzione in cui questa viene +chiamata, in quanto all'uscita dalla funzione lo spazio allocato diventerebbe +libero, e potrebbe essere sovrascritto all'invocazione di nuove funzioni con +conseguenze imprevedibili. + +Questo è lo stesso problema potenziale che si può avere con le variabili +automatiche; un errore comune infatti è quello di restituire al chiamante un +puntatore ad una di queste variabili, che sarà automaticamente distrutta +all'uscita della funzione, con gli stessi problemi appena citati per +\func{alloca}. \subsection{Le funzioni \texttt{brk} e \texttt{sbrk}} \label{sec:proc_mem_sbrk} @@ -672,7 +684,7 @@ che pu Il controllo del flusso di un programma in genere viene effettuato con le varie istruzioni del linguaggio C, la più bistrattata delle quali è il -\texttt{goto} ampiamente deprecato in favore di costrutti più puliti; esiste +\texttt{goto}, ampiamente deprecato in favore di costrutti più puliti; esiste però un caso in l'uso di questa istruzione porta all'implementazione più efficiente, quello dell'uscita in caso di errore. @@ -820,7 +832,7 @@ versione estesa di \texttt{getopt}. Oltre ai parametri passati da linea di comando ogni processo riceve dal sistema un \textsl{ambiente}, nella forma di una lista di variabili (\textit{environment list}) messa a disposizione dal processo costruita nella -chiamata ad \finc{exec} che lo ha lanciato. +chiamata ad \func{exec} che lo ha lanciato. Come per la lista dei parametri anche questa lista è un array di puntatori a caratteri, ciascuno dei quali punta ad una stringa (terminata da un null). A @@ -838,7 +850,7 @@ un esempio del contenuto dell'ambiente, in si variabili che normalmente sono definite dal sistema, è riportato in \nfig. \begin{figure}[htb] \centering - \includegraphics[width=7cm]{img/environ_var.eps} + \includegraphics[width=11cm]{img/environ_var.eps} \caption{Esempio di lista delle variabili di ambiente.} \label{fig:proc_envirno_list} \end{figure} @@ -865,3 +877,5 @@ Gli standard POSIX e XPG3 definiscono alcune di queste variabili (le pi comuni), come riportato in \ntab. GNU/Linux le supporta tutte e ne definisce anche altre per una lista parziale si può controllare \cmd{man environ} + +