X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=network.tex;h=87c56369aaf715b661c32d799055cfdec869da90;hp=7227fe84c8a64af0012f5f512dd3fa5cb9d6cc3e;hb=597364c925b229bd9a8ea1a88d5e1ef885757140;hpb=3f50b8e3fd683f710e34a88436109157d328e1b6 diff --git a/network.tex b/network.tex index 7227fe8..87c5636 100644 --- a/network.tex +++ b/network.tex @@ -1,6 +1,6 @@ %% network.tex %% -%% Copyright (C) 2000-2015 Simone Piccardi. Permission is granted to +%% Copyright (C) 2000-2016 Simone Piccardi. Permission is granted to %% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free %% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the %% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Un preambolo", @@ -158,6 +158,53 @@ questo modo si può distribuire il carico ed accedere in maniera efficiente i dati. +\subsection{Il modello \textit{broadcast}} +\label{sec:net_broadcast} + +Uno specifico modello relativo alla programmazione di rete è poi quello in cui +è possibile, invece della classica comunicazione uno ad uno comunque usata in +tutti i modelli precedenti (anche nel \texttt{peer to peer} la comunicazione è +comunque fra singoli ``\textit{peer}''), una comunicazione da uno a molti. + +\itindbeg{broadcast} + +Questo modello nasce dal fatto che molte tecnologie di rete (ed in particolare +la Ethernet, che è probabilmente la più diffusa) hanno il supporto per +effettuare una comunicazione in cui un nodo qualunque della rete più inviare +informazioni in contemporanea a tutti gli altri. In questo caso si parla di +\textit{broadcast}, utilizzando la nomenclatura usata per le trasmissioni +radio, anche se in realtà questo tipo di comunicazione è eseguibile da un nodo +qualunque per cui tutti quanti possono ricoprire sia il ruolo di trasmettitore +che quello di ricevitore. + +\itindbeg{multicast} + +In genere si parla di \textit{broadcast} quando la trasmissione uno a molti è +possibile fra qualunque nodo di una rete e gli altri, ed è supportata +direttamente dalla tecnologia di collegamento utilizzata. L'utilizzo di questa +forma di comunicazione da uno a molti però può risultare molto utile anche +quando questo tipo di supporto non è disponibile (come ad esempio su Internet, +dove non si possono contattare tutti i nodi presenti). + +\itindend{broadcast} + +In tal caso alcuni protocolli di rete (e quelli usati per Internet sono fra +questi) supportano una variante del\textit{broadcast}, detta +\textit{multicast}, in cui resta possibile fare una comunicazione uno a molti, +in cui una applicazione invia i pacchetti a molte altre, in genere passando +attraverso un opportuno supporto degli apparati ed una qualche forma di +registrazione che consente la distribuzione della cominicazione ai nodi +interessati. + +\itindend{multicast} + +Ovviamente i programmi che devono realizzare un tipo di comunicazione di +questo tipo (come ad esempio potrebbero essere quelli che effettuano uno +\textit{streaming} di informazioni) devono rispondere a delle problematiche +del tutto diverse da quelle classiche illustrate nei modelli precedenti, e +costituiscono pertanto un'altra classe completamente a parte. + + \section{I protocolli di rete} \label{sec:net_protocols} @@ -322,10 +369,10 @@ la procedura si può riassumere nei seguenti passi: un suo specifico formato. Per applicazioni generiche, come la posta o le pagine web, viene di solito definito ed implementato quello che viene chiamato un protocollo di applicazione (esempi possono essere HTTP, POP, - SMTP, ecc.), ciascuno dei quali è descritto in un opportuno standard (di - solito attraverso un RFC\footnote{l'acronimo RFC sta per \textit{Request For - Comment} ed è la procedura attraverso la quale vengono proposti gli - standard per Internet.}). + SMTP, ecc.), ciascuno dei quali è descritto in un opportuno standard, di + solito attraverso un RFC (l'acronimo RFC sta per + \itindex{Request~For~Comment~(RFC)} \textit{Request For Comment} ed è la + procedura attraverso la quale vengono proposti gli standard per Internet). \item I dati delle applicazioni vengono inviati al livello di trasporto usando un'interfaccia opportuna (i \textit{socket}, che esamineremo in dettaglio in cap.~\ref{cha:socket_intro}). Qui verranno spezzati in pacchetti di @@ -421,7 +468,7 @@ molti membri. In fig.~\ref{fig:net_tcpip_overview} si è riportato uno schema che mostra un panorama sui principali protocolli della famiglia, e delle loro relazioni reciproche e con alcune dalle principali applicazioni che li usano. -\begin{figure}[!htbp] +\begin{figure}[!htb] \centering \includegraphics[width=13cm]{img/tcpip_overview} \caption{Panoramica sui vari protocolli che compongono la suite TCP/IP.} @@ -469,9 +516,9 @@ seguenti: appartengono. Come ICMP viene implementato direttamente sopra IP. \item[\textsl{ARP}] \textit{Address Resolution Protocol}. È il protocollo che mappa un indirizzo IP in un indirizzo hardware sulla rete locale. È usato in - reti di tipo \itindex{broadcast} \textit{broadcast} come Ethernet, Token - Ring o FDDI che hanno associato un indirizzo fisico (il \textit{MAC - address}) alla interfaccia, ma non serve in connessioni punto-punto. + reti di tipo \textit{broadcast} come Ethernet, Token Ring o FDDI che hanno + associato un indirizzo fisico (il \textit{MAC address}) alla interfaccia, ma + non serve in connessioni punto-punto. \item[\textsl{RARP}] \textit{Reverse Address Resolution Protocol}. È il protocollo che esegue l'operazione inversa rispetto ad ARP (da cui il nome) mappando un indirizzo hardware in un indirizzo IP. Viene usato a volte per @@ -480,8 +527,8 @@ seguenti: Combina per IPv6 le funzionalità di ICMPv4, IGMP e ARP. \item[\textsl{EGP}] \textit{Exterior Gateway Protocol}. È un protocollo di routing usato per comunicare lo stato fra gateway vicini a livello di - \textsl{sistemi autonomi}\footnote{vengono chiamati \textit{autonomous - systems} i raggruppamenti al livello più alto della rete.}, con + \textsl{sistemi autonomi} (vengono chiamati \textit{autonomous + systems} i raggruppamenti al livello più alto della rete), con meccanismi che permettono di identificare i vicini, controllarne la raggiungibilità e scambiare informazioni sullo stato della rete. Viene implementato direttamente sopra IP. @@ -580,17 +627,18 @@ protocollo IP sono forniti nell'appendice sez.~\ref{sec:ip_protocol}. \subsection{User Datagram Protocol (UDP)} \label{sec:net_udp} -UDP è un protocollo di trasporto molto semplice; la sua descrizione completa è -contenuta dell'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc0768.txt}{RFC~768}, ma in -sostanza esso è una semplice interfaccia al protocollo IP dal livello di -trasporto. Quando un'applicazione usa UDP essa scrive un pacchetto di dati (il -cosiddetto \textit{datagram} che da il nome al protocollo) su un socket, al -pacchetto viene aggiunto un header molto semplice (per una descrizione più -accurata vedi sez.~\ref{sec:udp_protocol}), e poi viene passato al livello -superiore (IPv4 o IPv6 che sia) che lo spedisce verso la destinazione. Dato -che né IPv4 né IPv6 garantiscono l'affidabilità niente assicura che il -pacchetto arrivi a destinazione, né che più pacchetti arrivino nello stesso -ordine in cui sono stati spediti. +Il protocollo UDP è un protocollo di trasporto molto semplice; la sua +descrizione completa è contenuta +dell'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc0768.txt}{RFC~768}, ma in sostanza esso +è una semplice interfaccia al protocollo IP dal livello di trasporto. Quando +un'applicazione usa UDP essa scrive un pacchetto di dati (il cosiddetto +\textit{datagram} che da il nome al protocollo) su un socket, al pacchetto +viene aggiunto un header molto semplice (per una descrizione più accurata vedi +sez.~\ref{sec:udp_protocol}), e poi viene passato al livello superiore (IPv4 o +IPv6 che sia) che lo spedisce verso la destinazione. Dato che né IPv4 né IPv6 +garantiscono l'affidabilità niente assicura che il pacchetto arrivi a +destinazione, né che più pacchetti arrivino nello stesso ordine in cui sono +stati spediti. Pertanto il problema principale che si affronta quando si usa UDP è la mancanza di affidabilità, se si vuole essere sicuri che i pacchetti arrivino a @@ -651,9 +699,9 @@ minuti. Inoltre, per tenere conto delle diverse condizioni in cui può trovarsi la linea di comunicazione, TCP comprende anche un algoritmo di calcolo dinamico del tempo di andata e ritorno dei pacchetti fra un client e un server (il -cosiddetto RTT, \itindex{Round~Trip~Time~(RTT)} \textit{Round Trip Time}), che -lo rende in grado di adattarsi alle condizioni della rete per non generare -inutili ritrasmissioni o cadere facilmente in timeout. +cosiddetto RTT, \textit{Round Trip Time}), che lo rende in grado di adattarsi +alle condizioni della rete per non generare inutili ritrasmissioni o cadere +facilmente in timeout. Inoltre TCP è in grado di preservare l'ordine dei dati assegnando un numero di sequenza ad ogni byte che trasmette. Ad esempio se un'applicazione scrive 3000 @@ -725,11 +773,11 @@ alle eventuali implicazioni che possono avere, è il seguente: Quando un pacchetto IP viene inviato su una interfaccia di rete e le sue dimensioni eccedono la MTU viene eseguita la cosiddetta -\textit{frammentazione}, i pacchetti cioè vengono suddivisi\footnote{questo +\textit{frammentazione}, i pacchetti cioè vengono suddivisi in blocchi più +piccoli che possono essere trasmessi attraverso l'interfaccia.\footnote{questo accade sia per IPv4 che per IPv6, anche se i pacchetti frammentati sono gestiti con modalità diverse, IPv4 usa un flag nell'header, IPv6 una - opportuna opzione, si veda sez.~\ref{sec:ipv6_protocol}.}) in blocchi più -piccoli che possono essere trasmessi attraverso l'interfaccia. + opportuna opzione, si veda sez.~\ref{sec:ipv6_protocol}.} \begin{table}[!htb] \centering @@ -751,6 +799,8 @@ piccoli che possono essere trasmessi attraverso l'interfaccia. \label{tab:net_mtu_values} \end{table} +%TODO aggiornare la tabella con dati più recenti + \itindbeg{Path~MTU} La MTU più piccola fra due stazioni viene in genere chiamata \textit{path @@ -793,13 +843,12 @@ conoscere da subito il \textit{path MTU}. \itindend{Path~MTU} -Infine il TCP definisce una \itindex{Maximum~Segment~Size~(MSS)} -\textit{Maximum Segment Size} (da qui in avanti abbreviata in MSS) che -annuncia all'altro capo della connessione la dimensione massima dimensione del -segmento di dati che può essere ricevuto, così da evitare la -frammentazione. Di norma viene impostato alla dimensione della MTU +Infine il TCP definisce una \textit{Maximum Segment Size} o MSS (vedi +sez.~\ref{sec:tcp_protocol}) che annuncia all'altro capo della connessione la +dimensione massima del segmento di dati che può essere ricevuto, così da +evitare la frammentazione. Di norma viene impostato alla dimensione della MTU dell'interfaccia meno la lunghezza delle intestazioni di IP e TCP, in Linux il -default, mantenuto nella costante \const{TCP\_MSS} è 512. +default, mantenuto nella costante \constd{TCP\_MSS} è 512. \itindend{Maximum~Transfer~Unit~(MTU)}