X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=ipc.tex;h=ddf28dcc8d0bb66d855a64b9b5ea8d228a361557;hp=4d9c357e74711b7fa5d2fea51d70680598057961;hb=fa15a3f1ecd64efd8440e46d398fd9976abc3d25;hpb=5e9607e62d03da3360bd27146e788a89a0820ab9 diff --git a/ipc.tex b/ipc.tex index 4d9c357..ddf28dc 100644 --- a/ipc.tex +++ b/ipc.tex @@ -1,6 +1,6 @@ %% ipc.tex %% -%% Copyright (C) 2000-2018 Simone Piccardi. Permission is granted to +%% Copyright (C) 2000-2019 Simone Piccardi. Permission is granted to %% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free %% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the %% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Un preambolo", @@ -96,7 +96,7 @@ con le frecce che indicano la direzione del flusso dei dati. \end{figure} Della funzione di sistema esiste una seconda versione, \funcd{pipe2}, -introdotta con il kernel 2.6.27 e le \acr{glibc} 2.9 e specifica di Linux +introdotta con il kernel 2.6.27 e la \acr{glibc} 2.9 e specifica di Linux (utilizzabile solo definendo la macro \macro{\_GNU\_SOURCE}), che consente di impostare atomicamente le caratteristiche dei file descriptor restituiti, il suo prototipo è: @@ -221,9 +221,9 @@ Per realizzare quanto voluto useremo in sequenza i programmi \cmd{barcode} e \cmd{gs}, il primo infatti è in grado di generare immagini PostScript di codici a barre corrispondenti ad una qualunque stringa, mentre il secondo serve per poter effettuare la conversione della stessa immagine in formato -JPEG. Usando una \textit{pipe} potremo inviare l'output del primo sull'input del -secondo, secondo lo schema mostrato in fig.~\ref{fig:ipc_pipe_use}, in cui la -direzione del flusso dei dati è data dalle frecce continue. +JPEG. Usando una \textit{pipe} potremo inviare l'output del primo sull'input +del secondo, secondo lo schema mostrato in fig.~\ref{fig:ipc_pipe_use}, in cui +la direzione del flusso dei dati è data dalle frecce continue. Si potrebbe obiettare che sarebbe molto più semplice salvare il risultato intermedio su un file temporaneo. Questo però non tiene conto del fatto che un @@ -366,11 +366,10 @@ La funzione restituisce il puntatore ad uno stream associato alla \textit{pipe} creata, che sarà aperto in sola lettura (e quindi associato allo \textit{standard output} del programma indicato) in caso si sia indicato \code{r}, o in sola scrittura (e quindi associato allo \textit{standard - input}) in caso di \code{w}. A partire dalla versione 2.9 delle \acr{glibc} + input}) in caso di \code{w}. A partire dalla versione 2.9 della \acr{glibc} (questa è una estensione specifica di Linux) all'argomento \param{type} può essere aggiunta la lettera ``\texttt{e}'' per impostare automaticamente il -flag di \textit{close-on-exec} sul file descriptor sottostante (si ricordi -quanto spiegato in sez.~\ref{sec:file_open_close}). +flag di \textit{close-on-exec} sul file descriptor sottostante. Lo \textit{stream} restituito da \func{popen} è identico a tutti gli effetti ai \textit{file stream} visti in sez.~\ref{sec:files_std_interface}, anche se @@ -1397,7 +1396,7 @@ riguarda gli altri campi invece: % primo e ultimo messaggio sono inizializzati a \val{NULL} e % \var{msg\_cbytes}, che esprime la dimensione in byte dei messaggi presenti è % inizializzato a zero. Questi campi sono ad uso interno dell'implementazione -% e non devono essere utilizzati da programmi in user space). +% e non devono essere utilizzati da programmi in \textit{user space}). \end{itemize*} Una volta creata una coda di messaggi le operazioni di controllo vengono @@ -2095,10 +2094,10 @@ unificare detto argomento esso deve essere passato come una unione \struct{semun}, la cui definizione, con i possibili valori che può assumere, è riportata in fig.~\ref{fig:ipc_semun}. -Nelle versioni più vecchie delle \acr{glibc} questa unione veniva definita in +Nelle versioni più vecchie della \acr{glibc} questa unione veniva definita in \file{sys/sem.h}, ma nelle versioni più recenti questo non avviene più in quanto lo standard POSIX.1-2001 richiede che sia sempre definita a cura del -chiamante. In questa seconda evenienza le \acr{glibc} definiscono però la +chiamante. In questa seconda evenienza la \acr{glibc} definisce però la macro \macrod{\_SEM\_SEMUN\_UNDEFINED} che può essere usata per controllare la situazione. @@ -2140,7 +2139,7 @@ i seguenti: \param{semnum} dell'insieme \param{semid} (corrispondente al campo \var{sempid} di \struct{sem}). Va invocata con tre argomenti. Occorre avere il permesso di lettura. -\item[\constd{GETVAL}] Restituisce come valore di ritorno della funzione il il +\item[\constd{GETVAL}] Restituisce come valore di ritorno della funzione il valore corrente del semaforo \param{semnum} dell'insieme \param{semid} (corrispondente al campo \var{semval} di \struct{sem}). Va invocata con tre argomenti. Occorre avere il permesso di lettura. @@ -2243,7 +2242,7 @@ vettore \param{sops}. Con lo standard POSIX.1-2001 è stata introdotta una variante di \func{semop} che consente di specificare anche un tempo massimo di attesa. La nuova -funzione di sistema, disponibile a partire dal kernel 2.4.22 e dalle +funzione di sistema, disponibile a partire dal kernel 2.4.22 e dalla \acr{glibc} 2.3.3, ed utilizzabile solo dopo aver definito la macro \macro{\_GNU\_SOURCE}, è \funcd{semtimedop}, ed il suo prototipo è: @@ -2304,7 +2303,7 @@ un valore nullo di \var{sem\_num}. Il campo \var{sem\_flg} è un flag, mantenuto come maschera binaria, per il quale possono essere impostati i due valori \const{IPC\_NOWAIT} e -\constd{SEM\_UNDO}. Impostando \const{IPC\_NOWAIT} si fa si che in tutti quei +\constd{SEM\_UNDO}. Impostando \const{IPC\_NOWAIT} si fa sì che in tutti quei casi in cui l'esecuzione di una operazione richiederebbe di porre il processo vada nello stato di \textit{sleep}, invece di bloccarsi \func{semop} ritorni immediatamente (abortendo così le eventuali operazioni restanti) con un errore @@ -2780,10 +2779,9 @@ si ha a cuore la portabilità. Questi comandi aggiuntivi sono: salvata su disco dal meccanismo della memoria virtuale. Come illustrato in sez.~\ref{sec:proc_mem_lock} fino al kernel 2.6.9 solo l'amministratore poteva utilizzare questa capacità,\footnote{che richiedeva la - \textit{capability} \const{CAP\_IPC\_LOCK}.} a partire dal dal kernel - 2.6.10 anche gli utenti normali possono farlo fino al limite massimo - determinato da \const{RLIMIT\_MEMLOCK} (vedi - sez.~\ref{sec:sys_resource_limit}). + \textit{capability} \const{CAP\_IPC\_LOCK}.} a partire dal kernel 2.6.10 + anche gli utenti normali possono farlo fino al limite massimo determinato da + \const{RLIMIT\_MEMLOCK} (vedi sez.~\ref{sec:sys_resource_limit}). \item[\constd{SHM\_UNLOCK}] Disabilita il \textit{memory locking} sul segmento di memoria condivisa. Fino al kernel 2.6.9 solo l'amministratore poteva utilizzare questo comando in corrispondenza di un segmento da lui bloccato. @@ -2849,8 +2847,8 @@ stato marcato per la cancellazione. L'argomento \param{shmaddr} specifica a quale indirizzo\footnote{lo standard SVID prevede che l'argomento \param{shmaddr} sia di tipo \ctyp{char *}, così - come il valore di ritorno della funzione; in Linux è stato così con le - \acr{libc4} e le \acr{libc5}, con il passaggio alla \acr{glibc} il tipo di + come il valore di ritorno della funzione; in Linux è stato così con la + \acr{libc4} e la \acr{libc5}, con il passaggio alla \acr{glibc} il tipo di \param{shmaddr} è divenuto un \ctyp{const void *} e quello del valore di ritorno un \ctyp{void *} seguendo POSIX.1-2001.} deve essere associato il segmento, se il valore specificato è \val{NULL} è il sistema a scegliere @@ -2869,9 +2867,9 @@ riferiti all'indirizzo di partenza del segmento). L'argomento \param{shmflg} permette di cambiare il comportamento della funzione; esso va specificato come maschera binaria, i bit utilizzati al -momento sono sono tre e sono identificati dalle costanti \const{SHM\_RND}, +momento sono tre e sono identificati dalle costanti \const{SHM\_RND}, \const{SHM\_RDONLY} e \const{SHM\_REMAP} che vanno combinate con un OR -aritmetico. +aritmetico. Specificando \constd{SHM\_RND} si evita che \func{shmat} ritorni un errore quando \param{shmaddr} non è allineato ai confini di una pagina. Si può quindi @@ -3554,6 +3552,8 @@ sez.~\ref{sec:ipc_sysv_shm} che possa restituisca i risultati via rete. % TODO: con il kernel 3.17 è stata introdotta una fuunzionalità di % sigillatura dei file mappati in memoria e la system call memfd % (capire se va messo qui o altrove) vedi: http://lwn.net/Articles/593918/ +% col 5.1 aggiunta a memfd F_SEAL_FUTURE_WRITE, vedi +% https://git.kernel.org/linus/ab3948f58ff8 e https://lwn.net/Articles/782511/ \section{L'intercomunicazione fra processi di POSIX} @@ -3833,7 +3833,7 @@ descrittore con la funzione \funcd{mq\_close}, il cui prototipo è: La funzione è analoga a \func{close},\footnote{su Linux, dove le code sono implementate come file su un filesystem dedicato, è esattamente la stessa funzione, per cui non esiste una \textit{system call} autonoma e la funzione - viene rimappata su \func{close} dalle \acr{glibc}.} dopo la sua esecuzione + viene rimappata su \func{close} dalla \acr{glibc}.} dopo la sua esecuzione il processo non sarà più in grado di usare il descrittore della coda, ma quest'ultima continuerà ad esistere nel sistema e potrà essere acceduta con un'altra chiamata a \func{mq\_open}. All'uscita di un processo tutte le code @@ -4399,9 +4399,9 @@ sincronizzazione completamente nuovo, basato sui cosiddetti \textit{futex} (la sigla sta per \textit{fast user mode mutex}) con il quale è stato possibile implementare una versione nativa dei semafori POSIX. Grazie a questo con i kernel della serie 2.6 e le nuove versioni della \acr{glibc} che usano questa -nuova infrastruttura per quella che viene che viene chiamata \textit{New Posix - Thread Library}, sono state implementate anche tutte le funzioni -dell'interfaccia dei semafori POSIX. +nuova infrastruttura per quella che viene chiamata \textit{New Posix Thread + Library}, sono state implementate anche tutte le funzioni dell'interfaccia +dei semafori POSIX. Anche in questo caso è necessario appoggiarsi alla libreria per le estensioni \textit{real-time} \texttt{librt}, questo significa che se si vuole utilizzare