X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=ipc.tex;h=bb175495677ccd7c52a83b7db0ac7eac36b3f00e;hp=24ec8f4685d898ded65d4675bc4cc6c6020a62e5;hb=a0fdff527cf9690c0d16c48182bda2865b79f501;hpb=aa5d63f2af4475ae1188f695a33e4d0bee55f787 diff --git a/ipc.tex b/ipc.tex index 24ec8f4..bb17549 100644 --- a/ipc.tex +++ b/ipc.tex @@ -36,13 +36,6 @@ ed un altro legge. Si viene cos due processi, nella forma di un \textsl{tubo} (da cui il nome) in cui uno dei processi immette dati che poi arriveranno all'altro. -Perché questo accada però, e questo è il principale\footnote{Stevens riporta - in APUE come limite anche il fatto che la comunicazione è unidirezionale, in - realtà questo è un limite facilemente risolvibile usando una coppia di - \textit{pipe}.} e limite nell'uso delle \textit{pipe}, è necessario che -questi processi possano condividere il file descriptor della \textit{pipe}; -per questo essi devono comunque derivare da uno stesso processo padre, o, più -comunemente, essere nella relazione padre/figlio. La funzione che permette di creare una \textit{pipe} è appunto \func{pipe}; il suo prototipo è: @@ -57,7 +50,38 @@ Crea una coppia di file descriptor associati ad una \textit{pipe}. \end{prototype} La funzione restituisce una coppia di file descriptor nell'array -\param{filedes}; il primo aperto in lettura ed il secondo in scrittura +\param{filedes}; il primo aperto in lettura ed il secondo in scrittura. Il +concetto di funzionamento di una \textit{pipe} è relativamente semplice, +quello che si scrive nel file descriptor aperto in scrittura viene +ripresentato tale e quale nel file descriptor aperto in lettura, da cui può +essere riletto. + +I file descriptor infatti non sono connessi a nessun file reale, ma ad un +buffer nel kernel (la cui dimensione è specificata dalla costante +\macro{PIPE\_BUF}, vedi \secref{sec:sys_file_limits}), di modo che scrivendo +in uno si può rileggere dall'altro. + +Chiaramente creare una pipe all'interno di un processo non serve a niente; se +però ricordiamo quanto esposto in \secref{sec:file_sharing} riguardo al +comportamento dei file descriptor nei processi figli, è immediato capire come +una pipe possa diventare un meccanismo di intercomunicazione. Un processo +figlio infatti condivide gli stessi file descriptor del padre, compresi quelli +associati ad una pipe; in questo modo se uno dei processi scrive su un capo +della pipe, l'altro può leggere. + +Tutto ciò ci mosta come sia immediato realizzare un meccanismo di +comunicazione fra processi attraverso una pipe utilizzando le ordinarie +proprietà dei file, ma ci mostra anche qual'è il principale\footnote{Stevens + riporta in APUE come limite anche il fatto che la comunicazione è + unidirezionale, in realtà questo è un limite facilemente risolvibile usando + una coppia di \textit{pipe}.} limite nell'uso delle \textit{pipe}. È +necessario infatti che i processi possano condividere i file descriptor della +\textit{pipe}, e per questo essi devono comunque derivare da uno stesso +processo padre che ha aperto la pipe, o, più comunemente, essere nella +relazione padre/figlio. + + + @@ -72,7 +96,7 @@ per le comunicazioni senza dovere per forza essere in relazione diretta. - + \section{La comunicazione fra processi di System V} \label{sec:ipc_sysv}