X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=ipc.tex;h=3d567b5879b2c033be8b2527332e2006fc9889eb;hp=6c4f906b465feb44abfe63bacf20b6d457bc1d88;hb=05658e26bf54190b200d77d7301ee34c4690f187;hpb=975734ea91207bfbf931d2dc3bff62510087d5ba diff --git a/ipc.tex b/ipc.tex index 6c4f906..3d567b5 100644 --- a/ipc.tex +++ b/ipc.tex @@ -184,7 +184,7 @@ Il programma ci servirà anche come esempio dell'uso delle funzioni di duplicazione dei file descriptor che abbiamo trattato in sez.~\ref{sec:file_dup}, in particolare di \func{dup2}. È attraverso queste funzioni infatti che è possibile dirottare gli stream standard dei processi -(che abbiamo visto in sez.~\ref{sec:file_std_descr} e +(che abbiamo visto in tab.~\ref{tab:file_std_files} e sez.~\ref{sec:file_std_stream}) sulla pipe. In fig.~\ref{fig:ipc_barcodepage_code} abbiamo riportato il corpo del programma, il cui codice completo è disponibile nel file \file{BarCodePage.c} che si @@ -302,9 +302,9 @@ che sarà aperto in sola lettura (e quindi associato allo standard output del programma indicato) in caso si sia indicato \code{"r"}, o in sola scrittura (e quindi associato allo standard input) in caso di \code{"w"}. -Lo stream restituito da \func{popen} è identico a tutti gli effetti ai file -stream visti in cap.~\ref{cha:files_std_interface}, anche se è collegato ad -una pipe e non ad un file, e viene sempre aperto in modalità +Lo \textit{stream} restituito da \func{popen} è identico a tutti gli effetti +ai \textit{file stream} visti in sez.~\ref{sec:files_std_interface}, anche se +è collegato ad una pipe e non ad un file, e viene sempre aperto in modalità \textit{fully-buffered} (vedi sez.~\ref{sec:file_buffering}); l'unica differenza con gli usuali stream è che dovrà essere chiuso dalla seconda delle due nuove funzioni, \funcd{pclose}, il cui prototipo è: @@ -431,9 +431,10 @@ quello illustrato per le pipe in sez.~\ref{sec:ipc_pipes}. Abbiamo già visto in sez.~\ref{sec:file_mknod} le funzioni \func{mknod} e \func{mkfifo} che permettono di creare una fifo; per utilizzarne una un -processo non avrà che da aprire il relativo file speciale o in lettura o -scrittura; nel primo caso sarà collegato al capo di uscita della fifo, e dovrà -leggere, nel secondo al capo di ingresso, e dovrà scrivere. +processo non avrà che da aprire il relativo \index{file!speciali} file +speciale o in lettura o scrittura; nel primo caso sarà collegato al capo di +uscita della fifo, e dovrà leggere, nel secondo al capo di ingresso, e dovrà +scrivere. Il kernel crea una singola pipe per ciascuna fifo che sia stata aperta, che può essere acceduta contemporaneamente da più processi, sia in lettura che in @@ -727,20 +728,20 @@ dei socket in cap.~\ref{cha:socket_intro},\footnote{si tratta comunque di oggetti di comunicazione che, come le pipe, sono utilizzati attraverso dei file descriptor.} nell'ambito dell'interfaccia generale che essi forniscono per la programmazione di rete; e vedremo anche -(in~sez.~\ref{sec:sock_sa_local}) come si possono definire dei file speciali -(di tipo socket, analoghi a quello associati alle fifo) cui si accede però -attraverso quella medesima interfaccia; vale però la pena esaminare qui una -modalità di uso dei socket locali\footnote{la funzione \func{socketpair} è - stata introdotta in BSD4.4, ma è supportata in genere da qualunque sistema - che fornisca l'interfaccia dei socket.} che li rende sostanzialmente -identici ad una pipe bidirezionale. +(in~sez.~\ref{sec:sock_sa_local}) come si possono definire dei +\index{file!speciali} file speciali (di tipo socket, analoghi a quello +associati alle fifo) cui si accede però attraverso quella medesima +interfaccia; vale però la pena esaminare qui una modalità di uso dei socket +locali\footnote{la funzione \func{socketpair} è stata introdotta in BSD4.4, ma + è supportata in genere da qualunque sistema che fornisca l'interfaccia dei + socket.} che li rende sostanzialmente identici ad una pipe bidirezionale. La funzione \funcd{socketpair} infatti consente di creare una coppia di file descriptor connessi fra di loro (tramite un socket, appunto), senza dover -ricorrere ad un file speciale sul filesystem, i descrittori sono del tutto -analoghi a quelli che si avrebbero con una chiamata a \func{pipe}, con la sola -differenza è che in questo caso il flusso dei dati può essere effettuato in -entrambe le direzioni. Il prototipo della funzione è: +ricorrere ad un \index{file!speciali} file speciale sul filesystem, i +descrittori sono del tutto analoghi a quelli che si avrebbero con una chiamata +a \func{pipe}, con la sola differenza è che in questo caso il flusso dei dati +può essere effettuato in entrambe le direzioni. Il prototipo della funzione è: \begin{functions} \headdecl{sys/types.h} \headdecl{sys/socket.h} @@ -2834,12 +2835,12 @@ condivisa (la funzione si bloccherà automaticamente se qualche client sta leggendo), poi (\texttt{\small 44}) si cancellano i valori precedentemente immagazzinati nella memoria condivisa con \func{memset}, e si esegue (\texttt{\small 45}) un nuovo calcolo degli stessi utilizzando la funzione -\func{DirScan}; infine (\texttt{\small 46}) si sblocca il mutex con +\myfunc{dir\_scan}; infine (\texttt{\small 46}) si sblocca il mutex con \func{MutexUnlock}, e si attende (\texttt{\small 47}) per il periodo di tempo specificato a riga di comando con l'opzione \code{-p} con una \func{sleep}. Si noti come per il calcolo dei valori da mantenere nella memoria condivisa si -sia usata ancora una volta la funzione \func{DirScan}, già utilizzata (e +sia usata ancora una volta la funzione \myfunc{dir\_scan}, già utilizzata (e descritta in dettaglio) in sez.~\ref{sec:file_dir_read}, che ci permette di effettuare la scansione delle voci della directory, chiamando per ciascuna di esse la funzione \func{ComputeValues}, che esegue tutti i calcoli necessari. @@ -2851,10 +2852,10 @@ ciascuna voce, per ottenerne i dati, che poi utilizza per incrementare i vari contatori nella memoria condivisa, cui accede grazie alla \index{variabili!globali} variabile globale \var{shmptr}. -Dato che la funzione è chiamata da \func{DirScan}, si è all'interno del ciclo -principale del programma, con un mutex acquisito, perciò non è necessario -effettuare nessun controllo e si può accedere direttamente alla memoria -condivisa usando \var{shmptr} per riempire i campi della struttura +Dato che la funzione è chiamata da \myfunc{dir\_scan}, si è all'interno del +ciclo principale del programma, con un mutex acquisito, perciò non è +necessario effettuare nessun controllo e si può accedere direttamente alla +memoria condivisa usando \var{shmptr} per riempire i campi della struttura \struct{DirProp}; così prima (\texttt{\small 6--7}) si sommano le dimensioni dei file ed il loro numero, poi, utilizzando le macro di tab.~\ref{tab:file_type_macro}, si contano (\texttt{\small 8--14}) quanti ce @@ -3254,7 +3255,12 @@ più avanti, quando realizzeremo una nuova versione del monitor visto in sez.~\ref{sec:ipc_sysv_shm} che possa restituisca i risultati via rete. \itindend{memory~mapping} -% TODO fare esempio di mmap anonima +% TODO: fare esempio di mmap anonima + +% TODO: con il kernel 3.2 è stata introdotta un nuovo meccanismo di +% intercomunicazione veloce chiamato Cross Memory Attach, da capire se e come +% trattarlo qui, vedi http://lwn.net/Articles/405346/ +% https://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/torvalds/linux-2.6.git;a=commitdiff;h=fcf634098c00dd9cd247447368495f0b79be12d1 \section{L'intercomunicazione fra processi di POSIX} \label{sec:ipc_posix} @@ -3413,7 +3419,7 @@ diversi. La funzione è del tutto analoga ad \func{open} ed analoghi sono i valori che possono essere specificati per \param{oflag}, che deve essere specificato come maschera binaria; i valori possibili per i vari bit sono quelli visti in -tab.~\ref{tab:file_open_flags} dei quali però \func{mq\_open} riconosce solo i +sez.~\ref{sec:file_open} dei quali però \func{mq\_open} riconosce solo i seguenti: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.2cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} \item[\const{O\_RDONLY}] Apre la coda solo per la ricezione di messaggi. Il @@ -3843,7 +3849,7 @@ La funzione è del tutto analoga ad \func{open} ed analoghi sono i valori che possono essere specificati per \param{oflag}, che deve essere specificato come maschera binaria comprendente almeno uno dei due valori \const{O\_RDONLY} e \const{O\_RDWR}; i valori possibili per i vari bit sono quelli visti in -tab.~\ref{tab:file_open_flags} dei quali però \func{shm\_open} riconosce solo +sez.~\ref{sec:file_open} dei quali però \func{shm\_open} riconosce solo i seguenti: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} \item[\const{O\_RDONLY}] Apre il file descriptor associato al segmento di @@ -4609,7 +4615,7 @@ testo alla terminazione di quest'ultimo. % LocalWords: dtime lpid cpid nattac shmall shmmax SHMLBA SHMSEG EOVERFLOW brk % LocalWords: memory shmat shmdt void shmaddr shmflg SVID RND RDONLY rounded % LocalWords: SIGSEGV nattch exit SharedMem ShmCreate memset fill ShmFind home -% LocalWords: ShmRemove DirMonitor DirProp chdir GaPiL shmptr DirScan ipcs NFS +% LocalWords: ShmRemove DirMonitor DirProp chdir GaPiL shmptr ipcs NFS % LocalWords: ComputeValues ReadMonitor touch SIGTERM dirmonitor unlink fcntl % LocalWords: LockFile UnlockFile CreateMutex FindMutex LockMutex SETLKW GETLK % LocalWords: UnlockMutex RemoveMutex ReadMutex UNLCK WRLCK RDLCK mapping MAP