X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=intro.tex;h=d08e951d22766cec0b66d9c3203ca4ed4c660c4f;hp=43efa10e4dcaa9a2151b6fa3557dcf5cb7bc3f22;hb=b1721df081b3962143b1ef447963ac6a1f45e403;hpb=a2ac131d4c65656c87e4998f13845cce2213d324 diff --git a/intro.tex b/intro.tex index 43efa10..d08e951 100644 --- a/intro.tex +++ b/intro.tex @@ -67,7 +67,7 @@ eccedenza. Le periferiche infine vengono viste in genere attraverso un'interfaccia astratta che permette di trattarle come fossero file, secondo il concetto per cui \textit{everything is a file}, su cui torneremo in dettaglio in -\capref{cha:files_intro}, (questo non è vero per le interfacce di rete, che +\capref{cha:file_intro}, (questo non è vero per le interfacce di rete, che hanno un'interfaccia diversa, ma resta valido il concetto generale che tutto il lavoro di accesso e gestione a basso livello è effettuato dal kernel). @@ -317,15 +317,15 @@ e Linux; \label{sec:intro_xopen} Il consorzio X/Open nacque nel 1984 come consorzio di venditori di sistemi -unix per giungere ad una armonizzazione dele varie implementazioni di unix. -Per far questo iniziò a pubblicare una serie di documentazioni e specifiche -sotto il nome di \textit{X/Open Portability Guide} (che chiameremo XPGn). +unix per giungere ad una armonizzazione delle varie implementazioni. Per far +questo iniziò a pubblicare una serie di documentazioni e specifiche sotto il +nome di \textit{X/Open Portability Guide} (a cui di norma si fa riferimento +con l'abbreviazione XPGn). - -Nel 1989 produsse una terza versione della sua guida particolarmente -voluminosa (la \textit{X/Open Portability Guide, Issue 3}), che venne presa -come riferimento da vari produttori, e al cui interno definiva una ulteriore -standardizzazione dell'interfaccia ad un sistema unix. +Nel 1989 produsse una terza versione di questa guida particolarmente +voluminosa (la \textit{X/Open Portability Guide, Issue 3}), contenente una +ulteriore standardizzazione dell'interfaccia sistema unix, che venne presa +come riferimento da vari produttori. Questo standard, detto anche XPG3 dal nome della suddetta guida, è sempre basato sullo standard POSIX.1, ma prevede una serie di funzionalità aggiuntive @@ -340,16 +340,45 @@ BSD. \subsection{Gli standard UNIX -- Open Group} \label{sec:intro_opengroup} -Nel 1993 il marchi Unix passò di proprietà dalla Novell (che a sua volta lo +Nel 1993 il marchio Unix passò di proprietà dalla Novell (che a sua volta lo aveva comprato dalla AT\&T) al consorzio X/Open, che iniziò a pubblicare le sue specifiche sotto il nome di \textit{Single UNIX Specification}, +\subsection{Il comportamento standard del \cmd{gcc}} +\label{sec:intro_gcc} -\subsection{Il comportamento standard del \cmd{gcc}} -\label{sec:intro_gcc_behaviuor} + +\subsection{Lo ``standard'' BSD} +\label{sec:intro_bsd} + +Lo sviluppo di BSD inziò quando la fine della collaborazione fra l'Università +di Berkley e la AT/T generò una delle prime e più importanti fratture del +mondo Unix. L'Università di Berkley proseguì nello sviluppo della base di +codice di cui disponeva, e che presentava parecchie migliorie rispetto alle +allora versioni disponibili, fino ad arrivare al rilascio di una versione +completa di unix, chiamata appunto BSD, del tutto indipendente dal codice +della AT/T. + +Benchè BSD non sia uno standard formalizzato, l'implementazione di unix +dell'Università di Berkley, ha provveduto nel tempo una serie di estenzioni e +di API grande rilievo, come il link simbolici (vedi \secref{sec:file_symlink}, +la funzione \func{select}, i socket. + +Queste estensioni sono state via via aggiunte al sistema nelle varie release +del sistema (BSD 4.2, BSD 4.3 e BSD 4.4) come pure in alcuni derivati +commerciali come SunOS. Le \acr{glibc} provvedono tutte queste estensioni che +sono state in gran parte incorporate negli standard successivi. + + +\subsection{Lo standard System V} +\label{sec:intro_sysv} + +System V + +