X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=intro.tex;h=5e9ade020b2429895e60717da55ee36ecbb11fb3;hp=a43192a2f373a045632a5e1a8dfcef4cb7c64738;hb=c316b51fbaa9a5bb04e72b1e7e9b3eb7ab96fd62;hpb=f0a88aa3fbf538f45accfaf6bd039263a781b1d0 diff --git a/intro.tex b/intro.tex index a43192a..5e9ade0 100644 --- a/intro.tex +++ b/intro.tex @@ -51,7 +51,7 @@ porte di input/output). Una parte del kernel, lo \textit{scheduler}, si occupa di stabilire, ad intervalli fissi e sulla base di un opportuno calcolo delle priorità, quale ``processo'' deve essere posto in esecuzione (il cosiddetto -\textit{prehemptive scheduling}). Questo verrà comunque eseguito in modalità +\textit{preemptive scheduling}). Questo verrà comunque eseguito in modalità protetta; quando necessario il processo potrà accedere alle risorse hardware soltanto attraverso delle opportune chiamate al sistema che restituiranno il controllo al kernel. @@ -299,7 +299,7 @@ standardizzare l'interfaccia con il sistema operativo. Ma gli standard POSIX non si limitano alla standardizzazione delle funzioni di libreria, e in seguito sono stati prodotti anche altri standard per la shell e -le utilities di sistema (1003.2), per le estensioni realtime e per i thread +le utility di sistema (1003.2), per le estensioni realtime e per i thread (1003.1d e 1003.1c) e vari altri. Benché lo standard POSIX sia basato sui sistemi unix esso definisce comunque @@ -333,7 +333,7 @@ fra cui le specifiche delle API per l'interfaccia grafica (X11). Nel 1992 lo standard venne rivisto con una nuova versione della guida, la Issue 4 (da cui la sigla XPG4) che aggiungeva l'interfaccia XTI (\textit{X - transport Interface}) mirante a soppiantare (senza molto successo) + Transport Interface}) mirante a soppiantare (senza molto successo) l'interfaccia dei socket derivata da BSD. Una seconda versione della guida fu rilasciata nel 1994, questa è nota con il nome di Spec 1170 (dal numero delle interfacce, header e comandi definiti). @@ -379,10 +379,10 @@ della AT/T. Benchè BSD non sia uno standard formalizzato, l'implementazione di unix dell'Università di Berkley, ha provveduto nel tempo una serie di estensioni e -di API grande rilievo, come il link simbolici (vedi \secref{sec:file_symlink}, -la funzione \func{select}, i socket. +di API grande rilievo, come il link simbolici, la funzione \code{select}, i +socket. -Queste estensioni sono state via via aggiunte al sistema nelle varie release +Queste estensioni sono state via via aggiunte al sistema nelle varie versioni del sistema (BSD 4.2, BSD 4.3 e BSD 4.4) come pure in alcuni derivati commerciali come SunOS. Le \acr{glibc} provvedono tutte queste estensioni che sono state in gran parte incorporate negli standard successivi. @@ -395,8 +395,8 @@ Come noto Unix nasce nei laboratori della AT/T, che ne registr marchio depositato, sviluppandone una serie di versioni diverse; nel 1983 la versione supportata ufficialmente venne rilasciata al pubblico con il nome di Unix System V. Negli anni successivi l'AT/T proseguì lo sviluppo rilasciando -varie release con aggiunte e integrazioni; nel 1989 un accordo fra vari -venditori (AT/T, Sun, HP, e altro) portò ad una release che provvedeva una +varie versioni con aggiunte e integrazioni; nel 1989 un accordo fra vari +venditori (AT/T, Sun, HP, e altro) portò ad una versione che provvedeva una unificazione dell interfacce comprendente Xenix e BSD, la System V release 4. La interfaccia di questa ultima release è descritta in un documento dal titolo @@ -441,7 +441,7 @@ compilatore, ma propri header file. Le macro disponibili per i vari standard sono le seguenti: -\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} +\begin{basedescript}{\desclabelwidth{3cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} \item[\macro{\_POSIX\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono disponibili tutte le funzionalità dello standard POSIX.1 (la versione IEEE Standard 1003.1) insieme a tutte le funzionalità dello standard ISO C. Se viene anche @@ -449,8 +449,8 @@ Le macro disponibili per i vari standard sono le seguenti: di questa non viene preso in considerazione. \item[\macro{\_POSIX\_C\_SOURCE}] definendo questa macro ad un valore intero positivo si controlla quale livello delle funzionalità specificate da POSIX - viene messa a disposizone; più alto è il valore maggiori sono le - funzionalità. Se è uagule a '1' vengono attivate le funzionalità specificate + viene messa a disposizione; più alto è il valore maggiori sono le + funzionalità. Se è uguale a '1' vengono attivate le funzionalità specificate nella edizione del 1990 (IEEE Standard 1003.1-1990), valori maggiori o uguali a '2' attivano le funzionalità POSIX.2 specificate nell'edizione del 1992 (IEEE Standard 1003.2-1992). Un valore maggiore o uguale a `199309L' @@ -472,14 +472,46 @@ Le macro disponibili per i vari standard sono le seguenti: \item[\macro{\_SVID\_SOURCE}] definendo questa macro si attivano le funzionalità derivate da SVID. Esse comprendono anche quelle definite negli standard ISO C, POSIX.1, POSIX.2, and X/Open. -\item[\macro{\_XOPEN\_SOURCE}] -\item[\macro{\_XOPEN\_SOURCE\_EXTENDED}] -\item[\macro{\_ISOC99\_SOURCE}] -\item[\macro{\_GNU\_SOURCE}] -\item[\macro{\_LARGEFILE\_SOURCE}] +\item[\macro{\_XOPEN\_SOURCE}] definendo questa macro si attivano le + funzionalità descritte nella \textit{X/Open Portability Guide}. Anche queste + sono un soprainsieme di quelle definite in POSIX.1 e POSIX.2 ed in effetti + sia \macro{\_POSIX\_SOURCE} che \macro{\_POSIX\_C\_SOURCE} vengono + automaticamente definite. Sono incluse anche ulteriori funzionalità + disponibili in BSD e SVID. Se il valore della macro è posto a 500 questo + include anche le nuove definizioni introdotte con la \textit{Single Unix + Specification, version 2}, cioè Unix98. +\item[\macro{\_XOPEN\_SOURCE\_EXTENDED}] questa macro si attivano le ulteriori + funzionalità necessarie a esse conformi al rilascio del marchio + \textit{X/Open Unix} +\item[\macro{\_ISOC99\_SOURCE}] questa macro si attivano le + funzionalità previste per la revisione delle librerie standard del C + denominato ISO C99. Dato che lo standard non è ancora adottato in maniera + ampia queste non sona abilitate automaticamente, ma le \acr{glibc} ha già + una implementazione completa che può essere attivata definendo questa macro. +\item[\macro{\_LARGEFILE\_SOURCE}] questa macro si attivano le + funzionalità per il supporto dei file di grandi dimensioni (il \textit{Large + File Support} o LFS) con indici e dimensioni a 64 bit. +\item[\macro{\_GNU\_SOURCE}] questa macro si attivano tutte le funzionalità + disponibili: ISO C89, ISO C99, POSIX.1, POSIX.2, BSD, SVID, X/Open, LFS più + le estensioni specifiche GNU. Nel caso in cui BSD e POSIX confliggono viene + data la precedenza a POSIX. \end{basedescript} +In particolare è da sottolineare che le \acr{glibc} supportano alcune +estensioni specifiche GNU, che non sono comprese in nessuno degli +standard citati. Per poterle utilizzare esse devono essere attivate +esplicitamente definendo la macro \macro{\_GNU\_SOURCE} prima di +includere i vari header file. + + \subsection{Gli standard di Linux} \label{sec:intro_linux_std} -Da fare (o cassare, a seconda del tempo e della voglia). \ No newline at end of file +Da fare (o cassare, a seconda del tempo e della voglia). + + + +%%% Local Variables: +%%% mode: latex +%%% TeX-master: "gapil" +%%% End: