X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=fileunix.tex;h=5734c43c02e99db3ba6261315b1da465ea94597a;hp=9f021143a7980fc473137d7a8ea88bd540987dd6;hb=608bbf38416013dc331e1ef2e5dfe01855b6158b;hpb=d07e28ddd45c73db1d6087127daf51d158e5e822 diff --git a/fileunix.tex b/fileunix.tex index 9f02114..5734c43 100644 --- a/fileunix.tex +++ b/fileunix.tex @@ -16,11 +16,9 @@ ANSI C. In questa sezione faremo una breve introduzione sulla architettura su cui è basata dell'interfaccia dei \textit{file descriptor}, che, sia pure con differenze di implementazione, è comune ad ogni implementazione di unix. -Vedremo cosa comporti questa architettura in caso di accesso contemporaneo ai -file da parte di più processi. -\subsection{L'architettura dei \textit{file descriptors}} +\subsection{L'architettura dei \textit{file descriptor}} \label{sec:file_fd} Per poter accedere al contenuto di un file occorre creare un canale di @@ -33,7 +31,7 @@ dovr ogni ulteriore operazione. All'interno di ogni processo i file aperti sono identificati da un intero non -negativo, chiamato appunto \textit{file descriptors}, quando un file viene +negativo, chiamato appunto \textit{file descriptor}, quando un file viene aperto la funzione restituisce il file descriptor, e tutte le successive operazioni devono passare il \textit{file descriptors} come argomento. @@ -43,10 +41,10 @@ sempre un elenco dei processi attivi nella cosiddetta \textit{process table} ed un elenco dei file aperti nella \textit{file table}. La \textit{process table} è una tabella che contiene una voce per ciascun -processo attivo nel sistema. In Linux la tabella è costituita da strutture di -tipo \var{task\_struct} nelle quali sono raccolte tutte le informazioni -relative ad un singolo processo; fra queste informazioni c'è anche il -puntatore ad una ulteriore struttura di tipo \var{files\_struct} in cui sono +processo attivo nel sistema. In Linux ciascuna voce è costituita da una +struttura di tipo \var{task\_struct} nella quale sono raccolte tutte le +informazioni relative al processo; fra queste informazioni c'è anche il +puntatore ad una ulteriore struttura di tipo \var{files\_struct}, in cui sono contenute le informazioni relative ai file che il processo ha aperto, ed in particolare: \begin{itemize*} @@ -56,7 +54,7 @@ particolare: \textit{file table} per ogni file aperto. \end{itemize*} il \textit{file descriptor} in sostanza è l'intero positivo che indicizza -questa tabella. +quest'ultima tabella. La \textit{file table} è una tabella che contiene una voce per ciascun file che è stato aperto nel sistema. In Linux è costituita da strutture di tipo @@ -64,7 +62,8 @@ che file, fra cui: \begin{itemize*} \item lo stato del file (nel campo \var{f\_flags}). -\item il valore della posizione corrente (l'\textit{offset}) nel file. +\item il valore della posizione corrente (l'\textit{offset}) nel file (nel + campo \var{f\_pos}). \item un puntatore all'inode\footnote{nel kernel 2.4.x si è in realtà passati ad un puntatore ad una struttura \var{dentry} che punta a sua volta all'inode passando per la nuova struttura del VFS} del file. @@ -142,8 +141,8 @@ Nelle vecchie versioni di unix (ed anche in Linux fino al kernel 2.0.x) il numero di file aperti era anche soggetto ad un limite massimo dato dalle dimensioni del vettore di puntatori con cui era realizzata la tabella dei file descriptor dentro \var{file\_struct}; questo limite intrinseco non sussiste -più, dato che si è passati ad una linked list, restano i limiti imposti -dall'amministratore (vedi \secref{sec:sys_limits}). +più, dato che si è passati da un vettore ad una linked list, ma restano i +limiti imposti dall'amministratore (vedi \secref{sec:sys_limits}). @@ -207,7 +206,7 @@ prototipo La funzione apre il file, usando il primo file descriptor libero, e crea l'opportuna voce (cioè la struttura \var{file}) nella file table. Viene usato -sempre il file descriptor con il valore più basso, questa caratteritica +sempre il file descriptor con il valore più basso, questa caratteristica permette di prevedere qual'è il valore che si otterrà e viene talvolta usata da alcune applicazioni per sostituire i file corrispondenti ai file standard di \secref{sec:file_std_descr}: se ad esempio si chiude lo standard input e si @@ -221,37 +220,40 @@ restare aperto attraverso una \func{exec} (come accennato in \secref{sec:proc_exec}) ed l'offset è settato all'inizio del file. Il parametro \var{mode} specifica i permessi con cui il file viene -eventualmente creato; i valori possibili gli stessi già visti in +eventualmente creato; i valori possibili sono gli stessi già visti in \secref{sec:file_perm_overview} e possono essere specificati come OR binario delle costanti descritte in \tabref{tab:file_bit_perm}. Questi permessi -filtrati dal valore di \file{umask} per il processo. +filtrati dal valore di \file{umask} (vedi \secref{sec:file_umask}) per il +processo. La funzione prevede diverse opzioni, che vengono specificate usando vari bit -del parametro \var{flags}. Alcuni di questi vanno anche a costituire lo il +del parametro \var{flags}. Alcuni di questi bit vanno anche a costituire il flag di stato del file (o \textit{file status flag}), che è mantenuto nel -campo \var{f\_flags} della struttura \var{file} (vedi \curfig). Questi -bit sono divisi in tre categorie principali: +campo \var{f\_flags} della struttura \var{file} (al solito si veda lo schema +di \curfig). Essi sono divisi in tre categorie principali: \begin{itemize} \item \textsl{i bit delle modalità di accesso}: specificano con quale modalità - si accede al file: i valori possibili sono lettura, scrittura o + si accederà al file: i valori possibili sono lettura, scrittura o lettura/scrittura. Uno di questi bit deve essere sempre specificato quando si apre un file. Vengono settati alla chiamata da \func{open}, e possono essere riletti con una \func{fcntl} (fanno parte del \textit{file status flag}), ma non modificati. \item \textsl{i bit delle modalità di apertura}: permettono di specificare - alcuni dei modi di funzionamento di \func{open}. Hanno effetto solo al - momento della chiamata della funzione e non sono memorizzati nè possono - essere riletti. + alcune delle caratteristiche del comportamento di \func{open} quando viene + eseguita. Hanno effetto solo al momento della chiamata della funzione e non + sono memorizzati nè possono essere riletti. \item \textsl{i bit delle modalità di operazione}: permettono di specificare - alcuni effetti validi anche in seguito per il comportamento delle operazioni - sul file (come la \func{read} o la \func{write}). Anch'essi fanno parte del + alcune caratteristiche del comportamento delle future operazioni sul file + (come la \func{read} o la \func{write}). Anch'essi fanno parte del \textit{file status flag}. Il loro valore è settato alla chiamata di - \func{open}, ma possono essere riletti e modificati con una \func{fcntl}. + \func{open}, ma possono essere riletti e modificati (insieme alle + caratteristiche operative che controllano) con una \func{fcntl}. \end{itemize} In \ntab\ si sono riportate, ordinate e divise fra loro secondo le tre -modalità appena elencate, le costanti che identificano i vari bit, queste -possono essere combinate con un OR aritmetico per costruire il valore del +modalità appena elencate, le costanti mnemoniche associate a ciascuno di +questi bit, dette costanti possono essere combinate fra di loro con un OR +aritmetico per costruire il valore (in forma di maschera binaria) del parametro \var{flags} da passare alla \func{open} per specificarne il comportamento. @@ -344,8 +346,9 @@ comportamento. \end{table} Nelle prime versioni di unix i flag specificabili per \func{open} erano solo -quelli delle modalità di apertura. Per questo motivo per creare un file c'era -una system call apposita, \func{creat}, il cui prototipo è: +quelli relativi alle modalità di accesso del file. Per questo motivo per +creare un nuovo file c'era una system call apposita, \func{creat}, il cui +prototipo è: \begin{prototype}{fcntl.h} {int creat(const char *pathname, mode\_t mode)}