X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=filestd.tex;h=0ea99952c1e5c8d92b012badc22243e5463123ce;hp=ed954ac686b5bda6824a05d4b850492358674b6a;hb=ccf26588d42ef932ab19587f8ca2c974a417bb49;hpb=31b26c13a4755032ccdca5acc99c18cbb7434218 diff --git a/filestd.tex b/filestd.tex index ed954ac..0ea9995 100644 --- a/filestd.tex +++ b/filestd.tex @@ -12,46 +12,50 @@ dell'interfaccia nell'ultima sezione. \label{sec:file_stream_intro} Come visto in \capref{cap:file_unix_interface} le operazioni di I/O sui file -sono gestibili direttamente a basso livello con l'interfaccia standard unix -che ricorre direttamente alle system call messe a disposizione dal kernel. +sono gestibili a basso livello con l'interfaccia standard unix, che ricorre +direttamente alle system call messe a disposizione dal kernel. Questa interfaccia però non provvede le funzionalità previste dallo standard -ANSI C che invece sono realizzate attraverso opportune funzioni di libreria, -che vengono a costituire il nucleo essenziale\footnote{queste funzioni sono - state implementate la prima volta da Ritchie nel 1976 e da allora sono - rimaste sostanzialmente immutate.} delle \acr{glibc}. +ANSI C, che invece sono realizzate attraverso opportune funzioni di libreria, +queste, insieme alle altre funzioni definite dallo standard, vengono a +costituire il nucleo\footnote{queste funzioni sono state implementate la prima + volta da Ritchie nel 1976 e da allora sono rimaste sostanzialmente + immutate.} delle \acr{glibc}. \subsection{I \textit{file stream}} \label{sec:file_stream} Come più volte ribadito l'interfaccia dei file descriptor è una interfaccia di -basso livello, che non provvede nessuna forma di formattazione dei dati, e +basso livello, che non provvede nessuna forma di formattazione dei dati e nessuna forma di bufferizzazione per ottimizzare le operazioni di I/O. -In \textit{Advanced Programming in the Unix Environment} Stevens esegue un -raffronto dell'influenza delle dimensioni del blocco di dati (il parametro +In \textit{Advanced Programming in the Unix Environment} Stevens descrive una +serie di test sull'influenza delle dimensioni del blocco di dati (il parametro \param{buf} di \func{read} e \func{write}) nell'efficienza nelle operazioni di I/O con i file descriptor, evidenziando come le prestazioni ottimali si -ottengano quando il buffer dei dati ha la stessa dimensione dei blocchi del -filesystem (il valore dato dal campo \var{st\_blksize} di \var{fstat}). +ottengano a partire da dimensioni del buffer dei dati pari a quelle dei +blocchi del filesystem (il valore dato dal campo \var{st\_blksize} di +\var{fstat}). -In questo caso se il programmatore non si cura di effettuare le operazioni in -blocchi di dimensioni adeguate, le prestazioni possono deteriorarsi in maniera -evidente. L'interfaccia degli stream provvede da sola la gestione dei dettagli -della bufferizzazione e dell'esecuzione delle operazioni di lettura e -scrittura effettive in blocchi di dimensioni appropriate all'ottenimento della -massima efficienza. +Se il programmatore non si cura di effettuare le operazioni in blocchi di +dimensioni adeguate, le prestazioni sono inferiori. La caratteristica +principale dell'interfaccia degli stream è che essa provvede da sola alla +gestione dei dettagli della bufferizzazione e all'esecuzione delle operazioni +di lettura e scrittura in blocchi di dimensioni appropriate all'ottenimento +della massima efficienza. Per questo motivo l'interfaccia viene chiamata anche interfaccia dei -\textit{file stream}, dato che non è più necessario doversi preoccupare di -gestire i dettagli della comunicazione con il tipo di hardware sottostante, ed -esso può essere sempre considerato come composto da un flusso (da cui il nome -\textit{stream}) continuo di dati. - -Ma a parte le particolarità della gestione delle operazioni di lettura e -scrittura, i file stream restano del tutto equivalenti ai file descriptor sui -quali sono basati, ed in particolare vale quanto visto in +\textit{file stream}, dato che non è più necessario doversi preoccupare di dei +dettagli della comunicazione con il tipo di hardware sottostante (come nel +caso della dimensione dei blocchi del filesystem), ed un file può essere +sempre considerato come composto da un flusso continuo (da cui il nome +\textit{stream}) di dati. + +A parte i dettagli legati alla gestione delle operazioni di lettura e +scrittura (sia per quel che riguarda la bufferizzazione, che le +formattazioni), i file stream restano del tutto equivalenti ai file descriptor +(sui quali sono basati), ed in particolare continua a valere quanto visto in \secref{sec:file_sharing} a proposito dell'accesso condiviso ed in \secref{sec:file_access_control} per il controllo di accesso. @@ -59,7 +63,7 @@ quali sono basati, ed in particolare vale quanto visto in \subsection{Gli oggetti \type{FILE}} \label{sec:file_FILE} -Per ragioni storiche la struttura di dati che rappresenta un stream è stata +Per ragioni storiche la struttura di dati che rappresenta uno stream è stata chiamata \type{FILE}, questi oggetti sono creati dalle funzioni di libreria e contengono tutte le informazioni necessarie a gestire le operazioni sugli stream, come la posizione corrente, lo stato del buffer e degli indicatori di @@ -80,9 +84,10 @@ file \file{stdio.h}. \label{sec:file_std_stream} Ai tre file descriptor standard (vedi \secref{sec:file_std_descr}) aperti per -ogni processo, corrispondono altrettanti stream predefiniti per ogni processo, -che rappresentano i canali standard di input/output prestabiliti; anche questi -tre stream sono definiti nell'header \file{stdio.h} e sono: +ogni processo, corrispondono altrettanti stream, che rappresentano i canali +standard di input/output prestabiliti; anche questi tre stream sono +identificabili attraverso dei nomi simbolici definiti nell'header +\file{stdio.h} che sono: \begin{itemize} \item \var{FILE * stdin} Lo \textit{standard input} cioè lo stream da cui @@ -97,14 +102,16 @@ tre stream sono definiti nell'header \file{stdio.h} e sono: \end{itemize} Nelle \acr{glibc} \var{stdin}, \var{stdout} e \var{stderr} sono effettivamente -tre variabili che possono essere usate come tutte le altre, ad esempio si può -effettuare una redirezione dell'output di un programma con il semplice codice: +tre variabili di tipo \type{FILE *} che possono essere usate come tutte le +altre, ad esempio si può effettuare una redirezione dell'output di un +programma con il semplice codice: \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} fclose (stdout); stdout = fopen ("standard-output-file", "w"); \end{lstlisting} -ma in altri sistemi possono essere definite come macro, e deve essere pertanto -usata \func{freopen}. +ma in altri sistemi possono essere definite come macro, se si hanno problemi +di portabilità e si vuole essere sicuri, diventa opportuno usare la funzione +\func{freopen}. \subsection{Le modalità di bufferizzazione} @@ -114,41 +121,204 @@ La bufferizzazione degli stream; lo scopo è quello di ridurre al minimo il numero di system call (\func{read} o \func{write}) eseguite nelle operazioni di input/output. Questa funzionalità è assicurata automaticamente dalla libreria, ma costituisce anche -una degli aspetti più comunemente fraintesi. - -I caratteri che vengono scritti su uno stream normalmente vengono accumulati e -poi trasmessi in blocco in maniera asincrona, e molto spesso lo stesso avviene -anche per la lettura (cioè dal file viene letto un blocco di dati). Se si sta -facendo dell'input/output interattivo però bisogna tenere presente le -caratteristiche con cui viene effettuata la bufferizzazione, pena il rischio -di non vedere apparire l'output o di ottenere degli effetti indesiderati nella -visualizzazione. - -Per questo motivo, la libreria definisce tre distinte modalità di -bufferizzazione, adatte a situazioni diverse, di cui occorre essere ben -consapevoli: +una degli aspetti più comunemente fraintesi, in particolare per quello che +riguarda l'aspetto della scrittura dei dati sul file. + +I caratteri che vengono scritti su uno stream normalmente vengono accumulati +in un buffer e poi trasmessi in blocco in maniera asincrona rispetto alla +scrittura (quello che viene chiamato il \textit{flush} dei dati) tutte le +volte che il buffer viene riempito. Un comportamento analogo avviene anche in +lettura (cioè dal file viene letto un blocco di dati, anche se se ne sono +richiesti una quantità inferiore), ma la cosa ovviamente ha rilevanza +inferiore, dato che i dati letti sono sempre gli stessi; in caso di scrittura +invece, quando si ha un accesso contemporaneo allo stesso file (ad esempio da +parte di un altro processo) si potranno vedere solo le parti effettivamente +scritte, e non quelle ancora presenti nel buffer. + +Allo stesso modo, se si sta facendo dell'input/output interattivo bisognerà +tenere presente le caratteristiche delle operazioni di \textit{flush} dei +dati, poiché non è detto che ad una scrittura sullo stream corrisponda una +immediata scrittura sul dispositivo. + +Per rispondere ad esigenze diverse, lo standard definisce tre distinte modalità +in cui può essere eseguita la bufferizzazione, delle quali occorre essere ben +consapevoli, specie in caso di lettura e scrittura da dispositivi interattivi: \begin{itemize} -\item \textit{unbuffered}: in questa modalità i caratteri non sono - bufferizzati e vengono trasmessi individualmente al file non appena - possibile (effettuando immediatamente una \func{write}). -\item \textit{line unbuffered}: in questo caso i caratteri vengono trasmessi - al file in blocco ogni volta che viene incontrato un carattere di +\item \textit{unbuffered}: in questo caso non c'è bufferizzazione ed i + caratteri vengono trasmessi direttamente al file non appena possibile + (effettuando immediatamente una \func{write}). +\item \textit{line buffered}: in questo caso i caratteri vengono normalmente + trasmessi al file in blocco ogni volta che viene incontrato un carattere di \textit{newline} (il carattere ASCII \verb|\n|). -\item +\item \textit{fully buffered}: in questo caso i caratteri vengono trasmessi da + e verso il file in blocchi di dimensione opportuna. \end{itemize} +Lo standard ANSI C specifica inoltre che lo standard output e lo standard +input siano aperti in modalità \textit{fully buffered} quando non fanno +riferimento ad un dispositivo interattivo, e che lo standard error non sia mai +aperto in modalità \textit{fully buffered}. + +Linux, come BSD e SVr4, specifica il comportamento di default in maniera +ancora più precisa, e cioè impone che lo standard error sia sempre +\textit{unbuffered} (in modo che i messaggi di errore siano mostrati il più +rapidamente possibile) e che standard input e standard output siano aperti in +modalità \textit{line buffered} quando sono associati ad un terminale (od +altro dispositivo interattivo) ed in modalità \textit{fully buffered} +altrimenti. + +Il comportamento specificato per standard input e standard output vale anche +per tutti i nuovi stream aperti da un processo; la selezione comunque avviene +automaticamente, e la libreria apre lo stream nella modalità più opportuna a +seconda del file o del dispositivo scelto. + +La modalità \textit{line buffered} è quella che necessita di maggiori +chiarimenti e attenzioni per quel che concerne il suo funzionamento. Come già +accennato nella descrizione, \emph{di norma} i dati vengono inviati al kernel +alla ricezione di un carattere di a capo; questo non è vero in tutti i casi, +infatti, dato che le dimensioni del buffer usato dalle librerie sono fisse, se +le si eccedono si può avere un \textit{flush} dei dati anche prima che sia +stato inviato un carattere di \textit{newline}. + +Un secondo punto da tenere presente, particolarmente quando si ha a che fare +con I/O interattivo, è che quando si effettua una lettura su uno stream che +comporta l'accesso al kernel\footnote{questo vuol dire sempre se lo stream da + cui si legge è in modalità \textit{unbuffered}} viene anche eseguito il +\textit{flush} di tutti i buffer degli stream in scrittura. + +In \secref{sec:file_buffering_ctrl} vedremo come la libreria definisca delle +opportune funzioni per controllare le modalità di bufferizzazione ed il +\textit{flush} dei dati. + + \section{Funzioni base} \label{sec:file_ansi_base_func} Esamineremo in questa sezione le funzioni base dell'interfaccia degli stream, -analoghe a quelle di \secref{} per i file descriptor. In particolare vedremo -come aprire, leggere, scrivere e cambiare la posizione corrente in uno stream. +analoghe a quelle di \secref{sec:file_base_func} per i file descriptor. In +particolare vedremo come aprire, leggere, scrivere e cambiare la posizione +corrente in uno stream. -\subsection{Apertura di uno stream} +\subsection{Apertura e chiusura di uno stream} \label{sec:file_fopen} +Le funzioni che permettono di aprire uno stream sono tre\footnote{\func{fopen} + e \func{freopen} fanno parte dello standard ANSI C, \func{fdopen} è parte +dello standard POSIX.1.}, i loro prototipi sono: + +\begin{functions} + \headdecl{stdio.h} + \funcdecl{FILE * fopen(const char * path, const char *mode)} + Apre il file specificato da \param{path}. + \funcdecl{FILE * fdopen(int fildes, const char * mode)} + Associa uno stream al file descriptor \param{fildes}. + \funcdecl{FILE * freopen(const char * path, const char * mode, FILE * + stream)} + Apre il file specificato da \param{path} associandolo allo stream + specificato da \param{stream}, se questo è già aperto prima lo chiude. + + Le funzioni ritornano un puntatore valido in caso di successo e \macro{NULL} + in caso di errore, in tal caso \var{errno} viene settata al valore ricevuto + dalla funzione sottostante di cui è fallita l'esecuzione. + + Gli errori pertanto possono essere quelli di \func{malloc} per tutte e tre + le funzioni, quelli \func{open} per \func{fopen}, quelli di \func{fcntl} per + \func{fdopen} e quelli di \func{fopen}, \func{fclose} e \func{fflush} per + \func{freopen}. +\end{functions} + +Normalmente la funzione che si usa per aprire uno stream è \func{fopen}, essa +apre il file specificato nella modalità specificata da \param{mode} che è una +delle stringhe elencate in \tabref{tab:file_fopen_mode}. + +L'uso di \func{freopen} è in genere per redirigere uno dei tre file standard +(vedi \secref{sec:file_std_stream}): il file \param{path} viene associato a +\param{stream} e se questo è uno stream aperto prima viene chiuso. + +Infine \func{fdopen} viene usato per associare uno stream ad un file +descriptor esistente ottenuto tramite una altra funzione (come \func{open}, +\func{dup}, \func{pipe}) e serve quando si vogliono usare gli stream con file +speciali come le fifo od i socket, che non possono essere aperti con le +funzioni delle librerie standard del C. + +\begin{table}[htb] + \centering + \begin{tabular}[c]{|l|p{8cm}|} + \hline + \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\ + \hline + \hline + \texttt{r} & Il file viene aperto in sola lettura; lo stream è posizionato + all'inizio del file.\\ + \texttt{r+} & Il file viene aperto in lettura e scrittura; lo stream è + posizionato all'inizio del file. \\ +% \hline + \texttt{w} & Il file viene troncato a lunghezza nulla (o creato se non + esiste), ed aperto in sola lettura; lo stream è posizionato all'inizio del + file.\\ + \texttt{w+} & Il file viene troncato a lunghezza nulla (o creato se non + esiste), ed aperto in scrittura e lettura; lo stream è posizionato + all'inizio del file.\\ +% \hline + \texttt{a} & Il file è aperto in \textit{append mode} in sola scrittura + (o creato se non esiste). \\ + \texttt{a+} & Il file è aperto in \textit{append mode} in lettura e + scrittura (o creato se non esiste). \\ + \hline + \end{tabular} + \caption{Modalità di apertura di uno stream} + \label{tab:file_fopen_mode} +\end{table} + +In realtà lo standard ANSI C prevede un totale di 15 possibili valori diversi +per \param{mode}, ma in \tabref{tab:file_fopen_mode} si sono riportati solo i +sei valori effettivi, ad essi può essere aggiunto pure il carattere \func{b} +(come ultimo carattere o nel mezzo agli altri per le stringhe di due +caratteri) che in altri sistemi operativi serve a distinguere i file binari +dai file di testo; in un sistema POSIX questa distinzione non esiste e il +valore viene accettato solo per compatibilità, ma non ha alcun effetto. + +Inoltre nel caso si usi \func{fdopen} i valori specificati da \param{mode} +devono essere compatibili con quelli con cui il file descriptor è stato +aperto. Inoltre i modi \cmd{w} e \cmd{w+} non troncano il file. La posizione +nello stream viene settata a quella corrente nel file descriptor, e le +variabili di errore e di fine del file sono cancellate. Il file non viene +duplicato e verrà chiuso alla chiusura dello stream. + +I nuovi file saranno creati secondo quanto visto in +\secref{sec:file_ownership} ed avranno i permessi di accesso settati al valore +\macro{S\_IRUSR|S\_IWUSR|S\_IRGRP|S\_IWGRP|S\_IROTH|S\_IWOTH} (pari a +\macro{0666}) modificato secondo il valore di \acr{umask} per il processo (si +veda \secref{sec:file_umask}). + +In caso di file aperti in lettura e scrittura occorre ricordarsi che c'è di +messo una bufferizzazione; per questo motivo lo standard ANSI C richiede che +ci sia una operazione di posizionamento fra una operazione di output ed una di +input o viceversa (eccetto il caso in cui l'input ha incontrato la fine del +file), altrimenti una lettura può ritornare anche il risultato di scritture +precedenti l'ultima effettuata. + +Per questo motivo è una buona pratica (e talvolta necessario) far seguire ad +una scrittura una delle funzioni \func{fflush}, \func{fseek}, \func{fsetpos} o +\func{rewind} prima di eseguire una rilettura; viceversa nel caso in cui si +voglia fare una scrittura subito dopo aver eseguito una lettura occorre prima +usare una delle funzioni \func{fseek}, \func{fsetpos} o \func{rewind}. Anche +una operazione nominalmente nulla come \func{fseek(file, 0, SEEK\_CUR)} è +sufficiente a garantire la sincronizzazione. + +Uno stream viene chiuso con la funzione \func{fclose} il cui prototipo è: +\begin{prototype}{stdio.h}{int fclose(FILE * stream)} + Chiude lo stream \param{stream}. + + Restituisce 0 in caso di successo e \macro{EOF} in caso di errore, nel qual + caso setta \var{errno} a \macro{EBADF} se il file descriptor indicato da + \param{stream} non è valido, o uno dei valori specificati dalla sottostante + funzione che è fallita (\func{close}, \func{write} o \func{fflush}). +\end{prototype} + + \subsection{Lettura e scrittura su uno stream} \label{sec:file_io} @@ -170,16 +340,16 @@ come aprire, leggere, scrivere e cambiare la posizione corrente in uno stream. \label{sec:file_formatted_io} -\subsection{Chiusura di uno stream} -\label{sec:file_fclose} - - \section{Funzioni avanzate} \label{sec:file_stream_adv_func} \subsection{Il controllo della bufferizzazione} -\label{sec:file_buffering-ctrl} +\label{sec:file_buffering_ctrl} + +Come accennato in \secref{sec:file_buffering} le librerie definiscono una +serie di funzioni che permettono di controllare il comportamento degli +stream; se non si è \subsection{Dettagli dell'implementazione}