X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=filedir.tex;h=b07727757730ca5020d5ea577286a2d6cc375a33;hp=0b958c28b0a7ae3b5fd2aa6ccd3787c4dc5cecb2;hb=f486510bed043527644e38f161d1bf69e09039e9;hpb=40b56f315688ca3a539b442f060d2b5ea866920b;ds=sidebyside diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index 0b958c2..b077277 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -3169,14 +3169,17 @@ specificamente dalla \acr{glibc},\footnote{la funzione è stata introdotta \func{mkstemp}.} \end{funcproto} \noindent la cui sola differenza è la presenza dell'ulteriore argomento -\var{flags} che consente di specificare alcuni ulteriori flag -(\const{O\_APPEND}, \const{O\_CLOEXEC}, \const{O\_SYNC}, il cui significato +\var{flags} che consente di specificare alcuni ulteriori flag (come +\const{O\_APPEND}, \const{O\_CLOEXEC}, \const{O\_SYNC}, il cui significato vedremo in sez.~\ref{sec:file_open_close}) da passare ad \func{open} -nell'apertura del file. +nell'apertura del file.\footnote{si tenga presente che \func{mkostemp} + utilizza già \const{O\_CREAT}, \const{O\_EXCL} e \const{O\_RDWR}, che non è + il caso di reindicare, dato che ciò potrebbe portare ad errori in altri + sistemi operativi.} -Di queste due funzioni sono state poi introdotte a partire dalla \acr{glibc} -2.11 due varianti, \funcd{mkstemps} e \funcd{mkostemps} che consentono di -indicare anche un suffisso, i loro prototipo sono: +Di queste due funzioni sono state poi introdotte, a partire dalla \acr{glibc} +2.11 due varianti, \funcd{mkstemps} e \funcd{mkostemps}, che consentono di +indicare anche un suffisso, i loro prototipi sono: \begin{funcproto}{ \fhead{stlib.h} @@ -3187,16 +3190,16 @@ indicare anche un suffisso, i loro prototipo sono: } {Le funzioni hanno gli stessi valori di ritorno e gli stessi errori di - \func{mkstemp} con lo stesso significato tranne \errval{EINVAL} che viene + \func{mkstemp} con lo stesso significato, tranne \errval{EINVAL} che viene restituito se \param{template} non è di lunghezza pari ad almeno $6+$\param{suffixlen} ed i 6 caratteri prima del suffisso non sono \code{XXXXXX}.} \end{funcproto} -Le due funzioni, estensione non standard delle \acr{glibc}, sono identiche a -\funcd{mkstemp} e \funcd{mkostemp}, ma consentono di avere un nome del file -nella forma \texttt{prefissoXXXXXXsuffisso} dove la lunghezza del suffisso -deve essere indicata con \param{suffixlen}. +Le due funzioni, un'estensione non standard fornita dalla \acr{glibc}, sono +identiche a \funcd{mkstemp} e \funcd{mkostemp}, ma consentono di avere un nome +del file nella forma \texttt{prefissoXXXXXXsuffisso} dove la lunghezza del +suffisso deve essere indicata con \param{suffixlen}. Infine con OpenBSD è stata introdotta un'altra funzione simile alle precedenti, \funcd{mkdtemp}, che crea invece una directory @@ -3225,7 +3228,6 @@ directory è sempre atomica i precedenti problemi di \textit{race condition} non si pongono. - \section{La manipolazione delle caratteristiche dei file} \label{sec:file_infos} @@ -3310,38 +3312,50 @@ abbastanza chiara, vale la pena illustrare maggiormente il significato dei campi di \struct{stat} su cui non torneremo in maggior dettaglio nel resto di questa sezione: \begin{itemize*} - \item Il campo \var{st\_nlink} contiene il numero di \textit{hard link} che fanno riferimento al file (il cosiddetto \textit{link count}) di cui abbiamo già parlato in numerose occasioni. - \item Il campo \var{st\_ino} contiene il numero di \textit{inode} del file, quello viene usato all'interno del filesystem per identificarlo e che può essere usato da un programma per determinare se due \textit{pathname} fanno riferimento allo stesso file. - \item Il campo \var{st\_dev} contiene il numero del dispositivo su cui risiede il file (o meglio il suo filesystem). Si tratta dello stesso numero che si usa con \func{mknod} e che può essere decomposto in \textit{major number} e \textit{minor number} con le macro \macro{major} e \macro{minor} viste in sez.~\ref{sec:file_mknod}. - \item Il campo \var{st\_rdev} contiene il numero di dispositivo associato al file stesso ed ovviamente ha un valore significativo soltanto quando il file è un dispositivo a caratteri o a blocchi. - \item Il campo \var{st\_blksize} contiene la dimensione dei blocchi di dati usati nell'I/O su disco, che è anche la dimensione usata per la bufferizzazione dei dati dalle librerie del C per l'interfaccia degli \textit{stream}. Leggere o scrivere blocchi di dati in dimensioni inferiori a questo valore è inefficiente in quanto le operazioni su disco usano comunque trasferimenti di questa dimensione. - \end{itemize*} -% TODO trattare anche statx, aggiunta con il kernel 4.11 (vedi -% https://lwn.net/Articles/707602/ e -% https://git.kernel.org/pub/scm/linux/kernel/git/torvalds/linux.git/commit/?id=a528d35e8bfcc521d7cb70aaf03e1bd296c8493f) +Nell'evoluzione del kernel la \textit{system call} che fornisce \func{stat} è +stata modificata più volte per tener conto dei cambiamenti fatti alla +struttura \struct{stat},\footnote{questo ha significato l'utilizzo a basso + livello di diverse \textit{system call} e diverse versioni della struttura.} +in particolare a riguardo ai tempi dei file, di cui è stata aumentata la +precisione (torneremo su questo in sez.~\ref{sec:file_file_times}) ma anche +per gli aggiornamenti fatti ai campi \var{st\_ino}, \var{st\_uid} e +\var{st\_gid}. Sulle piattaforme a 32 bit questi cambiamenti, che han visto un +aumento delle dimensioni dei campi della struttura per adattarli alle nuove +esigenze, sono mascherati dalla \acr{glibc} che attraverso \func{stat} invoca +la versione più recente della \textit{system call} e reimpacchetta i dati se +questo è necessario per eseguire dei vecchi programmi. Nelle piattaforme a 64 +bit invece è presente un'unica versione della \textit{system call} e la +struttura \struct{stat} ha campi di dimensione sufficiente. + +Infine a partire dal kernel 2.6.16 è stata introdutta una ulteriore funzione +della famiglia, \func{fstatat} che consente di trattare con sicurezza i +\textit{pathname} relativi, la tratteremo in sez.~\ref{sec:file_openat}, +insieme alla nuova \textit{system call} \func{statx}, introdotta dal kernel +4.11 per estendere l'interfaccia di \func{stat} e le informazioni che essa può +restituire. \subsection{I tipi di file} @@ -3354,14 +3368,6 @@ tab.~\ref{tab:file_file_types}). Il tipo di file viene ritornato dalle funzioni della famiglia \func{stat} all'interno del campo \var{st\_mode} di una struttura \struct{stat}. -Il campo \var{st\_mode} è una maschera binaria in cui l'informazione viene -suddivisa nei vari bit che compongono, ed oltre a quelle sul tipo di file, -contiene anche le informazioni relative ai permessi su cui torneremo in -sez.~\ref{sec:file_perm_overview}. Dato che i valori numerici usati per -definire il tipo di file possono variare a seconda delle implementazioni, lo -standard POSIX definisce un insieme di macro che consentono di verificare il -tipo di file in maniera standardizzata. - \begin{table}[htb] \centering \footnotesize @@ -3383,6 +3389,14 @@ tipo di file in maniera standardizzata. \label{tab:file_type_macro} \end{table} +Il campo \var{st\_mode} è una maschera binaria in cui l'informazione viene +suddivisa nei vari bit che compongono, ed oltre a quelle sul tipo di file, +contiene anche le informazioni relative ai permessi su cui torneremo in +sez.~\ref{sec:file_perm_overview}. Dato che i valori numerici usati per +definire il tipo di file possono variare a seconda delle implementazioni, lo +standard POSIX definisce un insieme di macro che consentono di verificare il +tipo di file in maniera standardizzata. + Queste macro vengono usate anche da Linux che supporta pure le estensioni allo standard per i collegamenti simbolici e i socket definite da BSD.\footnote{le ultime due macro di tab.~\ref{tab:file_type_macro}, che non sono presenti