X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=filedir.tex;h=940c4bbdb313a8bad2a3ccbcaa8d582990862937;hp=0ee1b396f777da6e1848c3207554e051495fef7f;hb=09473ed326013ece27d53cd5ff9f96064cbce9f3;hpb=7a4f8b0f8a5bdda6d7c27b87803bdea5e2891af0 diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index 0ee1b39..940c4bb 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -11,7 +11,7 @@ capitoli successivi. \section{Il controllo di accesso ai file} -\label{sec:filedir_access_control} +\label{sec:file_access_control} Una delle caratteristiche fondamentali di tutti i sistemi unix-like è quella del controllo di accesso ai file, che viene implementato per qualunque @@ -20,7 +20,7 @@ le funzioni usate per gestirne i vari aspetti. \subsection{I permessi per l'accesso ai file} -\label{sec:filedir_perm_overview} +\label{sec:file_perm_overview} Il controllo di accesso ai file in unix segue un modello abbastanza semplice, ma adatto alla gran parte delle esigenze, in cui si dividono i permessi su tre @@ -36,7 +36,7 @@ Ad ogni file unix associa sempre l'utente che ne \textit{owner}) e il gruppo di appartenenza, secondo il meccanismo degli identificatori di utenti e gruppi (\textsl{uid} e \textsl{gid}). Questi valori sono accessibili da programma tramite i campi \var{st\_uid} e \var{st\_gid} -della struttura \var{stat} (si veda \secref{sec:filedir_stat}). Ad ogni file +della struttura \var{stat} (si veda \secref{sec:file_stat}). Ad ogni file viene inoltre associato un insieme di permessi che sono divisi in tre classi, e cioè attribuiti rispettivamente all'utente proprietario del file, a un qualunque utente faccia parte del gruppo cui appartiene il file, e a tutti gli @@ -49,13 +49,13 @@ esecuzione (indicati nei comandi di sistema con le lettere \cmd{w}, \cmd{r} e \cmd{x}) ed applicabili rispettivamente al proprietario, al gruppo, a tutti gli altri. I restanti tre bit (\textsl{suid}, \textsl{sgid}, e \textsl{sticky}) sono usati per indicare alcune caratteristiche più complesse -su cui torneremo in seguito (vedi \secref{sec:filedir_suid_sgid} e -\secref{sec:filedir_sticky}). +su cui torneremo in seguito (vedi \secref{sec:file_suid_sgid} e +\secref{sec:file_sticky}). Anche i permessi, come tutte le altre informazioni generali, sono tenuti per ciascun file nell'inode; in particolare essi sono contenuti in alcuni bit del campo \var{st\_mode} della struttura letta da \func{stat} (di nuovo si veda -\secref{sec:filedir_stat} per i dettagli). +\secref{sec:file_stat} per i dettagli). In genere ci si riferisce a questo raggruppamento dei permessi usando le lettere \cmd{u} (per \textit{user}), \cmd{g} (per \textit{group}) e \cmd{o} @@ -136,7 +136,7 @@ fa riferimento; per questo in genere \cmd{ls} per un link simbolico riporta tutti i permessi come concessi; utente e gruppo a cui esso appartiene vengono ignorati quando il link viene risolto, vengono controllati solo quando viene richiesta la rimozione del link e quest'ultimo è in una directory con lo -\textsl{sticky bit} settato (si veda \secref{sec:filedir_sticky}). +\textsl{sticky bit} settato (si veda \secref{sec:file_sticky}). La procedura con cui il kernel stabilisce se un processo possiede un certo permesso (di lettura, scrittura o esecuzione) si basa sul confronto fra @@ -147,7 +147,7 @@ del processo. Per una spiegazione dettagliata degli identificatori associati ai processi si veda \secref{sec:prochand_perms}; normalmente, a parte quanto vedremo in -\secref{sec:filedir_suid_sgid}, l'\textit{effective user id} e +\secref{sec:file_suid_sgid}, l'\textit{effective user id} e l'\textit{effective group id} corrispondono a uid e gid dell'utente che ha lanciato il processo, mentre i \textit{supplementary group id} sono quelli dei gruppi cui l'utente appartiene. @@ -203,9 +203,9 @@ tutti gli altri non vengono controllati. \subsection{I bit \textsl{suid} e \textsl{sgid}} -\label{sec:filedir_suid_sgid} +\label{sec:file_suid_sgid} -Come si è accennato (in \secref{sec:filedir_perm_overview}) nei dodici bit del +Come si è accennato (in \secref{sec:file_perm_overview}) nei dodici bit del campo \var{st\_mode} usati per il controllo di accesso oltre ai bit dei permessi veri e propri, ci sono altri tre bit che vengono usati per indicare alcune proprietà speciali dei file. Due di questi sono i bit detti @@ -247,12 +247,12 @@ stessa lettera \cmd{s} pu questi bit. Infine questi bit possono essere controllati all'interno di \var{st\_mode} con l'uso delle due costanti \macro{S\_ISUID} e \macro{S\_IGID}, i cui valori sono riportati in -\tabref{tab:filedir_file_mode_flags}. +\tabref{tab:file_mode_flags}. Gli stessi bit vengono ad assumere in significato completamente diverso per le directory, normalmente infatti Linux usa la convenzione di SVR4 per indicare con questi bit l'uso della semantica BSD nella creazione di nuovi file (si -veda \secref{sec:filedir_ownership} per una spiegazione dettagliata al +veda \secref{sec:file_ownership} per una spiegazione dettagliata al proposito). Infine Linux utilizza il bit \textsl{sgid} per una ulteriore estensione @@ -263,7 +263,7 @@ dettagli in \secref{sec:xxx_mandatory_lock}). \subsection{Il bit \textsl{sticky}} -\label{sec:filedir_sticky} +\label{sec:file_sticky} L'ultimo dei bit rimanenti, identificato dalla costante \macro{S\_ISVTX}, è in parte un rimasuglio delle origini dei sistemi unix. A quell'epoca infatti la @@ -299,8 +299,9 @@ inoltre un classico esempio di directory che ha questo bit settato è \file{/tmp}, i permessi infatti di solito sono settati come: \begin{verbatim} +$ ls -l /tmp drwxrwxrwt 6 root root 1024 Aug 10 01:03 /tmp -\end{verbatim} +\end{verbatim}%$ in questo modo chiunque può leggere, scrivere ed eseguire i file temporanei ivi memorizzati, sia crearne di nuovi, ma solo l'utente che ha creato un file nella directory potrà cancellarlo o rinominarlo, evitando così che utente @@ -308,26 +309,26 @@ possa, pi \subsection{La titolarità di nuovi file e directory} -\label{sec:filedir_ownership} +\label{sec:file_ownership} -Vedremo in \secref{sec:fileunix_base_func} quali sono le funzioni per creare -nuovi file, ma se è possibile specificare in sede di creazione quali permessi -applicare ad un nuovo file, non si può indicare a quale utente e gruppo esso -deve appartenere. Lo stesso problema di presenta per la creazione di nuove -directory (procedimento descritto in \secref{sec:filedir_dir_creat_rem}). +Vedremo in \secref{sec:file_base_func} come creare nuovi file, ma se è +possibile specificare in sede di creazione quali permessi applicare ad un +file, non si può indicare a quale utente e gruppo esso deve appartenere. Lo +stesso problema di presenta per la creazione di nuove directory (procedimento +descritto in \secref{sec:file_dir_creat_rem}). Lo standard POSIX prescrive che l'uid del nuovo file corrisponda all'\textit{effective user id} del processo che lo crea; per il gid invece prevede due diverse possibilità: \begin{itemize} -\item il gid del file corrisponde all'\textit{effective group id} del processo -\item il gid del file corrisponde al gid della directory in cui esso è creato +\item il gid del file corrisponde all'\textit{effective group id} del processo. +\item il gid del file corrisponde al gid della directory in cui esso è creato. \end{itemize} in genere BSD usa sempre la seconda possibilità, che viene per questo chiamata semantica BSD. Linux invece segue quella che viene chiamata semantica SVR4; di norma cioè il nuovo file viene creato, seguendo la prima opzione, con il gid -del processo, se però la directory in cui viene creato il file ha il bit sgid -settato allora viene usata la seconda opzione.. +del processo, se però la directory in cui viene creato il file ha il bit +\textsl{sgid} settato allora viene usata la seconda opzione.. Usare la semantica BSD ha il vantaggio che il gid viene sempre automaticamente propagato, restando coerente a quello della directory di partenza, in tutte le @@ -340,14 +341,14 @@ del gruppo primario dello stesso. \subsection{La funzione \texttt{access}} -\label{sec:filedir_access} +\label{sec:file_access} -Come detto in \secref{sec:filedir_access_control} il controllo di accesso ad +Come detto in \secref{sec:file_access_control} il controllo di accesso ad un file viene fatto usando \textit{effective user id} e \textit{effective group id} del processo, ma ci sono casi in cui si può voler effettuare il controllo usando il \textit{real user id} e il \textit{real group id} (cioè l'uid dell'utente che ha lanciato il programma, che, come accennato in -\secref{sec:filedir_suid_sgid} e spiegato in \secref{sec:prochand_perms} non è +\secref{sec:file_suid_sgid} e spiegato in \secref{sec:prochand_perms} non è detto sia uguale all'\textit{effective user id}). Per far questo si può usare la funzione \func{access}, il cui prototipo è: @@ -358,7 +359,7 @@ la funzione \func{access}, il cui prototipo file indicato da \var{pathname}. La funzione ritorna 0 se l'accesso è consentito, -1 altrimenti; in - quest'utlimo caso la variabile \texttt{errno} viene settata secondo i codici + quest'ultimo caso la variabile \texttt{errno} viene settata secondo i codici di errore: \macro{EACCES}, \macro{EROFS}, \macro{EFAULT}, \macro{EINVAL}, \macro{ENAMETOOLONG}, \macro{ENOENT}, \macro{ENOTDIR}, \macro{ELOOP}, \macro{EIO}. @@ -393,7 +394,7 @@ contrario (o di errore) ritorna -1. \end{tabular} \caption{Valori possibile per il parametro \var{mode} della funzione \func{access}} - \label{tab:filedir_access_mode_val} + \label{tab:file_access_mode_val} \end{table} Un esempio tipico per l'uso di questa funzione è quello di un processo che sta @@ -403,7 +404,7 @@ accedere ad un certo file. \subsection{Le funzioni \texttt{chmod} e \texttt{fchmod}} -\label{sec:filedir_chmod} +\label{sec:file_chmod} Per cambiare i permessi di un file il sistema mette ad disposizione due funzioni, che operano rispettivamente su un filename e su un file descriptor, @@ -428,7 +429,7 @@ i cui prototipi sono: Oltre a questi entrambe restituiscono gli errori \macro{EROFS} e \macro{EIO}; \func{chmod} restituisce anche \macro{EFAULT}, \macro{ENAMETOOLONG}, \macro{ENOENT}, \macro{ENOMEM}, \macro{ENOTDIR}, - \macro{EACCES}, \macro{ELOOP}; \func{chmod} anche \macro{EBADF}. + \macro{EACCES}, \macro{ELOOP}; \func{fchmod} anche \macro{EBADF}. \end{functions} I valori possibili per \var{mode} sono indicati in \ntab. I valori possono @@ -484,7 +485,7 @@ il valore da fornire sarebbe $4755$. \hline \end{tabular} \caption{I valori delle costanti usate per indicare i permessi dei file.} - \label{tab:filedir_permission_const} + \label{tab:file_permission_const} \end{table} Il cambiamento dei permessi di un file attraverso queste funzioni ha comunque @@ -517,7 +518,7 @@ privilegio. \subsection{La funzione \texttt{umask}} -\label{sec:filedir_umask} +\label{sec:file_umask} Oltre che dai valori indicati in sede di creazione, i permessi assegnati ai nuovi file sono controllati anche da una maschera di bit settata con la @@ -544,7 +545,7 @@ corrispondente ad un valore di $022$). Essa dell'interfaccia ANSI C degli stream non prevedono l'esistenza dei permessi, e pertanto tutti i nuovi file vengono sempre creati con un default di $666$ (cioè permessi di lettura e scrittura per tutti, si veda -\tabref{tab:filedir_permission_const} per un confronto); in questo modo è +\tabref{tab:file_permission_const} per un confronto); in questo modo è possibile cancellare automaticamente i permessi non voluti, senza doverlo fare esplicitamente. @@ -554,44 +555,57 @@ vuole che un processo possa creare un file che chiunque possa leggere allora occorrerà cambiare il valore di \func{umask}. \subsection{Le funzioni \texttt{chown}, \texttt{fchown} e \texttt{lchown}} -\label{sec:filedir_chown} +\label{sec:file_chown} Come per i permessi, il sistema fornisce anche delle funzioni che permettano -di cambiare utente e gruppo cui il file appartiene; le funzioni in questioni +di cambiare utente e gruppo cui il file appartiene; le funzioni in questione sono tre e i loro prototipi sono i seguenti: \begin{functions} \headdecl{sys/types.h} \headdecl{sys/stat.h} - \funcdecl{int chmod(const char *path, mode\_t mode)} Cambia i permessi del - file indicato da \var{path} al valore indicato da \var{mode}. - - \funcdecl{int fchmod(int fd, mode\_t mode)} Analoga alla precedente, ma usa - il file descriptor \var{fd} per indicare il file. + \funcdecl{int chown(const char *path, uid\_t owner, gid\_t group)} + \funcdecl{int fchown(int fd, uid\_t owner, gid\_t group)} + \funcdecl{int lchown(const char *path, uid\_t owner, gid\_t group)} + + Le funzioni cambiano utente e gruppo di appartenenza di un file ai valori + specificati dalle variabili \var{owner} e \var{group}. Le funzioni restituiscono zero in caso di successo e -1 per un errore, in caso di errore \texttt{errno} viene settato ai valori: \begin{errlist} \item \macro{EPERM} L'\textit{effective user id} non corrisponde a quello - del proprietario del file o non è zero. + del proprietario del file o non è zero, o utente e gruppo non sono validi \end{errlist} Oltre a questi entrambe restituiscono gli errori \macro{EROFS} e - \macro{EIO}; \func{chmod} restituisce anche \macro{EFAULT}, + \macro{EIO}; \func{chown} restituisce anche \macro{EFAULT}, \macro{ENAMETOOLONG}, \macro{ENOENT}, \macro{ENOMEM}, \macro{ENOTDIR}, - \macro{EACCES}, \macro{ELOOP}; \func{chmod} anche \macro{EBADF}. + \macro{EACCES}, \macro{ELOOP}; \func{fchown} anche \macro{EBADF}. \end{functions} - - - - - - - - - - +Soltanto l'amministratore può cambiare il proprietario di un file, seguendo la +semantica di BSD che non consente agli utenti di assegnare i loro file ad +altri (per evitare eventuali aggiramenti delle quote). L'amministratore può +cambiare il gruppo di un file, il proprietario può cambiare il gruppo dei file +che gli appartengono solo se il nuovo gruppo è il suo gruppo primario o uno +dei gruppi a cui appartiene. + +La funzione \func{chown} segue i link simbolici, per operare direttamente su +in link simbolico si deve usare la funzione \func{lchown}\footnote{fino alla + versione 2.1.81 in Linux \func{chown} non seguiva i link simbolici, da + allora questo comportamento è stato assegnato alla funzione \func{lchown}, + introdotta per l'occazione, ed è stata creata una nuova system call per + \func{chown} che seguisse i link simbolici}. La funzione \func{fchown} opera +su un file aperto, essa è mututata da BSD, ma non è nello standard POSIX. +Un'altra estensione rispetto allo standard POSIX è che specificando -1 come +valore per \var{owner} e \var{group} i valori restano immutati. + +Quando queste funzioni sono chiamate con successo da un processo senza i +privilegi di root entrambi i bit \textsl{suid} e \textsl{sgid} vengono +cancellati. Questo non avviene per il bit \textsl{sgid} nel caso in cui esso +sia usato (in assenza del corrispondente permesso di esecuzione) per indicare +che per il file è attivo il \textit{mandatory locking}. %La struttura fondamentale che contiene i dati essenziali relativi ai file è il %cosiddetto \textit{inode}; questo conterrà informazioni come il @@ -602,19 +616,20 @@ sono tre e i loro prototipi sono i seguenti: \section{La manipolazione delle caratteristiche dei files} -\label{sec:filedir_infos} +\label{sec:file_infos} + +Come spiegato in \secref{sec:file_filesystem} tutte le informazioni +generali relative alle caratteristiche di ciascun file, a partire dalle +informazioni relative al controllo di accesso, sono mantenute nell'inode. -Come spiegato in \secref{sec:fileintr_filesystem} tutte le informazioni -generali relative alle caratteristiche di ciascun file sono mantenute -nell'inode. Vedremo in questa sezione come sia possibile accedervi usando la -funzione \texttt{stat} ed esamineremo alcune funzioni utilizzabili per -manipolare una parte di questa informazione. Tutto quello che invece riguarda -il meccanismo di controllo di accesso ad i file e le relative funzioni di -manipolazione sarà invece esaminato in \secref{sec:filedir_access_control}. +Vedremo in questa sezione come sia possibile leggere tutte queste informazioni +usando la funzione \texttt{stat}, esamineremo poi le varie funzioni che si +possono per manipolare le restanti informazioni (avendo esaminato quelle per +la gestione del controllo di accesso in \secref{sec:file_access_control}). \subsection{Le funzioni \texttt{stat}, \texttt{fstat} e \texttt{lstat}} -\label{sec:filedir_stat} +\label{sec:file_stat} La lettura delle informazioni relative ai file è fatta attraverso la famiglia delle funzioni \func{stat}, che è la funzione che il comando \cmd{ls} usa @@ -638,9 +653,9 @@ i seguenti: descriptor \var{filedes}. Le funzioni restituiscono zero in caso di successo e -1 per un errore, in - caso di errore \texttt{errno} viene settato ai valori \macro{EACCESS}, + caso di errore \texttt{errno} viene settato ai valori \macro{EACCESS}, + \macro{EBADF}, \macro{ELOOP}, \macro{EFAULT}, \macro{ENOENT}, \macro{ENOTDIR}, \macro{ENOMEM}, \macro{ENAMETOOLONG}. - \end{errlist} \end{functions} La struttura \texttt{stat} è definita nell'header \texttt{sys/stat.h} e in @@ -674,7 +689,7 @@ struct stat { \normalsize \caption{La struttura \texttt{stat} per la lettura delle informazioni dei file} - \label{fig:filedir_stat_struct} + \label{fig:file_stat_struct} \end{figure} Si noti come i vari membri della struttura siano specificati come tipi nativi @@ -683,11 +698,12 @@ del sistema (di quelli definiti in \tabref{tab:xxx_sys_types}, e dichiarati in \subsection{I tipi di file} -\label{sec:filedir_file_types} +\label{sec:file_types} -Come riportato in \tabref{tab:fileintr_file_types} in Linux oltre ai file e +Come riportato in \tabref{tab:file_file_types} in Linux oltre ai file e alle directory esistono vari altri oggetti che possono stare su un filesystem; -il tipo di file è ritornato dalla \texttt{stat} nel campo \texttt{st\_mode}. +il tipo di file è ritornato dalla \texttt{stat} nel campo \texttt{st\_mode} +(che è quello che contiene anche le informazioni relative ai permessi). Dato che il valore numerico può variare a seconda delle implementazioni, lo standard POSIX definisce un insieme di macro per verificare il tipo di files, @@ -712,7 +728,7 @@ definite in GNU/Linux \hline \end{tabular} \caption{Macro per i tipi di file (definite in \texttt{sys/stat.h})} - \label{tab:filedir_file_type_macro} + \label{tab:file_type_macro} \end{table} Oltre a queste macro è possibile usare direttamente il valore di @@ -740,17 +756,17 @@ per questo sempre in \texttt{sys/stat.h} sono definiti i flag riportati in \macro{S\_ISGID} & 0002000 & set GID bit \\ \macro{S\_ISVTX} & 0001000 & sticky bit \\ \hline - \macro{S\_IRWXU} & 00700 & bitmask per i permessi del proprietario \\ +% \macro{S\_IRWXU} & 00700 & bitmask per i permessi del proprietario \\ \macro{S\_IRUSR} & 00400 & il proprietario ha permesso di lettura \\ \macro{S\_IWUSR} & 00200 & il proprietario ha permesso di scrittura \\ \macro{S\_IXUSR} & 00100 & il proprietario ha permesso di esecuzione\\ \hline - \macro{S\_IRWXG} & 00070 & bitmask per i permessi del gruppo \\ +% \macro{S\_IRWXG} & 00070 & bitmask per i permessi del gruppo \\ \macro{S\_IRGRP} & 00040 & il gruppo ha permesso di lettura \\ \macro{S\_IWGRP} & 00020 & il gruppo ha permesso di scrittura \\ \macro{S\_IXGRP} & 00010 & il gruppo ha permesso di esecuzione \\ \hline - \macro{S\_IRWXO} & 00007 & bitmask per i permessi di tutti gli altri\\ +% \macro{S\_IRWXO} & 00007 & bitmask per i permessi di tutti gli altri\\ \macro{S\_IROTH} & 00004 & gli altri hanno permesso di lettura \\ \macro{S\_IWOTH} & 00002 & gli altri hanno permesso di esecuzione \\ \macro{S\_IXOTH} & 00001 & gli altri hanno permesso di esecuzione \\ @@ -758,7 +774,7 @@ per questo sempre in \texttt{sys/stat.h} sono definiti i flag riportati in \end{tabular} \caption{Costanti per l'identificazione dei vari bit che compongono il campo \var{st\_mode} (definite in \texttt{sys/stat.h})} - \label{tab:filedir_file_mode_flags} + \label{tab:file_mode_flags} \end{table} Il primo valore definisce la maschera dei bit usati nei quali viene @@ -772,8 +788,9 @@ un file ordinario si potrebbe definire la condizione: in cui prima si estraggono da \var{st\_mode} i bit relativi al tipo di file e poi si effettua il confronto con la combinazione di tipi scelta. + \subsection{La dimensione dei file} -\label{sec:filedir_file_size} +\label{sec:file_file_size} Il membro \var{st\_size} contiene la dimensione del file in byte (se il file è un file normale, nel caso di un link simbolico al dimensione è quella del @@ -789,7 +806,7 @@ Si tenga conto che lunghezza del file riportata in \var{st\_size} non che corrisponda all'occupazione dello spazio su disco per via della possibile esistenza dei cosiddetti \textsl{buchi} (detti normalmente \textit{holes}) che si formano tutte le volte che si va a scrivere su un file dopo aver eseguito -una \func{seek} (vedi \secref{sec:fileunix_lseek}) oltre la sua conclusione +una \func{seek} (vedi \secref{sec:file_lseek}) oltre la sua conclusione corrente. In tal caso si avranno differenti risultati a seconda del modi in cui si @@ -814,21 +831,24 @@ le due funzioni: \funcdecl{int ftruncate(int fd, off\_t length))} Identica a \func{truncate} eccetto che si usa con un file aperto, specificato tramite il suo file - descriptor \var{fd}, + descriptor \var{fd}. Le funzioni restituiscono zero in caso di successo e -1 per un errore, in - caso di errore \texttt{errno} viene settato ai valori: + caso di errore \texttt{errno} viene settato opportunamente; per + \func{ftruncate} si hanno i valori: + \begin{errlist} + \item \macro{EBADF} \var{fd} non è un file descriptor. + \item \texttt{EINVAL} \var{fd} è un riferimento ad un socket, non a un file + o non è aperto in scrittura. + \end{errlist} + per \func{truncate} si hanno: \begin{errlist} - \item \texttt{EACCESS} non c'è il permesso di accedere al file. - \item \texttt{ENOTDIR} una componente del pathname non è una directory. - \item \texttt{EMLOOP} ci sono troppi link simbolici nel pathname. - \item \texttt{EFAULT} i puntatori usati sono fuori dallo spazio di indirizzi - del processo. - \item \texttt{ENOMEM} il kernel non ha a disposizione memoria sufficiente a - completare l'operazione. - \item \texttt{ENOENT} il file non esiste. - \item \texttt{ENAMETOOLONG} il filename è troppo lungo. + \item \texttt{EACCES} il file non ha permesso di scrittura o non si ha il + permesso di esecuzione una delle directory del pathname. + \item \texttt{ETXTBSY} Il file è un programma in esecuzione. \end{errlist} + ed anche \macro{ENOTDIR}, \macro{ENAMETOOLONG}, \macro{ENOENT}, + \macro{EROFS}, \macro{EIO}, \macro{EFAULT}, \macro{ELOOP}. \end{functions} Se il file è più lungo della lunghezza specificata i dati in eccesso saranno @@ -839,12 +859,12 @@ zeri (e in genere si ha la creazione di un hole nel file). \subsection{I tempi dei file} -\label{sec:filedir_file_times} +\label{sec:file_file_times} Il sistema mantiene per ciascun file tre tempi. Questi sono registrati nell'inode insieme agli altri attibuti del file e possono essere letti tramite la funzione \func{stat}, che li restituisce attraverso tre campi della -struttura in \figref{fig:filedir_stat_struct}. Il significato di detti tempi e +struttura in \figref{fig:file_stat_struct}. Il significato di detti tempi e dei relativi campi è riportato nello schema in \ntab: \begin{table}[htb] @@ -861,7 +881,7 @@ dei relativi campi \hline \end{tabular} \caption{I tre tempi associati a ciascun file} - \label{tab:filedir_file_times} + \label{tab:file_file_times} \end{table} Il primo punto da tenere presente è la differenza fra il cosiddetto tempo di @@ -960,7 +980,7 @@ cambiarne i permessi ha effetti solo sui tempi del file. \caption{Effetti delle varie funzioni su tempi di ultimo accesso \textsl{(a)}, ultima modifica \textsl{(m)} e ultimo cambiamento \textsl{(c)}} - \label{tab:filedir_times_effects} + \label{tab:file_times_effects} \end{table} Si noti infine come \var{st\_ctime} non abbia nulla a che fare con il tempo di @@ -969,7 +989,7 @@ esiste. \subsection{La funzione \texttt{utime}} -\label{sec:filedir_utime} +\label{sec:file_utime} I tempi di ultimo accesso e modifica possono essere cambiati usando la funzione \func{utime}, il cui prototipo è: @@ -1014,12 +1034,9 @@ molto pi - - - \section{La manipolazione di file e directory} -Come già accennato in \secref{sec:fileintr_filesystem} in un sistema unix-like +Come già accennato in \secref{sec:file_filesystem} in un sistema unix-like i file hanno delle caratteristiche specifiche dipendenti dall'architettura del sistema, esamineremo qui allora le funzioni usate per la creazione di link simbolici e diretti e per la gestione delle directory, approfondendo quanto @@ -1027,7 +1044,7 @@ gi \subsection{Le funzioni \texttt{link} e \texttt{unlink}} -\label{sec:fileintr_link} +\label{sec:file_link} Una delle caratteristiche comuni a vari sistemi operativi è quella di poter creare dei nomi fittizi (alias o collegamenti) per potersi riferire allo @@ -1036,7 +1053,7 @@ ambiente unix, dove tali collegamenti sono usualmente chiamati \textit{link}, ma data la struttura del sistema ci sono due metodi sostanzialmente diversi per fare questa operazione. -Come spiegato in \secref{sec:fileintr_architecture} l'accesso al contenuto di +Come spiegato in \secref{sec:file_architecture} l'accesso al contenuto di un file su disco avviene attraverso il suo inode, e il nome che si trova in una directory è solo una etichetta associata ad un puntatore a detto inode. Questo significa che la realizzazione di un link è immediata in quanto uno @@ -1076,7 +1093,7 @@ controllare con il campo \var{st\_nlink} di \var{stat}) aggiungendo il nuovo nome ai precedenti. Si noti che uno stesso file può essere così richiamato in diverse directory. -Per quanto dicevamo in \secref{sec:fileintr_filesystem} la creazione del +Per quanto dicevamo in \secref{sec:file_filesystem} la creazione del collegamento diretto è possibile solo se entrambi i pathname sono nello stesso filesystem; inoltre il filesystem deve supportare i collegamenti diretti (non è il caso ad esempio del filesystem \texttt{vfat} di windows). @@ -1085,7 +1102,7 @@ La funzione opera sui file ordinari, come sugli altri oggetti del filesystem, in alcuni filesystem solo l'amministratore è in grado di creare un collegamento diretto ad un'altra directory, questo lo si fa perché in questo caso è possibile creare dei circoli nel filesystem (vedi -\secref{sec:fileintr_symlink}) che molti programmi non sono in grado di +\secref{sec:file_symlink}) che molti programmi non sono in grado di gestire e la cui rimozione diventa estremamente complicata (in genere occorre far girare il programma \texttt{fsck} per riparare il filesystem); data la sua pericolosità in generale nei filesystem usati in Linux questa caratteristica è @@ -1140,11 +1157,11 @@ crash dei programmi; la tecnica \texttt{unlink} subito dopo. \subsection{Le funzioni \texttt{remove} e \texttt{rename}} -\label{sec:fileintr_remove} +\label{sec:file_remove} Al contrario di quanto avviene con altri unix in Linux non è possibile usare \texttt{unlink} sulle directory, per cancellare una directory si può usare la -funzione \texttt{rmdir} (vedi \secref{sec:filedir_dir_creat_rem}), oppure la +funzione \texttt{rmdir} (vedi \secref{sec:file_dir_creat_rem}), oppure la funzione \texttt{remove}. Questa è la funzione prevista dallo standard ANSI C per cancellare un file o una directory (e funziona anche per i sistemi che non supportano i link diretti), che per i file è identica alla \texttt{unlink} e @@ -1191,8 +1208,6 @@ nuovo nome dopo che il vecchio \item \texttt{ENOTDIR} Uno dei componenti dei pathname non è una directory o\texttt{oldpath} è una directory e \texttt{newpath} esiste e non è una directory. - \item \texttt{EFAULT} o \texttt{oldpath} o \texttt{newpath} è fuori dello - spazio di indirizzi del processo. \item \texttt{EACCESS} Non c'è il permesso di scrittura per la directory in cui si vuole creare il nuovo link o una delle directory del pathname non consente la ricerca (permesso di esecuzione). @@ -1200,21 +1215,13 @@ nuovo nome dopo che il vecchio \texttt{newpath} hanno lo sticky bit attivo e i permessi del processo non consentono rispettivamente la cancellazione e la creazione del file, o il filesystem non supporta i link. - \item \texttt{ENAMETOOLONG} uno dei pathname è troppo lungo. - \item \texttt{ENOENT} Uno dei componenti del pathname non esiste o è un link - simbolico spezzato. - \item \texttt{ENOMEM} il kernel non ha a disposizione memoria sufficiente a - completare l'operazione. - \item \texttt{EROFS} I file sono su un filesystem montato in sola lettura. - \item \texttt{ELOOP} Ci sono troppi link simbolici nella risoluzione del - pathname. \item \texttt{ENOSPC} Il device di destinazione non ha più spazio per la nuova voce. \end{errlist} \end{prototype} \subsection{I link simbolici} -\label{sec:fileintr_symlink} +\label{sec:file_symlink} Siccome la funzione \texttt{link} crea riferimenti agli inodes, essa può funzionare soltanto per file che risiedono sullo stesso filesystem, dato che @@ -1250,7 +1257,7 @@ dichiarate nell'header file \texttt{unistd.h}. La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un errore, in caso di errore. La variabile \texttt{errno} viene settata secondo i codici di errore standard di accesso ai file (trattati in dettaglio in - \secref{sec:filedir_access_control}) ai quali si aggiungono i seguenti: + \secref{sec:file_access_control}) ai quali si aggiungono i seguenti: \begin{errlist} \item \texttt{EEXIST} Un file (o una directory) con quel nome esiste di già. @@ -1322,7 +1329,7 @@ link simbolico e quali possono operare direttamente sul suo contenuto. \hline \end{tabular} \caption{Uso dei link simbolici da parte di alcune funzioni.} - \label{tab:filedir_symb_effect} + \label{tab:file_symb_effect} \end{table} si noti che non si è specificato il comportamento delle funzioni che operano con i file descriptor, in quanto la gestione del link simbolico viene in @@ -1333,7 +1340,7 @@ genere effettuata dalla funzione che restituisce il file descriptor \centering \includegraphics[width=5cm]{img/link_loop.eps} \caption{Esempio di loop nel filesystem creato con un link simbolico.} - \label{fig:filedir_link_loop} + \label{fig:file_link_loop} \end{figure} Un caso comune che si può avere con i link simbolici è la creazione dei @@ -1373,7 +1380,7 @@ di \file{temporaneo}. \subsection{Le funzioni \texttt{mkdir} e \texttt{rmdir}} -\label{sec:filedir_dir_creat_rem} +\label{sec:file_dir_creat_rem} Per creare una nuova directory si può usare la seguente funzione, omonima dell'analogo comando di shell \texttt{mkdir}; per accedere ai tipi usati @@ -1388,7 +1395,7 @@ programma deve includere il file \texttt{sys/types.h}. La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un errore, in caso di errore \texttt{errno} viene settata secondo i codici di errore standard di accesso ai file (trattati in dettaglio in - \secref{sec:filedir_access_control}) ai quali si aggiungono i seguenti: + \secref{sec:file_access_control}) ai quali si aggiungono i seguenti: \begin{errlist} \item \texttt{EACCESS} Non c'è il permesso di scrittura per la directory in cui si vuole inserire @@ -1408,7 +1415,7 @@ programma deve includere il file \texttt{sys/types.h}. \subsection{Accesso alle directory} -\label{sec:filedir_dir_read} +\label{sec:file_dir_read} Benché le directory siano oggetti del filesystem come tutti gli altri non ha ovviamente senso aprirle come fossero dei file di dati. Può però essere utile @@ -1420,12 +1427,12 @@ Per accedere al contenuto delle directory si usano i cosiddetti la funzione \texttt{opendir} apre uno di questi stream e la funzione \texttt{readdir} legge il contenuto della directory, i cui elementi sono le \textit{directory entries} (da distinguersi da quelle della cache di cui -parlavamo in \secref{sec:fileintr_vfs}) in una opportuna struttura +parlavamo in \secref{sec:file_vfs}) in una opportuna struttura \texttt{struct dirent}. \subsection{La directory di lavoro} -\label{sec:filedir_work_dir} +\label{sec:file_work_dir} A ciascun processo è associato ad una directory nel filesystem che è chiamata directory corrente o directory di lavoro (\textit{current working directory}) @@ -1498,7 +1505,7 @@ per cambiare directory di lavoro. Entrambe le funzioni restituiscono zero in caso di successo e -1 per un errore, in caso di errore \texttt{errno} viene settata secondo i codici di errore standard di accesso ai file (trattati in dettaglio in - \secref{sec:filedir_access_control}) ai quali si aggiunge il codice + \secref{sec:file_access_control}) ai quali si aggiunge il codice \texttt{ENOTDIR} nel caso il \texttt{filename} indichi un file che non sia una directory. \end{prototype}