X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=filedir.tex;h=481ef534fd92d789e0b1fcebd06d648cf775a14a;hp=e3448ae76e85b232799422af10c0c9edcea83ce2;hb=59b107d5207f19e0049bbd1032e10cba660da92e;hpb=8fecd34eeb7db69bfa3cf2ca4b60ace29cad0356 diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index e3448ae..481ef53 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -672,7 +672,7 @@ funzione per la lettura delle directory. Tutto questo si riflette nello standard POSIX\footnote{le funzioni sono previste pure in BSD e SVID.} che ha introdotto una apposita interfaccia per -la lettura delle directory, basata sui cosiddetti \textit{directory streams} +la lettura delle directory, basata sui cosiddetti \textit{directory stream} (chiamati così per l'analogia con i file stream dell'interfaccia standard di \capref{cha:files_std_interface}). La prima funzione di questa interfaccia è \funcd{opendir}, il cui prototipo è: @@ -830,10 +830,12 @@ il nome del relativo campo; nel nostro caso sono definite le macro Per quanto riguarda il significato dei campi opzionali, il campo \var{d\_type} indica il tipo di file (fifo, directory, link simbolico, ecc.); i suoi -possibili valori sono riportati in \tabref{tab:file_dtype_macro}; per la -conversione da e verso l'analogo valore mantenuto dentro il campo -\var{st\_mode} di \struct{stat} sono definite anche due macro di conversione -\macro{IFTODT} e \macro{DTTOIF}: +possibili valori\footnote{fino alla versione 2.1 delle \acr{glibc} questo + campo, pur presente nella struttura, non è implementato, e resta sempre al + valore \const{DT\_UNKNOWN}.} sono riportati in +\tabref{tab:file_dtype_macro}; per la conversione da e verso l'analogo valore +mantenuto dentro il campo \var{st\_mode} di \struct{stat} sono definite anche +due macro di conversione \macro{IFTODT} e \macro{DTTOIF}: \begin{functions} \funcdecl{int IFTODT(mode\_t MODE)} Converte il tipo di file dal formato di \var{st\_mode} a quello di \var{d\_type}. @@ -846,9 +848,9 @@ Il campo \var{d\_off} contiene invece la posizione della voce successiva della directory, mentre il campo \var{d\_reclen} la lunghezza totale della voce letta. Con questi due campi diventa possibile, determinando la posizione delle varie voci, spostarsi all'interno dello stream usando la funzione -\func{seekdir},\footnote{sia questa funzione, che la corrispondente - \func{telldir}, sono estensioni prese da BSD, non previste dallo standard - POSIX.} il cui prototipo è: +\func{seekdir},\footnote{sia questa funzione che \func{telldir}, sono + estensioni prese da BSD, non previste dallo standard POSIX.} il cui +prototipo è: \begin{prototype}{dirent.h}{void seekdir(DIR *dir, off\_t offset)} Cambia la posizione all'interno di un \textit{directory stream}. \end{prototype} @@ -938,7 +940,6 @@ Per l'ordinamento sono disponibili anche due funzioni predefinite, maggiore del secondo.} \end{functions} - La funzione \func{alphasort} deriva da BSD ed è presente in Linux fin dalle libc4\footnote{la versione delle libc4 e libc5 usa però come argomenti dei puntatori a delle strutture \struct{dirent}; le glibc usano il prototipo @@ -952,7 +953,154 @@ delle varie voci). Le \acr{glibc} prevedono come estensione\footnote{le glibc, del numero di versione (cioè qualcosa per cui \file{file10} viene comunque dopo \func{file4}.) +Un semplice esempio dell'uso di queste funzioni è riportato in +\figref{fig:file_my_ls}, dove si è riportata la sezione principale di un +programma che, usando la routine di scansione illustrata in +\figref{fig:file_dirscan}, stampa i nomi dei file contenuti in una directory e +la relativa dimensione (in sostanza una versione semplificata del comando +\cmd{ls}). + +\begin{figure}[!htb] + \footnotesize + \begin{lstlisting}{} +#include +#include +#include /* directory */ +#include /* C standard library */ +#include + +/* computation function for DirScan */ +int do_ls(struct dirent * direntry); +/* main body */ +int main(int argc, char *argv[]) +{ + ... + if ((argc - optind) != 1) { /* There must be remaing parameters */ + printf("Wrong number of arguments %d\n", argc - optind); + usage(); + } + DirScan(argv[1], do_ls); + exit(0); +} +/* + * Routine to print file name and size inside DirScan + */ +int do_ls(struct dirent * direntry) +{ + struct stat data; + + stat(direntry->d_name, &data); /* get stat data */ + printf("File: %s \t size: %d\n", direntry->d_name, data.st_size); + return 0; +} + \end{lstlisting} + \caption{Esempio di codice per eseguire la lista dei file contenuti in una + directory.} + \label{fig:file_my_ls} +\end{figure} + +Il programma è estremamente semplice; in \figref{fig:file_my_ls} si è omessa +la parte di gestione delle opzioni (che prevede solo l'uso di una funzione per +la stampa della sintassi, anch'essa omessa) ma il codice completo potrà essere +trovato coi sorgenti allegati nel file \file{myls.c}. + +In sostanza tutto quello che fa il programma, dopo aver controllato +(\texttt{\small 10--13}) di avere almeno un parametro (che indicherà la +directory da esaminare) è chiamare (\texttt{\small 14}) la funzione +\func{DirScan} per eseguire la scansione, usando la funzione \code{do\_ls} +(\texttt{\small 20--26}) per fare tutto il lavoro. + +Quest'ultima si limita (\texttt{\small 23}) a chiamare \func{stat} sul file +indicato dalla directory entry passata come argomento (il cui nome è appunto +\var{direntry->d\_name}), memorizzando in una opportuna struttura \var{data} i +dati ad esso relativi, per poi provvedere (\texttt{\small 24}) a stampare il +nome del file e la dimensione riportata in \var{data}. + +Dato che la funzione verrà chiamata all'interno di \func{DirScan} per ogni +voce presente questo è sufficiente a stampare la lista completa dei file e +delle relative dimensioni. Si noti infine come si restituisca sempre 0 come +valore di ritorno per indicare una esecuzione senza errori. + +\begin{figure}[!htb] + \footnotesize + \begin{lstlisting}{} +#include +#include +#include /* directory */ +#include /* C standard library */ +#include + +/* + * Function DirScan: + * + * Input: the directory name and a computation function + * Return: 0 if OK, -1 on errors + */ +int DirScan(char * dirname, int(*compute)(struct dirent *)) +{ + DIR * dir; + struct dirent *direntry; + + if ( (dir = opendir(dirname)) == NULL) { /* oper directory */ + printf("Opening %s\n", dirname); /* on error print messages */ + perror("Cannot open directory"); /* and then return */ + return -1; + } + fd = dirfd(dir); /* get file descriptor */ + fchdir(fd); /* change directory */ + /* loop on directory entries */ + while ( (direntry = readdir(dir)) != NULL) { /* read entry */ + if (compute(direntry)) { /* execute function on it */ + return -1; /* on error return */ + } + } + closedir(dir); + return 0; +} + + \end{lstlisting} + \caption{Codice della routine di scansione di una directory contenuta nel + file \file{DirScan.c}.} + \label{fig:file_dirscan} +\end{figure} +Tutto il grosso del lavoro è svolto dalla funzione \func{DirScan}, riportata +in \figref{fig:file_dirscan}. La funzione è volutamente generica e permette di +eseguire una funzione, passata come secondo argomento, su tutte le voci di una +directory. La funzione inizia con l'aprire (\texttt{\small 19--23}) uno +stream sulla directory passata come primo argomento, stampando un messaggio in +caso di errore. + +Il passo successivo (\texttt{\small 24--25}) è cambiare directory di lavoro +(vedi \secref{sec:file_work_dir}), usando in sequenza le funzione \func{dirfd} +e \func{fchdir} (in realtà si sarebbe potuto usare direttamente \func{chdir} +su \var{dirname}), in modo che durante il successivo ciclo (\texttt{\small + 27--31}) sulle singole voci dello stream ci si trovi all'interno della +directory.\footnote{questo è essenziale al funzionamento della funzione + \code{do\_ls} (e ad ogni funzione che debba usare il campo \var{d\_name}, in + quanto i nomi dei file memorizzati all'interno di una struttura + \struct{dirent} sono sempre relativi alla directory in questione, e senza + questo posizionamento non si sarebbe potuto usare \func{stat} per ottenere + le dimensioni.} + +Avendo usato lo stratagemma di fare eseguire tutte le manipolazioni necessarie +alla funzione passata come secondo argomento, il ciclo di scansione della +directory è molto semplice; si legge una voce alla volta (\texttt{\small 27}) +all'interno di una istruzione di \code{while} e fintanto che si riceve una +voce valida (cioè un puntatore diverso da \val{NULL}) si esegue +(\texttt{\small 27}) la funzione di elaborazione \var{compare} (che nel nostro +caso sarà \code{do\_ls}), ritornando con un codice di errore (\texttt{\small + 28}) qualora questa presenti una anomalia (identificata da un codice di +ritorno negativo). + +Una volta terminato il ciclo la funzione si conclude con la chiusura +(\texttt{\small 32}) dello stream\footnote{nel nostro caso, uscendo subito + dopo la chiamata, questo non servirebbe, in generale però l'operazione è + necessaria, dato che la funzione può essere invocata molte volte all'interno + dello stesso processo, per cui non chiudere gli stream comporterebbe un + consumo progressivo di risorse, con conseguente rischio di esaurimento delle + stesse} e la restituzione (\texttt{\small 33}) del codice di operazioni +concluse con successo. \subsection{La directory di lavoro} @@ -960,7 +1108,7 @@ dopo \func{file4}.) A ciascun processo è associata una directory nel filesystem che è chiamata directory corrente o directory di lavoro (\textit{current working directory}) -che è quella a cui si fa riferimento quando un filename è espresso in forma +che è quella a cui si fa riferimento quando un pathname è espresso in forma relativa, dove il ``\textsl{relativa}'' fa riferimento appunto a questa directory. @@ -1043,7 +1191,7 @@ appunto per \textit{change directory}, il suo prototipo quale si hanno i permessi di accesso. Dato che anche le directory sono file, è possibile riferirsi ad esse anche -tramite il file descriptor, e non solo tramite il filename, per fare questo si +tramite il file descriptor, e non solo tramite il pathname, per fare questo si usa \funcd{fchdir}, il cui prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{int fchdir(int fd)} Identica a \func{chdir}, ma usa il file descriptor \param{fd} invece del @@ -1367,7 +1515,7 @@ un'opportuna combinazione. \textbf{Flag} & \textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\ \hline \hline - \const{S\_IFMT} & 0170000 & bitmask per i bit del tipo di file \\ + \const{S\_IFMT} & 0170000 & maschera per i bit del tipo di file \\ \const{S\_IFSOCK} & 0140000 & socket\index{socket} \\ \const{S\_IFLNK} & 0120000 & link simbolico \\ \const{S\_IFREG} & 0100000 & file regolare \\ @@ -2381,7 +2529,7 @@ alcun effetto qualora il processo possieda i privilegi di amministratore. \end{table} Per compattezza, nella tabella si sono specificati i bit di \acr{suid}, -\acr{sgid} e \acr{stiky} con la notazione illustrata anche in +\acr{sgid} e \acr{sticky} con la notazione illustrata anche in \figref{fig:file_perm_bit}. In \tabref{tab:file_dirperm_bits} si sono invece riassunti gli effetti dei