X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=filedir.tex;h=239c9950e51c5db9d8bcdc0ef509dbf7e1858d35;hp=a268c1345473757abb27de5be1f291fd31ca6ec8;hb=ff76d56c6a2c280cbe4f153173488871d7b12336;hpb=6e257bf71f9acd5839dbae72de3dc9523cfb47c9 diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index a268c13..239c995 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -1,6 +1,6 @@ %% filedir.tex %% -%% Copyright (C) 2000-2006 Simone Piccardi. Permission is granted to +%% Copyright (C) 2000-2007 Simone Piccardi. Permission is granted to %% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free %% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the %% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Un preambolo", @@ -53,7 +53,7 @@ sez.~\ref{sec:file_arch_func}) ci sono due metodi sostanzialmente diversi per fare questa operazione. Come spiegato in sez.~\ref{sec:file_filesystem} l'accesso al contenuto di un -file su disco avviene passando attraverso il suo inode\index{inode}, che è la +file su disco avviene passando attraverso il suo \index{inode} inode, che è la struttura usata dal kernel che lo identifica univocamente all'interno di un singolo filesystem. Il nome del file che si trova nella voce di una directory è solo un'etichetta, mantenuta all'interno della directory, che viene @@ -61,16 +61,16 @@ associata ad un puntatore che fa riferimento al suddetto inode. Questo significa che, fintanto che si resta sullo stesso filesystem, la realizzazione di un link è immediata, ed uno stesso file può avere tanti nomi -diversi, dati da altrettante diverse associazioni allo stesso -inode\index{inode} di etichette diverse in directory diverse. Si noti anche -che nessuno di questi nomi viene ad assumere una particolare preferenza o -originalità rispetto agli altri, in quanto tutti fanno comunque riferimento -allo stesso inode\index{inode}. +diversi, dati da altrettante diverse associazioni allo stesso \index{inode} +inode di etichette diverse in directory diverse. Si noti anche che nessuno di +questi nomi viene ad assumere una particolare preferenza o originalità +rispetto agli altri, in quanto tutti fanno comunque riferimento allo stesso +\index{inode} inode. Per aggiungere ad una directory una voce che faccia riferimento ad un -inode\index{inode} già esistente si utilizza la funzione \func{link}; si suole -chiamare questo tipo di associazione un collegamento diretto (o \textit{hard - link}). Il prototipo della funzione è: +\index{inode} inode già esistente si utilizza la funzione \func{link}; si +suole chiamare questo tipo di associazione un collegamento diretto (o +\textit{hard link}). Il prototipo della funzione è: \begin{prototype}{unistd.h} {int link(const char *oldpath, const char *newpath)} Crea un nuovo collegamento diretto. @@ -93,7 +93,7 @@ chiamare questo tipo di associazione un collegamento diretto (o \textit{hard \errval{ENOSPC}, \errval{EIO}.} \end{prototype} -La funzione crea sul \itindex{pathname}\textit{pathname} \param{newpath} un +La funzione crea sul \itindex{pathname} \textit{pathname} \param{newpath} un collegamento diretto al file indicato da \param{oldpath}. Per quanto detto la creazione di un nuovo collegamento diretto non copia il contenuto del file, ma si limita a creare una voce nella directory specificata da \param{newpath} e @@ -103,10 +103,10 @@ aggiungendo il nuovo nome ai precedenti. Si noti che uno stesso file pu essere così chiamato con vari nomi in diverse directory. Per quanto dicevamo in sez.~\ref{sec:file_filesystem} la creazione di un -collegamento diretto è possibile solo se entrambi i -\itindex{pathname}\textit{pathname} sono nello stesso filesystem; inoltre il -filesystem deve supportare i collegamenti diretti (il meccanismo non è -disponibile ad esempio con il filesystem \acr{vfat} di Windows). +collegamento diretto è possibile solo se entrambi i \itindex{pathname} +\textit{pathname} sono nello stesso filesystem; inoltre il filesystem deve +supportare i collegamenti diretti (il meccanismo non è disponibile ad esempio +con il filesystem \acr{vfat} di Windows). La funzione inoltre opera sia sui file ordinari che sugli altri oggetti del filesystem, con l'eccezione delle directory. In alcune versioni di Unix solo @@ -153,10 +153,10 @@ suo prototipo abbia privilegi sufficienti.} La funzione cancella il nome specificato da \param{pathname} nella relativa -directory e decrementa il numero di riferimenti nel relativo -inode\index{inode}. Nel caso di link simbolico cancella il link simbolico; nel -caso di socket, fifo o file di dispositivo\index{file!di~dispositivo} rimuove -il nome, ma come per i file i processi che hanno aperto uno di questi oggetti +directory e decrementa il numero di riferimenti nel relativo \index{inode} +inode. Nel caso di link simbolico cancella il link simbolico; nel caso di +socket, fifo o file di dispositivo \index{file!di~dispositivo} rimuove il +nome, ma come per i file i processi che hanno aperto uno di questi oggetti possono continuare ad utilizzarlo. Per cancellare una voce in una directory è necessario avere il permesso di @@ -170,14 +170,14 @@ root, per cui nessuna delle restrizioni Una delle caratteristiche di queste funzioni è che la creazione/rimozione del nome dalla directory e l'incremento/decremento del numero di riferimenti -nell'inode\index{inode} devono essere effettuati in maniera atomica (si veda +\index{inode} nell'inode devono essere effettuati in maniera atomica (si veda sez.~\ref{sec:proc_atom_oper}) senza possibili interruzioni fra le due operazioni. Per questo entrambe queste funzioni sono realizzate tramite una singola system call. Si ricordi infine che un file non viene eliminato dal disco fintanto che tutti i riferimenti ad esso sono stati cancellati: solo quando il \textit{link - count} mantenuto nell'inode\index{inode} diventa zero lo spazio occupato su + count} mantenuto \index{inode} nell'inode diventa zero lo spazio occupato su disco viene rimosso (si ricordi comunque che a questo si aggiunge sempre un'ulteriore condizione,\footnote{come vedremo in cap.~\ref{cha:file_unix_interface} il kernel mantiene anche una tabella dei @@ -255,9 +255,9 @@ nello stesso filesystem) si usa invece la funzione \funcd{rename},\footnote{la \item[\errcode{EINVAL}] \param{newpath} contiene un prefisso di \param{oldpath} o più in generale si è cercato di creare una directory come sotto-directory di se stessa. - \item[\errcode{ENOTDIR}] Uno dei componenti dei - \itindex{pathname}\textit{pathname} non è una directory o \param{oldpath} - è una directory e \param{newpath} esiste e non è una directory. + \item[\errcode{ENOTDIR}] Uno dei componenti dei \itindex{pathname} + \textit{pathname} non è una directory o \param{oldpath} è una directory e + \param{newpath} esiste e non è una directory. \end{errlist} ed inoltre \errval{EACCES}, \errval{EPERM}, \errval{EMLINK}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, \errval{EROFS}, \errval{ELOOP} e @@ -306,7 +306,7 @@ riferimento allo stesso file. \label{sec:file_symlink} Come abbiamo visto in sez.~\ref{sec:file_link} la funzione \func{link} crea -riferimenti agli \index{inode}inode, pertanto può funzionare soltanto per file +riferimenti agli \index{inode} inode, pertanto può funzionare soltanto per file che risiedono sullo stesso filesystem e solo per un filesystem di tipo Unix. Inoltre abbiamo visto che in Linux non è consentito eseguire un link diretto ad una directory. @@ -456,7 +456,7 @@ directory porterebbe il comando ad esaminare \file{/boot}, \file{/boot/boot}, \file{/boot/boot/boot} e così via. Per questo motivo il kernel e le librerie prevedono che nella risoluzione di -un \itindex{pathname}\textit{pathname} possano essere seguiti un numero +un \itindex{pathname} \textit{pathname} possano essere seguiti un numero limitato di link simbolici, il cui valore limite è specificato dalla costante \const{MAXSYMLINKS}. Qualora questo limite venga superato viene generato un errore ed \var{errno} viene impostata al valore \errcode{ELOOP}. @@ -484,7 +484,7 @@ ci mostrerebbe invece l'esistenza di \file{temporaneo}. \label{sec:file_dir_creat_rem} Benché in sostanza le directory non siano altro che dei file contenenti -elenchi di nomi ed \index{inode}inode, non è possibile trattarle come file +elenchi di nomi ed \index{inode} inode, non è possibile trattarle come file ordinari e devono essere create direttamente dal kernel attraverso una opportuna system call.\footnote{questo permette anche, attraverso l'uso del VFS, l'utilizzo di diversi formati per la gestione dei suddetti elenchi.} @@ -521,8 +521,8 @@ prototipo La funzione crea una nuova directory vuota, che contiene cioè solo le due voci standard (\file{.} e \file{..}), con il nome indicato dall'argomento -\param{dirname}. Il nome può essere indicato sia come -\itindex{pathname}\textit{pathname} assoluto che relativo. +\param{dirname}. Il nome può essere indicato sia come \itindex{pathname} +\textit{pathname} assoluto che relativo. I permessi di accesso alla directory (vedi sez.~\ref{sec:file_access_control}) sono specificati da \param{mode}, i cui possibili valori sono riportati in @@ -557,14 +557,14 @@ prototipo La funzione cancella la directory \param{dirname}, che deve essere vuota (la directory deve cioè contenere soltanto le due voci standard \file{.} e -\file{..}). Il nome può essere indicato con il -\itindex{pathname}\textit{pathname} assoluto o relativo. +\file{..}). Il nome può essere indicato con il \itindex{pathname} +\textit{pathname} assoluto o relativo. La modalità con cui avviene la cancellazione è analoga a quella di -\func{unlink}: fintanto che il numero di link all'inode\index{inode} della +\func{unlink}: fintanto che il numero di link \index{inode} all'inode della directory non diventa nullo e nessun processo ha la directory aperta lo spazio occupato su disco non viene rilasciato. Se un processo ha la directory aperta -la funzione rimuove il link all'inode\index{inode} e nel caso sia l'ultimo, +la funzione rimuove il link \index{inode} all'inode e nel caso sia l'ultimo, pure le voci standard \file{.} e \file{..}, a questo punto il kernel non consentirà di creare più nuovi file nella directory. @@ -574,9 +574,9 @@ consentir Finora abbiamo parlato esclusivamente di file, directory e link simbolici; in sez.~\ref{sec:file_file_types} abbiamo visto però che il sistema prevede pure -degli altri tipi di file speciali, come i file di dispositivo -\index{file!di~dispositivo} e le fifo (i socket sono un caso a parte, che -tratteremo in cap.~\ref{cha:socket_intro}). +degli altri tipi di file speciali, come i \index{file!di~dispositivo} file di +dispositivo e le fifo (i socket sono un caso a parte, che tratteremo in +cap.~\ref{cha:socket_intro}). La manipolazione delle caratteristiche di questi file e la loro cancellazione può essere effettuata con le stesse funzioni che operano sui file regolari; ma @@ -626,11 +626,11 @@ usando questa funzione; ma in Linux\footnote{la funzione non codici di errore.} l'uso per la creazione di una fifo è consentito anche agli utenti normali. -I nuovi inode\index{inode} creati con \func{mknod} apparterranno al +I nuovi \index{inode} inode creati con \func{mknod} apparterranno al proprietario e al gruppo del processo che li ha creati, a meno che non si sia attivato il bit \acr{sgid} per la directory o sia stata attivata la semantica BSD per il filesystem (si veda sez.~\ref{sec:file_ownership_management}) in -cui si va a creare l'inode\index{inode}. +cui si va a creare \index{inode} l'inode. Per creare una fifo (un file speciale, su cui torneremo in dettaglio in sez.~\ref{sec:ipc_named_pipe}) lo standard POSIX specifica l'uso della funzione @@ -659,7 +659,7 @@ modificati dal valore di \var{umask}. \label{sec:file_dir_read} Benché le directory alla fine non siano altro che dei file che contengono -delle liste di nomi ed \index{inode}inode, per il ruolo che rivestono nella +delle liste di nomi ed \index{inode} inode, per il ruolo che rivestono nella struttura del sistema, non possono essere trattate come dei normali file di dati. Ad esempio, onde evitare inconsistenze all'interno del filesystem, solo il kernel può scrivere il contenuto di una directory, e non può essere un @@ -696,7 +696,7 @@ cap.~\ref{cha:files_std_interface}). La prima funzione di questa interfaccia La funzione apre un \textit{directory stream} per la directory \param{dirname}, ritornando il puntatore ad un oggetto di tipo \type{DIR} (che -è il tipo opaco\index{tipo!opaco} usato dalle librerie per gestire i +è il \index{tipo!opaco} tipo opaco usato dalle librerie per gestire i \textit{directory stream}) da usare per tutte le operazioni successive, la funzione inoltre posiziona lo stream sulla prima voce contenuta nella directory. @@ -768,7 +768,7 @@ con i thread; il suo prototipo \end{functions} La funzione restituisce in \param{result} (come -\itindex{value~result~argument}\textit{value result argument}) l'indirizzo +\itindex{value~result~argument} \textit{value result argument}) l'indirizzo dove sono stati salvati i dati, che di norma corrisponde a quello della struttura precedentemente allocata e specificata dall'argomento \param{entry} (anche se non è assicurato che la funzione usi lo spazio fornito dall'utente). @@ -783,7 +783,7 @@ terminata da uno zero,\footnote{lo standard POSIX non specifica una lunghezza, ma solo un limite \const{NAME\_MAX}; in SVr4 la lunghezza del campo è definita come \code{NAME\_MAX+1} che di norma porta al valore di 256 byte usato anche in Linux.} ed il campo \var{d\_ino}, che contiene il numero di -\index{inode}inode cui il file è associato (di solito corrisponde al campo +\index{inode} inode cui il file è associato (di solito corrisponde al campo \var{st\_ino} di \struct{stat}). \begin{figure}[!htb] @@ -1065,8 +1065,8 @@ resta la stessa quando viene creato un processo figlio (vedi sez.~\ref{sec:proc_fork}), la directory corrente della shell diventa anche la directory corrente di qualunque comando da essa lanciato. -In genere il kernel tiene traccia per ciascun processo dell'inode\index{inode} -della directory di lavoro, per ottenere il \textit{pathname} +In genere il kernel tiene traccia per ciascun processo \index{inode} +dell'inode della directory di lavoro, per ottenere il \textit{pathname} occorre usare una apposita funzione di libreria, \funcd{getcwd}, il cui prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{char *getcwd(char *buffer, size\_t size)} @@ -1165,8 +1165,8 @@ In molte occasioni sembri semplice, in realtà il problema è più sottile di quanto non appaia a prima vista. Infatti anche se sembrerebbe banale generare un nome a caso e creare il file dopo aver controllato che questo non esista, nel momento fra il -controllo e la creazione si ha giusto lo spazio per una possibile \textit{race - condition}\itindex{race~condition} (si ricordi quanto visto in +controllo e la creazione si ha giusto lo spazio per una possibile +\itindex{race~condition} \textit{race condition} (si ricordi quanto visto in sez.~\ref{sec:proc_race_cond}). Le \acr{glibc} provvedono varie funzioni per generare nomi di file temporanei, @@ -1245,8 +1245,8 @@ POSIX definisce la funzione \funcd{tmpfile}, il cui prototipo automaticamente cancellato alla sua chiusura o all'uscita dal programma. Lo standard non specifica in quale directory verrà aperto il file, ma le \acr{glibc} prima tentano con \const{P\_tmpdir} e poi con \file{/tmp}. Questa -funzione è rientrante e non soffre di problemi di \textit{race - condition}\itindex{race~condition}. +funzione è rientrante e non soffre di problemi di \itindex{race~condition} +\textit{race condition}. Alcune versioni meno recenti di Unix non supportano queste funzioni; in questo caso si possono usare le vecchie funzioni \funcd{mktemp} e \func{mkstemp} che @@ -1267,7 +1267,7 @@ il suo prototipo \end{prototype} \noindent dato che \param{template} deve poter essere modificata dalla funzione non si può usare una stringa costante. Tutte le avvertenze riguardo -alle possibili \textit{race condition}\itindex{race~condition} date per +alle possibili \itindex{race~condition} \textit{race condition} date per \func{tmpnam} continuano a valere; inoltre in alcune vecchie implementazioni il valore usato per sostituire le \code{XXXXXX} viene formato con il \acr{pid} del processo più una lettera, il che mette a disposizione solo 26 possibilità @@ -1317,8 +1317,8 @@ In OpenBSD \end{prototype} \noindent la directory è creata con permessi \code{0700} (al solito si veda cap.~\ref{cha:file_unix_interface} per i dettagli); dato che la creazione -della directory è sempre esclusiva i precedenti problemi di \textit{race - condition}\itindex{race~condition} non si pongono. +della directory è sempre esclusiva i precedenti problemi di +\itindex{race~condition} \textit{race condition} non si pongono. \section{La manipolazione delle caratteristiche dei file} @@ -1326,11 +1326,11 @@ della directory Come spiegato in sez.~\ref{sec:file_filesystem} tutte le informazioni generali relative alle caratteristiche di ciascun file, a partire dalle informazioni -relative al controllo di accesso, sono mantenute nell'inode\index{inode}. +relative al controllo di accesso, sono mantenute \index{inode} nell'inode. Vedremo in questa sezione come sia possibile leggere tutte queste informazioni usando la funzione \func{stat}, che permette l'accesso a tutti i dati -memorizzati nell'inode\index{inode}; esamineremo poi le varie funzioni usate +memorizzati \index{inode} nell'inode; esamineremo poi le varie funzioni usate per manipolare tutte queste informazioni (eccetto quelle che riguardano la gestione del controllo di accesso, trattate in in sez.~\ref{sec:file_access_control}). @@ -1548,8 +1548,8 @@ dimensione si possono usare le due funzioni \funcd{truncate} e per \func{truncate} si hanno: \begin{errlist} \item[\errcode{EACCES}] il file non ha permesso di scrittura o non si ha il - permesso di esecuzione una delle directory del - \itindex{pathname}\textit{pathname}. + permesso di esecuzione una delle directory del \itindex{pathname} + \textit{pathname}. \item[\errcode{ETXTBSY}] Il file è un programma in esecuzione. \end{errlist} ed anche \errval{ENOTDIR}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, @@ -1567,9 +1567,9 @@ zeri (e in genere si ha la creazione di un \textit{hole} nel file). \label{sec:file_file_times} Il sistema mantiene per ciascun file tre tempi. Questi sono registrati -nell'inode\index{inode} insieme agli altri attributi del file e possono essere -letti tramite la funzione \func{stat}, che li restituisce attraverso tre campi -della struttura \struct{stat} di fig.~\ref{fig:file_stat_struct}. Il +\index{inode} nell'inode insieme agli altri attributi del file e possono +essere letti tramite la funzione \func{stat}, che li restituisce attraverso +tre campi della struttura \struct{stat} di fig.~\ref{fig:file_stat_struct}. Il significato di detti tempi e dei relativi campi è riportato nello schema in tab.~\ref{tab:file_file_times}, dove è anche riportato un esempio delle funzioni che effettuano cambiamenti su di essi. @@ -1599,9 +1599,9 @@ Il primo punto da tenere presente modifica (il \textit{modification time} \var{st\_mtime}) e il tempo di cambiamento di stato (il \textit{change time} \var{st\_ctime}). Il primo infatti fa riferimento ad una modifica del contenuto di un file, mentre il -secondo ad una modifica dell'inode\index{inode}; siccome esistono molte +secondo ad una modifica \index{inode} dell'inode; siccome esistono molte operazioni (come la funzione \func{link} e molte altre che vedremo in seguito) -che modificano solo le informazioni contenute nell'inode\index{inode} senza +che modificano solo le informazioni contenute \index{inode} nell'inode senza toccare il contenuto del file, diventa necessario l'utilizzo di un altro tempo. @@ -1717,7 +1717,7 @@ funzione \funcd{utime}, il cui prototipo \begin{prototype}{utime.h} {int utime(const char *filename, struct utimbuf *times)} -Cambia i tempi di ultimo accesso e modifica dell'inode\index{inode} +Cambia i tempi di ultimo accesso e modifica \index{inode} dell'inode specificato da \param{filename} secondo i campi \var{actime} e \var{modtime} di \param{times}. Se questa è \val{NULL} allora viene usato il tempo corrente. @@ -1753,7 +1753,7 @@ del file (o si hanno i privilegi di amministratore). Si tenga presente che non è comunque possibile specificare il tempo di cambiamento di stato del file, che viene comunque cambiato dal kernel tutte le -volte che si modifica l'inode\index{inode} (quindi anche alla chiamata di +volte che si modifica \index{inode} l'inode (quindi anche alla chiamata di \func{utime}). Questo serve anche come misura di sicurezza per evitare che si possa modificare un file nascondendo completamente le proprie tracce. In realtà la cosa resta possibile, se si è in grado di accedere al file di @@ -1835,7 +1835,7 @@ sez.~\ref{sec:file_special_perm}); lo schema di allocazione dei bit riportato in fig.~\ref{fig:file_perm_bit}. Anche i permessi, come tutte le altre informazioni pertinenti al file, sono -memorizzati nell'inode\index{inode}; in particolare essi sono contenuti in +memorizzati \index{inode} nell'inode; in particolare essi sono contenuti in alcuni bit del campo \var{st\_mode} della struttura \struct{stat} (si veda di nuovo fig.~\ref{fig:file_stat_struct}). @@ -1881,15 +1881,15 @@ limiteremo ad un riassunto delle regole generali, entrando nei dettagli pi avanti. La prima regola è che per poter accedere ad un file attraverso il suo -\itindex{pathname}\textit{pathname} occorre il permesso di esecuzione in +\itindex{pathname} \textit{pathname} occorre il permesso di esecuzione in ciascuna delle directory che compongono il \textit{pathname}; lo stesso vale per aprire un file nella directory corrente (per la quale appunto serve il diritto di esecuzione). Per una directory infatti il permesso di esecuzione significa che essa può -essere attraversata nella risoluzione del \itindex{pathname}\textit{pathname}, -ed è distinto dal permesso di lettura che invece implica che si può leggere il -contenuto della directory. +essere attraversata nella risoluzione del \itindex{pathname} +\textit{pathname}, ed è distinto dal permesso di lettura che invece implica +che si può leggere il contenuto della directory. Questo significa che se si ha il permesso di esecuzione senza permesso di lettura si potrà lo stesso aprire un file in una directory (se si hanno i